Moldova Elezioni

Il Presidente del Partito Socialista della Repubblica di Moldavia Igor Dodon si è congratulato con i cittadini, per aver decretato l'inizio della fine del potere oligarchico-eurounionistico

1 dicembre 2014

Il Presidente del Partito Socialista della Repubblica di Moldavia (PSRM), Igor Dodon ritiene che i risultati   del 30 novembre delle elezioni parlamentari abbiano dimostrato che la maggioranza dei cittadini ha deciso di scegliere l'integrazione nell’Unione Doganale con la Russia, non l'Unione Europea.

"I risultati delle elezioni hanno mostrato che la situazione in Moldova sta cambiando. Secondo i calcoli i socialisti hanno ottenuto25 seggi nel nuovo parlamento. Il PSRM ha vinto le elezioni in 15 distretti del paese, e anche in 3 comuni della Moldova. I socialisti hanno avuto la maggioranza in Chisinau, Balti, Comrat e in decine di altre giurisdizioni. Voglio congratularmi con tutti i cittadini, per aver deciso l'inizio della fine del potere oligarchico-eurounionistico e ringraziare i nostri sostenitori per la fiducia."- ha detto Igor Dodon oggi in conferenza stampa. Il leader del PSRM ha sottolineato che l'inclusione di piccoli partiti presenti nelle elezioni, consentirà ai partiti pro-europei i numeri per formare una maggioranza. Tuttavia, Igor Dodon è certo che la prospettiva dei partiti pro-europei sarà di breve durata: "In breve tempo gli oligarchi e gli eurounionisti dovranno lasciare il governo", ha dichiarato.

Il Presidente del partito socialista commentando le elezioni parlamentari ha anche detto che la loro legittimità è un grande interrogativo. Ha ricordato che un paio di giorni prima dell’inizio della gara elettorale è stato escluso il partito PATRIA, che era intenzionato a diventare partner dei socialisti nel nuovo parlamento. Il PSRM si è battuto per l'annullamento di questa decisione, tuttavia, le autorità sono rimaste irremovibili, ha detto Dodon. Allo stesso tempo, il presidente del Partito socialista ha richiamato l'attenzione sul fatto che l'attuale alleanza di governo non ha permesso una compiuta procedura di voto nella Federazione Russa, dove migliaia di nostri concittadini non hanno potuto compiere il loro diritto civico. Il leader del PSRM ritiene che per queste, così come per molte altre gravi violazioni, l’intera composizione della Commissione Elettorale, così come la direzione del Ministero degli Affari Esteri e quella dell'Integrazione Europea della Moldova, dovrebbero essere cacciate. Igor Dodon ha delineato le priorità di programma che il suo Partito presenterà alla formazione del nuovo parlamento. Secondo Dodon, fin dalla prima riunione della legislatura i socialisti si batteranno per la revisione di diverse iniziative di fondamentale importanza per la Moldova.

 

 1. Il PSRM prenderà l'iniziativa di denuncia dell'accordo di associazione e di libero scambio con l'UE e annuncerà la data della nomina di un referendum sulla adesione della Moldova all'Unione Doganale.

 2. I socialisti si batteranno per la risoluzione dei problemi economici più urgenti, in particolare i problemi degli agricoltori che sono i più colpiti dalle azioni dell’attuale governo, così come la risoluzione della situazione catastrofica nel sistema bancario.

 3.  I socialisti proporranno alcune iniziative sociali concrete, ritenute le più urgenti. In particolare, metteremo in agenda il progetto di aumentare le pensioni del 20%.

Il Presidente del Partito Socialista ha respinto categoricamente la possibilità di una coalizione con i partiti pro-europei. Allo stesso tempo, il PSRM è pronto a collaborare con tutte le altre forze che sostengono queste priorità.

