Unisciti a noi a Washington D.C. l'11 gennaio 2013 per dire al presidente Obama di “chiudere Guantanamo”.
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- Scritto da Andy Worthington
Questa è la prima utilizzazione del nostro messaggio aggiornato per il 2013, in cui purtroppo, “La Fine di 11 anni di Ingiustizia” sostituisce “La Fine di 10 anni di Ingiustizia” come nostro slogan.
Di Andy Worthington
Mentre si avvicina l'undicesimo anniversario dell'apertura della prigione della “guerra al terrore” di Guantanamo Bay, noi di “Chiudi Guantanamo” (Close Guantanamo) stiamo approntando i preparativi per essere a Washington D.C. per chiedere al presidente Obama di mantenere la promessa da lui effettuata quattro anni fa, quando assunse l'incarico, di chiudere la prigione per sempre.
Alle ore 12 di venerdì 11 gennaio 2013, undicesimo anniversario dell'apertura di Guantanamo, l'avvocato Tom Wilner e il giornalista Andy Worthington, che fanno parte del comitato direttivo di “Chiudi Guantanamo”, si uniranno, fuori dalla Corte Suprema, ad esponenti di altri 24 gruppi, per chiedere la chiusura di Guantanamo. Si veda la pagina di Amensty International qui, e il volantino qui.
I 25 gruppi coinvolti sono: Amnesty International USA, Bill of Rights Defense Committee, Catholic Worker, Center for Constitutional Rights, Close Guantánamo, Code Pink, Council on American Islamic Relations, International Justice Network, Liberty Coalition, National Campaign for Nonviolent Resistance, No More Guantánamos, North Carolina Stop Torture Now, Pax Christi USA, Physicians for Human Rights, Rabbis for Human Rights North America, September 11th Families for Peaceful Tomorrows, Tackling Torture at the Top, Torture Abolition and Survivors Support Coalition, Veterans for Peace, Voices for Creative Nonviolence, War Resisters League, Washington Region Religious Campaign Against Torture, Witness Against Torture, Women Against Military Madness, e World Can’t Wait.
Dopo l'incontro a mezzogiorno, coloro i quali chiedono la chiusura di Guantanamo, marceranno verso la Casa Bianca via Campidoglio. L'intero evento durerà fino all'1.30pm e ci saranno relatori ai tre spazi designati (Corte Suprema, Casa Bianca, Campidoglio, n.d.t.).
In seguito, Tom Wilner ed Andy Worthington saranno alla New America Foundation, al 1899 L Street, NW, Suite 400, Washington, DC 20036, per una tavola rotonda, con inizio alle 15.00, che vedrà la partecipazione anche del colonnello Morris Davis, l'ex-procuratore capo delle commissioni militari, dimessosi nel 2007, per protesta contro il piano per l'utilizzo delle informazioni ottenute mediante l'uso della tortura, e Ramzi Kassem, un avvocato per i detenuti di Guantanamo, tra i quali Shaker Aamer, l'ultimo cittadino britannico detenuto nella prigione, la cui storia nell'ultimo anno è stata evidenziata regolarmente sul sito web di “Chiudi Guantanamo”. Ramzi aiutò, su richiesta di Shaker, Andy a prendere appunti nei suoi incontri con Shaker, che furono poi pubblicati negli articoli: “ESCLUSIVO: 'Io affermo il nostro diritto alla vita': Shaker Aamer, l'ultimo detenuto britannico a Guantanamo, espone la sua tranquilla protesta e sciopero della fame'” e “ESCLUSIVO: una richiesta di 'Libertà e Giustizia' da Shaker Aamer a Guantanamo”.
