Medio Oriente: Mutamenti profondi e forse irreversibili

Comincia con questa riflessione, la collaborazione di Angelo Travaglini, ex Ambasciatore, sancendo così l’adesione al CIVG di cui entra a far parte nel Comitato Scientifico.

Premessa

Gli eventi in corso di svolgimento in Iraq rivestono un’importanza primordiale nella misura in cui potrebbero rivelarsi portatori di mutamenti irreversibili nella mappa del Medio Oriente quale noi conosciamo.

La proclamazione, da parte dell’ISIL (Stato islamico in Iraq e nel Levante), di un Califfato su un’area che va dall’est della Siria all’ovest dell’Iraq, dall’alto significato simbolico seppur dalla portata effettiva tutta da verificare, avvenuta lo scorso 29 giugno, primo giorno del sacro mese del Ramadan, suona conferma degli intendimenti dello schieramento estremista, sorto in Iraq, di conferire tratti di legittimità e credibilità internazionale alla sua azione destabilizzante volta ad alterare la configurazione territoriale concordata agli inizi del secolo scorso dalle diplomazie di Francia e Gran Bretagna.

Con la proclamazione del Califfato la formazione jihadista ha ridato vita ad una forma di potere politico venuta meno nell’universo islamico con la scomparsa dell’Impero ottomano all’indomani della prima guerra mondiale.

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Scusate se non siamo morti a Slavjansk

 

Igor’ Druz’, consigliere del ministro della Difesa della Repubblica Popolare di Donec’k per l’informazione e la politica.


I miliziani hanno dovuto andarsene da Slavjansk. Certo, eravamo pronti a combattere fino alla fine, eravamo pronti a eseguire anche quest’ordine del comandante. Tutti noi abbiamo già fatto testamento e ci siamo congedati dalla famiglia. Ma siamo soldati, ed eseguiremo anche un ordine diverso. Tanto più che crediamo nella rispettabilità di Igor’ Strelkov e ci fidiamo della sua esperienza in ambito militare. Del resto ha già partecipato a quattro guerre come volontario. Che cosa sarebbe successo se l’esercito russo avesse deciso di difendere fino alla fine Mosca nel 1812, o Kiev nel ’41? Non ci sarebbe stata la presa di Parigi, e di conseguenza quella di Berlino, e i membri dell’“unico esercito alleato della Russia” sarebbero morti invano. Sono assolutamente convinto che vinceremo e libereremo anche Kiev. Pur non sapendo ancora a quale prezzo e quanto tempo ci vorrà. Perciò e’ molto strano leggere le odierne speculazioni di alcuni, in teoria patrioti, i quali accusano Strelkov di tutto e di più. Anche della resa della città. Farebbero meglio a ricordarsi che per mesi Strelkov e i suoi soldati, all’inizio solo alcune centinaia, poi un paio di migliaia, hanno eroicamente bloccato gli attacchi di un intero esercito. Armati quasi esclusivamente di armi leggere, hanno contenuto l’offensiva di 15mila militari professionisti.

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Kosovo: a Vitina distrutto il Monumento in memoria della lotta di liberazione dal nazifascismo

Un monumento che era stato costruito in onore dei partigiani Serbi e Albanesi che combatterono contro l’occupazione nazifascista è stato distrutto nel centro del paese di Vitina da estremisti albanesi. L’atto vandalico è avvenuto sotto gli occhi della polizia kosovara, alcuni membri della quale hanno infatti tranquillamente osservato la distruzione del Memoriale, senza minimamente intervenire.    

Il fatto che che l’obiettivo non sia stato attaccato per motivi “etnici”, (era dedicato alla memoria sia dei serbi che degli albanesi) chiarisce ancora meglio la situazione di violenza, di sopruso e di aggressività presenti nella realtà del Kosovo “liberato”. Ma soprattutto fa capire quali sono i valori e le radici storiche cui si rifanno le forze secessioniste.

La memoria dei partigiani antifascisti del Kosovo, ormai annientata.