Igor Dodon ha espresso fiducia che le forze sane e oneste del paese saranno in grado di realizzare gli obiettivi. "Siamo stati in tre nel parlamento e abbiamo inciso su un sacco di problemi. Ora che siamo quasi 10 volte tanto, non si può perdere la speranza che la Moldova sopravviverà e comincerà a svilupparsi ", ha concluso il presidente del Partito socialista.

 

Risultati elettorali: 55 seggi ai tre partiti europeisti: liberali, democratici, e liberaldemocratici. 48 seggi all’opposizione: 25 per il Partito Socialista e 21 per il Partito Comunista

 

 


 

I Socialisti propongono nel loro programma, la Federalizzazione della Moldavia.

 

Questo è ciò di cui abbiamo veramente bisogno.

Sono passati oltre 20 anni da quando la regione della Pridnestrovie/Transnistria è politicamente e amministrativamente separata, e sviluppa i propri caratteri di stato. Durante questo periodo non sono state adottate alcune misure propositive sulle rive del Dniester. Al contrario, si sono approfondite le differenze ed è stata tenuta una reciproca animosità, favorendo le forze centrifughe. La politica della " strategia di conflitto congelato" ha dimostrato di essere un fallimento. Ritardare una decisione risolutiva nella soluzione del conflitto Pridnestroviano ha contribuito ad un processo di pietrificazione del problema. Su entrambe le sponde è aumentato nelle nuove generazioni l’isolamento gli uni dagli altri, con sentimenti sospettosi circa una prospettiva di una convivenza all'interno dello stesso paese. A Tiraspol c’è ancora l'odio di due decenni fa, che è invece stato sostituito da uno stato di alienazione e indifferenza a Chisinau. E a Chisinau è stato coltivato un stato di sospetto e disgusto verso Tiraspol. Questi sono gli effetti collaterali della strategia del "conflitto congelato". Aspettarsi che il tempo cicatrizzasse le ferite e le due regioni distinte si sarebbero riunite da sé è stato semplicistico, è stato un grave errore politico. Nel corso del tempo, le due regioni si sono  fissate in due diversi progetti statali RM e RMP. Questa è la realtà oggi.                                                          

Quali scenari sono possibili ora

Attualmente possiamo individuare tre approcci di base per la soluzione del conflitto in Pridnestrovie. Un primo approccio: l'annessione della Pridnestrovie come distretti, pur mantenendo un ampio statuto di autonomia. Tale approccio è stato tenuto costantemente al tavolo dei negoziati, dalle delegazioni di Chisinau e vediamo che il risultato è stato nullo. La Pridnestrovie in uno scenario di unificazione come distretti non è reale, perché la maggior parte della gente lì e le élite politiche si oppongono risolutamente a tale "unione" con la Moldova.               O forse qualcuno intende minacciare la Pridnestrovie con la forza militare per costringerli ad accettare i piani di Chisinau? Abbiamo già per 20 anni praticato questo cammino nel tentativo di ottenere questo scenario, l'annessione, ma è stato ottenuto solo un costante degrado delle cose. Cerchiamo di essere realistici, questo approccio non funziona più.

Il secondo approccio: abbandonare la Pridnestrovie. Purtroppo, ci sono  tra i politici moldavi i sostenitori di questa idea, pronti a trattare la nostra integrità territoriale. Questo, a loro parere, faciliterà l'integrazione nell'UE, e poi l'unificazione con la Romania. Si tratta di uno scenario orribile per la Moldova, quindi, è irricevibile e non può essere accettato in un serio confronto. Con la rinuncia volontaria alla Pridnestrovie, inizierà una reazione a catena, che culminerà con la dissoluzione della statualità moldava. Siamo disposti a rinunciare alla nostra sovranità? Ci auguriamo che la maggioranza dei cittadini non vogliono questo.

