CIVG Informa N°54

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La vittoria dei 5 Eroi
Flavio Rossi

17 dicembre 2014

 

 

Sull'onda dell'emozione per le recentissime notizie, ancora parziali e frammentarie, circa la liberazione dei tre Eroi cubani ancora prigionieri negli Stati Uniti, Gerardo Henandez, Antonio Guerrero e Ramon Labanino (René Gonzales e Fernando Gonzales erano già liberi per esaurimento della pena) ci uniamo alla gioia di questi momenti per la definitiva Vittoria dei 5 Eroi cubani, gli agenti antiterroristi incarcerati nel lontano 1998.

Qui il Link per vedere il Video della liberazione degli Eroi:

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Sciopero contro il jobact
Giorgio Cremaschi

Ci sono comportamenti che non possono essere ascritti alle diversità di
ruoli e funzioni. La Cgil chiederà a milioni di lavoratori il 12
dicembre di fare a meno di 8 ore di prezioso salario per scioperare
contro il jobact. Tutti gli ex dirigenti della Cgil eletti con il PD han
votato a favore di quella legge contro la quale i loro ex rappresentati
scenderanno in lotta. Guglielmo Epifani è stato il predecessore e anche
colui che ha costruito l'elezione di Susanna Camusso, Cesare Damiano é
stato vice segretario della Fiom, Valeria Fedeli, vice presidente del
senato, è stata segretaria generale dei tessili. Assieme a loro molti
altri dirigenti di categorie e strutture confederali meno conosciuti, in
qualità di parlamentari del PD oggi votano il Jobact. È un fatto
politico rilevante, un danno enorme per la Cgil, altro che lobby dei
sindacalisti in parlamento. Nella tradizione laburista britannica i
dirigenti sindacali che diventano deputati portano nelle istituzioni
gli interessi della loro organizzazione. Da noi i parlamentari di
provenienza Cgil non fanno neanche obiezione di coscienza di fronte ad
un provvedimento che provoca dolore e rabbia nei loro ex rappresentati.
Cioè coloro, per essere ancora più chiari, a cui qualcosa dovrebbero,
visto che stanno dove stanno proprio in virtù delle lunga carriera
sindacale.

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Burkina Faso: Mariam Sankara, moglie di Thomas Sankara: “ Blaise Compaoré deve rispondere dei suoi crimini di sangue”
Mariam SANKARA

 

 

Provo un’immensa gioia in questa giornata storica. La mia gioia è quella della famiglia Sankara: la mia gioia è quella di voi tutti, quella dei tanti amici che seguono con interesse le vicende del Burkina. E’ davvero una gioia aver vinto, insieme al valoroso popolo burkinabè: le donne, i giovani, le organizzazioni della società civile, i partiti di opposizione, come anche una gran parte dell’esercito repubblicano rispettoso del popolo. La gioia di veder scacciato dal potere colui che credeva che il Burkina gli appartenesse in eterno. Cari compatrioti, cari compagni e cari amici, Blaise Compaoré non avrebbe mai immaginato la mobilitazione di cui siete stati capaci il 30 ottobre 2014. Con questa insurrezione popolare avete riportato una vittoria senza precedenti. Riferendosi alla rivoluzione del 4 agosto, i giovani burkinabè hanno riabilitato il Presidente Thomas Sankara. Sono fiera di voi e della vostra combattività; mi felicito con voi.

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Il Burkina Faso 27 anni dopo l’assassinio di Thomas Sankara
Enrico Vigna

 

Sono passati 27 anni dall’assassinio di Thomas Sankara, il Che Guevara africano, come fu definito; l’uomo, il leader che aveva rivoltato la società burkinabè e stava diventando, un punto di riferimento politico, ideale, etico e concreto dell’intera Africa nera. Lui, giovane capitano ( aveva 33 anni), salito al potere nel 1983, dopo un rovesciamento militare, alla testa di un profondo sostegno popolare, attorniato da giovani e onesti ufficiali e militari patriottici; sostenuto dalle fragili, ma tenaci forze progressiste del paese; lui con la sua Renault 5 come auto di stato, che aveva azzerato privilegi e le caste parassite annidate dentro lo stato, nelle istituzioni e nella società burkinabè. Convinto Pan africanista, figura altamente carismatica, aveva adattato pragmaticamente concezioni marxiste a obiettivi concreti e diretti, legati alla realtà specifica del Burkina; come per esempio una profonda e articolata lotta alla corruzione interna, l’emarginazione del ruolo ricattatore e coloniale della Francia e delle sue politiche “protettive”, una lotta vera contro l’analfabetismo, la povertà, per una sanità di base minima; o come il tentativo di rimuovere la disuguaglianza tra uomini e donne.

