DEMOCRAZIA NEI LUOGHI DI LAVORO: IMPORTANTE SENTENZA del Tribunale del Lavoro di Busto Arsizio

E’ LEGITTIMO CHE LA CUB TRASPORTI POSSA COSTITUIRE LA RSA ELETTA DAI LAVORATORI anche a seguito dell’intervento della Corte Costituzionale con la sentenza n. 231/2013.
E’ antisindacale negare ai lavoratori il diritto di scegliersi il sindacato e il diritto di rappresentarli.
Il Giudice del Lavoro Dott.ssa Francesca La Russa obbliga l’azienda a: 1) fissare, entro il 30.9.2014, un incontro con il sindacato ricorrente per discutere  la piattaforma rivendicativa; 2)  riconoscere il diritto di Cub trasporti a nominare proprie RSA; 3) riconoscere ai signori Giorgio Caramella e Giuseppe Parisi la funzione di RSA costituite nell’ambito del sindacato Cub trasporti ( LEGGI LA SENTENZA).

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Progetto Novorossiya

 

Centro Informazione e Solidarietà con la

NovoRossIya e l’Ucraina resistente

 

  

 

Noi non intendiamo restare inerti e silenti,

di fronte a quanto sta avvenendo in questi mesi contro la popolazione del Donbass e della Novorossiya: una aggressione militare feroce e brutale, con veri e propri crimini di guerra, in particolar modo contro i civili, che ha provocato un tragico disastro umanitario, come ormai documentato. Con centinaia di migliaia di civili dell’Ucraina orientale che sono bersaglio da mesi del fuoco dell’esercito della giunta golpista di Kiev, e dove le formazioni neonaziste di EuroMaidan, trasformatesi in Guardia Nazionale, compiono crimini efferati e disumani, contro bambini, donne e anziani.

La colpa delle popolazioni russofone e antifasciste dell'Ucraina sud orientale è stata quella di non accettare un governo golpista, con ministri ed esponenti dichiaratamente neonazisti e banderisti ( eredi del criminale di guerra e collaborazionista del nazismo hitleriano, Stepan Bandera), per la prima volta in Europa dopo la II Guerra Mondiale; un governo completamente asservito agli interessi economici occidentali e militari della NATO, sordo alle esigenze del proprio popolo.

Avevano solo richiesto semplicemente la difesa dei propri diritti, una federalizzazione che garantisse a tutti la possibilità di esprimersi e votare propri rappresentanti locali, il rispetto delle garanzie insite nella Costituzione ucraina; quindi una scelta di difesa della libertà e dell'autodeterminazione, oltrechè della memoria storica antinazista, per cui il popolo di quelle regioni ha pagato un prezzo altissimo e su cui fu costituito lo stato ucraino; così come il rispetto e la salvaguardia della fede ortodossa, parte secolare e popolare dell'identità slava.

Di fronte alla negazione ed alla reazione militare e violenta delle bande neonaziste, bracci armati della giunta di Kiev ( mai bisogna dimenticare cosa hanno fatto ad Odessa, un crimine contro l'umanità tuttora impunito: centinaia di cittadini civili assassinati uno per uno in un orgia bestiale e inumana, come documentato). Di fronte a tutto questo l'unica possibilità di difesa delle proprie libertà e della propria sopravvivenza materiale è stata la creazione di Milizie Popolari di autodifesa, che nell'escalation degli eventi di guerra è diventato un esercito.

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Intervista dell' 11 settembre a Igor Strelkov

Video molto importante per capire i giochi di potere interni alla Russia, tra i liberali che rialzano la cresta e i patrioti che resistono, questa conferenza stampa tenuta da Igor Strelkov, già comandante delle milizie popolari del Donbass e la situazione vera, non quella desiderata da molti in quell'area:

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CIVG Informa N°49

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Ancora un morto sul lavoro
Centro di Iniziativa Proletaria

