Varvarin, Serbia (ex Jugoslavia): 15 anni fa una strage della NATO tuttora impunita

Per non dimenticare, quindici anni fa uccisi dieci civili, durante laggressione alla RFJ 

Forum Belgrado Italia, Giugno 2014

               

Dieci civili uccisi e decine feriti, quindici anni fa, il 30 maggio 1999, quando i bombardieri in due raid aerei condotti dalla NATO durante la guerra in Kosovo, bombardarono il ponte sul fiume Grande Morava vicino alla città di Varvarin, nella Serbia centrale. Erano tutti civili. Tra loro Sanja Milenkovic, 15 anni  e il prete della locale Chiesa ortodossa serba, padre Milivoje.

 

Nonostante un procedimento penale aperto, davanti alla Corte costituzionale di Karlsruhe dal 2006, e ora a Colonia, a tuttoggi non ci sono colpevoli. La richiesta formalizzata da alcuni sopravvissuti serbi all’attacco è era basata sul concetto  che l'attacco a Varvarin era illegale dal punto di vista del diritto umanitario internazionale. Il procedimento è stato formalizzato in Germania per due motivi, da un lato perché alcuni sopravvissuti vivono in Germania e secondo perché, in un rapporto di fine giornata operativa,  la Germania aveva ammesso di aver assunto nel Consiglio Nord Atlantico della NATO, elenchi di obbiettivi, tra cui il ponte di Varvarin, classificato come appropriato per conseguire obbiettivi della alleanza militare. I querelanti sostengono invece che Varvarin non era un obiettivo militare legittimo e che i bombardamenti erano diretti illegalmente contro i civili.

I firmatari hanno richiesto di  imputare una responsabilità compartecipe di tutti gli stati membri della NATO per tale crimine.

Tra le altre cose l'attacco è avvenuto in pieno giorno, nella domenica di Pentecoste ortodossa  e con il mercato pieno di gente.  Inoltre il secondo attacco, è stato ancor più criminale in quanto ha colpito coloro che accorrevano sul ponte per assistere i feriti del primo bombardamento.

La NATO è stata accusata in questi anni, di numerosi omicidi analoghi di civili, per crimini di guerra, e sarebbe dovuta essere processata dal Tribunale Internazionale per l'ex Jugoslavia, come richiesto anche da Amnesty International, tra gli altri. La stessa procuratrice capo dell'Aia Carla del Ponte ha scritto nelle sue memorie, che le pressioni politiche erano troppo grandi, e così non ha mai avviato alcuna indagine.

E' un  dovere morale mantenere il ricordo delle vittime dell'aggressione della NATO, che nel suo svolgersi ha compiuto atti e delitti criminali, uccidendo in gran parte civili e gente pacifica,  al Ponte della Grande Morava  come in altre località della Serbia ed ex Jugoslavia, durante i 78 giorni di aggressione. Oggi, grazie alla solidarietà delle comunità serbe nel mondo, il ponte di Varvarin è stato ricostruito.

Memoriale di Varvarin alle vittime della NATO

  

Commemorazioni al Memoriale di Varvarin

  

 

                  

Enrico Vigna, Giugno 2014