Un terzo approccio: la Federalizzazione; prendendo ad esempio Stati moderni come il Belgio, la Germania, la Russia, gli Stati Uniti e altri. La creazione di questo scenario di una Moldova federale, permetterebbe di mantenere tutti i nostri territori come durante la Repubblica Socialista Sovietica Moldova (RSSM) ed è l'unico vero modo possibile. Partner esterni (Bruxelles, Berlino, Mosca, Washington) hanno suggerito che l'idea di federalizzazione della Moldova sarà supportata dalle  grandi cancellerie. A questo proposito, il consenso internazionale che possiamo sfruttare è sorprendente. Tanto più che i dirigenti di Tiraspol riguardo l'idea di federalizzazione, hanno un atteggiamento di maggior disponibilità e predisposizione al dialogo. Il Federalismo offrirà l'opportunità alla Moldova il pieno controllo dei propri confini, il nostro popolo si riunirà, diventerà composito, scompariranno i confini amministrativi e la doppia leadership, mentre sulla riva sinistra della Moldova, la Pridnestrovie,  si manterrà come un soggetto della Federazione, con importanti elementi di autonomia e la sua specificità, tra cui alcuni contrassegni  della sua rappresentazione simbolica e politica.

Noi crediamo che se guardiamo le cose non  in un modo condizionato da luoghi comuni, speculazioni e spettri, la Federalizzazione apparirà come un'unica possibilità concreta di un compromesso alternativo al conflitto in Pridnestrovie. Già soltanto la sola discussione su questo scenario, consentirà di ristabilire la fiducia tra le due parti e contribuire all'avvio della unità del nostro stato.

Cosa federalizzare

E 'ovvio che federalizzazione è un modo complesso per uscire dalla crisi, ma con una crisi come quella che abbiamo con la Pridnestrovie, non ci può essere niente di facile e semplice. Ciascuna parte dovrà accettare alcuni sacrifici politici e amministrativi. E sia Chisinau che Tiraspol dovranno declinare l’orgoglio e superare le frustrazioni del passato, e affrontare il presente per il bene di un futuro degno. I politici in Chisinau e Tiraspol, e i nostri partner esterni dovranno sviluppare un progetto dettagliato per stabilire una Moldova federale. Naturalmente, ci sarà un progetto ideale che si rivolge anche a tutti i partiti, ma con la prospettiva di un paese unificato, più forte e più ricco, dove i cittadini saranno uniti e con standard di vita più elevati; questi obiettivi ci devono incoraggiare ad individuare compromessi per il risultato davvero storico di questa missione.

Una armonizzazione delle relazioni a tutti i livelli, dovrà prodursi per molto tempo, importante sarà  partire dalla definizione dei meccanismi corretti con cui lo Stato funzionerà.

Nello specifico, cosa implica la Federalizzazione? Proponiamo per la discussione, una attenta analisi di intervento e miglioramento, di quanto avvenuto finora. E’ un progetto che deve iniziare con dibattiti politici e trattative a Chisinau e Tiraspol; tenendo conto di tutta la storia e tutte le relazioni più intelligenti tra le due sponde. Ci auguriamo che la nostra iniziativa servirà da impulso, e il nostro progetto come prototipo per la discussione al livello più alto per la Federalizzazione della Moldavia.

In sintesi, una Repubblica Federale significa diversi soggetti in una Federazione, significa un Parlamento bicamerale composto da Senato e Camera dei Rappresentanti, si intende un governo comune e un presidente eletto da tutto il popolo del paese. Oltre l'esistenza di un governo federale con poteri, ci saranno i governi locali e gli organi legislativi della Federazione (come, ad esempio, esistono in Gagauzia).  La definizione dei confini amministrativi interni della Federazione, avverrà tramite referendum locali, organizzati nei distretti locali coinvolti direttamente.

In una Moldova federale, la Pridnestrovie sarà incorporata come un soggetto della Federazione, ci sarà la lingua moldava come lingua ufficiale. Ed il russo sarà la lingua di comunicazione interetnica.

