Notizie da Cuba su Latino America e Mondo (marzo 2019)

 

Gli Stati Uniti non abbandonano l'idea di sottomettere Nuestra America

Le minacce della Casa Bianca di aumentare la pressione su Cuba a causa del suo appoggio al Venezuela, mettono in evidenzia il progetto di Washington, mai sopito, di condizionare l’America Latina e i Caraibi e sottometterli al loro modello. Questo è ciò che Alexandr Schetinin, direttore del Dipartimento Latinoamericano del Ministero degli Esteri russo, ha dichiarato a Sputnik.

 

Il 4 marzo, Bolton ha affermato che gli Stati Uniti continueranno a inasprire le restrizioni finanziarie nei confronti dell’Isola a causa del suo sostegno alla nazione bolivariana. Secondo  Schetinin, questa «è una nuova conferma, da parte di un suo rappresentante, che l’amministrazione statunitense vuole piegare la regione al suo modello».

Secondo Schetinin, la dichiarazione di Bolton dimostra che «tutte le discussioni sul  “ristabilimento della democrazia” in Venezuela non sono altro che una facciata per piegare i paesi dell’America Latina ai voleri statunitensi». Schetinin ha poi dichiarato che Mosca non ha contatti con l’oppositore venezuelano Juan Guaidó, l'autoproclamato presidente interino del paese sudamericano alle dirette dipendenze degli Stati Uniti, e ha aggiunto che la Russia è disposta a contribuire a ristabilire il dialogo tra tutte le forze «sensate e patriottiche» del Venezuela.

Il diplomatico ha sostenuto che la Russia è pronta anche a discutere con il Governo degli Stati Uniti  la situazione in Venezuela, ma solo sulla base di quanto previsto dalla Carta dell'ONU.

Schetinin ha detto che il presidente venezuelano Nicolás Maduro non ha bisogno di ulteriori dimostrazioni della sua buona volontà perché l'ha già dimostrata non arrestando Juan Guaidó: «Maduro è stato provocato con insistenza, e le autorità venezuelane hanno evitato la provocazione in maniera corretta, e credo che questo mostra che il suo governo è  totalmente disposto a cercare una soluzione pacifica senza incidenti», ha commentato.

«Noi diamo solo la nostra valuazione della situazione, nient’altro», ha concluso.

GM per Granma Internaciónal, 5 marzo 2019

Alexandr Schetinin, direttore del Dipartimento Latinoamericano del Ministero degli Esteri Russo. Photo: Russia Today


 

Licenziamenti in massa in Ecuador nel settore della salute pubblica

All'inizio di marzo sono stati licenziati migliaia di lavoratori pubblici in Ecuador. La misura ha incluso molti dipendenti del Ministero dell’Ambiente e di Salute Pubblica.

In una conferenza stampa, i dirigenti dell’Organizzazione Sindacale Nazionale dei Lavoratori del Ministero di Salute (Osuntramsa) ecuadoregna hanno segnalato che i licenziamenti di massa di lavoratori pubblici da parte del Governo colpiscono i diritti dei lavoratori e della cittadinanza.

Proprio in quel periodo si dovevano realizzare le investigazioni epidemiologiche per la stagione invernale, ma il licenziamento dei lavoratori dell’area della Sanità ha costretto a sospendere le operazioni, ha sottolineato la Osuntramsa: «Non possiamo permettere ancora una volta un taglio dei servizi alla cittadinanza, perché per noi è un attentato contro la salute».

Un gruppo di ex lavoratori del Ministero di Salute Pubblica (MPS) ha protestato davanti alla sede del governo di Guayas, protestando per i licenziamenti. Anche i sindacati del settore della pesca hanno protestato per i licenziamenti di massa.

Tra il 27 febbraio e il 1º marzo sono stati licenziati circa 10.000 funzionari pubblici a livello nazionale, tra cui il personale di Salute Pubblica che lavorava con contratti di servizio a termine e per commissioni di servizio.

