Associazioni d’arma “Processi disciplinari”

 

ASS. NAZ. ITALIANA ASSISTENZA VITTIME

ARRUOLATE NELLE FORZE ARMATE

E FAMIGLIE DEI CADUTI – SEDE CENTRALE:

Via A. Nobel n.1 00034 COLLEFERRO (RM)

Tel./Fax: 06/9701182; Segr.: 06/9780145; Pres.: 06/3331689

E-Mail: segreteria@anavafaf.com Sito web: www.anavafaf.com

 

Al Presidente Commissione Difesa Senato

Sen. Nicola La Torre

 

Al Presidente Commissione Difesa Camera

On. Elio Vito

 

Al Presidente della Commissione Straordinaria per la Tutela

e la Promozione dei Diritti Umani del Senato

Sen. Luigi Manconi

Roma, 1 Dicembre 2014   

LETTERA APERTA AI PRESIDENTI DELLA COMMISSIONE DIFESA

DEL SENATO E DELLA CAMERA E AL PRESIDENTE COMMISSIONE DIRITTI UMANI DEL SENATO

 

Argomento: Associazioni d’arma “Processi disciplinari”

 

Sono state rese note a questa Associazione, problematiche relative ed aderenti ad Associazioni d’Arma, in particolare all’Associazione Nazionale Marinai d’Italia. Si cita il caso del 1° Maresciallo Lgt. Ciro Guariglia, Presidente del gruppo A.N.M.I. di Marmirolo (Mantova), convocato a riunione del Comitato Esecutivo Nazionale, in merito a addebiti di carattere disciplinare (vedi lettera allegata).

 

La problematica cui si fa cenno in questa lettera riveste, a parere dello scrivente, particolare interesse perché riguarda il diritto alla difesa (vedi art. 24 della Costituzione) ed implica la possibilità di ricorso ad un Consiglio di Probiviri (art. 700 cpc).

Sono in questione problematiche di tipo endo-associative (vedi art. 102 della Costituzione). Vengono chiamati in causa temi, come quelli del lodo arbitrale, e delle regole del contraddittorio.

Si richiama anche la questione dell’accertamento circa gli addebiti disciplinari contestati e il metodo seguito nel procedimento disciplinare (modalità ed atti esecutivi), con particolare riferimento ai fatti e circostanze da ritenersi rilevanti. In particolare emerge la necessità di evitare aspetti diffamatori e il rispetto della dignità della persona.

Lascia non poche perplessità la non accettazione, da parte dell’Associazione d’Arma, della richiesta da parte dell’“imputato” di potersi avvalere di un difensore nel corso del procedimento disciplinare mentre, di fatto, anche del caso di personale in servizio coinvolto in procedimenti disciplinari è consentito avvalersi di un difensore[1].

Si tratta dunque di una problematica che chiama in causa i diritti civili ed anche tematiche costituzionali. Si pone nel retroterra probabilmente anche l’esigenza di una revisione degli Statuti delle Associazioni d’Arma per quanto concerne la problematica disciplinare.

In relazione a ciò si unisce un estratto dello Statuto dell’Associazione Nazionale Marinai d’Italia, riguardante il capo 2° Disciplina Sociale.

Lo scrivente si riserva di inviare ulteriori precisazioni.

 

Falco Accame

(Presidente Anavafaf e

Presidente Onorario del Centro Iniziative per la Verità e Giustizia)



[1] Per un riferimento giuridico vedi ad esempio lo scritto di Giuseppe Tamburano “Persone giuridiche – Associazioni non riconosciute. Commentari in Giurisprudenza. Istituzioni di Diritto Civile”.