Federazione significa libertà e diversità, ma significa anche valori e aspirazioni. Se si desidera avere una solida base come stato unitario, se vogliamo rafforzare la nazione, se vogliamo aumentare il nostro potenziale economico, se vogliamo avere un ruolo degno nella regione e nella storia, possiamo ottenere tutto questo in un paese integrale, inteso come un paese unito che comprende tutti i territori e le etnie. La Moldova federale per essere un paese di questo tipo, deve essere anche un progetto ideale e pragmatico da realizzare. Dobbiamo scegliere tra la Federazione e prese in giro di vari politici, tra un reale progresso e il declino. I  Socialisti scelgono la Federalizzazione e il progresso. Voi cosa scegliete?

 


 

Comunicato stampa del  Partito Comunista della Repubblica Moldava per la richiesta alla Corte costituzionale di annullamento delle elezioni

5/12/2014          

Il 5 dicembre, il Partito Comunista della Repubblica di Moldova ha chiesto alla Corte costituzionale di annullare le elezioni del 30 novembre. Il documento del PCRM afferma che in uno Stato democratico fondato sullo stato di diritto, la volontà del popolo determina il potere statale. Questa volontà si esprime attraverso libere elezioni fondate sul voto universale, uguale, diretto, segreto e liberamente espresso. Lo Stato è tenuto a garantire la volontà liberamente espressa dei cittadini, tutelando i principi democratici e le norme di leggi elettorali. Il 30 novembre 2014 le elezioni parlamentari sono state organizzate e condotte in Moldova in violazione di diversi principi e dei diritti stabiliti dalla legge.

Tra le violazioni documentate dal PC vi è il malfunzionamento del registro di Stato degli elettori. Gli operatori degli uffici elettorali dei seggi elettorali hanno elaborato le informazioni manualmente. Il Partito dei Comunisti della Repubblica di Moldova ha riferito che vi è un serio rischio di esercizio di voto multiplo in patria e all'estero, che ha determinato una minaccia per la correttezza delle elezioni.

Un altro argomento avanzato dai comunisti è la divergenza tra i dati preliminari sulla affluenza alle urne il giorno delle elezioni e i risultati preliminari delle elezioni annunciati dalla Commissione elettorale centrale. Così, secondo l'annuncio delle commissione elettorale centrale del 30 novembre, il 2014 alle 22.40 a seggi elettorali chiusi l’ affluenza del paese è stata 55.86%, cioè 1.565.591 elettori. Più tardi troviamo che è aumentata l'affluenza alle urne, contraddicendo in tal modo le informazioni sul sito ufficiale della Commissione elettorale centrale circa i risultati preliminari del voto, che davano il numero dei voti validi a 1.598.514 e il numero delle schede nulle a 50 948. Secondo la somma di queste due cifre che riassumono il voto, hanno partecipato 1.649.462 elettori, vale a dire 83.871 elettori in più.

Inoltre, secondo il PCRM, esiste il ragionevole sospetto di falsificazione dei risultati elettorali e di modificazioni dei dati sul numero di schede dichiarate invalide. Se il 1 ° dicembre 2014 secondo i dati ufficiali del CEC sono stati 68.560 i voti nulli, il 3 dicembre il numero di voti nulli è sceso a 50.948.

Nell'affrontare la Corte Costituzionale il PCRM avverte, inoltre, che il CEC e il Ministero della Giustizia non hanno reso definitiva e irrevocabile decisione della Corte d'Appello sulla sospensione della registrazione del clone partito-PCR.

Date le argomentazioni, il Partito Comunista di Moldova considera che siano state violate diverse disposizioni della Costituzione, della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, della Convenzione europea dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali e del Codice elettorale. Le violazione del diritto nazionale e internazionale hanno influenzato l'esito delle elezioni e lìattribuzione di mandati. Per queste ragioni il PCRM ha chiesto alla Corte costituzionale di dichiarare nulle le elezioni.

Servizio stampa del PCRM

 


 

05.12.2014:  Comunicat de presă. Solicitare PCRM adresată Curţii Constituţionale cu privire la declararea nulităţii rezultatului alegerilor

  

Astăzi, 5 decembrie, Partidul Comuniştilor din Republica Moldova a solicitat Curţii Constituţionale să declare nule alegerile din 30 noiembrie.