Il patrimonio e la memoria storica e culturale del Kosovo, fino al 2000 conservato nelle tradizioni della ex Jugoslavia, viene oggi sistematicamente rimosso e spesso distrutto dai “nuovi” governanti della provincia serba. Agim Gerguri, direttore dell'Istituto per la Protezione dei Monumenti in Kosovo, membro del consiglio di governo, ha dichiarato che nessun monumento legato alle vicende della Seconda guerra mondiale è sulla lista dei monumenti che lo “Stato” del Kosovo protegge. Un altro monumento jugoslavo sulla ex piazza “Fratellanza e Unità” a Pristina, sarà sostituito da un monumento al comandante UCK ucciso, Adem Jashari.

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PUSSY RIOT: la vera storia

Le Pussy Riot litigano per denaro

 

Il fattore commerciale nel caso Pussy Riot ha completamente sopraffatto quello politico. Le componenti del gruppo, i loro avvocati e sostenitori sono tutti concentrati sul dibattito intorno alle Pussy Riot come su di un progetto di business di successo.

La prima prova del movente nascosto delle "anti- Putin” Pussy Riot è emersa nel mese di aprile di quest'anno, quando si è saputo che l’Agenzia Russa dei Brevetti ( Rospatent ) ha ricevuto una domanda di registrazione di “Pussy Riot” come marchio di fabbrica . L’attribuzione  giuridica del marchio è stata condotta dalla società cinematografica Web - Bio . Il direttore generale della società è Natalia Kharitonova , la moglie di Mark Feigin, uno degli avvocati delle ragazze . Dopo la registrazione del marchio della band punk era prevista la produzione di abbigliamento, distintivi, penne, stampe, giocattoli , film , così come spettacoli e concerti .

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CIVG Informa N°43

Se volete contattarci per collaborare con questo progetto, per proporci materiali, per chiedere altre informazioni o per essere cancellati dalla newsletter, inviate una mail a info@civg.it. A seguire, gli ultimi articoli caricati sul sito.

 

Drogatevi! E’ l’Europa che ce lo chiede
Andrea Baranes

L’Istat ha comunicato che dal prossimo anno anche attività illegali quali il traffico di droga o la prostituzione andranno a formare il PIL, ovvero la ricchezza prodotta nel Paese. Tra le prime reazioni, alcuni segnalano che anche la criminalità genera un suo – cospicuo – giro d’affari, e che se bisogna rappresentare correttamente la situazione vanno quindi considerate anche tali poste. Altri insistono sul fatto che è comunque per lo meno difficile valutare con esattezza la dimensione di tali attività, al di là delle stime fatte dalle autorità preposte al loro contrasto.

Il punto di fondo è però forse un altro. Può anche avere senso, in una certa misura, inserire le attività criminali nel computo del PIL. Quello che non ha senso, e il paradosso oggi in discussione ne è unicamente l’ultimo e più evidente esempio, è prendere il PIL a riferimento unico dello stato di un dato Paese, del suo benessere, e porre la crescita del PIL come unico obiettivo delle politiche economiche.

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SOS da Slavyansk, Donbass
Vera Petrovna Kubrichenko

Messaggio da una donna ucraina di Slaviansk

  

Vivo a Slavyansk, in quella città, dove c'è una guerra imposta dalla auto proclamata GIUNTA di Kiev (così si fa chiamare il cosiddetto governo), contro la popolazione civile. Ogni notte e ogni giorno dalla periferia della città, stanno bombardando le nostre case con cannoni di vario calibro. Alcune famiglie sono senza un tetto, ci sono feriti dai colpi di armi, da schegge e detriti dei muri colpiti. Nelle vicinanze della città ci sono cadaveri abbandonati di soldati dell’esercito ucraino che si rifiutavano di sparare sui civili, essi sono stati uccisi alle spalle dai militanti di “Pravy Sector” ( Settore Destro). La popolazione della città si rivolge a tutto il mondo: “ Fermate la Giunta di Kiev!”  Noi lanciamo un appello alla comunità internazionale per proteggere i bambini, le donne, gli anziani, perché si blocchi questa Giunta, si condannino le sue azioni e venga avviato un processo penale per le fucilazioni di civili!

