Protesta pacifista davanti al consiglio regionale
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- Scritto da Comitato Pace e Disarmo
7 febbraio 2025
Cresce la militarizzazione della scuola, ma l’Ufficio Scolastico Campania continua ad ignorare proposte di educazione alla pace
Da oltre un decennio il Comitato Pace e Disarmo Campania organizza e mette in rete iniziative per diffondere una cultura nonviolenta e la pratica dell’educazione alla e per la pace. Viceversa, in questi anni, scolaresche di ogni ordine e grado sono state oggetto d’iniziative propagandistiche delle Forze Armate sia all’interno degli istituti, sia con discutibili visite ‘didattiche’’ a comandi militari, caserme ed aeroporti.
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La lotta di Masafer Yatta: i cinque punti salienti dell’intervista di The FloodGate ad Alaa Hathleen
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- Scritto da Romana Rubeo
4 marzo 2025
I resti di una demolizione in un villaggio di Massafer Yatta
Nel podcast The FloodGate, Voices from Palestine, Alaa Hathleen di Masafer Yatta parla della vita sotto il regime militare, della violenza dei coloni e della continua lotta della comunità contro la pulizia etnica
Il 2 marzo il documentario No Other Land ha vinto un Oscar; vi si documenta la lotta dei palestinesi sotto l’occupazione israeliana in corso a Masafer Yatta.
In questa puntata di The FloodGate, Robert Inlakesh di Palestine Chronicle ha parlato con Alaa Hathleen, attivista e abitante di Masafer Yatta, della vita sotto il regime militare, delle realtà quotidiane dello sfollamento e della resistenza incrollabile della comunità contro le forze israeliane e gli attacchi dei coloni.
Masafer Yatta è uno dei casi di più lunga data di pulizia etnica nella Cisgiordania occupata, eppure la sua gente si rifiuta di essere cancellata.
Ecco cinque punti chiave della testimonianza di Alaa Hathleen.
Padova - Il diritto allo studio non si misura
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- Scritto da globalproject
Un appello del Collettivo Universitario Spina alla comunità universitaria, accademica e al mondo della formazione contro i fogli di via emessi a 12 studenti.
Dodici studentɜ dell’Università di Padova sono stati allontanati dalla città con un foglio di via, una misura preventiva che vieta la permanenza per quattro anni. Il provvedimento, emesso dopo una risposta a una provocazione neofascista, colpisce giovani con contratti d’affitto e radicati nella vita universitaria. Il Collettivo Universitario Spina denuncia l’uso politico della repressione e chiama la comunità accademica a mobilitarsi. Per questo, mercoledì 26 febbraio alle 17:30 ha lanciato un’assemblea aperta al Polo Beato Pellegrino per discutere e organizzare una risposta collettiva.
Pietre tombali: le stragi del traghetto Moby Prince e del treno pendolari a Pioltello
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- Scritto da Comitato per la difesa della salute nei luoghi di lavoro e nel territorio
Martedì 25 febbraio scorso il procuratore del PM del tribunale di Livorno ha chiesto al giudice per le indagini preliminari l'archiviazione dell'inchiesta sul disastro del Moby Prince, il traghetto andato a fuoco il 10 aprile del 1991, dopo la collisione con la petroliera Agip Abruzzo davanti al porto di Livorno.
140 morti asfissiati o bruciati, l’intero equipaggio e i passeggeri, un solo superstite.
Il PM ha spiegato che dopo 34 anni sono cadute in prescrizione (ma và....) tutte le ipotesi di reato tranne quella di “strage dolosa”, e quindi ha chiesto l’archiviazione del procedimento.
140 morti senza verità né giustizia, come spesso è accaduto nel nostro Bel Paese delle stragi impunite.
Anche qui, dopo anni di tentativi di attribuire la responsabilità della più grande tragedia e del più grave incidente sul lavoro della navigazione mercantile alla condotta dell’equipaggio della Moby Prince, scende una pietra tombale.
Sul fatto che quella notte, in rada, c’erano navi militari statunitensi non autorizzate (ben 9) che caricavano e scaricavano armi (siamo vicini alla base militare USA di Camp Derby),un’altra imbarcazione appartenente ad una flotta Somala (che 3 anni dopo sarà oggetto di un’inchiesta della giornalista Ilaria Alpi e del suo fotografo Milan Hrovatin che finirà.... con la morte – anch’essa misteriosa – dei due), un elicottero non identificato che volava sul mare neanche una parola. La colpa è... della nebbia che non c’era, come affermato da numerosi testimoni anche davanti alla Commissione parlamentare.
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In prima linea all’inferno: testimonianze dei dottori di Gaza
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- Scritto da Sally Ibrahim
10 marzo 2025
Lavorando instancabilmente tra sofferenze inimmaginabili, i medici di Gaza sono stati arrestati, torturati e deliberatamente presi di mira dalle forze israeliane.
L’oscurità incombeva sulla sala operatoria dell’Ospedale Arabo Al-Ahli nel centro di Gaza mentre il chirurgo Issam Abu Ajwa concentrava tutte le sue energie nel salvare un paziente, il movimento delle attrezzature mediche si mescolavano ai gemiti dell’uomo ferito.
Mentre il medico lottava disperatamente per salvargli la vita, le porte della sala operatoria si spalancarono all’improvviso con violenza. Il Dottor Ajwa si voltò, ancora stringendo uno strumento intriso di sangue, per trovarsi davanti un gruppo di soldati israeliani armati.
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