Ci auguriamo che possiate unirvi a noi per questi eventi. Il 2013 è l'anno in cui la pressione dell'opinione pubblica deve essere esercitata sul presidente Obama per liberare gli 86 prigionieri che hanno ricevuto il nulla osta per il rilascio sin dal 2009 (e, in alcuni casi, sin da quando George W. Bush fu rieletto presidente), sui 166 uomini ancora detenuti, e, per i rimanenti 80, di attuare quelle proposte per i processi del President's Obama interagency Guantanamo Review Task Force, che ha pubblicato la sua relazione tre anni fa, e, preferibilmente, di consultarsi con noi di “Chiudi Guantanamo” per quanto riguarda gli altri, che sono attualmente detenuti a tempo indeterminato senza alcuna accusa né processo, sulla base del fatto che essi sono presumibilmente troppo pericolosi per essere rilasciati, anche se non esistono prove sufficienti per metterli sotto processo. Possiamo confermare che questo significa che le cosiddette prove non esistono, e consistono invece principalmente in dichiarazioni inattendibili, principalmente emesse da altri prigionieri della “guerra al terrore”, non solo a Guantanamo ma anche nei “siti neri” della Cia.
Siamo pronti ad incontrare i funzionari del governo per discutere le fondamentalmente inattendibili basi delle cosiddette prove contro la maggior parte dei prigionieri di Guantanamo, e si stanno facendo piani per pubblicizzare i nostri risultati nel corso dell'anno.
Ma prima, speriamo di vedere quanti più possibile di voi fuori dalla Corte Suprema, dal Campidoglio e dalla Casa Bianca l'11 gennaio 2013, per dire al presidente Obama che Guantanamo dev'essere chiusa, e che i libri di storia lo relegheranno quale presidente debole se non fosse riuscito a chiudere Guantanamo, come aveva promesso, perché politicamente sconveniente.
I mali perpetrati a Guantanamo devono cessare perché screditano la posizione degli Usa nel mondo. Incredibilmente, questi comportano prove occultate di torture ed abusi, sancite ai più alti livelli dal governo degli Stati Uniti, attraverso manovre politiche progettate per mantenere la prigione aperta per sempre, e per garantire che la detenzione a tempo indeterminato senza accusa né processo continuerà anche se si tratta di una condizione distintiva non dei Paesi civili, ma di brutali dittature senza rispetto per la legge.
CHIUDI GUANTANAMO ADESSO!
La seguente dichiarazione è stata approvata dalle persone e dalle organizzazioni indicate do seguito.
L'11 gennaio 2012 ha segnato il decimo anniversario dell'apertura da parte dell'amministrazione Bush della prigione della “guerra al terrore” presso Guantanamo Bay, a Cuba...
Al suo secondo giorno in carica, il presidente Obama aveva promesso di chiudere Guantanamo entro un anno. Eppure rimane aperta, minando i valori americani e la sicurezza nazionale.
Oltre la metà dei rimanenti 166 detenuti – 86 uomini in totale – sono stati autorizzati, più di due anni fa, per il rilascio od il trasferimento da parte di una task force interministeriale istituita dal presidente Obama, costituita dai vertici dell'intelligence e delle forze di sicurezza della nazione. Il rilascio di molti di questi uomini era già stato autorizzato dall'amministrazione Bush – quello di alcuni alcuni sin dal 2004.
E' inaccettabile che il governo degli Stati Uniti continui a recludere gli uomini di cui i propri esperti di sicurezza nazionale hanno autorizzato il rilascio od il trasferimento, e che il Congresso sia intervenuto per perpetuare questo deplorevole stato di cose.
Chiediamo la chiusura immediata di Guantanamo.
Guantanamo danneggia la nostra nazione ogni giorno che rimane aperto, e continua a servire come un potente simbolo per il reclutamento dei terroristi. Come ha spiegato il presidente Obama in un discorso all'inizio del 2009, “invece di servire come strumento per contrastare il terrorismo, Guantanamo è divenuto un simbolo che ha aiutato Al Qaeda a reclutare terroristi per la sua causa. Infatti, l'esistenza di Guantanamo ha probabilmente creato più terroristi nel mondo di quanti non ve ne siano mai stati detenuti”. Questo rimane vero ancora oggi.
Guantanamo mina anche il nostro impegno a favore dello Stato di diritto, rendendo questo principio meno certo per tutti gli americani.
