PER KRAJINA Notizie - Novembre 2014

 


 

Krajina: Il Tribunale e gli (ex) presidenti

di Savo Strbac

30 ottobre 2014

Scheveningen, una targa commemorativa all'ingresso principale

 

La Corte penale internazionale, secondo il suo statuto, non può sancire la pena di morte, ma ciò non ha impedito che ci sono stati suoi imputati che la morte li ha comunque raggiunti e sono deceduti nella sua unità di detenzione, ed hanno comunque subito tale pena.

Nel mese di ottobre, sono stato per la seconda volta quest'anno, al Tribunale a L'Aia. Nel mese di marzo, ho partecipato al processo davanti alla Corte internazionale di giustizia in una controversia tra le parti croata e serba per accuse reciproche per genocidio e nel mese di ottobre per testimoniare davanti al Tribunale penale internazionale per l'ex Jugoslavia, nel processo "Hadzic".

La difesa di Hadzic mi ha convocato come testimone perché avevo avuto a che fare con lo scambio di prigionieri e perchè sono stato segretario del governo della RSK, nel  periodo in cui Hadzic era presidente della RSK (dal febbraio 1992 al gennaio 1994). La mia dichiarazione scritta è stata accettata e ho anche risposto alle domande. Seguendo la prassi del Tribunale, la mia testimonianza è stata introdotta come prova, altri elementi di prova che ho portato sono stati accettati dalle parti, per esempio fargli delle domande per quanto riguarda alcuni documenti; la difesa dopo la risposta favorevole di accettazione ha presentato i documenti e poi ha domandato alla Corte di accettare il documento come prova. La difesa mi ha chiesto circa una riunione del governo della RSK, a cui avevo partecipato come segretario del governo, e circa diversi documenti di organizzazioni internazionali che avevano avuto rapporti con il presidente, in relazione ai suoi poteri decisionali, perchè la difesa intende usarli per dimostrare la tesi di fondo che Hadzic è stato presidente solo sulla carta, e che la prassi era non "interferire nel lavoro del governo".

Al mio arrivo a L'Aia scoperto che in detenzione all’Unità del Tribunale c’è ancora uno dei miei ex presidenti: Milan Martic (presidente dal gennaio 1994 ad agosto 1995), che sta scontando la sua condanna a vita in Estonia. Egli è stato temporaneamente restituito al TPI dell'Aja per la testimonianza nel caso Hadzic. Mi è stato riferito che le condizioni nel carcere estone sono molto più pesanti rispetto a quelle del Tribunale e degli altri in tutta Europa, dove i condannati dell'Aja scontano la pena, anche se l'Estonia è da dieci anni nell'Unione europea; egli ha richiesto al Tribunale di poter tornare alla loro unità di detenzione o di essere trasferito in una prigione di un altro Stato. Dall'inizio degli anni Novanta, avevo già testimoniato nei tribunali croati contro le accuse rivoltegli di "ribellione armata", quando sono diventato segretario del governo, avevo collaborato con lui, quando era ministro degli Interni (mentre Hadzic era presidente della RSK. Dopo la mia testimonianza ho chiesti di potergli fare una visita. Mi hanno fatto compilare una richiesta di diverse pagine, che contengono un sacco di domande e se vi è un divieto di visite. Purtroppo, la mia richiesta è stata respinta con la motivazione che era troppo breve il periodo per la richiesta del giorno della visita. Allora ho chiesto al personale del Tribunale di poter vedere  l’unità di Scheveningen. Ho visto un complesso di edifici circondati da un alto muro; una persona designata, una donna olandese, mi ha spiegato che si trattava di una prigione per olandesi condannati, e che è solo una sezione, da qualche parte nel mezzo del complesso, è stata ristrutturata come unità di detenzione del tribunale. Girando intorno al complesso carcerario siamo arrivati davanti al cancello principale, allora ho ricordato il momento in cui le telecamere televisive registrarono l'ingresso di Milosevic attraverso di essa, e attraverso il quale, senza la presenza di telecamere, varcò quella soglia, anche un altro mio ex presidente: Babic, primo presidente della RSK. Milan Babic e Slobodan Milosevic, presidente della Serbia e della Jugoslavia: due parti di me, ricamati con il mio corpo e la mia anima.