În documentul PCRM se arată că într-un stat democratic bazat pe normele de drept, voinţa poporului constituie baza puterii de stat. Această voinţă se exprimă prin alegeri libere, care au loc prin sufragiu universal, egal, direct, secret şi liber exprimat. Statul este obligat să garanteze exprimarea voinţei libere a cetăţenilor prin apărarea principiilor democratice şi a normelor dreptului electoral. Alegerile parlamentare din 30 noiembrie 2014 au fost organizate şi desfăşurate în Republica Moldova cu încălcarea mai multor principii şi drepturi stabilite de legislaţia în vigoare.

Printre încălcările atestate de PCRM este proasta funcţionare a Registrului de stat al alegătorului. Operatorii din birourile electorale ale secţiilor de votare au prelucrat informaţia în regim manual şi au înregistrat-o post factum. Partidul Comuniştilor din Republica Moldova a semnalat existenţa unui risc serios de exercitare a votului multiplu în ţară şi în străinătate, ceea ce a dus la vicierea gravă a corectitudinii întregului proces electoral.

Un alt argument invocat de comunişti este divergenţa dintre datele preliminare privind rata participării la vot în ziua alegerilor şi rezultatele preliminare ale alegerilor anunţate de Comisia Electorală Centrală. Astfel, potrivit anunţului preşedintele Comisiei Electorale Centrale enunţat în cadrul briefingului din 30 noiembrie 2014 ora 22.40 după închiderea secţiilor de votare din ţară prezenţa la vot a fost de 55,86% sau 1 565 591 de alegători. Ulterior, constatăm că cifra alegătorilor prezenţi la vot se majorează, astfel la plasarea informaţiei pe site-ul oficial al Comisiei Electorale Centrale despre rezultatele preliminare ale votării (procese verbale prelucrate 100%) numărul voturilor valabil exprimate este de 1 598 514, iar numărul buletinelor de vot declarate nevalabile – 50 948. La sumarea acestor două cifre, rezumă că la votare au participat 1 649 462 de alegători, respectiv cu 83 871 de alegători mai mult.

De asemenea, potrivit PCRM, prezintă bănuieli rezonabile de falsificare a rezultatelor votării şi modificarea dubioasă a datelor privind numărul buletinelor de vot declarate nevalabile. Dacă la 1 decembrie 2014, potrivit datelor oficiale ale CEC erau 68 560 de buletine de vot nevalabile, la 3 decembrie curent, numărul buletinelor de vot nevalabile scade la 50 948.

În adresarea PCRM la Curtea Constituţională se mai atenţionează asupra faptului că CEC şi Ministerul Justiţiei nu au executat decizia definitivă şi irevocabilă a Curţii de Apel cu privire la suspendarea înregistrării partidului-clonă PCR.

Ţinînd cont de argumentele invocate, Partidul Comuniştilor din RM consideră că au fost încălcate mai multe prevederi ale Constituţiei, a Declaraţiei Universale a Drepturilor Omului, a Convenţiei Europeane a drepturilor omului şi libertăţilor fundamentale precum şi, ale Codului electoral. Ignorarea şi încălcarea normelor de drept naţionale şi internaţionale au influenţat rezultatele votării şi atribuirea mandatelor. Din aceste motive, PCRM a solicitat Curţii Constituţionale să declarare alegerile nule. 

Serviciul de presă al PCRM
05.12.2014

 


Messaggio del 2 dicembre di Voronin, Presidente PCRM

 

Fin dall'inizio, permettetemi di fare uso delle risorse multimediali per ringraziare tutti i cittadini che hanno votato per il Partito Comunista. Tutti coloro che hanno resistito alla pressione dal potere non sono stati ingannati da false promesse, non venduto il loro voto. Continueremo a difendere i vostri interessi e gli interessi del nostro paese - la Repubblica di Moldova!

