Notiziario Patria Grande - Ottobre 2020

 

Ottobre 2020

 

 

 

 

SOMMARIO

 

CIVG / BOLIVIA / VITTORIA DEL MAS

A quasi un anno dal colpo di Stato

 

GRANMA (CUBA) / BOLIVIA / VITTORIA DEL MAS

Con la Bolivia, siamo MAS, siamo di più

 

GRANMA (CUBA) / ESTERI / VENEZUELA

Nicolás Maduro denuncia le azioni di sabotaggio progettate in Colombia

 

GRANMA (CUBA) / ESTERI / NICARAGUA

L’ALBA-TCP respinge le sanzioni degli Stati Uniti contro il Nicaragua

 

GRANMA (CUBA) / ESTERI / ONU, Consiglio dei Diritti Umani

Cuba eletta membro del Consiglio dei Diritti Umani dall'88% dei membri della ONU

 

GRANMA (CUBA) / ESTERI / ELEZIONI STATI UNITI

Elezioni negli USA: il circo della democrazia

 

GRANMA (CUBA) / ECONOMIA / RIFORMA MONETARIA

Ordinamento monetario: imprescindibile per trasformare l’economia cubana

 

GRANMA (CUBA) / DIRITTI / ONU e BLOQUEO

Il Cancelliere cubano presenta la Risoluzione sugli effetti del blocco

 

 

 

CIVG / BOLIVIA / VITTORIA DEL MAS

A quasi un anno dal colpo di Stato

di Pablo Prada, CIVG, 18 ottobre 2020

Nelle strutture dell'Università Cattolica San Pablo nella città di La Paz, tra i vertici della Chiesa cattolica, l'ambasciata degli Stati Uniti e quella brasiliana in Bolivia e i personaggi dell'estrema destra, tra cui qualche ministro che ha convocato Jeaninne Añez, seconda senatrice supplente per il partito di destra Demócratas, si svolge l'incontro in cui si prepara il colpo di stato con l’appoggio degli ufficiali delle Forze Armate e del comando della Polizia Boliviana che chiesero le dimissioni del presidente costituzionale Evo Morales Ayma, che avrebbe dovuto esercitare la presidenza della Bolivia fino al 22 gennaio 2020.

Nella sede della Camera dei Deputati, con l'assenza dei tre quarti della rappresentanza del Mas, della maggioranza parlamentare e con pochi deputati della destra, Jeaninne Añez si proclamò presidente costituzionale della Bolivia e il comandante delle Forze Armate William Kaliman, in grande uniforme, le conferì la fascia presidenziale.

Entrando a Palazzo Quemado, sede della presidenza boliviana, si fa accompagnare da due individui dell’estrema destra e porta nella mano una enorme Bibbia e un crocifisso, nonostante la Bolivia si fosse proclamata indipendente dalla Chiesa cattolica e avesse permesso la pratica libera di tutte le religioni.

La destra boliviana ha armato gruppi di delinquenti e poliziotti in borghese che hanno dato fuoco alle sedi elettorali di vari dipartimenti in modo che non restino evidenze della vittoria del MAS al primo turno, e hanno dato fuoco anche alle case di ministri, deputati, senatori per indurli a dimettersi, minacciando di morte le loro famiglie. Uno ad uno, i ministri, i deputati, i senatori hanno iniziato a dimettersi. Prima di questo oltraggio perpetrato dalle bande paramilitari e di polizia, il comandante dell'esercito William Kaliman e poi il comandante della polizia chiesero a Evo Morales di dimettersi, ed Evo lo fece per evitare spargimenti di sangue e perché la sua vita era in serio pericolo. Salì sull'aereo che il Messico gli mise a disposizione e lasciò il territorio boliviano trovando asilo in Messico. Di lì a poco si recò in Argentina dove oggi vive da rifugiato. Questo è lo status che gli ha concesso il governo argentino. Vive a Buenos Aires anche l'ex vicepresidente Alvaro Garcia Linera, anche lui dimesso dalla sua carica.

Una volta a Buenos Aires, Evo è stato nominato dal suo partito MAS responsabile della campagna, mentre Alvaro Garcia Linera si è allontanato dalla politica e oggi è professore in 2 università.

Quando il MAS volle accreditarlo come presidente per queste nuove elezioni, la destra al potere fece di tutto per allontanarlo dalla contesa, poi il MAS lo propose come candidato senatore per il dipartimento di Cochabamba, sostenendo che Evo non risiede in Bolivia.

La presidente de facto Jeaninne Añez giurò che il suo governo transitorio avrebbe avuto solo lo scopo di indire nuove elezioni il prima possibile, ma è rimasta al potere per quasi un anno. L’epidemia di COVID19 le è tornata utile come scusa per rinviare tre volte la convocazione elettorale, fino a quando il Tribunale Supremo Elettorale stabilì la data del 18 ottobre.

Gestione del governo della autoproclamata presidente della Bolivia

Invece di limitarsi a preparare le elezioni e ad altre questioni fondamentali di governo, si è dedicata ad atti non di competenza di un governo transitorio. Come sulla questione della pandemia, ad esempio: rifiutando l’aiuto della brigata medica cubana di 700 tra medici, infermieri e personale logistico, ha rispettato l'ordine emesso dagli Stati Uniti causando un drammatico vuoto sanitario per la popolazione.

