Responsabile della falsa Rivoluzione Libica ammette che Gheddafi non ha ucciso i manifestanti

 

Mustafa Abdul Jalil, capo del Consiglio Nazionale di Transizione di Bengasi nel 2011 ammette:

Gheddafi non ha ordinato la sparatoria che ha dato l’avvio alla falsa rivoluzione in Libia. Ora, dopo la distruzione della Libia, Jalil ammette al mondo sul libico Channel One, che i manifestanti che furono uccisi nelle proteste a Bengasi e che causarono l’attacco Onu e Nato alla Libia vennero uccisi da spie e mercenari che non erano libici. Egli ammette che sapeva la verità al momento dell’accaduto ma che ciò fu fatto per abbattere il governo libico e distruggere lo Stato. Ammette di essere stato informato in anticipo su cosa sarebbe accaduto e che il popolo libico non riconobbe i manifestanti morti perché indossavano abiti civili e nessuno si recò ai loro funerali perché non avevano parenti o amici in Libia.

Come abbiamo detto dal febbraio 2011, la cosiddetta rivoluzione in Libia è stata un’operazione sotto falsa bandiera. La maggioranza del popolo libico era felice e “sicuro”. I gruppi estremistici islamici erano illegali in Libia. Ora la Libia è controllata da gruppi estremistici islamici (Al Qaeda, Gruppo Combattente Islamico Libico [Lifg], i Fratelli musulmani, Ansar Al Sharia e altri). Il Paese è frammentato, non c’è sicurezza, migliaia di persone sono state imprigionate illegalmente e centinaia torturate a morte. Non c’è governo, non ci sono le vendite di petrolio, 2 milioni sono ancora in esilio, gli psicopatici hanno in mano il Paese che è ormai considerato uno “Stato fallito” – senza confini e nessun governo.

Grazie Obama, Cia, Hillary Clinton, Nato e Onu per NON proteggere i civili innocenti in Libia!

http://libyanwarthetruth.com/sites/default/files/jalil_confesses_truth_.flv      20/05/2015

 

Da libyanwarthetruth

Traduzione di Paolo B. per CIVG