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Il S.I. Cobas in lotta dentro il palazzo prefettizio
S.I Cobas

Comunicato S.I Cobas lavoratrici delle pulizie alla prefettura di Bologna

Oggi venerdì 6 giugno a Bologna 4 lavoratrici delle pulizie della cooperativa Euro Promos aderenti al S.I.Cobas hanno scioperato per richiedere il rispetto dei loro diritti. La cooperativa di Udine ha in appalto a Bologna la pulizia di diverse sedi amministrative della città felsinea, ma ciò non sembra di per sè garantire alcun rispetto dei diritti di queste lavoratrici.
Le 4 lavoratrici dovrebbero pulire i 2000 mt del palazzo prefettizio bolognese con i suoi 78 uffici e più di una dozzina di bagni in sole 6 ore e mezzo settimanali. Tutto il tempo che mettono in più semplicemente non viene pagato. Nonostante l'istituzionalità delle sedi (Prefettura e Commissariato di Santa Viola) in cui l'appalto si svolge la cooperativa Euro Promos si è potuta permettere di impiegare per mesi queste operaie senza nemmeno regolarizzare il loro contratto, con tutte le conseguenze che un contratto di lavoro non ritenuto valido crea ad uno straniero residente nel nostro territorio. Dopo una prima giornata di sciopero, il Sindacato Si.Cobas è stato convocato dalla Prefettura che ha assicurato di provvedere alla regolarizzazione di tale situazione.

 


Da Aleppo, j'accuse
Nabil Antaki

19 maggio 2014

Crimini di guerra e crimini contro l'umanità

 

3 milioni di abitanti civili di Aleppo, indipendentemente dalla loro religione o opinioni politiche, sono tenuti in ostaggio da due anni e sono le vittime di crimini di guerra e crimini contro l'umanità.

1-    Blocco totale della città sia rispetto alle persone che alle merci, ripetuto molte volte, il più lung è durato sei settimane: ciò ha comportato ogni volta una grave carenza di beni essenziali come ortaggi, frutta, benzina, carburante, medicine, carne, ecc .

 2 - Totale taglio dell’energia elettrica, da un paio di giorni fino a 11 giorni.

 3 - Arresto completo della fornitura di acqua da 2 fino a 11 giorni.

 4 - Tagli ripetuti delle comunicazioni per telefono e di internet, sia locali che internazionali, da un paio di giorni fino a 20 giorni consecutivi.

 5 - Bombardamenti quotidiani di zone abitate, con bombe o colpi di mortaio che lasciano molti morti e feriti.

 6 - Tiri di cecchini sui pedoni innocenti.

 7 - La distruzione sistematica del patrimonio archeologico e culturale.

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Le proteste contro la Shell, nel ricordo di Ken Saro-Wiwam
Luca Manes

27/05/2014

Ken Saro Wiwa

 

Una coincidenza a dir poco singolare. Cinque giorni fa cadevano i 20 anni dall’arresto del poeta e attivista nigeriano Ken Saro-Wiwa, che 18 mesi dopo sarebbe stato giustiziato a seguito di un processo farsa messo in piedi dal dittatore Sani Abacha e dai suoi sodali. Sempre il 22 maggio, ma di quest’anno, a Londra la oil corporation anglo-olandese Shell ha tenuto la sua assemblea degli azionisti. Varie organizzazioni britanniche, tra le quali Platform, da tempo in prima fila nel denunciare i disastri combinati in giro per il mondo dalle multinazionali del petrolio, hanno colto l’occasione per reiterare le loro richieste al nuovo amministratore delegato della Shell, Ben Van Beurden. Richieste semplici quanto nette: ripulite il Delta del Niger – macro-regione nel sud della Nigeria dove si trova la quasi totalità delle riserve petrolifere del Paese africano – e rispettate così quanto messo nero su bianco in un rapporto delle Nazioni Unite nel 2011. Quel dettagliato studio degli esperti dell’agenzia dell’Onu per l’ambiente, per il momento rimasto lettera morta, in realtà riguardava solo uno spicchio di Delta. Più precisamente la zona denominata Ogoniland, della quale era originario Ken Saro-Wiwa e dove il grande poeta e scrittore condusse le sue strenue battaglie contro la Shell, accusata di violare i diritti umani e di martoriare l’ambiente. Fin dagli anni ottanta infatti Saro-Wiwa si fa portavoce delle rivendicazioni della propria etnia Ogoni, maggioritaria nella regione, nei confronti delle multinazionali responsabili di continue perdite di greggio che ancora oggi danneggiano le colture di sussistenza e l’ecosistema della zona. Nel 1990 fonda il Mosop (Movement for the survival of the Ogoni people) e grazie a lui il movimento ottiene risonanza internazionale con una manifestazione di 300mila persone, che Saro-Wiwa guida al suo rilascio da una detenzione di alcuni mesi comminata senza processo.