GM per Granma Internaciónal, 6 marzo 2019

Ex lavoratori danneggiati dalla misura, protestano davanti alla sede del governo di Guayas, al centro dell’Ecuador. Photo: El Universo



Russia preoccupata per l’aumento delle pressioni degli Stati Uniti a Cuba

«La Russia è preoccupata per l’incremento della pressione economica che gli Stati Uniti esercitano su Cuba», ha dichiarato la portavoce del ministero degli Esteri della Russia, María Zajárova, aggiungendo che la preoccupazione riguarda il modo di agire degli Stati Uniti con tutti i paesi della regione latinoamericana, oltre alla crescente aggressività verso il Venezuela e Cuba.

La Zajárova ha sottolineato che «Washington accresce la pressione sugli alleati vicini a Caracas, e definisce l’Avana “una delle ultime dittature della regione” accusandola di distruggere la democrazia nella nazione bolivariana. Il 4 marzo - ha ricordato - il Dipartimento di Stato nordamericano ha comunicato che permetterà, a partire dal prossimo 19 marzo, d’iniziare un processo di cause contro le imprese cubane che sono incluse in una lista di entità soggette a sanzioni dagli Stati Uniti perchè sono, presumono loro, vincolate alla difesa e al settore della sicurezza nazionale dell’Isola. È evidente il nuovo tentativo illegittimo statunitense di bloccare economicamente Cuba e innalzare ulteriori barriere contro il suo sviluppo economico e sociale in corrispondenza delle riforme in atto nel paese caraibico».

La lista citata include varie imprese cubane ed è stata elaborata nel 2017 come parte del piano della Casa Bianca per strangolare ulteriormente il commercio dell’Isola Grande delle Antille e generare ostacoli ai viaggi degli statunitensi a Cuba.

Si tratta di un’attivazione parziale dell’Articolo III della Legge Helms-Burton, approvata nel 1996 dall’allora presidente nordamericano Bill Clinton, con il proposito di rinforzare il blocco economico, commerciale e finanziario imposto da Washington a Cuba dal 1962, e che sino ad oggi ha provocato danni di miliardi all’economia cubana.

GM per Granma Internaciónal, 7 marzo 2019



Cuba condanna il sabotaggio terrorista contro il sistema elettrico del Venezuela

Il Governo Rivoluzionario condanna energicamente il sabotaggio al sistema di distribuzione dell’elettricità del Venezuela, un’azione terrorista mirata a danneggiare la popolazione indifesa di tutta la nazione per usarla come ostaggio nella guerra non convenzionale scatenata dagli Stati Uniti contro il governo legittimo presieduto da Nicolás Maduro e dall’unione cívico-militare del popolo bolivariano e chavista.

Molti politici statunitensi si sono affrettati a celebrare un’azione che priva la popolazione di un servizio fondamentale, che mette gli ospedali nelle condizioni di non potere operare, che interrompe altri servizi elementari indispensabili per la vita quotidiana come l’alimentazione, il rifornimento di acqua, il trasporto, le comunicazioni, la sicurezza pubblica, il commercio, le transazioni bancarie, danneggia il lavoro in generale e blocca il funzionamento delle scuole e delle università.

I fatti ricordano il sabotaggio perpetrato nel 2002 contro l'industria petrolifera da un’impresa statunitense proprietaria e operatrice del sistema automatizzato di produzione, raffinamento, trasporto e distribuzione della produzione.

Il sabotaggio si somma alla spietata guerra economica e finanziaria alla quale il Venezuela è sottoposto con il chiaro obiettivo di scoraggiare con le privazioni la volontà politica e sovrana di un popolo che, nonostante questo, non si lascia piegare.

