Appello per la libertà di Grigory Petrenko e degli altri arrestati durante le manifestazioni contro l'oligarchia in Moldavia

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Invitiamo il governo della Repubblica Moldava a rilasciare i sette attivisti arrestati nell'ufficio del Pubblico Ministero a Chisinau, il 6 settembre 2015. Il 6 settembre la Polizia a Chisinau, in Moldavia, ha attaccato brutalmente una protesta contro l'oligarchia e l'austerità. Qualche centinaio di persone hanno marciato verso l'Ufficio del Pubblico Ministero (Dipartimento di Giustizia) chiedendo le dimissioni del procuratore generale del paese nel corso della crescente repressione del movimento popolare e chiedendo l'arresto dell'oligarca e influente politico Vladimir Plahotniuc. Decine sono stati i feriti nella successiva azione della polizia che ha impedito ai manifestanti di erigere una tenda di protesta di fronte agli uffici governativi.

I sette leader della protesta sono stati arrestati e imprigionati. Prima sono stati trattenuti per 72 ore, poi un giudice ha esteso l’arresto. La decisione è stata presa in Corte d'Appello il 14-15 settembre.

Dopo l'arresto di Petrenko e dei suoi compagni, le forze di sicurezza hanno fatto irruzione mascherate negli uffici del partito Blocco Rosso, nella casa di Petrenko, nella casa dei suoi anziani suoceri e nella casa del compagno di prigionia Mikhail Amerberg. Tutte queste ricerche sono stati condotte illegalmente, senza un mandato perquisizione emesso da un tribunale o in presenza di avvocati. Quando Petrenko e gli altri prigionieri sono stati portati davanti al giudice l'8 settembre erano circondati da decine di poliziotti in tenuta antisommossa che indossavano giubbotti antiproiettile e armi automatiche .

 

Grigory Petrenko dopo il suo arresto

 

Chi sono i prigionieri politici?

Grigory Petrenko, promotore della marcia, guida il partito “Moldova nostra casa- Blocco rosso”.   E' un ex deputato ben noto in tutta la Moldavia. I suoi compagni detenuti, noti come il "Gruppo Petrenko", includono Pavel Grigorchuk e Mikhail Amerberg, leader dei giovani antifascisti che avevano già trascorso diversi mesi in carcere a fine 2014 - inizio 2015, con l'accusa di complotto. Gli altri, Alexander Roshko, Oleg Buzni , Voya Jurat e Andrew Druz sono tutti attivisti dello stesso partito.

Il partito di Petrenko ha costruito un forte movimento di lavoratori, contadini e pensionati contro le misure di austerità imposte dal governo dell'Alleanza per l'Integrazione Europea. Quest'estate, le proteste contro gli aumenti previsti nei servizi sociali e dei prezzi del carburante erano riuscite a fermare alcuni di questi provvedimenti. Il Blocco Rosso con una dura e intransigente opposizione alle politiche di immiserimento del governo, con il suo programma di unità popolare e di solidarietà tra tutte le nazionalità e gruppi linguistici, e sostenendo le profonde tradizioni antifasciste della Moldavia, ha assunto un ruolo di primo piano tra la popolazione più povera e nei ceti popolari del paese. Inoltre “Moldova nostra casa” si oppone fermamente ai progetti di annessione della Moldova, da parte della Romania e della NATO. Ecco i veri motivi per cui Grigory Petrenko ed i suoi compagni sono stati presi di mira dalla repressione e arrestati.

A luglio, Petrenko in persona ha guidato la “Tendopoli della libertà”, una accampamento di protesta fuori dalla casa dell'oligarca Plahotniuc che è stata attaccata dalla polizia e da agenzie di sicurezza private con la “benedizione” del procuratore generale Gurin.

Il 15 settembre, la moglie di Petrenko, Lilia Petrenko, è stato provocata da decine di poliziotti che la accusavano di trasportare armi, hanno cercato di mettere "prove" nella sua auto. Il tentativo di montatura è stato opportunamente ripreso in un video amatoriale.                                                              

Il partito denuncia una crescente intimidazione e repressione in tutto il paese, comprese incursioni illegali nelle proprie sedi e nelle abitazioni dei propri membri.

 

Cosa sta succedendo in Moldavia?