Noi chiediamo al presidente di onorare l'impegno di principio e pragmatico che fece suo assumendo il mandato, e insistiamo che il Congresso la smetta con Guantanamo – e il destino degli uomini imprigionati lì – in un cinico gioco di manovre politiche.
David M. Brahms, Esq., BGEN USMC (Ret.)
l Center for Constitutional Rights
l John A. Chandler, avvocato
l Joshua Colangelo-Bryan, avvocato
l Morris Davis, Colonel, U.S. Air Force (Ret.), ex-procuratore capo per le Commissioni Militari a Guantánamo, e professore alla Howard University School of Law
l L'onorevole John J. Gibbons, ex-presidente di giuria, U.S. Court of Appeals for the Third Circuit
l Elizabeth P. Gilson, avvocato
l Donald J. Guter, contrammiraglio, JAGC, U.S. Navy (Ret.)
l Jonathan Hafetz, avvocato
l Scott Horton, redattore, Harper's Magazine
l John D. Hutson, contrammiraglio, JAGC, U.S. Navy (Ret.)
l Gary A. Isaac, avvocato
l Rob Kirsch, avvocato
l Joseph Margulies, avvocato
l George Brent Mickum IV, avvocato
l Matthew J. O’Hara, avvocato
l Stephen Oleskey, avvocato
l David Remes, avvocato
l Clive Stafford Smith, avvocato e direttore di Reprieve
l Thomas P. Sullivan, avvocato
l Lawrence Wilkerson, colonnello, U.S. Army (Ret.), ex-Capo di Stato Maggiore del segretario di Stato americano Colin Powell, e visiting professor presso il College of William and Mary
l P. Sabin Willett, avvocato
l Tom Wilner, avvocato
l Andy Worthington, giornalista e autore
Chi siamo
Siamo un gruppo di avvocati, giornalisti, pensionati militari e cittadini consapevoli, che cercano di ottenere la chiusura della prigione della “guerra al terrore” di Guantanamo Bay, dove sono ancora detenuti 166 uomini, anche se di 86 di loro è stato autorizzato il rilascio. Nel mese di giugno, abbiamo pubblicato un rapporto esclusivo che identifica 40 prigionieri di cui è stato autorizzato il rilascio otto anni fa, e che sono ancora detenuti. Abbiamo anche prodotto un nuovo rapporto raccontando le storie di 55 degli 86 detenuti autorizzati ad essere rilasciati, i cui nomi sono stati inseriti in un elenco pubblicato dal Dipartimento di Giustizia in un procedimento giudiziario nel mese di settembre.
Su tutto ciò continuiamo a fare pressione, mentre ci avviciniamo all'undicesimo anniversario dell'apertura del carcere (nel gennaio 2013) e soprattutto, come abbiamo già ricordato, all'undicesimo anniversario degli attacchi dell'11 settembre e, contemporaneamente, alla nona morte a Guantanamo – quella di Adnan Latif, uno yemenita che avrebbe dovuto essere scarcerato sei anni fa, la prima di tre occasioni in cui fu autorizzato il suo rilascio – sotto George W. Bush, sotto Barack Obama, e da una corte statunitense.
Come parte della nostra attività, abbiamo avviato un progetto per raccontare le storie dei prigionieri ancora detenuti a Guantanamo, attingendo in gran parte dagli appunti dei loro avvocati. Abbiamo cominciato con la storia di Abdul Razak Qadir, uno dei cinque prigionieri uiguri innocenti (i musulmani della provincia cinese dello Xinjiang), e proseguito con la vicenda di Shaker Aamer, l'ultimo cittadino britannico a Guantanamo, di cui da tempo è stato disposto il rilascio, e la cui perpetuata detenzione è completamente inaccettabile, e con le storie di Fawzi al-Odah e Fayiz al-Kandari, gli ultimi due detenuti kuwaitiani di Guantanamo.