Si tratta di un'escalation della guerra non convenzionale condotta dal governo degli Stati Uniti contro un paese fraterno, messa in atto dopo il fallimento della provocazione montata lo scorso febbraio con il tentativo di fermare forzatamente un presunto “aiuto umanitario” in Venezuela, sfidando le legittime autorità del paese in violazione del Diritto Internazionale, delle norme e dei principi della Carta delle Nazioni Unite, con il fine di provocare morti e far degenerare la vita sociale in violenza, come pretesto per un intervento umanitario.

L’esperienza di Cuba e di altri paesi della regione insegna che queste azioni sono il preludio di azioni violente di maggiore importanza, come fu l’invasione armata di Playa Girón nel 1961.

La comunità internazionale ha sufficienti prove per riconoscerlo.

L’usurpatore auto proclamato presidente, creato dagli Stati Uniti, ha detto pubblicamente che, quando giungerà il momento, invocherà l’articolo 187 della Costituzione per autorizzare l’utilizzo di missioni militari nel paese, e ha ripetuto esattamente la stessa frase che i suoi mentori statunitensi utilizzano: «Tutte le opzioni sono sul tavolo».  Manca solo l’ordine da Washington. E' così che agisce il governo degli Stati Uniti, come è noto in tutta l’America del Sud, dove ha già sollecitato da certi governi l’appoggio a un intervento militare. L’offensiva contro il Venezuela si accompagna a una feroce campagna di propaganda maccartista e di menzogne coordinate dal consigliere alla sicurezza nazionale statunitense John Bolton, come pretesto per l’applicazione della Dottrina Monroe con la forza. Bolton non è solo: è accompagnato dal senatore nemico di Cuba Marco Rubio, che con l’uso frenetico delle reti sociali evidenzia la sua attenzione e il suo coinvolgimento personale e cospirativo nelle manovre contro il Venezuela.

Tra le più persistenti  e vergognose dichiarazioni c’è la calunnia secondo cui Cuba avrebbe tra 20 e 25 mila soldati in Venezuela, dove eserciterebbero il loro dominio minacciando i membri della Forza Armata Nazionale Bolivariana. Cuba respinge categoricamente questa menzogna, come respinge con la stessa fermezza tutte le insinuazioni sull’esistenza di qualsiasi grado di subordinazione politica del Venezuela a Cuba o di Cuba al Venezuela.

John Bolton è un bugiardo di fama nota da lunga data. E' colui che, nel 2002, accusò Cuba di possedere un programma di sviluppo di armi biologiche, una falsità smentita pubblicamente da quello che era allora il suo capo, l’ex Segretario di Stato Colin Powell, e dall’ex Presidente Jimmy Carter. La menzogna portò Bolton a essere indagato dal Congresso degli Stati Uniti. Inoltre, è stato uno dei promotori delle fake secondo le quali il governo dell’Iraq possedeva nel 2003 armi di distruzione di massa e un programma per svilupparle, una falsità ripetuta a tutti i livelli dal governo statunitense e amplificata dai grandi media di comunicazione che fu preso a pretesto per l’aggressione e l’occupazione militare, al prezzo di circa un milione di morti e milioni di sfollati iracheni, oltre a migliaia di soldati statunitensi morti e feriti durante una campagna militare che, come sempre, aveva il petrolio come unico e autentico obiettivo.

Com’è stato diffuso pubblicamente e come sanno le persone oneste e informate, la relazione bilaterale tra Cuba e Venezuela si basa sul rispetto reciproco e nella solidarietà, nell’impegno comune, bolivariano e martiano, fidelista e chavista, nell’integrazione di “Nuestra América” indipendente e sovrana; nella volontà di praticare la cooperazione tra i popoli del sud e nell’impegno di applicare e difendere il Proclama dell’America Latina e dei Caraibi come Zona di Pace.

Ai progetti del Convegno Integrale di Cooperazione firmato tra i due paesi, partecipano circa 2000 cittadini cubani (in maggioranza donne), il 96% dei quali si dedica alla prestazione dei servizi di sanità alla popolazione. Altri lavorano in settori come l’educazione, la cultura, lo sport e il settore agricolo-alimentare.

