Bollettino n. 85 ottobre 2020
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- Scritto da Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio
Sabato 10 ottobre 2020 - ore 15.30 - ASSEMBLEA
presso il CENTRO DI INIZIATIVA PROLETARIA “G. TAGARELLI”
Via Magenta 88 Sesto San Giovanni
(è obbligatorio, in base alla normativa anti Covid, portare la propria mascherina)
O.d.G.:
1) Bilancio e resoconto delle attività del Comitato nel periodo del Covid; informazione sulle prossime iniziative e sulle cause penali
2) Informazioni sul contenzioso legale contro il Comune di Sesto San Giovanni rispetto alla sede.
3) Partecipazione alla manifestazione dei sindacati di base contro il governo e contro i morti sullavoro.
4) Varie.
MORTI PER AMIANTO AL TEATRO ALLA SCALA DI MILANO
21settembre 2020: l’’udienza è stata dedicata al controesame della Relazione dell’ing. Nano, consulente della Direzione del Teatro, che aveva sostenuto la tesi che “i lavoratori del teatro secondo la difesa non hanno respirato le fibre di amianto sul posto di lavoro se non in piccolissime dosi , ma quelle provenienti dall’ambiente della città di Milano, e hanno assorbito le fibre contenute negli attrezzi usati nella vita domestica dell'epoca (asciugacapelli, tostapane, ecc.)”.
Inoltre, secondo Nano, la Direzione del Teatro ha fatto tutto il possibile, e anche qualcosa in più, per prevenire il rischio per i lavoratori (e, di riflesso, per gli spettatori). Pubblico Ministero eavvocati delle parti civili (lavoratori deceduti, associazioni e comitati, e sindacato CUB) hanno invece sostenuto che non sono state rispettate neanche le “vecchie” leggi a tutela della salute dei lavoratori. La seconda parte dell’udienza è stata dedicata all’esposizione del prof. La Vecchia, anch’egli consulente della Direzione per gli aspetti epidemiologici, che ha tentato di dimostrare che i 10 lavoratori della Scala morti a causa dell’amianto non sono sufficienti per costituire un “caso” significativo dal punto di vista statistico. Da queste relazioni si può capire la linea di difesa del Teatro: attribuire l’insorgere delle malattie a fattori esterni al Teatro, negare l’esistenza di un “caso” significativo dal punto di vista epidemiologico; si tratterebbe di casi isolati, individuali. I morti sarebbero quindi numeri di una statistica astratta.
Dopo le deposizioni dei consulenti della difesa (pagati lautamente per difendere i loro interessi dai manager accusati di omicidio colposo e dal Teatro alla Scala) che hanno dipinto il luogo di lavoro del teatro come uno dei più sicuri, magnificando la direzione per i tempestivi interventi di bonifica anche prima che fosse approvata la legge che metteva al bando l'amianto, come se i lavoratori morti di mesotelioma e malattie dovute all'amianto fossero morti per un raffreddore, si è svolto il controinterrogatorio del Pm Maurizio Ascione e, in particolare dell'avvocata del nostro Comitato, di Medicina Democratica e dell’Associazione Italiana Esposti Amianto, che ha incalzato i consulenti dei padroni contestando alcuni aspetti delle loro relazioni rese davanti al giudice, tese a scagionare i manager del Teatro dalle loro responsabilità.
La giudice, Mariolina Panasiti, presidente della 9° sezione del tribunale, come già successo altre volte, ha ripetutamente interrotto il Pm e la nostra avvocata Laura Mara, togliendole la parola o non ammettendo le domande che mettevano in contraddizione i consulenti dei manager, privando così le parti civili del contraddittorio, sostenuta in questo dagli avvocati dei manager, che hanno interrotto più volte la nostra avvocata.
In particolare quando la nostra avvocata ha contestato ai consulenti dei manager di aver citato nelle loro relazioni lette in aula le leggi sull'amianto, “dimenticandosi” della Legge 12 aprile 1943, n. 455, sull'estensione dell'assicurazione obbligatoria contro le malattie professionali alla silicosi e all'asbestosi e quella del decreto legislativo sulle polveri del 1956 CHE OBBLIGAVA LE AZIENDE AD ELIMINARE LE POLVERI (COMPRESO L’AMIANTO) DA I LUOGHI DÌ LAVORO, chiedendo loro se erano a conoscenza di queste leggi e perché non le avessero menzionate e omesse nelle loro relazioni, la giudice non solo non ha ammesso le domande respingendole, ma si è inviperita contro il nostro avvocato.
Quello che sta succedendo al tribunale di Milano è una grave violazione dei diritti delle vittime.