Abbiamo poi incluso i primi tre articoli in una serie di Storie di afghani – quelle di Shawali Khan, venduto all'Esercito statunitense dieci anni fa, Abdul Ghani, un agricoltore di melograni ed un commerciante di ferro demolito, la cui detenzione in corso è tutt'ora inspiegabile, e Obaidullah, i cui avvocati hanno recentemente inviato un investigatore in Afghanistan per confutare il falso racconto del governo nei riguardi del loro cliente. Abbiamo anche pubblicato un articolo in esclusiva mondiale con la testimonianza da Guantanamo di Shaker Aamer, fornita da uno dei suoi avvocati, Ramzi Kassem, e dal suo team legale presso la Citry University di New York (CUNY).
Abbiamo poi raccontato la vicenda di Djamel Ameziane, uno degli ultimi algerini a Guantanamo, il cui rilascio è stato appena richiesto dalla Commissione Inter-Americana sui Diritti Umani (CIDH), e in un altro articolo abbiamo festeggiato il rilascio di due prigionieri da Guantanamo, per la prima volta dal gennaio 2011 – due uiguri, tra cui Abdul Razak Qadir, che è stato il primo prigioniero di cui ci siamo occupati.
Più di recente, abbiamo applaudito il Washington Post per aver richiamato l'attenzione sugli ultimi tre uiguri – ancora senza casa, tre anni e sette mesi dopo che un giudice ha ordinato il loro rilascio – ad essere liberati negli Stati Uniti e ha chiesto ai cittadini statunitensi interessati di seguire gli esempi di Amherst e Leverett in Massachusetts, e Berkley in California, mediante la richiesta alle loro comunità di approvare delibere richiedenti, per i prigionieri rilasciati che non possono essere rimpatriati in modo sicuro, la possibilità di una nuova vita nelle loro città.
Abbiamo anche stilato il profilo di due algerini maggiormente bisognosi di nuove case, per entrambi i quali è stato disposto il rilascio oltre cinque anni fa – Ahmed Balbacha, incluso nelle campagne di cui sopra, e Nabil Hadjarab, che ha cercato, senza successo, di poter essere riaccettato dalla Francia, dove ha trascorso gran parte della sua vita, prima dei suoi dieci lunghi anni a Guantanamo.
Più di recente, abbiamo commentato il rilascio da Guantanamo di Omar Khadr.
Altre storie saranno rese disponibili presto, ma nel frattempo vorremmo invitare tutti i cittadini e residenti britannici a firmare una nuova petizione al governo britannico per il ritorno di Shaker Aamer nel Regno Unito. Se 100.000 firme saranno raccolte entro l'aprile 2013, il governo sarà tenuto a discutere il caso di Shaker Aamer in Parlamento.
I sostenitori negli Stati Uniti e in tutto il mondo sono invitati a firmare una petizione sulla importante Care 2 Petition Site a favore del rilascio di Shaker Aamer (possono anche firmare coloro che si trovano nel Regno Unito). Questa petizione è volta ad assicurare 10.000 firme, e verrà consegnata al segretario di Stato Hillary Clinton e al ministro degli Esteri William Hague.
Inoltre, ci teniamo a ricordare ai visitatori di questo sito che l'11 gennaio 2012 ha rappresentato il decimo anniversario dell'apertura da parte dell'amministrazione Bush della prigione della “guerra al terrore” di Guantanamo Bay, a Cuba.
Al suo secondo giorno in carica, nel gennaio 2009, il presidente Obama promise di chiudere Guantanamo entro un anno. Eppure rimane aperta, minando i valori americani e la sicurezza nazionale.
Aderisci subito per metter fine a questa ingiustizia e ripristinare lo stato di diritto. Chiediamo al presidente Obama di onorare l'impegno da egli assunto di chiudere Guantanamo. La tua voce conta.
Grazie per il vostro impegno e sostegno. Vi preghiamo di consultare la nostra dichiarazione di intenti per un'analisi più dettagliata a favore delle ragioni per cui Guantanamo dev'essere chiusa, e per visualizzare l'elenco delle persone di rilievo e delle organizzazioni che hanno firmato.
Comitato direttivo
Tom Wilner
Andy Worthington
Tom Wilner è un avvocato ed è stato consulente del Record for the Guantánamo prisoners nelle loro cause davanti alla Corte Suprema nel 2004 e nel 2008.