Il sistema sanitario pubblico boliviano è sempre stato inefficiente, sia per ciò che riguarda le strutture, tutte molto vecchie, sia per le attrezzature e il personale medico e amministrativo, che da sempre gestisce i pazienti con arroganza e maleducazione. Tutto questo è un prodotto dei governi di destra, compresi i regimi militari. I medici della sanità pubblica, negli ultimi anni del governo Evo, si sono dimostrati al servizio della destra, compiendo scioperi fino a 40 giorni che hanno danneggiato la popolazione.

Un'altro provvedimento messo in atto da questa pseudo presidente Jeaninne Añez, sempre per ordine degli Stati Uniti, è stato rompere le relazioni diplomatiche con Cuba, Nicaragua e Venezuela, atti che nessun governo transitorio dovrebbe fare.

La corruzione nella pandemia

Come molti piccoli paesi, la Bolivia non era preparata a gestire la pandemia e ha dovuto acquistare i respiratori fondamentali per contrastare gli effetti di questo virus. Il governo de facto ha acquistato 175 respiratori al prezzo di 780 euro, mentre il governo di transizione di Jeaninne Añez afferma di averli pagati 3240 euro l’uno, rubando così ai boliviani qualcosa come 3 milioni di dollari. L'unico provvedimento della presidente è stato rimuovere il ministro della Salute, e ad oggi le indagini della Procura non hanno ancora portato a nulla.

Diversi governi, e tra questi l’Italia, insieme a organizzazioni internazionali e l’FMI, hanno concesso alla Bolivia crediti per diversi milioni di dollari. Si stima che la presidente Añez e i suoi ministri, tutti corrotti, abbiano rubato 3 miliardi di dollari.

Persecuzioni, minacce e carcere per chi cerca di parlare male dei golpisti

Il croato Arturo Murillo Prijijc è stato senatore come la golpista Añez di un minuscolo partito di destra che, invece di lavorare, ha trascorso tutti i 14 anni di governo di Evo Morales a mentire, diffamare, discriminare e insultare il presidente.

Questo criminale, corrotto e paramilitare, fu nominato ministro del governo golpista. L’energumeno ignorante, cinico, corrotto e servo degli Stati Uniti, mandò in prigione ministri, deputati, senatori, capi di fabbrica, persone di organizzazioni sociali e tanti altri che si opponevano al colpo di stato. Ha rubato acquistando direttamente prima lacrimogeni, agenti chimici e altri strumenti antisommossa da dare in dotazione alla polizia, e poi andando negli Stati Uniti per avere istruzioni su come fare perché il MAS non vincesse le elezioni. Al suo ritorno, ha portato con sé un grosso lotto di armi moderne con la chiara intenzione di colpire ancora i sostenitori del MAS, che sono la maggioranza del Paese, nel disperato tentativo di tenere lontano dai controlli gli osservatori internazionali. Perché è già chiaro e noto che i golpisti al potere metteranno in atto frodi a beneficio di Carlos Mesa, un altro esponente di destra che fu prima vicepresidente e poi presidente quando fuggì negli Stati Uniti lasciando 87 morti e oltre 800 feriti.

Il 16 ottobre 2020 è arrivata una delegazione del Congresso dell'Argentina per osservare le elezioni, invitata dalla deputata Copa, presidente della Camera dei Deputati del Parlamento Plurinazionale della Bolivia. All’aeroporto El Alto della città di La Paz, agenti di polizia non identificati e membri dell'immigrazione hanno tentato di rapire il deputato argentino Fagioli. Su pressioni di organizzazioni internazionali, è stato rilasciato e gli è stato concesso il visto di osservatore.

Queste sono solo alcune delle aberrazioni e corruzioni di questo dannato governo de facto.

In queste ore si stanno svolgendo le elezioni generali del presidente e vicepresidente della Bolivia. Si spera che si svolgano con ordine, pace e allegria come è accaduto per le precedenti occasioni elettorali.

 

 



GRANMA (CUBA) / BOLIVIA / VITTORIA DEL MAS

Con la Bolivia, siamo MAS, siamo di più

Il popolo boliviano ha dimostrato che la ragione, la dignità e la lotta non si sono perse con il colpo militare né con le atrocità del governo di fatto instaurato l’anno scorso.

La schiacciante vittoria di Luis Arce, il candidato del Movimento Al Socialismo (MAS) che ha superato di 20 punti il più vicino contendente, ha annullato l’illusione della destra di unire le forze per vincere in una seconda tornata elettorale.

«Felicitazioni al MAS che ha recuperato, nelle urne, il potere usurpato dall’oligarchia con la complicità della OSA e dell'imperialismo. Cuba condivide l’allegria per la vittoria di Luis Arce» ha scritto in un tweet il Presidente della Repubblica di Cuba, Miguel Díaz-Canel, salutando la notizia e aggiugendo: «Rinasce l’ideale bolivariano».

Il vincitore ha risposto nel pomeriggio ringraziandolo:«Grazie Presidente. Il popolo unito ha deciso con il voto il ritorno della stabilità economica, sociale e politica. Oggi condividiamo la stesa allegria perchè il nostro popolo ha recuperato la speranza ».

I risultati nelle elezioni del paese delle Ande dimostrano la farsa montata dalla OSA, dal Gruppo di Lima e degli Stati Uniti dopo le elezioni del 2019 che portarono al colpo militare, alla partenza di Evo Morales e a una repressione che ha ucciso trenta persone.