La Moldavia è un paese di 3,6 milioni di persone tra l'Ucraina e la Romania. Dal 2007, il governo del paese è dominato da politici che rappresentano oligarchi locali e che vogliono aderire all'Unione Europea e alla NATO. Per ottenere questo, hanno privatizzato e venduto l'industria locale, fermato gli scambi agricoli con la Russia e adottato misure anti-comuniste sempre più repressive. Il regime, guidato dal primo ministro Valeriu Strele e dal presidente Nicolae Timofti è alleato con la giunta di estrema destra in Ucraina, la quale arresta gli oppositori, celebra i collaborazionisti nazisti dandogli le pensioni di guerra, e perpetra crimini di guerra contro il popolo del Donbass, con il supporto USA e della NATO.

 

Solidarietà fuori dalla Corte d'Appello a Chisinau

 

In Moldavia sta crescendo il malcontento e una dura insoddisfazione, numerose manifestazioni di protesta si susseguono nel paese e in particolare a Chisinau, con decine di migliaia di persone in piazza, contro la devastazione delle condizioni di vita di lavoratori e dei contadini nel paese.

Sotto la pressione della UE, di Washington e dalla Romania, membro della NATO, la Moldavia potrebbe seguire l'Ucraina nel baratro del fascismo e della guerra civile, sia sotto il regime attuale che con l’avvento di un regime "europeista". Petrenko e i suoi compagni intuiscono questo pericolo e stanno cercando di costruire un vero e proprio movimento popolare unitario dal basso, per contrastare questa tendenza. Chiedono la fine della dominazione politica degli oligarchi, la fine dell'austerità e della svendita dell'industria e delle risorse del paese, la pace con la vicina Transnistria e il ripristino di relazioni amichevoli e di commercio con la Russia.

 

Perché la gente negli Stati uniti e in Europa dovrebbe interessarsi?

Nel 2014 il movimento progressista e contro la guerra è stato preso in contropiede dal colpo di stato di destra in Ucraina. Di conseguenza, Washington aveva mano libera per spingere la sua agenda di espansione della NATO e di impegnarsi in minacce provocatorie contro la Russia.

 

Oltre 7.000 persone sono morte nell'"operazione antiterrorismo" dell'Ucraina contro le repubbliche popolari del Donetsk e di Lugansk. Quasi un milione e mezzo di persone sono diventate rifugiati per la guerra in Donbass, e migliaia di ucraini sono fuggiti dalla repressione politica e dalla leva militare. Miliardi di dollari che avrebbero dovuto essere spesi per l'assistenza alimentare, per le scuole e per posti di lavoro nei propri paesi sono stati dirottati per salvare il regime fallito di Kiev e per dare fondi alla guerra.

 

L'attuale governo moldavo sembra deciso a seguire un percorso simile. I guerrafondai di entrambe le parti a Washington sarebbero felici di questo sviluppo perché significherebbe un altro punto d'appoggio per l'espansione della NATO e la guerra contro la Russia. Ma per le persone negli Stati Uniti e in tutto il mondo vorrebbe dire più tagli sociali e ancora maggiore pericolo di una guerra più ampia che potrebbe inghiottire tutta l'Europa.

 

Cosa possiamo fare?

Firmare la petizione e chiedi di firmare ai tuoi amici, alla tua famiglia e ai tuoi colleghi: manifestare e protestare presso consolati o uffici e segnalarlo sui siti web. Sostieni la resistenza popolare in Moldova contro le politiche degli oligarchi e l’immiserimento del popolo moldavo in Moldavia.

 

Da IACenter / MoldovaNostraCasa-BloccoRoss - Traduzione a cura di Alice L. per civg.it

 

Libertà per Grigory Petrenko e i manifestanti contro l'oligarchia in Moldavia! Firma la petizione!

Al Primo Ministro Valeriu Strelet

al Presidente Nicolae Timofti

al Presidente Barack Obama

al Consiglio dell'Unione Europea

alla Commissione Europea

IL CIVG ritenendo interno ai propri intenti e obiettivi fondanti questo appello farà da punto di riferimento per sostenere e supportare il movimento contro le politiche di repressione e attacco alle condizioni di vita del popolo moldavo in quel paese, sulla base delle indicazioni che ci verranno richieste da là.