Stamattina un altro ferroviere è morto sul lavoro. Alessio Corradini, ferroviere di 34 anni, dipendente da Rfi Spa, è morto stamattina, 5 agosto 2014, folgorato alle 11.20 mentre stava lavorando sui fili dell'alta tensione della linea ferroviaria Firenze Roma, nella stazione di Fabro-Ficulle, in provincia di Terni. La tragedia è avvenuta durante la manutenzione programmata della linea elettrica di alimentazione dei treni. In Rfi le cautele le procedure di sicurezza per la manutenzione - sulla carta pressoché perfette - si continuano a rivelare tragicamente inadeguate. Solo pochi giorni fa in Sicilia tre colleghi sono morti sotto ad un treno mentre lavoravano in linea.
Il tragico elenco dei morti sui binari continua ad allungati. Ogni commento appare insufficiente ad esprimere i sentimenti di rabbia e di impotenza che si provano di fronte a infortuni così prevedibili e ripetitivi. Ma qualcuno dovrà pure costringere Rfi, a interrompere questa strage ed a far rispettare le precauzioni necessarie. Il governo si gingilla con 'le riforme'  costituzionali ignorando colpevolmente che la Costituzione deve essere ancora applicata.
L'ansf scrive decreti senza preoccuparsi di controllare se vengono applicati. Gli organi di vigilanza delle ASL e delle DPL vengono depotenziati e demotivati. La magistratura apre le inchieste sempre dopo.....

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Una guerra coloniale
Angelo Travaglini

 

Premessa

I tragici eventi che dallo scorso 8 luglio hanno insanguinato la martoriata Striscia di Gaza acquistano una marcata rilevanza se si pensa alla circostanza che quest’anno si celebra il centesimo anniversario dell’inizio della Prima Guerra Mondiale, che registrò il maggiore tributo di sangue nella storia del nostro continente.

Agli inizi dello scorso secolo il mondo era segnato dallo sfruttamento selvaggio e dal dominio incontrastato delle grandi Potenze europee sulle aree “periferiche” del mondo, Africa, Medio Oriente, Asia, America latina.

Non vi erano limiti alla proiezione di violenza e di arbitrio dei Paesi depositari di una civiltà ritenuta “superiore”. Chi scrive queste note è stato per diversi anni testimone diretto dello spettacolo di rovina e di distruzione lasciato dalle Potenze coloniali, Francia, Belgio, Gran Bretagna ed anche Italia nelle regioni situate a sud delle rive meridionali del Mediterraneo.

Intere comunità portano ancora, anche nei tratti fisici e mentali, lo stigmate delle terribili sofferenze subite che, sotto mutate spoglie, in un quadro politico-istituzionale in sintonia con i tempi, continuano peraltro a caratterizzare la vita di quelli che lo scrittore di lingua francese Frantz Fanon era solito definire “i dannati della Terra”.

Questo era il quadro internazionale nel quale maturarono le condizioni che portarono allo scoppio del primo conflitto mondiale dove lo scontro degli imperialismi generò milioni di morti ed indicibili devastazioni. Una guerra dai tratti di mostruosa disumanità dalla quale scaturirono ulteriori sconvolgenti conseguenze portatrici a distanza di vent’anni di un’altra conflagrazione dagli effetti nefasti per l’immagine e gli stessi interessi dell’Europa.

Ho ritenuto opportuno partire da questa premessa per far comprendere come il tipo di guerre che con implacabile cadenza lo Stato di Israele ha scatenato dalla fine degli anni quaranta contro il popolo palestinese ricalca in larga misura il comportamento delle Potenze coloniali europee contro i “dannati della Terra” fino alla metà del secolo scorso.

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In difesa della Palestina
REDH

La Paz, Stato Plurinazionale della Bolivia, 4 agosto 2014.

 

 

La Rete di Difesa dell’umanità, davanti ai tragici eventi che sta vivendo il fraterno popolo palestinese di Gaza, in accordo con il suo dovere dichiara quanto segue:

Dichiariamo la nostra adesione alle parole del compagno Evo Morales, fondatore della Rete in Difesa dell’Umanità e Presidente dello Stato Plurinazionale della Bolivia, quando dichiara Israele come Stato terrorista.

Esprimiamo la nostra condanna assoluta del genocidio subito dal popolo palestinese per mano di uno Stato fondato sull’espropriazione e sull’occupazione coloniale dei territori palestinesi.