La volontà del popolo è stata così decisiva che la presidente di fatto, Jeanine Áñez, non ha avuto altra opzione che riconoscere la vittoria del MAS.

Luis Arce, nel suo primo discorso pubblico dopo la vittoria, ha dichiarato che costruirà un governo d’unità nazionale e riprenderà in mano il cambiamento senza odio, apprendendo dagli errori e superandoli.

Con il suo compagno di Movimento, David Choquehuanca, ha l'autorità morale e l’esperienza per eliminare l’incubo neoliberale dopo il colpo militare e il disastro economico coperto dalla Áñez, aggravato dalla pessima gestione della pandemia, la corruzione crescente, la consegna delle risorse naturali e delle fabbriche ai grandi monopoli che avevano scosso la dignità popolare che ha scommesso sulla pace delle urne.

Una volta al potere – in guardia rispetto a come reagiranno sicuramente i nemici dentro e fuori dal paese - il nuovo governo dovrà realizzare il più complicato e sfidante degli impegni: unire le volontà politiche, far crescere la fiducia del popolo, riavviare lo sviluppo economico e sociale, correggere la gestione del COVID-19 per frenare i focolai d’infezione e ripristinare la sovranità e le relazioni internazionali distrutte dall’Esecutivo golpista.

Elson Concepción Pérez e GM per Granma Internacional, 20 ottobre 2020

 


 

 

GRANMA (CUBA) / ESTERI / VENEZUELA

Nicolás Maduro denuncia le azioni di sabotaggio progettate in Colombia

Telesur riporta le dichiarazioni del presidente del Venezuela, Nicolás Maduro Moros, che denuncia le azioni di pianificazione di sabotaggi in partenza dalla Colombia mirate a disturbare le elezioni del prossimo 6 dicembre, e ha avvertito che il suo governo è pronto per affrontare la minaccia.

In un’operazione indirizzata a sabotare il clima politico ed elettorale del Venezuela, più di mille mercenari si stanno addestrando con l’Esercito Nazionale e le strutture d’intelligenza della Colombia, ha affermato Maduro.

Durante la sua partecipazione al Festival Internazionalista dei Popoli in Resistenza, il presidente ha precisato che questo avviene «con la conoscenza, la protezione e l’appoggio del presidente Iván Duque».

Maduro ha segnalato che il Venezuela deve attivare tutti i suoi meccanismi d’Intelligence, di protezione sociale, politica, militare e della polizia. Il Venezuela è un Paese assediato – ha detto – e ha esteso un invito ai movimenti e alle organizzazioni sociali perché operino come osservatori internazionali alle elezioni parlamentari.

Maduro ha sottolineato infine che in questo nuovo processo elettorale si rinnoverà l’Assemblea Nazionale per il periodo 2021-2026, e durante il suffragio si applicheranno tutte le garanzie costituzionali e le misure di sicurezza per evitare la propagazione del COVID-19.

GM per Granma Internacional, 12 ottobre 2020

 

 


 


GRANMA (CUBA) / ESTERI / NICARAGUA

L’ALBA-TCP respinge le sanzioni degli Stati Uniti contro il Nicaragua

 

 

L'Alleanza Bolivariana per i Popoli di Nuestra America - Trattato di Commercio dei Popoli, ha respinto domenica 11 ottobre le nuove sanzioni unilaterali adottate dal Governo degli Stati Uniti contro il Nicaragua, e ha confermato la solidarietà dei paesi membri con il suo Governo e il popolo.

In un comunicato ufficiale, l’ALBA-TCP definisce unilaterali e in violazione del Diritto Internazionale le azioni contro il Pubblico Ministero Generale Ana Julia Guido de Romero, il segretario della Presidenza Paul Herbert Oquist e l’Istituzione Finanziaria Cooperativa di Risparmio e Credito Caja Rural Nacional.

L’organismo «condanna queste azioni che violano i precetti fondamentali della Carta delle Nazioni Unite e mettono in evidenza il carattere criminale di uno Stato che non rispetta il diritto internazionale e pretende d’imporre la sua volontà con la forza» è scritto nel comunicato.

L’ALBA-TCP ha richiamato la comunità internazionale e in particolare i popoli del mondo «a respingere le intimidazioni e a pronunciarsi in difesa dei principi e del rispetto della sovranità, la libera determinazione e l’indipendenza degli Stati».

Durante gli ultimi anni, la Casa Bianca ha trasformato in pratica sistematica le sanzioni contro le imprese, i dirigenti e gli alti funzionari di Governi non affini alla sua politica come Nicaragua, Venezuela, Iran, Cuba e altri.

Questa pratica si è intensificata con l’amministrazione di Donald Trump.

Telesur e GM per Granma Internacional, 12 ottobre 2020

 

 


 


GRANMA (CUBA) / ESTERI / ONU, Consiglio dei Diritti Umani

Cuba eletta membro del Consiglio dei Diritti Umani dall'88% dei membri della ONU

 

Nonostante le menzogne e gli imbrogli dell'Impero, il mondo stima Cuba, l’ammira e la rispetta per la fermezza delle sue convinzioni e per il suo esempio.

«Vittoria assoluta», ha scritto su Twitter il Presidente della Repubblica, Miguel Díaz-Canel, sulla scia dell’opera umanitaria della Rivoluzione, promotrice per natura dei principi dei diritti umani.

«Le conquiste di Cuba non si possono cancellare», ha scritto invece il cancelliere Bruno Rodríguez Parrilla sul suo account.