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Altro di cui preoccuparsi in Europa: la disastrosa conseguenza della moria di api per l’Europa

Sardinya Sotziali


 

Si è parlato a lungo della grande moria di api che ha colpito  Stati Uniti ed Europa, una carenza che si temeva potesse minacciare varie colture che dipendono da loro come impollinatori. Ora, alcune ricerche hanno messo in numeri quanto dannoso sia il deficit di questi insetti per il territorio europeo. E i risultati sono allarmanti, a dir poco.

Nello studio su 41 Paesi, i ricercatori hanno scoperto che tra il 2005 e il 2010  la domanda per i cosiddetti “servizi impollinatori” è cresciuta quasi cinque volte più velocemente rispetto alla concreta fornitura consentita attualmente dalle api. Nel Regno Unito i ricercatori stimano che ora ci siano sufficienti alveari solo per soddisfare un quarto della domanda. In generale, in Europa, possono soddisfare solo il 25% al 50%. Nel complesso, quasi la metà dei Paesi studiati accusano un deficit di api.

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Moldova Elezioni

PCRM

Il Presidente del Partito Socialista della Repubblica di Moldavia Igor Dodon si è congratulato con i cittadini, per aver decretato l'inizio della fine del potere oligarchico-eurounionistico

 

1 dicembre 2014

Il Presidente del Partito Socialista della Repubblica di Moldavia (PSRM), Igor Dodon ritiene che i risultati   del 30 novembre delle elezioni parlamentari abbiano dimostrato che la maggioranza dei cittadini ha deciso di scegliere l'integrazione nell’Unione Doganale con la Russia, non l'Unione Europea.

"I risultati delle elezioni hanno mostrato che la situazione in Moldova sta cambiando. Secondo i calcoli i socialisti hanno ottenuto25 seggi nel nuovo parlamento. Il PSRM ha vinto le elezioni in 15 distretti del paese, e anche in 3 comuni della Moldova. I socialisti hanno avuto la maggioranza in Chisinau, Balti, Comrat e in decine di altre giurisdizioni. Voglio congratularmi con tutti i cittadini, per aver deciso l'inizio della fine del potere oligarchico-eurounionistico e ringraziare i nostri sostenitori per la fiducia."- ha detto Igor Dodon oggi in conferenza stampa. Il leader del PSRM ha sottolineato che l'inclusione di piccoli partiti presenti nelle elezioni, consentirà ai partiti pro-europei i numeri per formare una maggioranza. Tuttavia, Igor Dodon è certo che la prospettiva dei partiti pro-europei sarà di breve durata: "In breve tempo gli oligarchi e gli eurounionisti dovranno lasciare il governo", ha dichiarato.

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Contratto Unico per tutti i lavoratori del CAAT
SiCobas

09 Dicembre 2014

Da tempo ci stiamo battendo per giungere a un contratto unico per tutti e per una paga minima di 8 €uro !

 Non ci siamo arresi ! anzi siamo ancora piu convinti, perché è l'unica soluzione per giungere a una normalizzazione della vita di tutti i lavoratori, per porre fine a discriminazioni, irregolarità e sfruttamento ai mercati generali.

A poco servono i blitz dei carabinieri ecc.. se non si arriva al rispetto dei diritti contrattuali dei lavoratori con un contratto uguale per tutti che impedisce la concorrenza sleale tra gli operatori.
La concorrenza sleale basata su bassi salari e differenze retributive dei lavoratori, è la causa principale che frena una condizione di regolarizzazione dell'attività del CAAT, per cui lavoro nero, irregolarità retributive, caporalato, intermediazioni di manodopera, discriminazioni e attività antisindacale continueranno ad essere le principali attività praticate dagli operatori del CAAT.

