Il poligono di Teulada e l "santuari" nel poligoni

ZONE DI SACRIFICIO NAZIONALE- E IL N EVADA NON E' TEULADA

Dopo la chiusura del poligono di Viequez in Portorico vi è stata una intensificazione delle esercitazioni di tiro contro-costa della VI Flotta degli Usa nell'area di Teulada (zona di PortoScuso). Tra l'altro, in qualche esercitazione hanno operato anche navi della 2A Flotta USA che in precedenza si erano esercitate nel poligono di Viequez. Si è concentrato così nel poligono di Teulada un enorme volume di fuoco e si è aggravato il problema su cui finora si è taciuto, cioè delle "aree non più bonificabili". Quando in un poligono si genera un enorme accumulo di residui di proiettili e altro materiale distrutto si viene a determinare una area non più bonificabile e permanentemente interdetta all'abitazione. Un problema ovviamente assai grave perché si tratta di un terreno che diventa inaccessibile. Su questo gravissimo problema ci saremmo attesi, ma purtroppo così non è stato, un'ampia discussione nella relazione finale della Commissione d'Inchiesta del Senato del 9 gennaio 2013 e soprattutto l'accertamento delle gravissime responsabilità di quanto accaduto. Avrebbe dovuto essere stato monitorato per anni il personale che ha operato senza alcuna misura di protezione in una zona a così alto rischio.

Affermare che l'uranio impoverito non è stato impiegato in queste operazioni di tiro navale contro-costa effettuato da flotte straniere, è semplicemente un non-senso in quanto non si ha alcun modo di controllare il tipo di proiettili che vengono sparati dalle navi. E, d'altra parte, non è stato nemmeno mai emanato un bando internazionale al fine di proibire l'impiego di queste armi. Nessuna risposta si è avuta al perché. Inoltre, se non si recuperano i proiettili interrati, non si ha alcun modo di verificare di che tipo di proiettili si tratti. Per di più, in Italia, non abbiamo potuto disporre per anni (almeno fino alla fine degli anni '90) di strumenti idonei alla rilevazione delle radiazioni di uranio impoverito. Tanto è vero che in Bosnia (dove è stato utilizzato l'intensimetro RA 141B) non ci siamo accorti di 10.800 proiettili all'UI che erano stati gettati dagli Alleati e il nostro personale ha operato quindi senza alcuna idonea protezione. Anche a questo proposito nessun accertamento di responsabilità è stato fatto. E se in Bosnia non ci si è potuti accorgere della presenza deii'U.I. neppure ce ne potevamo accorgere nei poligoni. Ciò avrebbe dovuto essere risultato ben chiaro nella relazione. A parte comunque la presenza o meno di uranio impoverito, nei nostri poligoni dove vi è comunque una fortissima concentrazione di fuoco derivante da proiettili convenzionali e vi è quindi anche una fortissima presenza di nanoparticelle di metalli pesanti. E perciò è completamente errato affermare che nei poligoni non vi sono rischi. Il che, d'altra parte, lo si è dovuto ammettere anche nella Legge Finanziaria 2008, art. 2, commi 78 e 79. Quindi è da rivedere quanto è stato scritto in proposito nella relazione finale. Negli Stati Uniti, in relazione all'impossibilità di bonificare alcune aree, sono stati costituiti dei "santuari", zone che, per legge, debbono considerarsi come escluse dal territorio nazionale. Ma se questo è possibile in grandi spazi come può essere nel deserto del Nevada, la cosa sembra molto più problematica in uno spazio ristretto come può essere quello di Teulada e in genere della Sardegna. Dove la bonifica non può essere eseguita, deve essere attuata una recintazione delle zone, cosa che in Italia non è finora attuata e non se ne fa cenno nella relazione. Si viene a intensificare inoltre il problema delle cosiddette "operazioni vulcano" come vengono in gergo chiamate quelle operazioni di brillamento che si verificano periodicamente per far saltare in aria grandi quantitativi di residui bellici raccolti facendoli esplodere con apposite cariche in un "cratere". Queste "operazioni vulcano" creano un fungo che si innalza anche fino a un chilometro di altezza e le polveri tossiche si depositano poi sul suolo anche a rilevanti distanze portate dal vento e 'sono ovviamente causa di inquinamento del territorio. A qualche militare è stato chiesto se si fosse trovato "sottovento" o "sopravento" rispetto alle aree colpite. Il "comico" a volte prevale sul "serio"!