Noi riconosciamo ed esprimiamo la nostra solidarietà all’eroica lotta del popolo palestinese e delle sue organizzazioni di resistenza, soprattutto a Gaza, contro il tentativo di Israele di sterminarlo e di strappare i rimanenti brandelli di quello che fu la sua patria.

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Per chi suona la campanella?
Giuseppe Zambon

21 agosto 2014

Il costo della scuola pubblica aumenta, mentre Renzi & Giannini vendono fumo e preparano una stangata.

La crisi economica continua a pestare duro sulle fasce deboli dei cittadini, ce lo hanno ricordato i rapporti dell’Istat e del Censis a inizio estate, ora ce lo confermano le proiezioni sul PIL prossimo venturo dell’Italia e dell’Europa intera. Siamo in recessione o in stagnazione dove va bene e tutti, ma proprio tutti gli economisti, invocano almeno un po’ di inflazione, così da drenare quel quid in più di denaro ai cittadini a parità di consumo. Da non crederci, ci avviamo così ad un decennio di decrescita infelice, almeno per quanto riguarda il nostro paese. In questo devastato quadro economico e sociale, dentro un impoverimento di massa, ci troviamo a fare i conti con un fenomeno in controtendenza, che dovrebbe fare la felicità dei ‘nostri economisti’ ma che, in verità, gonfia solo il portafoglio di un oligopolio di editori, forti della loro posizione dominante e garantiti dalla loro ‘indispensabile’ funzione sociale.

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La metropolitana di Gaza
Uri Avnery , Gush Shalom (*)

13 agosto 2014

Tel Aviv non ha il metro. E’ qualcosa di cui si sta parlando da decenni. I vari sindaci l’hanno via via promesso. Ma, disgraziatamente, ancora il metro non c’è. Quando l’esercito israeliano è entrato nella Striscia di Gaza e vi ha  trovato un incredibile sistema di tunnel sotterranei, gli è passata un’idea per la testa: perché non invitare Hamas a costruire il metro di Tel Aviv? Loro hanno l’esperienza, la tecnologia, i progettisti e la mano d’opera. Ma questa guerra non è uno scherzo. E’ una tragedia terribile.  Dopo 29 giorni (finora) di lotta, chi ha vinto? E’, naturalmente, troppo presto per trarre conclusioni definitive. Il cessate il fuoco è finito. Ci vorranno mesi e anni per trarre tutte le conseguenze. Ma la saggezza popolare israeliana ha già tirato le proprie conclusioni: è un pareggio. Questa conclusione, in se stessa, è una specie di miracolo.

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Iran. Dove è finito Mahmaoud Ahmadinejad?
informazionescorretta

Questa era la dittatura di cui ci parlavano gli sciocchi nostrani. Guidati dalle loro letture come “Repubblica” e dalla loro banalità ci parlavano di dittatura e di un feroce dittatore. Oggi che ha perso le elezioni il Presidente Amhadinejad torna al lavoro (con l’autobus). Ce ne sono tanti di uomini così in Italia?

Eletto due volte alla presidenza dell’Iran, compiuto il suo secondo mandato, sconfitto alle ultime elezioni, Mahmaoud Ahmadinejad che cosa fa adesso? Ha ripreso il suo lavoro di professore all’università di Teheran, dove insegna ingegneria.

Eccolo mentre va al lavoro sui mezzi pubblici, come qualunque altro cittadino. Senza auto blu, senza scorta, non disturbato dagli altri passeggeri. Poveramente vestito come al solito.
Naturalmente, l’Iran è una teocrazia demoniaca e irrazionale, non una democrazia come la nostra.
Noi abbiamo la più bella Costituzione del mondo. Ma non ricordiamo di alcun politico italiano che, disfatto alle elezioni, torni alla sua vita lavorativa. Nemmeno il professor Mario Monti è tornato alla Bocconi; ma lì forse il problema è che alla Bocconi, una volta che se ne sono liberati, non lo vogliono. Lo stiamo mantenendo noi cittadini, come senatore a vita. A Teheran non sembra esistano cariche di senatori a vita dispensate dalla Guida Suprema. Un popolo incivile.

