Diritto di rettifica dell'ambasciatore dell'Azerbaigian

In base al diritto di rettifica riferito all' articolo che potete leggere qui, pubblichiamo la seguente comunicazione inviata dall'ambasciatore dell’Azerbaigian Mammad Ahmadzada.

 

Spett.le CIVG,

 

Scriviamo in riferimento all’articolo a firma di E. Vigna  “Nel Nagorno Karabakh (Repubblica di Artsakh). Elezioni presidenziali concluse”, pubblicato nel vostro portale lo scorso  16 aprile 2020, chiedendo la pubblicazione in base alla normativa sul diritto di rettifica di questa nostra nota, a firma dell'Ambasciatore dell'Azerbaigian in Italia S.E. Mammad Ahmadzada.

Ciò che colpisce è l’impostazione generale dell’articolo, che approccia alle così dette “elezioni” in Nagorno Karabakh, territorio dell’Azerbaigian sotto occupazione militare da parte dell’esercito dell’Armenia, evitando di approfondire il percorso storico e la realtà attuale alla base della situazione della regione.

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Verfassungsschutz

Germania. Dal Verfassungsschutz (Polizia Segreta di Stato in Difesa della Costituzione) mi guardi Iddio, che dagli altri mi guardo io.

Mentre la corte berlusconiana celebrava le sue ultime e ributtanti cerimonie da tardo impero, la “severa e incorruttibile” Germania ci dava un’altra istruttiva lezione di quali siano i veri metodi di governo di un paese “democratico”. Sebbene il termine democrazia stia sempre più assumendo un significato negativo, mi attardo ad usare ancora le virgolette anche se oramai troppe rapine, colpi di stato, torture, esecuzioni mirate, massacri e stermini di massa sono stati compiuti nel suo nome. Siamo tutti ancora sgomenti di fronte alla notizia secondo cui, nel corso dell’ultimo decennio, un pugno di estremisti nazisti, ben noti alle autorità (vedremo poi i particolari) hanno scelto le proprie vittime e le hanno poi tranquillamente e impunemente assassinate.Quale colpa avevano ai loro occhi queste persone? Erano degli innocui “dannati della terra” che, per sfuggire alla fame ed alla miseria, avevano scelto di emigrare da qualche misero villaggio anatolico verso la Germania.

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Deposizione del Generale Fraser all'Aja, uno spettro circa la guerra in Bosnia

Deposizione del Generale Fraser all'Aja, uno spettro circa la guerra in Bosnia

 

Secondo il Generale canadese David Fraser, ex comandante UNPROFOR della città di Sarajevo: “…le forze musulmane di Sarajevo si sono rese responsabili di sparare sui propri civili, in modo pianificato, e noi, come forze dell’ONU, abbiamo protestato presso le autorità della città per denunciare tutto questo, ma senza esiti…”.

Nella sua testimonianza all’Aja, sentito come testimone al processo contro l‘ex Presidente serbo Karadzic, questo e molte altre “verità scomode e nascoste” sono emerse, che mettono in discussione nei fatti tutta la lettura occidentale dei tragici avvenimenti accaduti nella capitale bosniaca durante la guerra. Il generale ha anche dichiarato di aver saputo che membri francesi dell’Unprofor erano in possesso di video di cecchini musulmani che sparavano sulla propria gente, ma non li ha visti direttamente. Ha aggiunto che ripetutamente aveva chiesto alla leadership serba di non attaccare unità militari musulmane collocate vicino a siti civili, che avrebbero causato la morte di persone innocenti e anche di allentare i rigidi controlli dei convogli umanitari che entravano nella città, ma che i serbi sostenevano che attraverso quei convogli entravano anche le armi e che avrebbero intensificato sempre di più i controlli, ma questo causava ritardi nelle consegne degli aiuti alla popolazione che ne aveva un gran bisogno.

Alle persone intellettualmente oneste ed indipendenti, un ulteriore documento per costruire una fattuale e corretta lettura di quegli anni, che hanno provocato danni umani e materiali irreparabili per la popolazione civile, come sempre vittima dei “grandi giochi” ed interessi esterni, ai loro.