Ho anche notato che il processo elettorale si è svolto pacificamente e tranquillamente. Anche se il governo ha cercato in molti modi di spaventare la gente con il fantasma dell’estremismo, anche se la Coalizione ha cercato di provocare disordini. Nonostante tutti i tentativi di campagna isterica, cittadini hanno soddisfatto il loro dovere con dignità.

Cari giornalisti,

In Moldova non abbiamo mai assistito a un cinismo e a una illegalità superiori a quelli che hanno permesso al governo di vincere in questa elezione. Questo riguarda la campagna elettorale e il giorno delle elezioni. Nella fase finale hanno persino superato se stessi.

La maggior parte evidenziato il CEC (comitato elettorale centrale). Si tratta di un passo senza precedenti per non eseguire la decisione finale della Corte d'Appello. I colpevoli devono essere puniti. Il CEC non vedere le violazioni alla partecipazione alle elezioni nascosti blocco elettorale. Riempire logico schema falsificazione dei risultati elettorali che non ha funzionato e il registro elettronico dei votanti, che è costato 30 milioni di lei budget.

Noi contestiamo la Corte costituzionale. La CEC durante questa campagna elettorale ha suonato la partitura scritta presso l'ufficio del Partito democratico, ignorando le proteste dell'opposizione. La CEC ha creato disparità nelle condizioni per i candidati, in modo da prendere decisioni solo a favore dei partiti di governo.

Queste violazioni costituiscono un reato non solo amministrativo, ma anche penale. Pertanto proponiamo il licenziamento dell'intera composizione della Commissione elettorale centrale.

Cari giornalisti,

Dal 2009 la antipopolare Coalizione ha imposto un sistema di falsi valori, ha volutamente diviso i cittadini del paese in due campi: pro-occidentali e pro-orientali. Abbiamo avvertito due anni fa che questa tendenza è pericolosa, che la società sarà destabilizzata e la Moldova sarà senza prospettive di sviluppo. Ma i leader della coalizione, con i loro datori di lavoro occidentali, tacitamente hanno diviso la società.

Le elezioni equivalevano a scegliere scelta circa lo sviluppo della Moldavia. A Novembre non ho sentito proposte concrete per risolvere i molteplici problemi interni ed esterni che affliggono il nostro Paese. Entrambi i concorrenti hanno parlato molto dell'Unione europea e dell’Unione doganale. Ma nulla è stato detto sulle priorità della Moldavia. A differenza di loro, noi, il Partito comunista, ci siamo concentrati su come affrontare il fattore sociale, economico e la legge del nostro paese, oltre alla conservazione della neutralità.

Il Partito Comunista insiste sulla realizzazione di punti importanti nel nostro programma elettorale. In Moldavia deve essere tenuto un referendum per determinare la direzione dello sviluppo del nostro Paese. Insistiamo sul raggiungimento dei nostri programmi sociali “satul moldovenesc” e "40 città". Il nuovo Parlamento deve sviluppare una strategia comune per rafforzare la società e fare applicare la legge.

Noi del Partito Comunista non ci aspettavamo nulla di buono per il Paese dopo questa parodia delle  elezioni. Gli ultimi cinque anni di questo governo non hanno dimostrato le loro incapacità? Noi non crediamo che il Parlamento sarà funzionale. Quindi deve iniziare immediatamente la preparazione di elezioni anticipate.

Grazie per l'attenzione.

 


 

Mesajul Preşedintelui PCRM, V.Voronin, lansat in cadrul conferinţei de presă din 2 decembrie

 

De la bun început, permiteţi-mi să fac uz de resursele mediatice pentru a aduce sincere mulţumiri tuturor cetăţenilor care au votat pentru Partidul Comuniştilor. Tuturor celor care au rezistat presiunilor din partea puterii, nu s-au lăsat amăgiţi de promisiunile false, nu şi-au vîndut votul. Noi vom continua să vă apărăm interesele Dumneavoastră şi interesele statului nostru – Republica Moldova!