Dopo il mio ritorno a Belgrado, mi ha raggiunto la notizia che nel secondo giorno della mia testimonianza, Hadzic aveva avuto un ictus, e che il Tribunale aveva ricevuto dal suo difensore la richiesta di Martic per il trasferimento dal carcere estone, e che il Consiglio nazionale serbo per la cooperazione con il Tribunale, ha chiesto il consenso di permettere ai medici di famiglia di poter visitare nel centro di detenzione Hadzic.

Dieci imputati dell'ICTY sono già morti prima del trasferimento definitivo alle unità di detenzione del Tribunale, di cui otto serbi, alcuni dei quali mediante suicidio pur di non accettare il carcere. Finora nell'unità di detenzione di Scheveningen sono morti nove detenuti, tra cui sette serbi. Nel numero di morti non sono inclusi quelli che a causa di malattie avanzate sono stati rilasciati dall'unità detenzione e subito dopo sono morti. Il Tribunale, secondo il suo statuto, non può imporre la pena di morte, ma non è riuscito a fare in modo, che molti di loro, malati gravemente sono morti nella sua unità di detenzione finora, come una pena di condanna a morte.

Da Centro Veritas - 30/10/2014.

 


 

Tenuti eventi commemorativi per i civili uccisi in Varivode e Gosic, Krajina

 

Organizzate dal Consiglio nazionale serbo, il 28. 09. 2014 nei villaggi di Varivoda e Gosic vicino a Sibenik-Knin, si sono svolte manifestazioni commemorative per ricordare i 16 civili, in maggioranza anziani, di nazionalità serba, che furono uccisi, dopo che iniziarono le operazioni militari dell’esercito croato, denominate  “Oluja".

Al raduno hanno partecipato il presidente del Consiglio nazionale serbo, Milorad Pupovac e Cedomir Maric, rappresentanti della nostra Associazione “SUZA ", Dragan Pjevac, il presidente del Coordinamento delle Associazioni serbe di Dispersi e delle Persone morte della ex-Jugoslavia.

Milorad Pupovac nel suo discorso ha sottolineato che, anche dopo 19 anni, non sono ancora stati  puniti i responsabili della morte di queste persone, nonostante le promesse del presidente e del primo ministro dello stato croato. È per questo che ancora manca un senso di giustizia, ha sottolineato.

Cedomir Maric si è rivolto al pubblico dicendo: "Oggi con questa commemorazione dimostriamo che le vittime di questi misfatti non saranno mai dimenticati. Anche se sappiamo che è un lavoro duro,  gli esempi di Varivoda, Gosic e Golubic, dove hanno eretto monumenti e cippi, dimostrano che è possibile coltivare una cultura della memoria.".

Il noto cantante Dragan Pjevac nel suo saluto ha sottolineato che per questi crimini commessi e per i civili innocenti uccisi, nessuno ha mai risposto delle sue responsabilità.

"Fraternizzo con tutte le vittime innocenti in Croazia e spero che verrà il giorno in cui la maggioranza della popolazione croata fraternizzerà con le vittime civili in Gosic...", ha detto Dragan.

Due mesi dopo l'inizio dell’operazione militare, il 28 settembre 1995, furono uccisi nove abitanti a  Varivoda: Dusan Dukic (59), Spiro Beric (55), Jovo Beric (75), Jovan Beric (56), Beric Radivoj (69), Mary Beric (69), Milka Beric (67), Marko Beric (82) e Mirko Pokrajac (84). Furono uccisi da colpi a distanza ravvicinata sulla porta di casa. Il villaggio non aveva alcuna postazione o attività militare e non furono trovate armi.

Un mese prima, il 27 agosto 1995 nella vicina Gosic, furono uccisi sette anziani: Savo Borak (70), Dyer Borak (68), Grozdana Borak (75), Mary Borak (81), Kosovka Borak (77) Milka Borak (75), Dušan Borak (56), e dieci giorni fu ucciso Gojko Ležaić (65). Tutte le vittime erano civili, e né in  passato, né al momento degli omicidi, nel villaggio vi erano state attività di guerra.

 

Associazione SUZA

 


 

Breve cronistoria della Repubblica Serba di Krajina:  1992

 

3 gennaio: A Sarajevo firmato l'accordo sul coinvolgimento delle Nazioni Unite (ONU) in Jugoslavia.