Il sostegno dell'88% dei membri dell'ONU onora l'indipendenza e la resistenza del popolo cubano di fronte ai gravi ostacoli e alle minacce provocate dalla politica di ostilità, aggressione e blocco economico, commerciale e finanziario imposto dagli USA, espressione assoluta e sistematica della violazione dei diritti umani.

Il sito Cubaminrex ha spiegato che sono stati riconosciuti i significativi passi avanti che il Paese ha fatto nel campo dei diritti e la lunga storia in materia di cooperazione internazionale, dimostrando attraverso fatti concreti la sua inequivocabile disponibilità al dialogo rispettoso, franco e aperto.

Cuba ha sottoscritto 44 dei 61 strumenti internazionali dei diritti umani di cui l'ONU riporta il compimento. Precisamente, durante il periodo in cui Cuba opererà come membro del Consiglio (2021-2023) questa forza etica sarà una delle grandi sfide per smontare con il dialogo e la cooperazione le pretestuose sanzioni inflittegli. Nazioni fraterne come la Russia e la Cina accompagneranno Cuba in questo incarico insieme ad altre nazioni.

Milagros Pichardo e GM per Granma Internacional, 13 ottobre 2020

 

 

GRANMA (CUBA) / ESTERI / ELEZIONI STATI UNITI

Elezioni negli USA: il circo della democrazia

 


Durante il processo elettorale statunitense, il denaro corre a fiumi dalle tasche dei potenti complessi militari, industriali, finanziari e mediatici che comprano tutto ciò che gli serve. Non importa che siano azzurri, rossi, democratici o repubblicani perché rappresentano un solo partito: quello dei milionari.

Il pluripartitismo negli Stati Uniti è una truffa, una menzogna costruita negli anni per cancellare i diritti del popolo statunitense.

Per decenni la rappresentanza dei partiti è diminuita e la possibilità di guidare la politica attraverso le elezioni, soprattutto a livello federale, si limita a due partiti: il Democratico e il Repubblicano.

I candidati presidenziali negli USA devono avere la sufficiente resistenza per sopportare una concorrenza in cui vale tutto: il colpo basso e sporco, gli attacchi personali, razziali, di genere, le falsità, la bassezza, l’inganno e gli imbrogli. Si fruga senza nessuna etica nella vita privata dei candidati, e lo scandalo sessuale per disfarsi di un rivale è un fatto abituale che ha una lunga storia nella politica statunitense.

Nel 1984, Ronald Reagan, di 73 anni, seppe schivare le saette che il suo rivale Walter Mondale lanciò sulla sua età. Bob Dole, candidato repubblicano nel 1996, stessa età di Bush, venne attaccato costantemente sempre per lo stesso motivo. Chissà, forse per questo Bush tentò di guadagnare terreno su Bill Clinton – il favorito – con altre tattiche, come quella di insinuare che l’allora presidente che aveva confessato d’aver fumato marijuana in gioventù (ma «senza respirare il fumo»), era colpevole dell’aumento del consumo di droghe tra gli adolescenti. E così, i repubblicani rimasero nel dubbio: inghiottiva o no il fumo?

John McCain imparò molto dagli sgambetti del suo compagno di partito George W. Bush, quando presentò la sua candidatura alla presidenza nel 2000. I votanti della Carolina del Sud ricevettero una curiosa chiamata nella quale si chiedeva la loro opinione: «Cosa penserebbe se sapesse che il senatore McCain ha un figlio illegittimo con una prostituta negra?». McCain, la cui figlia «illegittima» era in realtà una figlia adottata in Bangladesh, fu eliminato dalla corsa per la Casa Bianca.

Quanto costa essere presidente negli Stati Uniti? Secondo le stime del Centro per le Politiche Responsabili (CRP), una ONG che segue i finanziamenti della politica negli Stati Uniti, la campagna presidenziale statunitense del 2016 costò 6918 milioni di dollari. Alla campagna presidenziale del 2016, per mezzo di PAC (Comitati d’Azione Politica), 100 persone molto ricche contribuirono con un miliardo e mezzo di dollari, l’equivalente dei contributi di oltre 4 milioni e mezzo di piccoli donatori individuali. CRP assicura che la corsa alla presidenza nella quale fu eletto Barack Obama costò 2 miliardi e 621 milioni. Si stima che la battaglia politica tra Donald Trump e Joe Biden superi i 3 miliardi di dollari.

Le donazioni private sono imprescindibili per portare un candidato al potere e per mantenere il sistema.

E allora: si possono fare leggi contro le grandi industrie, le organizzazioni, i gruppi di potere che hanno donato milioni di dollari alla causa di un candidato?

Già nel 1881, a proposito delle elezioni statunitensi José Martí diceva: «I politicanti sprecano e avvelenano tutte le bandiere dello spirito, sono criminali pubblici, sono calunniatori d’ufficio».

Raúl Antonio Capote e GM per Granma Internacional, 17 ottobre 2020

 


 

 

GRANMA (CUBA) / ECONOMIA / RIFORMA MONETARIA

Ordinamento monetario: imprescindibile per trasformare l’economia cubana

 

 

L’ordinamento monetario e cambiario, i suoi dettagli e gli obiettivi che rendono imprescindibile la realizzazione di questo cambiamento, sono stati spiegati da Marino Murillo Jorge, membro del Burò Politico del Partito e capo della Commissione Permanente per l’Implementazione delle Linee, e Alejandro Gil Fernández, vice primo ministro e ministro di Economia e Pianificazione, intervenuti martedì 13 ottobre 2020, nello spazio televisivo di Mesa Redonda.

