Di chi è la Guyana Esequiba?

 

PATRIA GRANDE CIVG / ANALISI / SPECIALE ESEQUIBO

 

I precedenti storici

La disputa territoriale sul territorio dell’Esequibo, che coinvolge Venezuela e Guyana ex-britannica, è uno degli infausti lasciti della colonizzazione che le voracità imperiali continuano ad usare a proprio beneficio. Per capirne le radici e l’attuale portata occorre ripercorrerne, anche per sommi capi, la storia.

Già due anni dopo il primo sbarco di Colombo, quel fatidico 1492 che segnò l’inizio del genocidio e della conquista, i regni di Spagna e Portogallo stabilivano la spartizione del "Nuovo Mondo”, assegnando alla Spagna anche il vasto territorio che dal massiccio di Guyana digrada verso l’Oceano Atlantico, subito sopra l’Equatore.

Ma un territorio così vasto da presidiare si prestava all’insediamento e sfruttamento da parte di altri appetiti europei. In particolare, nella regione che si estende ad Est del fiume Esequibo si stabilirono dei coloni provenienti dai Paesi Bassi. Nel 1648 essi firmarono con la Spagna un trattato in cui si vedevano riconosciuta la propria indipendenza, pur continuando nei secoli successivi contese territoriali con l’impero britannico a suon di guerre, trattati, compravendite e cessioni. Gli olandesi ne conquistarono definitivamente una parte nel 1667: la Guyana olandese rimase sotto il loro governo fino al 1975, anno dell’indipendenza, quando prese il nome di Suriname.

Il resto del territorio fu variamente conteso e divenne Guyana britannica dal 1814, come colonia del Regno Unito. Nel 1966 ottenne l’indipendenza col nome di Repubblica Cooperativa di Guyana pur rimanendo nell'ambito del Commonwealth.

Per quanto riguarda il Venezuela, data fondamentale è il 1777, quando la Spagna ne riunisce in un’unica entità tutte le province formando la Capitaneria Generale del Venezuela, la cui frontiera orientale era il fiume Esequibo che, partendo in prossimità del confine brasiliano, sfocia nell’Atlantico dopo un percorso di 1014 km. Tutte le costituzioni del Venezuela, dal 1819 in poi, definiscono come proprio territorio quello riportato dalle mappe della Capitaneria Generale del Venezuela.

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Lavrov: la situazione in Serbia è difficile ma sotto controllo, anche se hanno cercato di prendere il potere illegalmente

12 gennaio 2024      

 

Così, il ministro degli Esteri russo ha sintetizzato la situazione, sottolineando che l'Occidente è evidentemente innervosito dal fatto che il popolo serbo sostiene il presidente A. Vučić, e che Mosca è sempre pronta ad aiutare il popolo amico serbo.

 

Lavrov: La situazione in Serbia è sotto controllo, anche se hanno cercato di prendere il potere illegalmente©

E’ evidente che l'Occidente non era pronto ad accettare i risultati delle elezioni in Serbia e il sostegno che la stragrande maggioranza del popolo di quel paese ha dato al presidente Vučić, ha dichiarato a "RIA Novosti" il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov.

Per questo motivo è stato tentato di "organizzare una Maidan serba” e la presa illegale del potere, ma la Serbia ha ricordato gli eventi in Ucraina del 2014 e come lì si è concluso il colpo di stato, motivo per cui non sono state molte le persone alle proteste di piazza.

Nell’intervista, il ministro degli Esteri russo, ha sottolineato che "i cittadini serbi non si fidano di quei politici che a parole si oppongono alla violenza e che nelle loro azioni si comportano in modo completamente opposto, ignorando i risultati della volontà popolare e provocano le forze dell’ordine. Ma la situazione nella Repubblica di Serbia è stabile, le autorità del paese mantengono fermamente la situazione sotto controllo, comprendendo chiaramente che questo è attualmente l’obbiettivo primario per l'interesse nazionale … ”.

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A proposito di sionismo e semitismo

 

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…iniziamo con il cercare di capire come e quando è nato il sionismo.

Solitamente si ritiene che esso sia originato da un filone di pensiero, sorto all’interno della comunità ebraica, verso i primi anni del secolo scorso (od alla fine del precedente) ed abbia trovato una sua prima attuazione concreta nella fondazione di Israele. Questo fatto è stato comunque accompagnato da una forte crescita dell’influenza di un certo “ceto” ebraico nel campo economico e della finanza mondiale. Il nido in cui tale influenza ha potuto svilupparsi si trova negli USA, il cuore dell’America, ed in parte anche in Inghilterra. Fu proprio in seguito a questa forte influenza che l’Inghilterra acconsentì alla cessione della Palestina, al termine del secondo conflitto mondiale, affinché gli ebrei (vittime di persecuzioni e sterminio) potessero fondare (o rifondare) una loro patria. La famosa “terra promessa”… Ed il ritorno in quella casa ideale avvenne con una celere penetrazione e occupazione del territorio palestinese, considerato “proprio”.

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L’ex capo dell’intelligence serba, A. Vulin, ha dichiarato “…sapevamo che, subito dopo la sconfitta elettorale, il partito della NATO in Serbia avrebbe tentato un Maidan”

14 gennaio 2024

 

 

 Aleksandar Vulin Archives - Bh Dijaspora

 

L’ex direttore della BIA (Servizi di Sicurezza serbi), costretto a dimettersi pochi mesi fa per le pressioni e minacce occidentali sul governo di Belgrado, in una intervista a RIA Novosti, ha confermato che il governo era al corrente dei tentativi di golpe che si sarebbero verificati.

Vulin è anche stato, precedentemente, Ministro della difesa della Serbia, un politico che non ha mai nascosto la sua contrarietà alle ingerenze e responsabilità occidentali circa la situazione nei Balcani e anche rivendicato coraggiosamente il rifiuto di sanzioni alla Russia, scontrandosi costantemente in tutti questi anni con NATO e USA, ha confermato il ruolo destabilizzatore edi ingerenza interna alla Serbia per sovvertirne le sue istituzioni, giudicate poco sottomesse ai loro piani  e programmi. Per questo da sempre è accusato dall’Occidente di essere un “uomo di Mosca” nell’area balcanica.

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I rabbini americani interrompono la riunione delle Nazioni Unite e chiedono a Biden di smettere di bloccare la pace a Gaza

12 Gennaio 2024

 

Jewish Americans calling for a cease-fire in the Israel-Hamas war in Gaza :  NPR

 

La riunione dell’Assemblea Generale fa seguito al recente veto degli Stati Uniti sull’emendamento alla risoluzione per il cessate il fuoco a Gaza. L’inviato palestinese chiede al mondo di porre fine alla “schizofrenia” di opporsi alle atrocità della guerra e allo stesso tempo mettere un veto alla pace.

Decine di rabbini americani hanno interrotto una riunione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York per chiedere che Washington smetta di impedire al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di intraprendere azioni urgenti a sostegno di un cessate il fuoco immediato e permanente a Gaza.

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