De asemenea, aş remarca faptul, că procesul electoral a decurs paşnic şi liniştit. Chiar dacă guvernarea a încercat în fel şi chip să-i sperie pe oameni cu fantoma extremismului, chiar dacă Coaliţia a încercat să provoace dezordini. În pofida tuturor încercărilor de a isteriza campania electorală, cetăţenii şi-au îndeplinit datoria demn. 

Stimaţi jurnalişti, 

În Moldova încă niciodată nu a fost o nebunie, un cinism și o fărădelege mai mare decît cele pe care şi le-au permis guvernanţii în aceste alegeri. Pe tot parcursul campaniei electorale şi în ziua scrutinului. La etapa finală ei chiar s-au depăşit pe sine înşişi. 

Cel mai mult s-a evidenţiat Comisia Electorală Centrală. Este un pas fără precedent să nu execuţi decizia finală a Curţii de Apel. Trebuie să urmeze pedeapsa. CEC-ul s-a făcut că nu observă încălcări în cazul participării ascunse în alegeri a unui bloc electoral. Se înscrie logic în schema de falsificare a rezultatelor scrutinului şi faptul că nu a lucrat registrul electronic al alegătorilor, care a costat bugetul 30 de milioane de lei.

Noi vom contesta deciziile CEC-ului la Curtea Constituţională. CEC-ul, pe parcursul acestei campanii electorale, a jucat partitura scrisă în oficiul Partidului Democrat, ignorînd toate protestele opoziţiei. CEC-ul a creat condiţii inegale pentru concurenţii electorali, luînd decizii doar în favoarea partidelor de la guvernare. 

Aceste încălcări poartă nu doar caracter administrativ, dar şi penal. Astfel, noi propunem demiterea întregii componenţe a Comisiei Electorale Centrale şi atragerea la răspundere penală a lui Iurie Ciocan. 

Stimaţi jurnalişti, 

Începînd cu 2009 Coaliţia antipopulară a impus societăţii un sistem de valori false, a dezbinat în mod intenţionat cetăţenii ţării în două tabere: pro – Vest şi pro – Est. Noi am preîntîmpinat încă cu doi ani în urmă că această tendinţă este periculoasă, că societatea va fi radicalizată, iar Moldova va fi lipsită de perspective de dezvoltare. Dar liderii Coaliţiei, cu acordul tacit al patronilor occidentali, au dezbinat în mod artificial societatea cu un singur scop – de a se menţine, a se conserva la putere. 

Astfel, alegerile actuale au semănat mai mult cu o alegere a vectorului de dezvoltare a Moldovei. Noi aşa şi nu am auzit propuneri concrete pentru soluţionarea multiplelor probleme interne şi externe cu care se confruntă ţara noastră. Ambele firme concurente au vorbit foarte mult despre UE şi Uniunea Vamală. Dar în descrierea priorităţilor Moldova practic a lipsit. Spre deosebire de ei, noi, Partidul Comuniştilor, în calitate de partid statalist, ne-am concentrat pe soluţionarea problemelor sociale, economice, de drept ale ţării noastre, pe păstrarea neutralităţii şi pe reintegrarea ţării. 

Partidul Comuniştilor insistă pe executarea punctelor importante din programul nostru electoral. În Moldova trebuie să fie desfăşurat un referendum pentru determinarea vectorului extern de dezvoltare a ţării noastre. Noi insistăm pe realizarea programelor noastre sociale „Satul Moldovenesc” şi „40 de oraşe”. Noul Parlament este obligat să elaboreze o strategie comună de consolidare a societăţii şi de a o adopta în calitate de Lege. 

Noi, Partidul Comuniştilor, nu aşteptăm nimic bun pentru ţară după această parodie la alegeri. Oare ultimii cinci ani ai acestei guvernări nu au demonstrat capacităţile lor? Noi nu credem că acest Parlament va fi funcţional. Aşa că imediat începem pregătirea pentru alegerile anticipate. 

Vă mulţumesc pentru atenţie.