La prima cosa chiara è che l’ordinamento monetario e cambiario a Cuba ha un carattere interdisciplinare e trasversale, include l’unificazione monetaria e cambiaria, l’eliminazione di sussidi eccessivi e gratuità indebite così come la trasformazione delle entrate. La loro applicazione è una necessità che non si può rimandare e un passo imprescindibile per avanzare nella strategia economica del paese.

Gil Fernández, all’inizio del suo intervento, si è riferito alle parole pronunciate dal Primo Segretario del Partito Comunista di Cuba e Generale dell’Esercito Raúl Castro Ruz, nella chiusura del decimo periodo ordinario di sessioni del Parlamento, nel dicembre del 2017: «Anche se l’eliminazione della ‘duality’ monetaria e cambiaria, da sola, non sarà una soluzione magica per tutti i problemi accumulati, nell’economia cubana costituisce il processo più determinante per avanzare nell’ attualizzazione del modello economico cubano per l’impatto che avrà nelle sfere economica e sociale della nazione, sarà difficile progredire davvero senza risolverlo. Dobbiamo essere capaci - mentre unifichiamo il sistema monetario – di superare le distorsioni esistenti in materia di sussidi, prezzi, tariffe all’ingrosso e al minuto e, com’è logico, le pensioni e i salari del settore statale».

«Il settore statale presenta un certo livello di sviluppo grazie a un lavoro strategico che si sviluppa da diversi anni. Inoltre è imprescindibile la realizzazione di un processo produttivo efficace in condizioni simili per i settori statali e non statali, e ugualmente è necessario incentivare le esportazioni. Questo processo ha un carattere trasversale nell’economia, per cui è stato necessario lavorare con cura e con rigore tecnico in ogni proposta», ha affermato Murillo Jorge. Con questo obiettivo, funzionano 14 sotto-commissioni di lavoro a cui partecipano più di 200 compagni di differenti organismi e vari accademici.

«Abbiamo anche consultato esperienze internazionali. Questa è la prima volta che tocchiamo in pubblico questi temi, ma dovremo ancora spiegare e chiarire poco a poco. Ora informeremo delle idee iniziali sul processo d’ordinamento monetario. Chiediamo comprensione, perchè non si può fare tutto oggi: è un processo necessario che implica anche dei rischi», ha segnalato.

Perché è imprescindibile l’ordinamento monetario? Il capo della Commissione Permanente per l’Implementazione delle Linee ha segnalato che Cuba affronta un momento molto difficile sotto l’aspetto valutario, che impedisce all’economia di funzionare in maniera naturale, che induce a un aggiustamento amministrativo della stessa. Alcuni dei problemi puntuali segnalati sono:

- le deformazioni nella definizione dei prezzi che non permettono chiari segnali di mercato;

- problemi di salario (deficit salariali accumulati per molto tempo che hanno indotto l’applicazione di misure di aggiustamento positive nel momento, ma che hanno carattere parziale e non risolutivo);

- problemi di efficienza del sistema delle imprese;

- problemi di incentivazione agli esportatori;

-squilibri macro economici (elevati deficit fiscali che abbiamo dovuto approvare perché il livello di trasferimento dal bilancio dello Stato al sistema delle imprese è molto alto);

- complessa comparazione economica di Cuba con il mondo.

Tutto questo genera un alto carico istituzionale. Il membro del Burò Politico del Partito ha puntualizzato: «La trama istituzionale che ha generato la duality monetaria non si può risolvere in un tempo breve perchè ha effetti sulle persone. La società cubana è sempre stata molto equa e quindi le terapie di shock e gli alti indici di disoccupazione, tra le altre misure estreme, non costituiscono un’opzione». Inoltre, ha segnalato che questo processo ha avuto dei precedenti nelle linee approvate nel sesto e settimo Congresso del Partito:

- Sesto Congresso, Linea 55: Si avanzerà verso l’unificazione monetaria considerando la produttività del lavoro e l’efficacia dei meccanismi distributivi e re-distributivi (…).

- Settimo Congresso, Linea 40: Concludere il processo d’unificazione monetaria e cambiaria come passo decisivo nell’ordinamento monetario del paese.

Qual è il contesto nel quale si propone lo sviluppo di questo processo? La crisi mondiale, acuita dalla pandemia di covid, ha provocato tensioni nell’economia a livello globale, per cui dal punto di vista macro e microeconomico, la necessità di adottare azioni profonde per avanzare nell’attualizzazione del modello economico è improcrastinabile.

«Non è possibile continuare ad avanzare nelle trasformazioni dell’economia se non si realizza l’ordinamento», ha affermato Marino Murillo Jorge.

In cosa consiste l’ordinamento monetario? Il processo si compone di quattro parti essenziali:

1. Unificazione monetaria;

2. Unificazione cambiaria;

3. Trasformazione dei sussidi (eccessivi) e gratuità (indebite);

4. Trasformazione delle entrate (porta a lato una riforma dei salari).

Ognuno di questi aspetti implica nello stesso tempo l’obiettivo di realizzare l’integralità necessaria per il processo.

Marino Murillo Jorge, approfondendo la sua presentazione, ha spiegato che si cercherà di far sì che tutti coloro che non hanno un salario «dopo questo processo stiano meglio di come stanno adesso. L’unificazione monetaria porta con sè una svalutazione e questo necessita degli aggiustamenti. Provoca pressione al sistema delle imprese nella ricerca d’efficienza, e dovremo farlo senza terapie shock».