8 gennaio: Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha adottato la risoluzione 727 sull'invio di forze internazionali in Jugoslavia.

13 gennaio: Il Vaticano ha riconosciuto la Croazia e la Slovenia.

15 gennaio: La Comunità europea ha riconosciuto la Croazia e la Slovenia.

17 gennaio: L’Assemblea dei Vescovi della Chiesa ortodossa serba ha rilasciato una dichiarazione sul diritto del popolo serbo della Croazia all'autodeterminazione.

27 gennaio: I negoziati tra  rappresentanti della RSK e Mark Goulding a Knin, si sono conclusi senza un accordo.

30 gennaio:  A Belgrado inizia una sessione di tre giorni della presidenza della Jugoslavia con i rappresentanti della Krajina. Milan Babic e il suo governo non danno il loro consenso al piano di Vance-Owen.

2 febbraio: Al posto di Babic, viene eletto Presidente dell'Assemblea di Krajina Mile Paspalj.

Il presidente russo Boris Eltsin annuncia che la Russia avrebbe riconosciuto la Slovenia e la Croazia.

3 febbraio: L’Assemblea di Krajina tenutasi a Knin, sostiene Milan Babic per aver rifiutato di firmare il piano Vance-Owen.

4 febbraio: Boutros Ghali, segretario generale delle Nazioni Unite, dichiara che sul territorio sotto la protezione delle Nazioni Unite non si applicano le leggi croate.

5 febbraio: La leadership politica delle assemblee municipali di Vojnic e Gračac sostengono il Piano Vance.

6 febbraio: A Gracac il piano Vance viene discusso dai rappresentanti della SDS della Krajina e della JNA, che è guidata dal generale Ratko Mladic.

Il governo della Krajina divide il territorio in quattro distretti amministrativi: Dalmazia settentrionale, Lika, Kordunaška e Banijska.

7 febbraio: Boutros-Ghali ha detto che le truppe delle Nazioni Unite non si ritireranno dalla zona di Krajina, che sarà protetta fino a quando non sarà trovata una soluzione politica; per non pregiudicare una soluzione politica  nelle aree sotto la protezione delle Nazioni Unite, sarà in vigore  il diritto croato, e che le forze delle Nazioni Unite garantiranno la protezione della popolazione locale prima e dopo la smilitarizzazione.

9 febbraio: L’Assemblea della Repubblica Serba di Krajina in Glina ha accettato incondizionatamente il piano Vance-Owen.

10 febbraio: Nella riunione di governo a Knin, Milan Babic ha accettato di discutere una accettazione condizionata del Piano Vance. Lui, invece, ha chiesto una decisione su un referendum che deciderà in merito all'accettazione / rifiuto del Piano Vance.

12 febbraio: Milan Babic ha chiesto alle Nazioni Unite di imporre un protettorato sul Paese.

La JNA e la polizia di Knin hanno cominciato ad accogliere in Krajina, volontari venuti dalla Serbia.

15 febbraio: Il quotidiano belgradese Vecernje Novosti ha annunciato la partenza di Milan Babic, in una dichiarazione Mile Paspalj e Dusan Jovic annunciano che l’Assemblea di Knin e della Krajina hanno indetto un referendum sul piano Vance-Owen, che sta provocando tra i serbi in Krajina ulteriore confusione.

16 febbraio: Mile Paspalj convoca una seduta a Glina dell'Assemblea di Krajina. Secondo le dichiarazioni ufficiali, la maggior parte dei deputati ha votato per la rimozione di Milan Babic e del governo della Krajina.

17 febbraio: A Belgrado, Milan Babic in una conferenza stampa dichiara che la sessione parlamentare tenuta a Glina è incostituzionale e illegale.

18 febbraio: L'Assemblea tenutasi a Knin in Krajina, sostiene la posizione di Milan Babic. Viene adottato il suo suggerimento che l'Assemblea sia in sessione costante edi  rimandare il referendum.

21 febbraio: Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha adottato la risoluzione 743 che autorizza l'inizio della missione di pace in Jugoslavia e la creazione di UNPROFOR.

A Knin L’Assemblea in seduta ha condannato l'atteggiamento di Branko Kostic, che in Glina ha lavorato per l'accettazione incondizionata del piano Vance.