Da informazionescorretta

 

Kosovo: a Vitina distrutto il Monumento in memoria della lotta di liberazione dal nazifascismo
Enrico Vigna

Un monumento che era stato costruito in onore dei partigiani Serbi e Albanesi che combatterono contro l’occupazione nazifascista è stato distrutto nel centro del paese di Vitina da estremisti albanesi. L’atto vandalico è avvenuto sotto gli occhi della polizia kosovara, alcuni membri della quale hanno infatti tranquillamente osservato la distruzione del Memoriale, senza minimamente intervenire.    

Il fatto che che l’obiettivo non sia stato attaccato per motivi “etnici”, (era dedicato alla memoria sia dei serbi che degli albanesi) chiarisce ancora meglio la situazione di violenza, di sopruso e di aggressività presenti nella realtà del Kosovo “liberato”. Ma soprattutto fa capire quali sono i valori e le radici storiche cui si rifanno le forze secessioniste.

La memoria dei partigiani antifascisti del Kosovo, ormai annientata.

Il patrimonio e la memoria storica e culturale del Kosovo, fino al 2000 conservato nelle tradizioni della ex Jugoslavia, viene oggi sistematicamente rimosso e spesso distrutto dai “nuovi” governanti della provincia serba. Agim Gerguri, direttore dell'Istituto per la Protezione dei Monumenti in Kosovo, membro del consiglio di governo, ha dichiarato che nessun monumento legato alle vicende della Seconda guerra mondiale è sulla lista dei monumenti che lo “Stato” del Kosovo protegge. Un altro monumento jugoslavo sulla ex piazza “Fratellanza e Unità” a Pristina, sarà sostituito da un monumento al comandante UCK ucciso, Adem Jashari.

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La confessione di due soldati dell’esercito ucraino

6 agosto 2014

Donec’k, 4 agosto 2014. Intervista a due membri dell’esercito ucraino fatti prigionieri dai miliziani del Donbass. Uno di loro e’ il comandante del lanciarazzi “Grad” della 93esima brigata delle forze armate dell’Ucraina.

 

“Presentati, per favore” :  “Pabs Sergej Ivanovich

“Di dove sei?”:

Dell’Oblast’ di Kirovograd”  “

Come sei finito nell’esercito?”

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Kiev, commissione parlamentare scagiona i “Berkut”: non spararono contro i dimostranti pro-Europa a Maidan

 

Durante gli eventi di Kiev dello scorso febbraio, le forze speciali di polizia "Berkut" non spararono contro i dimostranti pro-Europa.

E' la conclusione a cui è giunta la commissione temporanea d'inchiesta della Verchovna Rada (Parlamento ucraino).

Gli esperti sono giunti a questa conclusione grazie all'analisi balistica dei proiettili utilizzati dai cecchini. Gli investigatori ritengono che ad aver sparato contro i manifestanti siano stati presumibilmente uomini non degli organi dello Stato.

In centro a Kiev le proteste di massa antigovernative scoppiarono il 21 novembre scorso: oltre 100 persone hanno perso la vita, più della metà delle quali sono rimaste uccise il 20 febbraio.

Per saperne di più: http://italian.ruvr.ru/news/2014_05_13/Kiev-commissione-parlamentare-scagiona-i-Berkut-non-spararono-contro-i-dimostranti-pro-Europa-a-Maidan-0973/

 

Da La Voce della Russia - 13 maggio

 

Nei negozi di Kiev è apparso il pane per i poveri

21 agosto 2014

 Il nome ufficiale non è, naturalmente, "pane per i poveri", ma "хлеб по упрощенной рецептуре" ("pane da ricetta semplificata"). Da un paese che sta chiamando un genocidio "operazione anti-terrorismo", possiamo aspettarci una certa delicatezza nelle terminologie, ma a conti fatti l’apparizione di questo pane è un indizio che l'Ucraina sta andando verso la fame. Di fronte a una giunta che incassa miliardi da Stati Uniti e Unione Europea, ma che ha dimezzato le pensioni, vediamo come si può sfamare oggi un cittadino ucraino. La pensione media in Ucraina è stimata attorno a 500 grivne (28 euro!), un salario medio circa il doppio. Comprare ogni giorno una pagnotta di "pane da ricetta semplificata" (poco più di 3 grivne) costa una media di 90 grivne al mese: un lavoratore medio deve spendere il 9% dei suoi introiti, e un pensionato il 18%... PER IL SOLO PANE! Non male, per un paese avviato alla "integrazione europea", eh?        