Che cosa motiva la duality monetaria in un paese? Avviene in determinate situazioni che danneggiano il sistema produttivo e impediscono che la moneta nazionale preservi le funzioni base del denaro.

Concetti basici

Duality monetaria: Situazione in cui due monete coesistono e condividono in qualche modo legalmente le funzioni del denaro nell’economia nazionale.

Funzioni del denaro: Mezzo di pagamento, Unità di conto, Riserva del valore.

Duality cambiaria: Situazione nella quale ci sono due tassi di cambio per una stessa moneta.

Tasso di cambio: Prezzo di una divisa espresso in termini di moneta nazionale (quantità di moneta nazionale per unità di divisa).

Nell’ambiente monetario cubano ci sono due tassi di cambio:

- nel circuito delle entità (all’ingrosso) 1 CUP=1 CUC e 1 CUC=1 USD (attualmente con assegnazione centrale).

- nel circuito delle persone naturali (al minuto) 25 CUP=1 CUC e 1 CUC=1 USD.

Unificazione monetaria. «L’unificazione monetaria ha come obiettivo l’eliminazione del CUC. Ci sarà un periodo di tempo per far sì che lo Stato possa raccogliere il circolante. Le persone avranno un tempo per cambiarli. L’unica moneta di corso legale a Cuba sarà il Peso cubano, ha spiegato Murillo Jorge. Da questo sorgono le varie preoccupazioni della nostra popolazione, soprattutto relazionate a quello che avverrà con i CUC che hanno in banca o in casa loro», ha commentato ancora.

«Come parte del processo, abbiamo stabilito un periodo di almeno sei mesi per far sì che la popolazione possa cambiare o spendere questo denaro. Il CUC continua a circolare e lo Stato lo raccoglierà fino ad esaurimento. Per esempio, durante il tempo stabilito per il cambio, le persone potranno andare nei negozi e comprare i prodotti di cui necessitano pagando in CUC, ma il resto sarà CUP, come già avviene in diversi mercati commerciali nella gestione delle vendite. In questo modo si ritirerà il CUC che è a disposizione dei cittadini. Si rispetterà il cambio vigenteQualsiasi sia il nuovo cambio, le persone potranno effettuarlo al cambio attuale di 24 CUP. Nel caso delle imprese, i conti in CUC si convertiranno in CUP mantenendo il loro valore attuale».

Murillo Jorge ha annunciato che l’unificazione cambiaria non sarà un processo dilatato e implicherà un’alta svalutazione. Ha aggiunto, d’altra parte, che è stato studiato che questa misura sia applicata il primo giorno del mese perchè le imprese devono chiudere i loro bilanci: «Dobbiamo avere ben chiaro che si svaluta la moneta cercando competitività, e questo suppone pressione per il settore delle imprese, che dovrà far fronte agli effetti di questa svalutazione soprattutto per i processi relazionati con l’importazione e la definizione dei prezzi all’ingrosso».

Murillo Jorge ha precisato che tutti i prezzi all’ingrosso a Cuba cresceranno in relazione all’incremento delle importazioni: «Non c’è modo di svalutare senza che i prezzi all’ingrosso crescano», ha detto.

Secondo Murillo Jorge, questo aumento sarà influenzato anche dalla riforma salariale che avverrà nel paese, perché le imprese dovranno prevedere nei loro i loro costi la crescita dei salari.

«Svalutare la moneta e aumentare i salari è sinonimo di crescita dei prezzi e questo è l’inflazione. Il tema è quanto tempo ci vorrà perché l’incremento dei prezzi all’ingrosso si rifletta su quelli al minuto. Questo processo di trapasso della svalutazione potrà durare da sei a 12 mesi, anche se in alcuni prodotti questo riflesso avverrà dal primo giorno. Se non ci sarà una crescita dei prezzi all’ingrosso le imprese saranno in perdita», ha avvertito Murillo. «Il problema è riuscire a far sì che la crescita dei prezzi non sia maggiore del percorso di crescita dei salari, perchè sarebbe un’inflazione al di sopra di quanto progettato. Indipendentemente dai segnali del mercato, le caratteristiche proprie dell’economia permettono di creare condizioni perché questo non accada», ha aggiunto.

Gli effetti nel sistema delle imprese. «C’è un gruppo d’imprese a Cuba che dovranno fare uno sforzo d’efficienza per sopportare il processo di svalutazione, ma ce ne sono altre che, lo sappiamo sin d’ora, non lo potranno fare e probabilmente avranno delle perdite, almeno nel primo anno», ha segnalato Murillo Jorge.

Per questo è stata disegnata una strategia per «adeguare» monetariamente queste imprese non tanto efficienti, ossia, in qualche forma si sussidieranno le perdite di queste imprese, ma guadagneremo perchè eviteremo la loro chiusura e, con questo, situazioni come la disoccupazione o di mancata erogazione dei servizi di base e di prima necessità prodotti da queste imprese», ha detto. «Si tratta di un programma di aiuti del Governo, con impegni ben chiari di come nel tempo queste perdite si ridurranno, e l’impresa guadagnerà in competitività». Questa svalutazione, ha spiegato, «deve propiziare la cosiddetta teoria di correzione dei prezzi relativi, che significa che le materie prime nazionali dovranno diventare, per l’industria cubana, più economiche di quelle che si importano, e questo stimolerebbe questi vincoli produttivi tanto necessari».