Andy Worthington è un giornalista freelance investigativo, autore di “The Guantanamo Files”, e co-regista (con Polly Nash) del film documentario “Outside the Law: Stories from Guantanamo”. Egli è conosciuto come un'autorità mondiale su Guantanamo.
(traduzione di Paolo Borgognone, CIVG).
Join Us in Washington D.C. on January 11, 2013 to Tell President Obama to "Close Guantánamo"
This is the first use of our updated message for 2013, in which, sadly, "End 11 years of injustice" is replacing "End 10 years of injustice" as our tagline.
By Andy Worthington
As the 11th anniversary of the opening of the "war on terror" prison at Guantánamo Bay approaches, we at "Close Guantánamo" are making our preparations for being in Washington D.C. to call on President Obama to fulfill the promise he made four years ago, when he took office, to close the prison for good.
At 12 noon on Friday January 11, 2013, the 11th anniversary of the opening of Guantánamo, the attorney Tom Wilner and the journalist Andy Worthington, who make up the steering committee of "Close Guantánamo," will be joining members of 24 other groups outside the Supreme Court to call for the closure of Guantánamo. See Amnesty International's page here, and the flyer here.
The 25 groups involved are: Amnesty International USA, Bill of Rights Defense Committee, Catholic Worker, Center for Constitutional Rights, Close Guantánamo, Code Pink, Council on American Islamic Relations, International Justice Network, Liberty Coalition, National Campaign for Nonviolent Resistance, No More Guantánamos, North Carolina Stop Torture Now, Pax Christi USA, Physicians for Human Rights, Rabbis for Human Rights North America, September 11th Families for Peaceful Tomorrows, Tackling Torture at the Top, Torture Abolition and Survivors Support Coalition, Veterans for Peace, Voices for Creative Nonviolence, War Resisters League, Washington Region Religious Campaign Against Torture, Witness Against Torture, Women Against Military Madness, and World Can’t Wait.
After meeting at noon, those calling for the closure of Guantánamo will march to the White House via the Capitol. The whole event will last until 1.30pm, and there will be speakers at the three venues.
Afterwards, Tom Wilner and Andy Worthington will head to the New America Foundation, at 1899 L Street, N.W., Suite 400, Washington, D.C. 20036, for a panel discussion, beginning at 3pm, which will also feature Col. Morris Davis, the former chief prosecutor of the military commissions, who resigned in 2007, in protest at plans to use information derived through the use of torture, and Ramzi Kassem, an attorney for prisoners at Guantánamo including Shaker Aamer, the last British resident in the prison, whose story has featured regularly on the "Close Guantánamo" website in the last year. Ramzi helped to make notes from his meetings with Shaker available to Andy, at Shaker's request, which were featured in the articles, "EXCLUSIVE: 'I Affirm Our Right to Life': Shaker Aamer, the Last British Resident in Guantánamo, Explains His Peaceful Protest and Hunger Strike," and "EXCLUSIVE: A Demand for 'Freedom and Justice' from Shaker Aamer in Guantánamo."
We hope you can join us for these events. 2013 is the year that public pressure needs to be exerted on President Obama to release the 86 prisoners, out of the 166 men still held, who have been cleared for release since 2009 (and in some cases since George W. Bush was President), and, of the remaining 80, to try those proposed for trials by President Obama's interagency Guantánamo Review Task Force, which published its report three years ago, and, preferably, to consult with us at "Close Guantánamo" regarding the others, who are currently held indefinitely without charge or trial, on the basis that they are allegedly too dangerous to release, even though insufficient evidence exists to put them on trial. We can confirm that what this means is that the so-called evidence is no such thing, and instead consists primarily of unreliable statements, mainly made by other prisoners in the "war on terror," not only at Guantánamo, but also in the CIA's "black sites."
We are ready to meet with government officials to discuss the fundamentally unreliable basis of the so-called evidence against the majority of the prisoners at Guantánamo, and are making plans to publicize our findings as the year progresses.