Non possiamo accettare che le vittime, oltre al danno, subiscano la beffa di vedersi impedire anche la difesa legale. Questo processo è una fotocopia di quelli che finora sono avvenuti al tribunale di Milano, dove gli imputati delle morti di centinaia di lavoratori sono rimasti impuniti.
Non ci arrendiamo. I morti per amianto, sul lavoro, del profitto, sono crimini contro l’umanità e noi vogliamo e pretendiamo giustizia.
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MORTI D’AMIANTO ALLA BREDA TERMOMECCANICA /ANSALDO.
Il 15 settembre è ripreso presso il Tribunale di Milano, Corte d’Appello, il processo contro i diri- genti della BredaTermomeccanica /Ansaldo imputati di omicidio colposo per la morte di decine di lavoratori per amianto. Sono intervenuti i legali dei dirigenti imputati e i responsabili civili di Fin- meccanica e Ansaldo che hanno contestato le motivazioni presentate nel processo d’appello dal PM Nicola Balice, e i documenti presentati dalla nostra avvocata Laura Mara nella scorsa udienza prima dell’interruzione a causa del Covid-19.
I difensori dei manager e i responsabili civili delle aziende chiamate in causa per i morti e i danni causati ai lavoratori hanno contestato anche i due consulenti della Procura che, durante il processo di primo grado, hanno pronunciato verità scomode per i padroni, cercando di metterli uno contro l’altro.
Dopo una sospensione di circa un’ora in Camera di Consiglio, i tre giudici sono tornati in aula leg- gendo un’ordinanza che richiama i consulenti del PM - il dottor Luciano RIBOLDI, e il dottor. En- rico ODDONE, entrambi specializzati in medicina del lavoro - intervenuti nel processo di 1°grado che aveva assolto gli imputati, per un nuovo esame davanti ai giudici della Corte d’appello, fissando la nuova udienza per il 13 ottobre 2020 alle ore 11.15
DIFENDIAMO LA NOSTRA SEDE: una prima vittoria
Il contenzioso legale contro il Comune di Sesto San Giovanni per le abnormi spese che il Comune ci fa pagare (1.530 euro ogni 3 mesi) continua. Già nei mesi scorsi abbiamo fatto sapere al sindaco che noi non abbandoneremo la sede senza lottare duramente con tutti i mezzi per difenderla, come facemmo con Cascina Novella Occupata (il fortino deicassintegrati).
Ora abbiamo raggiunto insieme all’Unione Inquilini un’importante vittoria, anche se non risolutiva. NEL FUTURO LE SPESE A CANONE NON CI SARANNO PIU’. UN GRANDE RISULTATO PER GLI INQUILINI DELLE CASE COMUNALI E PER LE SEDI DELLE ASSOCIAZIONI.
Riportiamo il comunicato dell’UNIONE INQUIINI Sesto San Giovanni:
“Martedì 14 luglio 2020 si è conclusa la vertenza giudiziaria con il Comune di Sesto San Giovanni;
il Comune ha riconosciuto le nostre ragioni e dal prossimo anno le spese ritorneranno ad
essere calcolate sugli interventi e sui servizi effettivamente erogati.
Il Comune ha annullato il contratto con la Nagest e d’ora in poi, prima dell’emissione dei consuntivi
spese, i Consigli dei Delegati verranno convocati per verificare l’esattezza dei conteggi.
L’Ufficio case ha indetto quattro gare di appalto per individuare le ditte che effettueranno i servizi
e le manutenzioni e che verranno retribuite sugli interventi effettivamente svolti. La gestione
delle case dal punto di vista amministrativo, come è stato già comunicato a tutti gli inquilini, sarà
responsabilità dell’Aler, mentre per le richieste di manutenzioni si farà ancora riferimento ad un
numero telefonico del Comune.
Abbiamo chiesto che alla fine della prossima gestione venga fatto il confronto tra le spese sostenute
fino ad ora a canone e quelle che invece risulteranno dalla gestione in economia al fine di
stabilire quanti costi in più hanno dovuto sopportare gli inquilini delle case comunali negli ultimi
dieci anni.
A settembre riprenderemo il giro delle assemblee stabile per stabile per rinnovare i Consigli
dei Delegati, per fare il punto sulla vertenza appena conclusa e per avviare una trattativa con
il Comune sulle spese di riscaldamento (il decreto sulla ripresa prevede la possibilità di avviare
lavori di isolamento termico anche nelle case comunali a costo azzerato).
La costanza dei delegati di caseggiato e la caparbietà del nostro servizio legale ci hanno
permesso di raggiungere una significativa vittoria a livello sindacale”.