«La correzione dei prezzi relativi è l’intervento più significativo che andremo a creare, perchè porterà a un cambio dal salario e ci sarà più motivazione a produrre. Anche se queste misure non sono una bacchetta magica che cambierà tutto, se si creano le condizioni perché nel sistema imprenditoriale ci sia una reazione positiva dei produttori si appoggia la politica del paese per esportare di più e sostituire le importazioni. Con questo, il mercato comincerà a dare segnali differenti all’economia».

Nel suo intervento, Murillo Jorge ha riconosciuto che ci sarà inflazione, ma in modo controllato, perchè se c’è svalutazione aumentano i prezzi, ma l’importante è che questa non superi gli indici disegnati, ha reiterato.

«Per controllare questo, ha detto, stiamo proponendo che un gruppo ridotto di prodotti trasversali dell’economía abbiano prezzi controllati, come per esempio il prezzo del combustibile. Si darà facoltà al sistema delle imprese di determinare altri prezzi non centralizzati, ma con determinati limiti».

Prezzi al minuto. «I prezzi dei prodotti al minuto del consumo della popolazione si manterranno controllati, in alcuni casi sussidiati e in altri no», ha informato Murillo.

«Per esempio, nel caso del paniere familiare sussidiato manterremo alcuni prodotti con prezzi controllati e anche sussidiati, come il latte per i bambini fino ai 7 anni. Altri prodotti avranno un prezzo unico ma senza sussidio, anche se si manterranno nella tessera annonaria come meccanismo di distribuzione, per garantire che giungano a tutte le persone. Anche se un’altra forma indiretta che si utilizza per controllare l’inflazione è garantire un maggior rifornimento, nelle attuali condizioni dell’economia cubana questo non è fattibile. Non si può dimenticare che qualsiasi incremento di prezzo esercita pressioni sulle entrate delle persone, e da questo deriva l’importanza della riforma salariale», ha affermato.

Come si calcolerà la riforma aslariale? Abbiamo calcolato il paniere di riferimento dei beni e dei servizi , che non è uguale al paniere sussidiato di base, punto di riferimento per fissare il salario minimo e da lì partire per fissare la scala salariale dei 32 gruppi che comprende», ha segnalato Murillo Jorge.

In questo primo gruppo di salario minimo nel settore statale ci sono 29.000 persone, delle quasi tre milioni che lavorano. Il concetto alla base è che il salario deve coprire il consumo dell’operaio e della famiglia e quindi il salario minimo dev’essere un poco più alto del paniere di riferimento.

«Partendo dagli studi realizzati, conosciamo che la composizione dei nuclei familiari a Cuba è statisticamente di tre persone. Di queste, ne lavorano in media due. Ci può essere il caso in cui in un nucleo di tre persone, delle due che lavorano forse una riceve il salario minimo, ma un’altra può ricevere una retribuzione di quattro o cinque volte questo salario minimo, per cui possono coprire le spese della famiglia. Se però non sarà così e le due persone ricevono la quantità minima e non possono coprire il valore del paniere dei beni e servizi, per ognuna interverrà la previdenza sociale. L’intenzione, ha sottolineato, sarà sussidiare queste persone e non tutti i prodotti, seguendo il principio che in questo processo nessuno sarà abbandonato».

Murillo ha annuniciato che il fondo del salario nel paese crescerà di 4,9 volte, mentre quello destinato alla previdenza sociale lo fará di cinque volte. Poi ha sottolineato che questo è il grande tema della riforma salariale: «Se la dinamica della crescita del salario è più alta di quella dell’aumento dei prezzi, allora noi che lavoriamo con lo Stato avremo una migliore posizione. Questo è un altro degli obiettivi dell’ordinamento», ha detto.

«La riforma salariale ha l’obiettivo di una migliore distribuzione delle ricchezze perchè nella pratica non sono stati creati nuovi guadagni. Anche se è necessario in questo processo eliminare sussidi e gratuità indebite, proteggeremo sempre i bambini e le donne in gravidanza, i cittadini che non possono lavorare o i servizi di alto consumo nazionale, come l’elettricità».

 


Alejandro Gil Fernández, vice primo ministro, in relazione a quanto ha spiegato Murillo Jorge, ha confermato l’importanza di svolgere i quattro impegni contenuti nell’ordinamento monetario come unica via per realizzare una vera trasformazione: «Non vediamo questo come un male necessario nè come un passo indietro. I cambi proposti ci permetteranno di essere nelle condizioni migliori per andare avanti», ha affermato.

«Queste misure sono per il bene di tutti. Noi che lavoriamo per lo Stato saremo grati per l’aumento del salario e perché il lavoro sia la principale fonte d’entrata. In questo contesto sarà difficile vivere a Cuba senza lavorare, ma daremo tutto l’appoggio alle persone vulnerabili e invalide. L’ordinamento monetario genererà importanti benefici», ha concluso.

Leidys María Labrador Herrera, Yaditza del Sol González e GM per Granma Internacional

 

 


 


GRANMA (CUBA) / DIRITTI / ONU e BLOQUEO

Il Cancelliere cubano presenta la Risoluzione sugli effetti del blocco

 

Il ministro delle Relazioni Estere di Cuba, Bruno Rodríguez Parrilla, ha presentato giovedì 22 la Risoluzione di Cuba sugli effetti provocati dalla politica del blocco degli Stati Uniti nel 2020. La presentazione è cominciata alle dieci di mattina nella Cancelleria in forma virtuale per rispettare le misure di sicurezza sanitaria contro il covid.

