Intervista di DONETSKRUSSIA a Enrico Vigna

 

Grande guerra patriottica. Nella storia e nei suoi valori più profondi e significativi. Il «9 maggio» e il «Reggimento degli Immortali» - copertina

Rubrica “TRE DOMANDE”. 

Con Enrico Vigna, l’autore contemporaneo di numerosi libri, fra i  quali :”Ucraina, Donbass. I crimini di guerra della Giunta di Kiev”, “Le chiese d’Oriente ed il «regime» siriano”, “L’Ucraina tra golpe, neonazisti, riforme e futuro”, ci lega una lunga amicizia epistolare. Enrico Vigna non è uno storico di professione, ma i suoi lavori sono sempre ben documentati e sono precisi nei dettagli, portatori dell’opinione indipendente dai mass media e dai vari complotti. Inoltre, è presidente dell’Associazione SOS Jugoslavia – SOS Kosovo Metohija, di cui è responsabile dei “Progetti di solidarietà del Kosovo” ; è portavoce del “Forum Belgrado per un mondo di eguali”/CIVG e delegato del Consiglio Mondiale della Pace; è stato anche portavoce per l’Italia settentrionale del Tribunale R. Clarkper i crimini NATO nella ex Jugoslavia. Molto cortese e disponibile, coerente e professionale. Gli abbiamo rivolte le nostre tre domande, riguardanti la nuova data della Parata Militare a Mosca 2020.

 Salve, Enrico. Grazie della Sua disponibilità e prontezza nel rispondere.

 

-          Lei conosce veramente bene la storia della Grande Guerra Patriottica 1941-1945. Come vede lo spostamento della Parata Militare del 9 maggio al 24 giugno quest’anno?

 

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·      Io credo che la Russia altro non poteva fare che rimandare l’evento, stante la situazione di emergenza legata alla pandemia Covid 19. Conoscendo la situazione nel paese e della popolazione riguardo al sentimento profondo che la lega a questa giornata storica e radicata profondamente, nella coscienza e nell’anima del paese. Nell’animo e nella coscienza del popolo russo questa è la rimembranza più sentita e più radicata in tutti settori della società, che va al di là di ideologie, partiti o schieramenti. E’ un sentimento profondo e radicato, che viene mantenuto vivo, anche grazie alle scelte fatte dal Presidente Putin, che dal giorno del suo insediamento ha rafforzato e esteso in tutte le istanze della società russa, questa memoria storica, facendo diventare il rifiuto del nazifascismo, una radice identitaria storica, culturale e morale della Russia, e una fonte di autostima e orgoglio nazionale per tutto il popolo, come da lui stesso dichiarato. Tra l’altro quest’anno è anche il 75° anniversario della Vittoria e avrebbe dovuto essere una giornata ancora più curata e spettacolare. Voglio comunque ricordare che, nonostante l’emergenza Covid 19, il 9 maggio si erano svolte in 32 città del paese, parate aeree con velivoli nel cielo, con decine di velivoli militari che avevano sorvolato le città, per dare la possibilità al maggior numero di persone di “sentire”, seppur chiusi in casa, la commemorazione. Oltre a una sobria, ma significativa commemorazione, fatta dal presidente Putin al monumento al Milite ignoto sulla Piazza Rossa.

 

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-          Che similitudini ci potranno essere nella Parata di oggi e quella del 1945, secondo Lei?

·      

Io  Io penso che al di là degli aspetti scenografici e spettacolari il 9 maggio è un sentimento che è dentro ogni vero russo, quindi non può essere intaccato o sminuito da situazioni contingenti di alcun tipo. Sono certo che la Parata odierna, il 24 giugno, sarà comunque una grande e partecipata commemorazione che, come sempre, coinvolgerà e vedrà la partecipazione di milioni di donne, uomini e bambini. Tra l’altro il 24 giugno ha comunque anch’esso un suo significato storico e profondo: infatti fu il 24 giugno di 75 anni fa, in quel giorno si svolse la leggendaria parata storica dei vincitori della Grande Guerra Patriottica.

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-Vede la necessità di continuare i festeggiamenti della Grande Vittoria anche attraverso la dimostrazione della potenza militare?

·     Io penso che, da un lato occorre mantenere fermamente la Parata commemorativa come fondamento di memoria storica, soprattutto verso le nuove generazioni. Dall’altro, attraverso una pacifica, ma concreta affermazione del proprio potenziale militare come paese, ma anche potenza attuale, sia un messaggio non offensivo verso nessuno, ma che ha, nella comunicazione diplomatica globale, un preciso monito, come affermato dal presidente Putin, quando ha dichiarato che il dovere di ogni politico, dei funzionari dello stato, di ogni personaggio pubblico e dei religiosi, è conservare e tramandare alle nuove generazioni la memoria e la verità su quella tragica guerra subita del popolo russo e dei popoli sovietici, in modo che il ricordo di quegli eventi possa impedire a chiunque di ritentare o dare vita a nuovi tentativi di xenofobia, sciovinismo o nuove forme di nazifascismo. Una responsabilità per il presente e per il futuro. Per questo ritengo, stante anche la situazione odierna di conflitti, violenze e guerre in varie parti del mondo, non c’è nulla di offensivo o ostile nel far vedere la forza di un paese, mediante una dimostrazione delle capacità e possibilità potenziali, di essere in grado di respingere qualsiasi velleità o provocazione in questo secolo. Lo ritengo un messaggio positivo e non certo una esibizione di militarismo o di minaccia verso alcuno. Come dire : noi siamo e crediamo nella pace, avendo conosciuto come popolo e come paese, come nessun’altro, stante le decine di milioni di caduti e invalidi, ma che nessuno possa scambiare questo nobile principio, come un segno di paura o di debolezza, perchè noi siamo questo e siamo pronti. Un semplice ma forte atto di monito e di deterrenza.

Ti ringraziamo dell’intervista, è un modo particolare di festeggiare il nostro grande giorno, e attendiamo i tuoi nuovi lavori che prontamente pubblicheremo.

A cura di Irina Vikhoreva per donetskrussia wordpress