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Elezioni in Siria del 3 giugno 2014
CIVG

Affluenza 73,42%

 

Candidati

Bashar al Assad

Hassan al-Nouri

Maher Hajjar

Partiti

Ba'ath

NIACS

Independente

Voti

10,319,723

500,279

372,301

Percentuale

 88.7%

4.3%

3.2%

 

Il 3 giugno 2014 si sono tenute le elezioni presidenziali in Siria il 3 giugno 2014.

Come risultato della guerra in corso, la Siria ha la popolazione di rifugiati più grande al mondo, e il voto per i rifugiati in alcuni paesi stranieri è iniziato nelle ambasciate siriane alcuni giorni prima della votazione in Siria stessa.

C'erano osservatori provenienti da più di 30 paesi, tra cui Bolivia, Brasile, Pakistan, Canada, Stati Uniti, Cuba, Ecuador, India, Iran, Iraq, Nicaragua, Russia, Sud Africa e Venezuela. Le delegazioni in visita, venute su richiesta della Siria, includevano parlamentari, politici, giornalisti, media, intellettuali e figure della società civile, oltre a sostenitori della pace e attivisti indipendenti.

Al termine hanno rilasciato una dichiarazione dicendo che le elezioni sono state " libere, eque e trasparenti". Il Consiglio di cooperazione del Golfo, l'Unione europea e gli Stati Uniti, non le hanno riconosciute definendole come illegittime.

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Caos in Libia: la guerra USA-NATO ha destabilizzato il Nord Africa e ora minaccia l'Europa
Timothy Alexander Guzman

da globalresearch

 

La Libia è in costante peggioramento sia politicamente che economicamente dopo l'invasione USA-NATO del 2011. Il South African News 24 ha riferito che  era scoppiata una battaglia tra le forze ribelli che hanno spodestato il presidente Muammar Gheddafi e militanti islamici nella città orientale di Bengasi. Khalifa Haftar (che aiutò l'Occidente a rimuovere Gheddafi) e il suo 'esercito nazionale' cercavano di "Purgare" la Libia da sospetti terroristi. Ci sono testimoni e anche un giornalista del Agence France-Presse (AFP), che hanno assistito all'evento suddetto.

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Gorbaciov sotto processo?
Anastasiya Vityazeva

Deputati della Federazione Russa chiedono al procuratore generale una verifica sulla legittimità della dissoluzione dell’URSS

Mikhail Gorbaciov

Deputati della Federazione Russa hanno chiesto al Procuratore Generale di verificare la legittimità della procedura di dissoluzione dell’URSS, avvenuta nel 1991. Secondo il loro parere i capi dell’Unione Sovietica di allora acconsentirono affinchè si compissero una serie di violazioni della legge, che hanno poi portato al crollo del paese. I parlamentari chiedono che vengano accertate le responsabilità del Presidente dell’URSS Mikhail Gorbaciov.

Lettera al procuratore

Cinque deputati della Duma di Stato della Russia hanno inviato una lettera ufficiale indirizzata al procuratore generale della Federazione Russa Yuri Chaika, chiedendo una verifica giudiziaria relativa ai fatti che si sono verificati nel periodo della dissoluzione dell’URSS. Gli autori sono rappresentanti di tutte le frazioni della Duma di Stato, ad eccezione dei membri del partito di sinistra “Russia Giusta". La richiesta è stata firmata da due comunisti Ivan Nikitchuk e Oleg Denisenko, il membro del partito liberal-democratico della Russia Mikhail Degtyarev, ma anche da due rappresentanti del partito al potere, "Russia Unita", Аnton Romanov ed Evgenij Fedorov.  Aspettano risposte a due domande. La prima è: c’è stato o no un intervento da parte di stati stranieri contro l’URSS? La seconda: avvenne un colpo di stato, simile a quello che succede oggi in Ucraina?