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Un imponente monumento dedicato alla Seconda Guerra Mondiale è divenuto un simbolo nazionale della Novo Rossiya
Roland Oliphant

Gli ucraini dell’est trasformano la località dove si è svolta una battaglia contro i tedeschi nella Seconda guerra mondiale e contro gli ucraini nel recente conflitto in un luogo di pellegrinaggio e in un  simbolo di una nuova realtà.

 

 

Piuttosto di frequente la verità sul conflitto ucraino viene fuori tra le righe di una copertura mediatica occidentale persistentemente ostile. Roland Oliphant, il corrispondente britannico che ha scritto questo articolo per il Daily Telegraph, non può certamente essere definito filo-russo. Al contrario fu lui che unitamente con il collega Shaun Walker del  Guardian ebbe i primi titoli dei giornali lo scorso agosto quando sostenne di aver avvistato un convoglio militare russo penetrare in maniera surrettizia nel territorio ucraino, affermazioni che nessuno dei due giornalisti poté successivamente corroborare, infliggendo in tal modo un serio colpo alla loro reputazione professionale. In quest’articolo comunque Oliphant è costretto ad ammettere qualcosa da noi sempre sostenuta ovverossia che la rivolta nel Donbass fruisce di un appoggio diffuso tra la popolazione locale e che, come conseguenza della violenta repressione orchestrata da Kiev, le comunità dell’est-Ucraina non intendono più far parte dell’Ucraina.

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Intervista: Volontario navarro nella milizia della Novorossia / La Haine
sociologia critica

21/10/2014

 

Se n'è andato un mese fa in Donbas a lottare per l'indipendenza di Donetsk e Lugansk. Ha lasciato tutto per imbracciare un fucile e vuole ricordare così le Brigate Internazionali che combatterono nella Guerra Civile di fianco ai Repubblicani

E' originario di Pamplona, ha 24 anni e conduce una vita a dir poco movimentata, per l'età che ha.  Félix (nome di fantasia) dice che quello che sta facendo vale la pena, che, almeno secondo lui, ne vale la pena per soddisfare i suoi ideali. Si trova nel sudest dell'Ucraina da più di un mese e non ci è andato per  raccontare prodezze di guerra. E' andato in guerra armato, con tutto ciò che questo comporta, conseguenze delle quali supponiamo sia ben cosciente.

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Voci dall’Ucraina e dalla Novorossiya. Video in italiano inedito per l’Italia.
CIVG

( Video soggetto a limiti età)

 

Gloria all’Ucraina, gloria agli eroi. Morte e distruzione in Ucraina.

In questo video le testimonianze la documentazione dei crimini di guerra perpetrati nell’Ucraina orientale, dalle forze golpiste neonaziste, contro la popolazione civile: Distruzioni di infrastrutture, scuole, ospedali, asili, parchi, stazioni di treni, aziende…

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Afghanistan Notizie 2014
TASS

La NATO vuole estendere la missione in Afghanistan dopo il 2014

3 Dicembre

 

L'ambasciatore russo presso la NATO A. Grushko ha dichiarato che molti membri della NATO sono interessati ad adottare nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite una risoluzione sul dispiegamento delle forze della NATO in Afghanistan dopo il 2014. Questo è emerso, secondo Grushko, dalla sessione del Consiglio NATO dei ministri degli esteri dei 28 stati membri della NATO a Bruxelles il 2 dicembre.

"So che molti di loro (membri della NATO) sono interessati a questa delibera da adottare, perché i parlamenti nazionali possano decidere il dispiegamento di contingenti in una nuova missione. Sono certo che questa sia una condizione importante per prendere una decisione positiva da parte dei parlamenti nazionali di alcuni paesi", ha detto ai giornalisti russi Grushko.

Mosca ritiene che un ulteriore dispiegamento di forze militari degli Stati Uniti e dei loro alleati della NATO in Afghanistan è inammissibile, senza una specifica risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri russo, A. Lukashevich.

