Russia. Rinasce la flotta sottomarina del Mar Nero

13 gennaio 2016

 

E’ di qualche mese fa la notizia, rilanciata da Difesaonline.it, dell’entrata in servizio del Krasnodar, il quarto sommergibile “invisibile” della classe Varshavyanka, dotato di interessanti sistemi d’arma e speciale silenziosità. Si tratta di un “pacchetto” di sei sommergibili derivati dalla “vecchia” classe Kilo, entrata in servizio nei primi anni 80 del secolo scorso nella Marina sovietica. La novità è di rilievo, dal punto di vista politico e strategico, e si pone nel contesto di un rinnovato impegno della Russia nel Mediterraneo e nel Mar Nero, a protezione della Crimea. I “nuovi” sommergibili sono, in realtà, una via di mezzo tra la “vecchia” classe Kilo e la nuova classe Lada che la Marina russa prevede di adottare massicciamente entro il 2020.

I sommergibili della classe Varshavyanka rappresentano comunque un passo in avanti, considerando che la flotta del Mar Nero non riceveva nuovi sottomarini dall’inizio degli anni 90 (praticamente dai tempi della dissoluzione dell’Urss).

Il quarto sommergibile della classe “636”, appunto il Krasnodar, è stato oggetto di una cerimonia tenutasi il 25 aprile del 2015, alla presenza del comandante della Marina Viktor Chirkov, del vice governatore di San Pietroburgo Sergey Movchan e del management dei cantieri Aldmiralty shipyard. Una prossimità al 70° anniversario della vittoria sul nazismo che non è stata casuale, come hanno dichiarato le stesse autorità presenti all’evento. Il Krasnodar è stato trasferito alla Marina della Federazione russa il 5 novembre 2015. Gli ultimi due esemplari della serie “636”, il "Novgorod" e il "Kolpino", sono in fase di costruzione. Le autorità russe non dichiarano ritardi sulla tabella di marcia dei lavori; entrambi i battelli dovrebbero essere trasferiti alla Marina militare entro il novembre del 2016. Analisti militari russi prevedono che la Russia costruirà almeno dieci sottomarini del tipo Varshavyanka per proteggere i propri interessi nel Mar Nero e del Mediterraneo.

I nuovi mezzi della classe “636”, versione migliorata dei sottomarini classe Kilo, sono dotati di tecnologia stealth avanzata e progettati per operare in acque poco profonde. Con un peso di oltre tre mila tonnellate, i “636” raggiungono velocità di 20 nodi, possono immergersi fino a 300 metri e portare equipaggi di 52 persone. I sottomarini dispongono di lanciasiluri da 533-mm e sono armati con siluri, mine, e missili Kalibr 3M-54; a detta degli analisti garantiscono alta affidabilità a fronte di una moderata manutenzione.

I sottomarini Varshavyanka vengono considerati quasi impossibili da rilevare acusticamente, pur non potendo immergersi in profondità quanto i sommergibili nucleari. La miscela di armi a bordo permetterebbe di colpire un vasto ventaglio di obiettivi a terra, sulla superficie del mare e sott’acqua. La rinascita della flotta del Mar Nero coincide con la tendenza generale della Russia a modernizzare il proprio parco sottomarino nel suo complesso. Oltre al Mar Nero, Mosca prevede di aggiungere, nel medio periodo e per tutte le flotte russe, 14-18 sottomarini diesel-elettrici del nuovo tipo “Lada”. Il Cremlino prevede inoltre di sostituire i suoi sottomarini di classe Delta III e Delta IV con sottomarini strategici classe Borei negli anni a venire. La classe Oscar II (a cui apparteneva il sommergibile nucleare Kursk) verrà sostituito con la nuova classe Yasen dopo il 2020.

I nuovi sommergibili russi presentano una vocazione per il mercato internazionale che era già tipica del “Kilo”. Essendo sempre alta la tensione nel Mar Cinese Meridionale, tra Vietnam e Cina, Hanoi ha ordinato sei sottomarini di fabbricazione russa già nel 2009. L’accordo prevede anche la formazione degli equipaggi vietnamiti in Russia. L’ordine dei battelli da parte del Vietnam rappresenta il tentativo di controbilanciare l’influenza marittima della Cina nella zona (con i russi a vendere sottomarini a entrambi i contendenti). Il primo dei sei battelli di classe Varshavyanka, sottomarini diesel elettrici, è stato consegnato ad Hanoi nel 2013. Tutti i battelli verranno consegnati entro il 2016. Gli analisti americani e russi sono d’accordo nel valutare l’affare-Vietnam, compresa la costruzione delle necessarie infrastrutture costiere, la consegna degli armamenti e di altre apparecchiature, nell’ordine di oltre tre miliardi di dollari.

Secondo un recente articolo comparso su USNI news, il Vietnam ha ordinato la variante più avanzata del Kilo, il 636-MV. Il Progetto 636 è stato soprannominato “Black hole”, dalla US Navy, per il suo livello di silenziosità. Il 636-MV ha migliorato le caratteristiche stealth delle precedenti versioni; il rivestimento anecoico è stato concepito in modo tale da assorbire le onde sonar, in modo tale da ridurre e distorcere il segnale di ritorno.

Il “636” rappresenta un successo commerciale per la Marina russa, come lo era stato il Kilo originario. Nella primavera del 1997, la Cina è diventata il primo cliente per questo sottomarino. L’ultimo battello, dei quattro destinati alla Cina, partì dal Baltico, a bordo di una nave “heavy-lift”, l’11 dicembre del 1998, diretta verso la base sottomarina di Ningbo. Anche l’Algeria, nel 2006, ha ordinato alcuni sommergibili del tipo “636”, costruiti presso l’Admiralty shipyard, in quel di San Pietroburgo; un contratto che si pone nel contesto di un accordo di cooperazione tecnico-militare valutato nell’ordine di sette miliardi di dollari. Nel 2007, sottomarini dello stesso tipo sono stati venduti al Venezuela: cinque battelli della serie Varshavyanka.

Da Agoràvox