But first, we hope to see as many of you as possible outside the Supreme Court, the Capitol and the White House on January 11 to tell the President that Guantánamo must be closed, and that the history books will regard him as a poor President if he failed to close Guantánamo, as he promised, because it was politically inconvenient.
The evils enshrined at Guantánamo must be brought to an end because they continue to poison America's standing in the world. Shockingly, these involve hiding evidence of torture and abuse, sanctioned at the highest levels of the U.S. government, through political maneuvering designed to keep the prison open forever, and to ensure that indefinite detention without charge or trial will continue, even though it is one of the hallmarks, not of civilized countries, but of brutal dictatorships with no respect for the law
CLOSE GUANTÁNAMO NOW!
The following statement has been endorsed by the individuals and organizations listed below.
January 11, 2012 marked the 10th anniversary of the opening of the Bush Administration's "war on terror" prison at Guantánamo Bay, Cuba.
On his second day in office, President Obama pledged to close Guantánamo within a year. Yet it remains open, undermining America's values and national security.
Over half of the remaining 166 prisoners – 86 men in total – were cleared for release or transfer more than two years ago by an interagency Task Force established by President Obama, which was made up of the top intelligence and law enforcement officials in the nation. Many of these men were previously cleared by the Bush Administration – some as long ago as 2004.
It is unacceptable that the U.S. government continues to hold men that its own national security experts have recommended for release or transfer, and that Congress has intervened to maintain this deplorable state of affairs.
We call for the immediate closure of Guantánamo.
Guantánamo harms our nation every day it stays open, and it continues to serve as a potent symbol for terrorist recruitment. As President Obama explained in a speech in early 2009, “instead of serving as a tool to counter terrorism, Guantánamo became a symbol that helped al-Qaeda recruit terrorists to its cause. Indeed, the existence of Guantánamo likely created more terrorists around the world than it ever detained.” That remains true today.
Guantánamo also undermines our bedrock commitment to the rule of law, making that fundamental principle less secure for all Americans.
We call on the President to honor the principled and pragmatic commitment he made on taking office, and we insist that Congress stop making Guantánamo – and the fate of the men imprisoned there – into a cynical game of political maneuvering.
l David M. Brahms, Esq., BGEN USMC (Ret.)
l Center for Constitutional Rights
l John A. Chandler, attorney
l Joshua Colangelo-Bryan, attorney
l Morris Davis, Colonel, U.S. Air Force (Ret.), former chief prosecutor for the Military Commissions at Guantánamo, and professor at the Howard University School of Law
l The Hon. John J. Gibbons, former Chief Judge, U.S. Court of Appeals for the Third Circuit
l Elizabeth P. Gilson, attorney
l Donald J. Guter, Rear Admiral, JAGC, U.S. Navy (Ret.)
l Jonathan Hafetz, attorney
l Scott Horton, contributing editor, Harper's Magazine
l John D. Hutson, Rear Admiral, JAGC, U.S. Navy (Ret.)
l Gary A. Isaac, attorney
l Rob Kirsch, attorney
l Joseph Margulies, attorney
l George Brent Mickum IV, attorney
l Matthew J. O’Hara, attorney
l Stephen Oleskey, attorney
l David Remes, attorney
l Clive Stafford Smith, attorney and director of Reprieve
l Thomas P. Sullivan, attorney
l Lawrence Wilkerson, Colonel, U.S. Army (Ret.), former Chief of Staff to U.S. Secretary of State Colin Powell, and visiting professor of government at the College of William and Mary
l P. Sabin Willett, attorney
l Tom Wilner, attorney
l Andy Worthington, journalist and author
Who we are
We are a group of lawyers, journalists, retired military personnel and concerned citizens seeking to close the "war on terror" prison at Guantánamo Bay, where 166 men are still held, even though 86 of them have been cleared for release. In June, we published an exclusive report identifying 40 prisoners cleared for release up to eight years ago who are still held. We have also just produced a new report telling the stories of 55 of the 86 cleared prisoners whose names were included on a list released by the Justice Department in a court case in September.