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Gli indigeni dell’Ecuador portano la Chevron davanti alla Corte Penale Internazionale
Luca Manes

 17/11/2014

 

Conferenza stampa. Da sinistra a destra: Simón Lucitande Yaiguaje, Luis Piayaguaje Piaguaje, Emilio Lucitante Auguaje, Humberto Piaguaje, Pablo Fajardo, Mario Melo.

Una sentenza storica. Così, nel febbraio del 2011, tutti i media mondiali avevano commentato il provvedimento di una corte dell’Ecuador che condannava la Chevron a pagare un risarcimento di 9,5 miliardi di dollari. La multinazionale petrolifera statunitense era stata infatti dichiarata responsabile di inaudite violazioni ambientali durante gli oltre due decenni di attività estrattiva nella provincia amazzonica di Sucumbios. Fra il 1967 e il 1990 la Texaco, successivamente acquistata da Chevron, aveva violato anche i più minimi standard di tutela dell’ambiente.

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Progetto di Solidarietà nella Siria martoriata
Enrico Vigna

 

Con i bambini siriani  -  SOS -SIRIA

 

Novembre 2014, comunicazione

Con profonda e sentita soddisfazione comunichiamo a tutti gli amici e sodali, che ci hanno aiutato nella realizzazione di questo piccolo ma concreto Progetto solidale, che in data 14 ottobre Enrico Vigna ha incontrato a Roma il Patriarca greco melchita Gregorio III Laham, di passaggio a Roma proveniente da Damasco, con cui insieme a Padre Haddad archimandrita di Roma, abbiamo costruito questo progetto, consegnandogli le PRIMA parte del ricavato delle vendite del libro “ Le Chiese d’Oriente ed il regime siriano” – Edizioni Zambon, e delle sottoscrizioni raccolte durante le serate di presentazione del libro e di solidarietà con il popolo siriano aggredito e martoriato.  Non essendo possibile elencare tutti coloro che hanno contribuito anche solo comprando una copia del libro, chi lo ha fatto sa di essere parte di questo; così come le tantissime associazioni, circoli, centri di tante città e paesi, che ci hanno invitato e hanno organizzato incontri e serate. GRAZIE a nome dei bambini siriani che beneficeranno di questo piccolo ma profondo atto, tra l’altro come detto dal Patriarca, il valore della somma nella situazione siriana va moltiplicato per almeno 10, con la seconda parte che daremo, una stanza del reparto pediatrico dell’ospedale sarà stata possibile grazie alla nostra solidarietà. Certamente poco ma non inutile come le parole vuote o le teorie scritte, ma non praticate. Ma l’impegno di informazione e solidarietà continua e deve continuare, nell’incontro sono emerse alcune valutazioni circa la drammatica situazione nel paese, accanto ad una ferma e caparbia volontà di resistere del popolo siriano, di fronte ad una aggressione spietata e devastante. Prossimamente pubblicheremo un intervista al Patriarca che darà la percezione di quanto sta accadendo e di quali prospettive ci sono.    

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Perché dobbiamo uscire dalla Nato
CIVG

6 dicembre  2014

L’Italia, facendo parte della Nato, deve destinare alla spesa militare in media 52 milioni di euro al giorno secondo i dati ufficiali della stessa Nato, cifra in realtà superiore che il Sipri quantifica in 72 milioni di euro al giorno.

Secondo gli impegni assunti dal governo nel quadro dell’Alleanza, la spesa militare italiana dovrà essere portata a oltre 100 milioni di euro al giorno.

È un colossale esborso di denaro pubblico, sottratto alle spese sociali, che potrebbe essere fortemente ridotto se l’Italia uscisse dalla Nato.

L’Alleanza Atlantica persegue una strategia espansionistica e aggressiva.

Dopo la fine della guerra fredda, ha demolito con la guerra la Federazione Jugoslava; ha inglobato tutti i paesi dell’ex Patto di Varsavia, tre dell’ex Urss e due della ex Jugoslavia; ha occupato militarmente l’Afghanistan; ha demolito con la guerra la Libia e tentato di fare lo stesso con la Siria.

Ha addestrato forze neofasciste e neonaziste ucraine, organizzando il putsch di piazza Maidan che ha riportato l’Europa a una situazione analoga a quella della guerra fredda, provocando un nuovo pericoloso confronto con la Russia.

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