26 Febbraio: L'Assemblea nella sessione in Borovu elegge Presidente della Repubblica Goran Hadzic.

28 febbraio: L'esercito croato attacca su un ampio retroterra di fronte a Zara e Sebenico. Su entrambi i lati ci sono uccisi e feriti.

29 Febbraio: La Corte Costituzionale ha annullato tutte le decisioni e le modifiche dell’Assemblea presieduta da Mile Paspalj a in Borovu.

1 Marzo: Un gruppo di terroristi musulmani a Sarajevo, spara a Barščaršiji su una festa di nozze serba. Viene assassinato il padre dello sposo Nikola Gardović, e ferito prete ortodosso Radenko Miković; poi bruciata la bandiera serba.

A Golubic vicino a Knin viene costituita la scuola di polizia di Krajina. Vi partecipano, tra gli altri, Sadie Bajramovic, Jugoslav Kostic, Goran Hadzic e Milan Martic. I Serbo-bosniaci hanno dichiarato la secessione della Bosnia-Erzegovina, proclamato una Costituzione e formato un proprio governo.

Nel frattempo Forze delle Nazioni Unite hanno cominciato ad assumersi la responsabilità per l'area della Krajina protetta.

4 aprile: La Grande Assemblea Nazionale del Distretti serbi della Slavonia, Baranja e Srem occidentale ha adottato la decisione relativa alla promulgazione di uno Statuto del Distretto serbo della Slavonia, Baranja e Srem occidentale.

6 aprile: Gli stati della Comunità europea riconoscono la Bosnia-Erzegovina.

7 aprile: Viene proclamata la Repubblica Serba di Bosnia-Erzegovina.

Gli Stati Uniti hanno riconosciuto la Slovenia, la Croazia e la Bosnia-Erzegovina.

11 aprile: A Knin, viene discussa la formazione dell’Esercito Serbo della Krajina.

16 aprile: il Consiglio Europeo ha ordinato il ritiro di tutte le forze armate dalla Bosnia-Erzegovina entro il 28 aprile.

17 aprile: La diplomazia americana ha condannato la Serbia per la guerra in Bosnia.

22 aprile a Veljun scontri tra soldati di UNPROFOR e miliziani serbi perché è stato dichiarato che erano venuti per proteggere il popolo croato.

28 aprile: A Belgrado viene dichiarata la Repubblica Federale di Iugoslavia.

29 aprile: Nelle elezioni per la presidenza del SDS di Krajina, viene deposto Ljubica Šolaja e scelto  Milan Babic.

Negli ultimi due giorni sul campo di battaglia di Knin, vengono uccisi nove militari serbi, e dieci civili serbi uccisi nel villaggio di Nera vicino a Zara.

4 maggio: La Presidenza della Jugoslavia ha dichiarato la propria decisione in merito al ritiro della JNA dalla Bosnia-Erzegovina entro 15 giorni.

12 maggio: il governo della Krajina ha introdotto lo stato di emergenza a causa della comparsa di gruppi di sabotaggio croati.

15 maggio: Il Consiglio di Sicurezza ONU ha votato la Risoluzione 752 sul peggioramento della situazione in Bosnia-Erzegovina. In Tuzla, un gruppo terrorista musulmano ha attaccato un convoglio di soldati JNA, che stavano ritirandosi in Serbia e in quella occasione sono stati uccisi, secondo i dati ufficiali, più di 200 soldati.

La 9. Zaječarska Brigata Kikas ha lasciato il territorio della Krajina. Durante la guerra nel Kordun ha avuto 57 morti e 120 feriti.

18 maggio: Il Consiglio di Sicurezza ha votato per la Risoluzione 753, che offre la possibilità per l'ammissione della Croazia delle Nazioni Unite.

Il Consiglio di Sicurezza ha votato per la risoluzione 754 che dà sostegni per l'ammissione della Slovenia alle Nazioni Unite.

In Krajinaa  Knin l’Assemblea in seduta, a cui hanno partecipato Jovan Rašković e Milan Babic, adotta la Dichiarazione sugli obiettivi politici della Repubblica Serba di Krajina.

19 maggio: La JNA ha lasciato la Krajina.