Gli effetti di questa cooperazione, citando solo alcuni dati, parlano chiaro: 1.473.117 vite salvate; 717.029.310 visite mediche; assistenza oculistica preatata a 62.031.309;

12.915.648 vaccini somministrati contro il morbillo e la tubercolosi. E poi ancora

3.095.546 cittadini alfabetizzati.

È totalmente falso che Cuba stia fomentando o partecipando ad operazioni della Forza Armata Nazionale Bolivariana o ai servizi di Sicurezza. Si tratta di una calunnia diffusa deliberatamente dal Governo degli Stati Uniti. Quando Bolton, altri politici e funzionari del governo statunitense diffondono calunnie, nascondono fini politici.

Cuba non interviene nei temi interni del Venezuela come il Venezuela non interviene in quelli di Cuba. A differenza degli Stati Uniti che hanno ottanta basi militari in America Latina e nei Caraibi, compresa quella di Guantanamo che usurpa il territorio cubano, più circa ottocento nel mondo con almeno 250.000 soldati dislocati, Cuba non ha una sola base in nessun posto, non ha specialisti di tortura e repressione né prigioni segrete, né forze navali o aeree che sorvolano le coste e gli Stati sovrani, né satelliti che osservano ogni dettaglio. Con la menzogna, l’imperialismo promosse in Cile il sanguinoso colpo di Stato di Augusto Pinochet, e molti altri colpi di Stato e dittature repressive nella regione. Con la menzogna furono assassinati più di 10.000 cittadini di Panama nell’invasione militare del dicembre del 1989. Con le menzogne è stata provocata l’aggressione militare e la destabilizzazione della Libia. Con le falsità gli Stati Uniti e altre potenze hanno mantenuto sino all’ultima ora un assoluto appoggio all’obbrobrioso regime di apartheid in Sudafrica.

Il Governo Rivoluzionario avverte e denuncia che la tendenza a mentire senza limiti né freni da parte del governo degli Stati Uniti ha già avuto pericolose conseguenze nel passato che si potrebbero ripetere nell'attualità

L’Avana, 11 marzo  2019.

GM per Granma Internaciónal

 



Cuba condanna il riconoscimento degli USA del Golan siriano occupato come territorio d’Israele

Il Ministero delle Relazioni Estere della Repubblica di Cuba esprime la sua più energica condanna all’intenzione dichiarata dal governo degli Stati Uniti di riconoscere il Golan siriano come territorio occupato di Israele, un fatto che costituisce una chiara e grave violazione della Carta delle Nazioni Unite, del Diritto Internazionale e delle  risoluzioni pertinenti del Consiglio di Sicurezza, con particolare riferimento alla risoluzione N.497 del 1981.

Questa nuova azione di Washington, lesiva degli interessi legittimi del popolo della Siria e delle nazioni arabe e islamiche, avrà gravi conseguenze per la stabilità e la sicurezza in Medio Oriente, e ne incrementerà ulteriormente le tensioni.

Cuba reclama al Consiglio di Sicurezza che si rispetti la responsabilità che gli concede la Carta dell'ONU nel mantenimento della pace e della sicurezza internazionale, e che adotti le decisioni necessarie per frenare questa azione unilaterale statunitense che appoggia Israele nelle sue intenzioni di annettersi i territori siriani occupati delle Colline del Golan.

Il Ministero delle Relazioni Estere della Repubblica di Cuba continuerà a sostenere l’esigenza del Governo della Siria di recuperare le Colline del Golan occupate da Israele nel 1967 e reclama ancora una volta la ritirata totale e senza condizioni d’Israele dal Golan siriano e da tutti i territori arabi occupati.

L’Avana , 23  marzo  2019

GM per Granma Internaciónal