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Emir Kusturica : la Russia deve proteggere i russi che vivono in Ucraina
Enrico Vigna

"Purtroppo , l'Ucraina è ora sulla stessa strada che una volta era la Jugoslavia "

Il celebre regista Emir Kusturica, ritiene che la Russia deve tutelare i russi che vivono in Ucraina, e anche per salvare il paese dal disastro. Questo ha dichiarato il regista all’ITAR - TASS.

"…Purtroppo, l'Ucraina è ora sulla stessa strada che una volta era la Jugoslavia. E mi dispiace che sia così. Ora c'è in corso una catastrofe. Credo che la Russia deve proteggere i russi che vivono in Ucraina… E anche per contribuire alla causa dell'integrazione eurasiatica dell’Ucraina", ha detto Kusturica .

Secondo il regista, che era Samara in tour con la band rock “The No Smoking Orchestra”, il suo gruppo prevede di fare presto un tour nazionale a sostegno del popolo ucraino e della popolazione di lingua russa e degli altri fratelli….E uno dei brani del suo concerto sarà dedicato alla difesa della vita dei russi in Ucraina.

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Elezioni presidenziali 2014 a confronto
Padre Ambrogio

 

 

SIRIA

Affluenza alle urne: 73,42%

Percentuale del vincitore (Bashar Assad): 88.7%

Mancano i voti di alcune aree in cui i ribelli islamisti (che combattono il presidente eletto) sparano sui civili

 

UCRAINA

Affluenza alle urne: 45%

Percentuale del vincitore (Petro Poroshenko): 55%

Mancano i voti di alcune aree in cui la guardia nazionale (comandata dal presidente eletto) spara sui civili

 

Pubblicato da Padre Ambrogio – ortodossiatorino.it

 

 

 

SOS da Slavyansk, Donbass

Messaggio da una donna ucraina di Slaviansk

  

Vivo a Slavyansk, in quella città, dove c'è una guerra imposta dalla auto proclamata GIUNTA di Kiev (così si fa chiamare il cosiddetto governo), contro la popolazione civile. Ogni notte e ogni giorno dalla periferia della città, stanno bombardando le nostre case con cannoni di vario calibro. Alcune famiglie sono senza un tetto, ci sono feriti dai colpi di armi, da schegge e detriti dei muri colpiti. Nelle vicinanze della città ci sono cadaveri abbandonati di soldati dell’esercito ucraino che si rifiutavano di sparare sui civili, essi sono stati uccisi alle spalle dai militanti di “Pravy Sector” ( Settore Destro). La popolazione della città si rivolge a tutto il mondo: “ Fermate la Giunta di Kiev!”  Noi lanciamo un appello alla comunità internazionale per proteggere i bambini, le donne, gli anziani, perché si blocchi questa Giunta, si condannino le sue azioni e venga avviato un processo penale per le fucilazioni di civili!

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Drogatevi! E’ l’Europa che ce lo chiede

L’Istat ha comunicato che dal prossimo anno anche attività illegali quali il traffico di droga o la prostituzione andranno a formare il PIL, ovvero la ricchezza prodotta nel Paese. Tra le prime reazioni, alcuni segnalano che anche la criminalità genera un suo – cospicuo – giro d’affari, e che se bisogna rappresentare correttamente la situazione vanno quindi considerate anche tali poste. Altri insistono sul fatto che è comunque per lo meno difficile valutare con esattezza la dimensione di tali attività, al di là delle stime fatte dalle autorità preposte al loro contrasto.

Il punto di fondo è però forse un altro. Può anche avere senso, in una certa misura, inserire le attività criminali nel computo del PIL. Quello che non ha senso, e il paradosso oggi in discussione ne è unicamente l’ultimo e più evidente esempio, è prendere il PIL a riferimento unico dello stato di un dato Paese, del suo benessere, e porre la crescita del PIL come unico obiettivo delle politiche economiche.