LA STRAGE DEL VAJONT
Il nostro Comitato partecipa alla DICIOTTESIMA EDIZIONE PRESIDIO 2020- NOTTE BIANCA DELLAMEMORIA.
SABATO 3 OTTOBRE dalle 10.30 alle 18.00Centro Culturale Ferruccio Parri, Piazza I Novembre, Longarone (BL) TAVOLA ROTONDA : L'ITALIA DEL DISONORE
Le stragi ambientali e del profitto.
La ricerca di giustizia e verità da par- te della società civile tra mancate indagini, pene irrisorie e prescrizione.
Dal Vajont al Petrolchimico di Marghera, da Viareggio alla Moby Prince, dai morti sul lavoro e dell’amianto alla Breda e in tutta Italia, alle vittime di deragliamenti, inondazioni, frane, crolli di edifici pubblici per il mancato adeguamento alle disposizioni antisismiche, da Rigopiano al Ponte Morandi, da Viareggio alle popolazioni intossicate dai Pfas….
Che fare per evitare, in quest’Italia sempre più degradata, il ripetersi di stragi causate dalla cinica volontà di alcuni di mettere al primo posto il profitto rispetto alla vita delle persone e all'ambiente?
Come fare in modo che non sia più conveniente, né economicamente né penalmente, non attuare
tutte le procedure, per altro previste dalla legge (e che non sono affatto severe), per impedire che
queste “disgrazie” si ripetano? L'applicazione di un danno punitivo può diventare un efficace deterrente?
Che fare per rendere meno difficile e dolorosa per le vittime e i superstiti il cammino verso
una giustizia più giusta e rapida? Si può semplicemente parlare di incuria quando non si è in
presenza di imprevedibili eventi nella gestione dei territori e degli ambienti di lavoro, ma di consapevole
accettazione dei rischi per motivi economici a scapito della vita, della sicurezza, delle comunità
e dell'ambiente?
Per trovare risposta a questi interrogativi e portare un attivo e consapevole contributo alla giustizia
per tutte le vittime, l' Associazione Cittadini per la Memoria del Vajont ha organizzato una tavola
rotonda condotta da Lucia Vastano e Paolo Cacciari, a cui parteciperanno come relatori Felice
Casson, Raffaele Guariniello, Luca Masera, Laura Mara, Alessandra Guarini, Gino Sperandio..
Al termine dell'incontro, l' Associazione Cittadini per la Memoria del Vajont e i rappresentati di numerose
associazioni, anche aderenti al Coordinamento Nazionale Noi non dimentichiamo, raccogliendo
i suggerimenti, le proposte e gli stimoli degli autorevoli relatori stenderanno un documento
con le richieste che partono proprio dalla società civile più duramente colpita da presentare al Parlamento,
ai Ministri della Repubblica e alle Istituzioni.
Domenica mattina è prevista per i partecipanti al presidio una vista guidata al cimitero delle vittime
del Vajont a Fortogna per ricordare insieme tutte le stragi del profitto.
MORTI SUL LAVORO: UNA STRAGE INARRESTABILE
Al lavoro peggio che in guerra
Venerdì 23 ottobre 2020 il nostro Comitato scenderà in piazza a Milano
CONTRO I MORTI SUL LAVORO e di MALATTIE PROFESSIONALI, CONTRO LA PRECARIETA’ E LO SFRUTTAMENTO, per il SALARIO.
Dietro il nostro striscione storico, con cartelli contro i morti sul lavoro, faremo uno spezzone nel corteo con altri lavoratori in sciopero per porre all’attenzione pubblica il problema della
sicurezza sul lavoro, la continua strage di operai e lavoratori. Perché I MORTI SUL LAVORO SONO ORMAI DIVENTATI UNA STRAGE INARRESTABILE. Secondo l’Inail, i morti
sul lavoro sono aumentati del 19,5% tra gennaio e luglio. 89 in più solo in Lombardia.
+500% infortuni in sanità durante il lockdown. Sul lavoro si muore più che in guerra. ROMPERE IL SILENZIO SUL DRAMMA DEI MORTI SUL LAVORO, RIVENDICANDO LA SICUREZZA SUL LAVORO SIGNIFICA DIFENDERE LA NOSTRA PELLE.
mail:cip.mi@tiscali.it http://comitatodifesasalutessg.jimdo.com
https://www.facebook.com/cip.tagarelli
Via Magenta 88 / 20099 Sesto SanGiovanniMI tel+fax0226224099 c/o Centro di Iniziativa Proletaria “G.Tagarelli”