 A cura del Forum Belgrado Italia

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Mai Dimenticare

Forum di Belgrado per un mondo di eguali

MAI DIMENTICARE

 

Risoluzione finale della Conferenza Internazionale

Belgrado, 22/23 Marzo 2009

 

Il Forum di Belgrado per un Mondo di Eguali, in collaborazione con altre associazioni indipendenti della Serbia e in coordinamento con il Consiglio Mondiale per la Pace (WPC), ha tenuto a Belgrado il 23-24 marzo 2009, una Conferenza Internazionale intitolata “Obiettivi e conseguenze dell’aggressione della NATO contro la Repubblica Federale di Jugoslavia (Serbia e Montenegro) - 10 anni dopo”.

La Conferenza ha riunito circa 700 scienziati ed esperti di relazioni internazionali della Serbia e di 45 paesi di tutti i continenti, eccetto l'Australia. Circa 60 partecipanti hanno presentato i loro documenti sui vari aspetti dell'aggressione e delle sue conseguenze.

La cerimonia di apertura è stata tenuta dalla prof. Slavica Dukic Dejanovic, portavoce dell’Assemblea Nazionale della Serbia, dal sig. Petar Skundric, Ministro dell'Energia, così come da rappresentanti della chiesa ortodossa serba, della gioventù, dei veterani e di altre organizzazioni.

Il sig. Ivica Dacic, Vice-Primo Ministro e Ministro degli Interni ha rivolto un benvenuto alla Conferenza ed ha salutato gli ospiti stranieri a nome del Governo.

I partecipanti speciali del congresso erano la signora Socorro Gomes, Presidente, ed il sig. Thanasis Pafilis, Segretario Generale, del Consiglio Mondiale per la Pace.

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Forum di Belgrado per un Mondo di Eguali

Forum di Belgrado per un Mondo di Eguali

 

Il Forum di Belgrado per un mondo di eguali è un Associazione di cittadini, indipendente non governativa, no profit, e non partitica.

E’ stato fondato il 22 maggio 2001, ma le sue attività sono cominciate come associazione non governativa nell’autunno del 1999; le sue attività si svolgono nel territorio dell’ex Federazione Jugoslava, l’attuale Serbia ed a livello internazionale.

Il Forum di Belgrado è impegnato per la causa della pace, della libertà, della comprensione e solidarietà tra i popoli, per il conseguimento dei massimi livelli raggiunti a livelli europeo e mondiale, degli standard democratici, dei diritti civili, politici, economici e culturali dei popoli. Rifiuta le divisioni, le esclusioni fondate su aspetti politici, religiosi, nazionali, etniche e sociali.

Il Forum si batte per estendere la solidarietà e la collaborazione tra tutti i popoli e paesi, attraverso tutti gli strumenti del progresso universale.

A partire da questi presupposti generali fondanti, il lavoro del Forum di Belgrado si caratterizza nello studiare e analizzare i vari aspetti economico-sociali nella Serbia e nei Balcani, nel costruire relazioni internazionali nei paesi balcanici, in Europa e nel mondo, e fa un lavoro di informazione per l’opinione pubblica.

A partire da queste basi il Forum costruisce collaborazioni con organizzazioni e associazioni affini in Serbia, nei paesi vicini in Europa e nel mondo; partecipa e organizza assemblee e convegni su basi regionali e internazionali.

E’ membro come NGO di ECOSOC e del Consiglio Mondiale della Pace (WPC).

I membri del Forum di Belgrado sono in gran parte accademici, scienziati, scrittori, artisti, diplomatici, giuristi, giornalisti e altri intellettuali; con il loro lavoro e militanza volontari intendono contribuire e raggiungere gli scopi sopra indicati.

Il Presidente è Zivadin Jovanovic per molti anni diplomatico ed ex Ministro degli Esteri della Federazione Jugoslava.

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