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Il S.I. Cobas in lotta dentro il palazzo prefettizio

Comunicato S.I Cobas lavoratrici delle pulizie alla prefettura di Bologna

Oggi venerdì 6 giugno a Bologna 4 lavoratrici delle pulizie della cooperativa Euro Promos aderenti al S.I.Cobas hanno scioperato per richiedere il rispetto dei loro diritti. La cooperativa di Udine ha in appalto a Bologna la pulizia di diverse sedi amministrative della città felsinea, ma ciò non sembra di per sè garantire alcun rispetto dei diritti di queste lavoratrici.
Le 4 lavoratrici dovrebbero pulire i 2000 mt del palazzo prefettizio bolognese con i suoi 78 uffici e più di una dozzina di bagni in sole 6 ore e mezzo settimanali. Tutto il tempo che mettono in più semplicemente non viene pagato. Nonostante l'istituzionalità delle sedi (Prefettura e Commissariato di Santa Viola) in cui l'appalto si svolge la cooperativa Euro Promos si è potuta permettere di impiegare per mesi queste operaie senza nemmeno regolarizzare il loro contratto, con tutte le conseguenze che un contratto di lavoro non ritenuto valido crea ad uno straniero residente nel nostro territorio. Dopo una prima giornata di sciopero, il Sindacato Si.Cobas è stato convocato dalla Prefettura che ha assicurato di provvedere alla regolarizzazione di tale situazione.

 

Da Aleppo, j'accuse

19 maggio 2014

Crimini di guerra e crimini contro l'umanità

 

3 milioni di abitanti civili di Aleppo, indipendentemente dalla loro religione o opinioni politiche, sono tenuti in ostaggio da due anni e sono le vittime di crimini di guerra e crimini contro l'umanità.

1-    Blocco totale della città sia rispetto alle persone che alle merci, ripetuto molte volte, il più lung è durato sei settimane: ciò ha comportato ogni volta una grave carenza di beni essenziali come ortaggi, frutta, benzina, carburante, medicine, carne, ecc .

 2 - Totale taglio dell’energia elettrica, da un paio di giorni fino a 11 giorni.

 3 - Arresto completo della fornitura di acqua da 2 fino a 11 giorni.

 4 - Tagli ripetuti delle comunicazioni per telefono e di internet, sia locali che internazionali, da un paio di giorni fino a 20 giorni consecutivi.

 5 - Bombardamenti quotidiani di zone abitate, con bombe o colpi di mortaio che lasciano molti morti e feriti.

 6 - Tiri di cecchini sui pedoni innocenti.

 7 - La distruzione sistematica del patrimonio archeologico e culturale.

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Le proteste contro la Shell, nel ricordo di Ken Saro-Wiwam

27/05/2014

Ken Saro Wiwa

 

Una coincidenza a dir poco singolare. Cinque giorni fa cadevano i 20 anni dall’arresto del poeta e attivista nigeriano Ken Saro-Wiwa, che 18 mesi dopo sarebbe stato giustiziato a seguito di un processo farsa messo in piedi dal dittatore Sani Abacha e dai suoi sodali. Sempre il 22 maggio, ma di quest’anno, a Londra la oil corporation anglo-olandese Shell ha tenuto la sua assemblea degli azionisti. Varie organizzazioni britanniche, tra le quali Platform, da tempo in prima fila nel denunciare i disastri combinati in giro per il mondo dalle multinazionali del petrolio, hanno colto l’occasione per reiterare le loro richieste al nuovo amministratore delegato della Shell, Ben Van Beurden. Richieste semplici quanto nette: ripulite il Delta del Niger – macro-regione nel sud della Nigeria dove si trova la quasi totalità delle riserve petrolifere del Paese africano – e rispettate così quanto messo nero su bianco in un rapporto delle Nazioni Unite nel 2011. Quel dettagliato studio degli esperti dell’agenzia dell’Onu per l’ambiente, per il momento rimasto lettera morta, in realtà riguardava solo uno spicchio di Delta. Più precisamente la zona denominata Ogoniland, della quale era originario Ken Saro-Wiwa e dove il grande poeta e scrittore condusse le sue strenue battaglie contro la Shell, accusata di violare i diritti umani e di martoriare l’ambiente. Fin dagli anni ottanta infatti Saro-Wiwa si fa portavoce delle rivendicazioni della propria etnia Ogoni, maggioritaria nella regione, nei confronti delle multinazionali responsabili di continue perdite di greggio che ancora oggi danneggiano le colture di sussistenza e l’ecosistema della zona. Nel 1990 fonda il Mosop (Movement for the survival of the Ogoni people) e grazie a lui il movimento ottiene risonanza internazionale con una manifestazione di 300mila persone, che Saro-Wiwa guida al suo rilascio da una detenzione di alcuni mesi comminata senza processo.

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