This remains pressing, as we approach the 11th anniversary of the prison's opening (in January 2013), and especially as we have already marked the 11th anniversary of the 9/11 attacks, and, at the same time, the ninth death at Guantánamo -- of Adnan Latif, a Yemeni who should have been freed six years ago, on the first of three occasions when he was cleared for release -- under George W. Bush, under Barack Obama, and in a U.S. court.
As part of our mission, we have started a project to tell the stories of the prisoners still held at Guantánamo, drawing largely on the accounts of their attorneys. We began with the story of Abdul Razak Qadir, one of five innocent Uighur prisoners (Muslims from China's Xinjiang province), and followed that with the story of Shaker Aamer, the last British resident in Guantánamo, long cleared for release, whose continued detention is thoroughly unacceptable, and the stories of Fawzi Al-Odah and Fayiz Al-Kandari, the last two Kuwaitis in Guantánamo.
We then added the first three articles in a series of Afghan stories -- those of Shawali Khan, sold to U.S. forces ten years ago, Abdul Ghani, a pomegranate farmer and scrap metal merchant whose ongoing detention is equally inexplicable, and Obaidullah, whose lawyers recently sent an investigator to Afghanistan to disprove the government's false narrative about their client. We have also published a world exclusive article featuring testimony from Guantánamo by Shaker Aamer, provided by one of his lawyers, Ramzi Kassem, and his legal team at the City University of New York (CUNY).
We then told the story of Djamel Ameziane, one of the last Algerians in Guantánamo, whose release has just been demanded by the Inter-American Commission on Human Rights (IACHR), and in another article we celebrated the release of two prisoners from Guantánamo for the first time since January 2011 -- two Uighurs, including Abdul Razak Qadir, who was the first prisoner to be profiled here.
More recently, we applauded the Washington Post for calling for the last three Uighurs -- still homeless, three years and seven months after a judge ordered their release -- to be freed in the U.S., and called for concerned U.S. citizens to follow the examples of Amherst and Leverett in Massachusetts, and Berkeley in California by asking their communities to pass resolutions calling for cleared prisoners who cannot be safely repatriated to be offered a new life in their towns.
We also profiled two more Algerians in need of new homes, both of whom were cleared for release over five years ago -- Ahmed Belbacha, included in the campaigns mentioned above, and Nabil Hadjarab, who has been trying, unsuccessfully, to be taken in by France, where he spent much of his life before his ten long years in Guantánamo.
Most recently, we profiled Omar Khadr on his release from Guantánamo.
Further stories will be forthcoming soon, but in the meantime we would like to encourage all British citizens and residents to sign a newly launched e-petition to the British government, calling for the return of Shaker Aamer to the UK. If 100,000 signatures are secured by April 2013, the government is required to discuss Shaker's case in Parliament.
Supporters in the U.S. and around the world are encouraged to sign a petition on the influential Care 2 Petition Site calling for Shaker Aamer's release (which those in the U.K. can also sign). This petition is aiming to secure 10,000 signatures, and will be delivered to U.S. Secretary of State Hillary Clinton and the British foreign secretary William Hague.
We also remain concerned to remind visitors to this site that January 11, 2012 marked the 10th anniversary of the opening of the Bush administration's "war on terror" prison at Guantánamo Bay, Cuba.
On his second day in office in January 2009, President Obama pledged to close Guantánamo within a year. Yet it remains open, undermining America's values and national security.
Join us now to help end this injustice and restore the rule of law. We call on President Obama to honor the principled and pragmatic commitment he made to close Guantánamo. Your voice matters.
Thank you for your commitment and support. Please see our mission statement for a more detailed analysis of why Guantánamo must be closed, and to see the list of prominent individuals and organizations who have signed it
Steering committee
Tom Wilner
Andy Worthington
Tom Wilner is an attorney, and was Counsel of Record for the Guantánamo prisoners in their cases before the Supreme Court in 2004 and 2008.
Andy Worthington is a freelance investigative journalist, the author of "The Guantánamo Files," and the co-director (with Polly Nash) of the documentary film, "Outside the Law: Stories from Guantánamo." He is known as a world authority on Guantánamo.