Padre Ambrogio- ortodossiatorino

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Ucraina: “E’ una guerra civile non un operazione anti terrorismo!”. Poroshenko mente sulla guerra nella parte orientale del paese. Una coraggiosa denuncia della deputata Viktoria Shilova contro la guerra.

video posted by Anti-Maidan in YouTube.

Viktoria Shilova, membro allontanato del Parlamento ucraino, da Dnipropetrovsk, chiede al presidente ucraino ed al suo governo di fermare la guerra civile e denuncia il numero effettivo delle vittime della guerra. La Shilova è anche leader del Movimento Anti Guerra Ucraino (Anti Voyna). Rivolgendosi al popolo ucraino con un video, sui temi relativi alla guerra in corso in Ucraina orientale, nel suo discorso rivela anche informazioni preziose sul numero effettivo di vittime subite da parte dell'esercito ucraino, dato che è stato finora nascosto al popolo dal governo di Poroshenko. A seguire il video e la trascrizione del suo coraggioso e documentato discorso. Con queste documentazioni intendiamo far conoscere e solidarizzare con quelle forze e personalità ucraine, che nonostante violenze, minacce, persecuzioni terroristiche, continuano a non riconoscere e a non riconoscersi nella giunta di Kiev, e con coraggio ad opporsi ad essa mettendo a rischio le proprie vite, e che quindi si integrano con pieno diritto con le forze popolari che nella Repubblica di NovoRossya stanno combattendo per respingere dalla loro terra l’arrivo dei neonazismo della giunta di Kiev. Verso esse va la nostra solidarietà ed il nostro supporto, che verrà esplicitato in passaggi concreti, come è nella prassi di impegno del CIVG, che indicheremo nei prossimi giorni.

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Contributi per capire la situazione del Donbass

25 agosto 2014

Chi sopravvivrà ancora una generazione, troverà difficile spiegare ai bambini di domani le ragioni dell’indifferenza del mondo alla tragedia dell’Ucraina orientale nel 2014.

https://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=0ozdz7fMdXI

Una delle regioni per cui è necessario un aiuto umanitario (ma anche una chiara presa di posizione politica) è che in Donbass è in corso, che lo si voglia ammettere o no, un genocidio. Chi ancora non ci crede, o non vuole crederci, può vedersi questo filmato (lungo, ma non più di uno dei tanti film per cui passiamo volentieri un’ora o più davanti a uno schermo... e se è pieno di immagini raccapriccianti, è proprio perché è la documentazione di un genocidio):

Le domande si affollano nella mentre di chiunque si sente (a buon diritto) turbato da ciò che vede. Il fatto di essere stati nutriti per mesi di mezze verità propagandistiche (o di assordanti silenzi stampa) fa sentire indignati. E tra i più indignati sembrano essere gli stessi ucraini a cui sono state fatte promesse vuote e che ora piangono anch’essi i loro morti; potete sentire un po’ di sincere proteste in questo video, girato a Novgorod Volinskij, nell’Ucraina del nord-ovest, dove sono ritornati 83 soldati di una brigata meccanizzata composta da 4700 uomini, per chiedere ai loro capi perché sono stati inviati “a morte certa”:

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Nasce a Lugansk il battaglione dei russini

24.08.2014

 

Il 23 agosto, nella Repubblica Popolare di Lugansk è stata creata la prima unità etnica della milizia - il battaglione dei russini, dedicato a Ivan Georgievich Kundrja (archimandrita Iov di Ugol') - noto missionario ortodosso carpato-russo e veterano della Seconda Guerra Mondiale ( ndt: dove era al fronte e come cittadino della Repubblica Cecoslovacca, ha servito nella brigata di volontari cecoslovacca del generale Ludvik Svoboda, in artiglieria, ricevendo anche medaglie al merito della Grande Guerra Patriottica). Fanno parte del battaglione volontari russini dalla Rus' Carpatica, dalla Prjashevshchina (Slovacchia), dalla Lemkovina (Polonia) e dall'Ungheria. 387 persone, comandate da Jurij A. Jantso.

da antimaydan.info