Da lunedì 19 a mercoledì 21 i giornalisti hanno inviato le loro domande attraverso il canale WhatsApp. Per via della complessa situazione epidemiologica a livello globale e in

particolare negli Stati Uniti, la Risoluzione intitolata “Necessità di porre fine al blocco economico, commerciale e finanziario imposto dagli Stati Uniti d’America contro Cuba", sarà presentata per la ventinovesima volta durante la ripresa della sessione del 75° periodo di sessioni dell’Assemblea Generale nel maggio del 2021.

Il Ministro ha descritto gli effetti del blocco degli Stati Uniti contro l’Isola come «uno scenario di guerra economica». Il suo rapporto copre il periodo compreso tra aprile 2019 e marzo 2020, marcato da un serio passo indietro nelle relazioni bilaterali Cuba–Stati Uniti e un progressivo inasprimento del blocco economico commerciale e finanziario.

«È cinico dire adesso ai cubani che il blocco non ha un effetto reale - ha segnalato il Cancelliere - quando in questo periodo le numerose regole e disposizioni emesse dal Governo degli stati Uniti contro Cuba hanno raggiunto livelli di ostilità senza precedenti.

La possibilità di stabilire inchieste facendosi scudo del III Titolo della Legge Helms-Burton, l’incremento della persecuzione contro le transazioni finanziarie e commerciali di Cuba, la proibizione dei voli dagli Stati Uniti verso tutte le province cubane con eccezione de L’Avana, l'intimidazione alle imprese che inviano combustibile a Cuba e la campagna di discredito contro i programmi di cooperazione medica cubana, costituiscono alcuni degli esempi più evidenti». Secondo Rodríguez Parrilla, questo cinismo, in tempi di un «nuovo maccartismo integralista», è immorale.

Dall’aprile del 2019 al marzo del 2020 il blocco ha causato perdite a Cuba dell’ordine di quasi 6 miliardi di dollari, un incremento di circa 1,2 miliardi di dollari rispetto al periodo precedente. Per la prima volta l’ammontare totale dei danni provocati da questa politica ha superato in un anno la barriera dei 5 miliardi di dollari, che mostra fino a che punto è stato intensificato il blocco in questa fase.

I danni calcolati non comprendono le azioni del governo USA nel contesto della pandemia perchè riguardano un periodo successivo a quello analizzato. A prezzi correnti i danni accumulati durante sei decenni di applicazioni di questa politica hanno superato i 144 miliardi di dollari. Considerando la svalutazione del dollaro a fronte del valore dell’oro nel mercato internazionale, il blocco ha provocato pregiudizi quantificabili in quasi 1100 miliardi di dollari.

Gli USA applicano la legge extra territoriale per privare deliberatamente il popolo cubano di prodotti per la salute nel mezzo della pandemia. In questo contesto il danno di una pandemia globale come il covid ha imposto impegni notevoli a Cuba e gli sforzi del paese per combatterla sono stati molto limitati dalle regole del blocco statunitense.

Il carattere genocida di questa politica è stato aumentato nel mezzo della lotta contro il coronavirus perché il governo degli USA ha usato questa politica per privare deliberatamente il popolo cubano di ventilatori, mascherine, camici, guanti, reagenti e altri prodotti necessari per la gestione di questa malattia. La disponibilità di queste risorse può marcare la differenza tra la vita e la morte per i pazienti portatori del virus e per il personale della salute che li assiste.

Ma non basta: il governo statunitense si è anche lanciato in una crociata per screditare e ostacolare la cooperazione medica internazionale che Cuba offre diffondendo calunnie e giungendo all’estremo d’esigere da altri paesi che si astengano dal sollecitarla, anche nel mezzo dell’emergenza sanitaria.

Nonostante le sue azioni, il governo USA non ha potuto evitare che fino al 1° luglio del 2020 più di 3000 collaboratori cubani organizzati in 38 brigate mediche abbiano contribuito alla lotta contro la pandemia in 28 paesi e 3 territori non autonomi. A questi sforzi vanno aggiunti anche i 28.000 professionisti cubani della salute che già offrivano i loro servizi in 59 nazioni prima del covid.

Tra l'aprile del 2019 e il marzo del 2020, i Dipartimenti del Tesoro e del Commercio degli Stati Uniti, in virtù della loro politica di ostilità proclamata dal governo di Donald Trump, hanno introdotto cambi nelle regole usando le leggi del blocco contro Cuba.

Ai danni derivati da queste modifiche, principalmente nel settore dei viaggi e delle finanze, si sono aggiunti i meccanismi di persecuzione delle operazioni di Cuba in terzi paesi e questo porta un effetto dissuasivo e intimidatorio per le controparti straniere con conseguenti danni per l’economia cubana. Nel periodo analizzato da questa risoluzione, l’Ufficio per il Controllo degli Attivi Stranieri (OFAC) ha imposto 12 multe a entità statunitensi e di terzi paesi perchè avevano violato le Regole per il Controllo degli Attivi Cubani. L’ammontare di queste penalità ha superato i 2 miliardi e 400 milioni di dollari.

Yisell Rodríguez Milán e GM per Granma Inetrnacional, 22 ottobre 2020