23 maggio: la Slovenia, la Croazia e la Bosia-Erzegovina hanno ricevuto l’accettazione tra i membri delle Nazioni Unite, in occasione dell'Assemblea Generale

27 maggio: a Sarajevo un ordigno esplosivo ha ucciso 16 e ferito più di 100 persone in fila per il pane.

30 maggio: il Consiglio di Sicurezza con la risoluzione 757 ha imposto sanzioni nei confronti della Repubblica Federale di Iugoslavia.

15 giugno: Dobrica Cosic viene eletto come primo presidente della Repubblica Federale di Iugoslavia (RFI).

21 giugno: Le forze armate croate attaccano Krke i Čikole ( nel complesso di Miljevački), anche se la zona era sotto la protezione delle Nazioni Unite. Vengono circondati e uccisi 48 soldati serbi.

23 giugno: L’artiglieria croata ha bombardato Knin.

30 giugno: Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha adottato la risoluzione 762 sulle cosiddette zone rosa in Croazia. Alla Croazia viene chiesto di ritirare le sue truppe alle posizioni prima del 21 giugno e la sospensione delle operazioni militari nella zona sotto la protezione delle Nazioni Unite.

4 luglio: Il ministro degli Interni della Krajina Milan Martic, dopo essere stato condannato con l’accusa di separatismo è stato liberato.

Nei pressi di Topusko, gravemente ferito il Presidente della SO Vrginmost Dimitar Obradovic.      E’ morto in ospedale di Petrova Gora.

12 luglio: UNPROFOR pone il limite di sicurezza tra Krajina e della Croazi,a nel Kordun.

21 luglio: A Belgrado si incontrano Lord Peter Carrington, Goran Hadzic, Dobrosav Vejzovic, Ministro degli Affari Esteri, e il colonnello Stojan Spanovic. Carrington ha sottolineato che la Krajina può avere uno status speciale in conformità con i documenti adottati a L'Aia.

7 agosto: Il Consiglio di Sicurezza ONU ha adottato la risoluzione 769 che sancisce l’embargo sull'importazione e l'esportazione di tutti i beni tra la Repubblica Federale di Iugoslavia e il mondo, e anche l'estensione di UNPROFOR.

18 agosto: il governo della Krajina nomina una Commissione di Stato per crimini di guerra e genocidio.

26 agosto: Alla conferenza di Londra sulla ex Jugoslavia, con la partecipazione di 40 delegazioni, partecipa una delegazione dalla Krajina, guidata da Zdravko Zecevic.

14 settembre: Il Consiglio di Sicurezza ha adottato la risoluzione 776 sul supporto della Conferenza di Londra.

22 settembre: L’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha congelato l'adesione della Repubblica Federale di Iugoslavia.

30 settembre: A Ginevra Dobrica Cosic e Franjo Tudjman firmano una dichiarazione, garanti sono David Owen e Cyrus Vance. La dichiarazione garantisce l'inviolabilità delle frontiere esistenti derivanti da mezzi pacifici e negoziati. Alla riunione ha partecipato anche Slobodan Milosevic, ma non ha firmato nulla.

16 ottobre: Viene iniziata la formazione dell’Armata Serba di Krajina (SVK).

31 ottobre: La RS di Bosnia e l’assemblea della RSK adottano una dichiarazione congiunta sullo stabilimento di una alleanza.

4 novembre: Il Parlamento croato approva una legge sulla protezione della Repubblica da attività terroristiche.

9 novembre: corridoio di Brcko, che garantiva i collegamenti con la RFJ viene attaccato e interrotto.

19 novembre: A Knin negoziato con Cyrus Vance e Robert Owen. Delegazione della Krajina era formata da Zdravko Zecevic, Milan Martic, Boro Martinovic e dal nuovo ministro degli Esteri Slobodan Jarčević.

Soldati croati uccidono a Zemunik Gornjeg, Mirko Subotic (33) e la figlia Dostana (22).

21 novembre: A Brcko viene ucciso il giornalista Dusan Tepsic (30), segretario per le Informazioni presso il Ministero degli Affari Interni della Krajina.

1 dicembre: Ufficialmente presentata, con una parata, la Armata Serba di Krajina.

14 dicembre A Zagabria, di fronte al suo appartamento, ucciso Milan Krivokuća di Utinja, un leader serbo del sindacato dei lavoratori delle ferrovie in Croazia.

 

A cura del Forum Belgrado Italia e CIVG