Emergenza Settore Destro (Pravy sector) in Lituania
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- Scritto da Adomas Abromaitis
29 febbraio 2016
Una delle conseguenze dei cambiamenti geopolitici che ha caratterizzato la società civile moderna è stato l’aumento di popolarità delle unità paramilitari in tutta Europa. Questo fenomeno è particolarmente visibile nei Paesi baltici preoccupati per l’aumento delle attività militari della Russia.
L’Unione dei fucilieri lituani ne è un esempio eloquente. Fondata nel 1989, l’Unione è diventata molto popolare negli ultimi anni: il numero dei suoi aderenti è cresciuto in maniera significativa. Ora ha circa 8.000 membri, due anni fa erano 6.000.
Addestrata da personale militare e gestita sotto la responsabilità del ministero della Difesa, l’Unione ha il chiaro scopo di sostenere le capacità dell’esercito regolare ed agire come un deterrente ulteriore contro le aggressioni esterne.
Come risultato di questa operazione di sicurezza ambientale, l’entusiasmo per questa organizzazione di difesa volontaria è stato sottolineato dal governo come un “contributo prezioso” alla difesa nazionale.
Nel mese di dicembre 2015 all’Unione sono state concesse armi automatiche in un accordo con il ministero della Difesa nazionale lituana. In precedenza, il Fondo Armi lituano, il 23 marzo 2015 aveva consegnato le armi e i giubbotti antiproiettile anche all’Unione dei fucilieri.
Ma, come sappiamo, la strada per l’inferno è lastricata di buone intenzioni. C’è un vero e proprio pericolo per affrontare l’emergenza di un nuovo potere aggressivo all’interno del Paese. Anche se l’Unione dei fucilieri lituani non ha nulla in comune con il Settore Destro ucraino, ha tutte le possibilità per diventare una struttura simile, che in determinate condizioni potrebbe anche opporsi alle autorità e uscire fuori controllo.
Da un lato, queste unità paramilitari che annoverano 8.000 membri, potrebbero essere di buon aiuto per le forze armate nazionali in caso di guerra, dall’altro, gli aderenti a questa struttura non sono obbligati a seguire gli ordini. Essi possono avere un punto di vista completamente differente rispetto a quello ufficiale. Le persone in questa struttura non sono attratte da contratti di lavoro o salario, non prestano giuramento come fanno i militari. In altre parole, possono comportarsi in modo imprevedibile. Alcuni di loro sono veri patrioti, ma altri sono guidati dall’odio, da interessi personali e da ambizioni. E tutti hanno competenze militari! Di conseguenza l’Unione dei fucilieri lituani potrebbe volgersi in una vera e propria forza militare, una volta armata ed equipaggiata. Tenendo conto della consistenza numerica dell’Unione (è solo due volte inferiore alle forze armate nazionali), essa dovrebbe avere uno statuto completamente diverso e essere meglio controllata dalle strutture ufficiali.
Uno dei più grandi siti mediatici lituani – 15min.lt – ha pubblicato istruzioni sui “collaborazionisti neutralizzabili” nel Paese. I membri dell’Unione dei fucilieri lituani hanno proposto il proprio metodo per sopprimere i collaborazionisti all’interno del Paese se le azioni militari dovessero iniziare. Gli attivisti dell’Unione propongono apertamente metodi in materia di lotta ai “nemici interni”, basati su molestie e guerra psicologica. Si comportano come se il governo lituano avesse già delegato tale potere all’Unione. Ma è una sciocchezza. La Lituania è una repubblica democratica fondata sul primato del diritto.
Naturalmente le autorità nazionali sono interessate a rafforzare lo Stato, ma armando una grande organizzazione militare rischiano di impiccarsi con le loro stesse mani. In futuro, dovrebbero essere pronti a prendere in considerazione gli interessi dei capi dell’Unione. Come in Ucraina, persone armate che prima aiutavano il governo potrebbero cambiare le loro opinioni ed esprimere aperta insoddisfazione per le politiche ufficiali. Che cosa accadrebbe allora? Basta guardare l’Ucraina.
In uno Stato democratico solo le strutture governative dovrebbero avere accesso alle armi e alle attrezzature militari. Dubito che il governo (lituano) capisca appieno la potenziale minaccia. Essere temuto dalla Russia e non prestare attenzione alle dinamiche interne al Paese. Se l’Unione sostituisse i componenti della riserva dell’Esercito? Dobbiamo fidarci delle strutture paramilitari? Sono fedeli alle autorità? Un sacco di domande senza risposta…
Adomas Abromaitis è un espatriato lituano che vive in Gran Bretagna
da Oriental Review
Traduzione di Paolo B. per CIVG.it
Emergence of Right Sector in Lithuania
Feb 29, 2016
By Adomas ABROMAITIS (Lithuania)
One of the consequences of the geopolitical changes that has come to characterize modern civil society has been the surge in popularity of paramilitary units across Europe. This phenomenon is particularly observable in the Baltic States concerned about the rise of Russia’s military activity.
The Lithuanian Riflemen’ Union is a telling example. Established in 1919, the Union has become very popular in the past few years; its number has grown significantly. Now it has around 8,000 members up from 6,000 two years ago.
Trained by military personnel and falling under the responsibility of the defence ministry, the Union serves the clear purpose of supporting the regular army’s capabilities and act as an additional deterrent against external aggression.
As a result of volatile security environment, the enthusiasm for this voluntary defence organisation has been welcomed by the government as a “valuable contribution” to national defence.
In December, 2015 the Union was granted automatic weapons in an agreement with the Lithuanian Ministry of National Defence. Earlier the Lithuanian Weaponry Fund on March 23, 2015 handed over weapons and bulletproof vests to the Lithuanian Riflemen’s Union as well.
But as we know, the road to hell is paved with good intentions. There is a real threat to face the emergence of a new aggressive power inside the country. Though the Lithuanian Riflemen’s Union has nothing in common with the Ukrainian Right Sector, it has all the opportunities to become the similar structure that under certain conditions could even oppose the authorities and get out of control.
On the one hand this paramilitary unit accounting 8,000 members could be a good help to the national armed forces in case of war, on the other – the members of this non-partisan structure are not obliged to follow the orders. They may have a completely different point of view compared to the official . People here are not attracted by job agreements or salary, they do not take the oath as military men do. In other words they may behave unpredictably. Some of them are real patriots, but some of them are lead by hatred, personal interests and ambitions. And all of them have military skills! As a result the Lithuanian Riflemen’s Union could turn to real military power when armed and equipped. Taking into account the number of the Union (it is only twice less than the national armed forces), it should have completely different status and be better controlled by the official structures.
One of the largest Lithuanian media outlets – 15min.lt published instructions on “neutralizing collaborationists” in the country. Members of the Lithuanian Riflemen’s Union proposed their method to suppress the collaborationists inside the country if military actions start. Activists of the Union openly propose methods on fighting “internal enemies” by psychological pressure and even full-on harassment. They behave as if the Lithuanian government has already delegated the Union such power. But it is nonsense. Lithuania is a democratic republic where law is above all.
Of course the national authorities are interested in the strong state, but giving weapon to such a big paramilitary organization they stick their neck out. In the future they should be ready to consider the interests of their own leaders. Like in Ukraine armed people that once helped the government could change their views and openly express dissatisfaction with the official policy. What will happen then? Look at Ukraine.
In a democratic state only governmental structures should have access to weapons and military equipment. Doubtfully that government fully understands the potential threat. Being feared by Russia it doesn’t pay attention to the processes inside the country. Should the Union substitute the reserve components of the army? Do we need to trust the paramilitary structures? Are they loyal to the authorities? A lot of questions without answers…
Adomas Abromaitis is a Lithuanian expatriat living in the United Kingdom,
By ORIENTAL REVIEW