Scusate se non siamo morti a Slavjansk

 

Igor’ Druz’, consigliere del ministro della Difesa della Repubblica Popolare di Donec’k per l’informazione e la politica.


I miliziani hanno dovuto andarsene da Slavjansk. Certo, eravamo pronti a combattere fino alla fine, eravamo pronti a eseguire anche quest’ordine del comandante. Tutti noi abbiamo già fatto testamento e ci siamo congedati dalla famiglia. Ma siamo soldati, ed eseguiremo anche un ordine diverso. Tanto più che crediamo nella rispettabilità di Igor’ Strelkov e ci fidiamo della sua esperienza in ambito militare. Del resto ha già partecipato a quattro guerre come volontario. Che cosa sarebbe successo se l’esercito russo avesse deciso di difendere fino alla fine Mosca nel 1812, o Kiev nel ’41? Non ci sarebbe stata la presa di Parigi, e di conseguenza quella di Berlino, e i membri dell’“unico esercito alleato della Russia” sarebbero morti invano. Sono assolutamente convinto che vinceremo e libereremo anche Kiev. Pur non sapendo ancora a quale prezzo e quanto tempo ci vorrà. Perciò e’ molto strano leggere le odierne speculazioni di alcuni, in teoria patrioti, i quali accusano Strelkov di tutto e di più. Anche della resa della città. Farebbero meglio a ricordarsi che per mesi Strelkov e i suoi soldati, all’inizio solo alcune centinaia, poi un paio di migliaia, hanno eroicamente bloccato gli attacchi di un intero esercito. Armati quasi esclusivamente di armi leggere, hanno contenuto l’offensiva di 15mila militari professionisti.

Durante tutto questo tempo Strelkov ha chiesto aiuto, ha parlato della necessità di inviare delle truppe di pace, o almeno delle forniture massicce di armi pesanti dalla Russia. Ma nessuno gli ha dato ascolto. Anzi, negli ultimi giorni abbiamo assistito al tradimento da parte di alcuni comandanti, i quali hanno lasciato scoperta una parte delle milizie di Slavjansk dal lato di Nikolaevka. Se un numero limitato di miliziani avesse continuato a difendere la città dall’esercito regolare, senza poter sperare nel supporto della Russia, ciò avrebbe portato alla vana morte delle sole unità della Milizia Popolare del Donbass ormai abituate a combattere.

Avrebbe portato anche alla morte completa della città e dei suoi abitanti. Poichè la tattica dell’esercito ucraino e’ una specie di genocidio da artiglieria. Hanno molta paura di perdere le proprie risorse umane, perciò si limitano a collocare nei pressi dei nostri centri abitati obici e lanciarazzi “Grad”, e a sparare da quelli, distruggendo un quartiere dietro l’altro, metodicamente. Interessante notare che hanno praticamente annientato via “Russkaja” a Slavjansk. Penso che il comandante della batteria abbia dato un’occhiata alla mappa della città sul navigatore, e avendo notato l’odiata denominazione, abbia deciso di radere al suolo proprio la “via russa”. Tuttavia anche le altre vie hanno avuto la loro parte di rovine. Le scene a cui ho assistito sono inesprimibili...Un bambino di tre anni con una contusione che impazzisce davanti ai tuoi occhi, urla con una voce che non e’ la sua... Preti che celebrano i funerali di un intero condominio in una volta sola, facendo il giro di decine di bare poste accanto alla casa dei defunti...

Proprio per fermare questa mostruosa “pacificazione” di Kiev, il comandante delle milizie Strelkov ha deciso di dislocare le truppe. E qui hanno avuto inizio le speculazioni sull’esistenza di un fantomatico “corridoio” speciale, messo a disposizione da Poroshenko e attraverso il quale sono passati i miliziani. Si tratta di delirio. L’assedio di Slavjansk non era completo. Era ancora possibile lasciare la città attraverso le strade secondarie. Ma anche queste strade venivano bombardate dall’artiglieria, principalmente dal monte Karachun. Perciò Igor’ Ivanovich (nome e patronimico di Strelkov, NdT) ha ordinato di mettere in atto una manovra diversiva, che consisteva nell’attaccare le postazioni ucraine con le nostre limitate risorse tecniche. Il nostro mortaio semovente “Nona” e i carri armati hanno iniziato a colpire il nemico, e nel frattempo i miliziani sono partiti in direzione di Kramators’k su mezzi “Ural”, “Kamaz”, minibus e automobili. Alcuni membri dell’equipaggio dei carri armati sono morti eroicamente, la lista dei nomi viene compilata e verrà loro assegnata l’onorificenza postuma della Croce di San Giorgio della Novorossija. Certo, c’e’ stata della confusione, inevitabile in un’operazione di tale entità. Parte dei conducenti hanno dimenticato l’ordine di mascherare i dispositivi di segnalazione luminosa dei mezzi e hanno acceso i fanali. Il nemico ha lanciato i suoi droni e i razzi bengala. Hanno una quantità enorme di droni, dettaglio di cui mi sono accertato nel corso di un combattimento notturno. Perciò alla fin fine l’avversario e’ riuscito ad avvistarci, e la coda della nostra colonna si e’ ritrovata sotto il fuoco dei “Grad”. Noi siamo stati fortunati, i miei uomini ed io siamo finiti in testa alla colonna e non siamo stati colpiti. All’inizio il nostro mezzo si trovava in coda, poi però a causa dell’errore di una guida locale abbiamo dovuto fare dietrofront, e da ultimi siamo diventati primi. Purtroppo nell’attacco sono rimaste coinvolte le famiglie dei miliziani, evacuate dalla città per metterle in salvo dall’esercito ucraino. Sono state ferite una donna e una bambina ed e’ stato danneggiato un mezzo di trasporto. I dati precisi delle perdite subite nel corso del dislocamento sono in corso di verifica.

 

La ritirata da Slavjansk



Alla luce di tutto ciò è particolarmente offensivo ascoltare le critiche che arrivano da “destra” e da “sinistra”. Non poteva esserci alcun accordo segreto con le autorità ucraine, le quali hanno cercato per l’ennesima volta di farci fuori durante lo spostamento delle truppe. Come non si può parlare delle “spaventose perdite” che abbiamo subito durante il dislocamento.  Perchè ripetere le menzogne della propaganda ucraina?!

Alla fine l’operazione di Strelkov e’ riuscita brillantemente, e nonostante i risvolti inevitabili di tali situazioni, il comandante e’ riuscito a evacuare con successo quasi tutto il capitale umano, più del 90%. E quasi tutte le armi. Così ora verranno potenziate le difese di Donec’k, che e’ la cosa più importante in questo momento.

Per quanto riguarda i patrioti “da ufficio” che criticano Strelkov da lontano, posso dire soltanto una cosa: venite qui a dimostrare il vostro talento, se pensate di essere più intelligenti e più coraggiosi di lui. Abbiamo bisogno di volontari.

Scusate se non siamo morti a Slavjansk. Abbiamo ancora molte possibilità di morire a Donec’k, se la Russia non ci darà una mano.

http://krupnov.livejournal.com/657632.html

 



Il reparto del comandante “Motorola” e’ arrivato a Donec’k

6 luglio 

di Tat’jana Dvorjadkina, copresidente dell’organizzazione non governativa “Repubblica di Donec’k”



Intanto alla periferia di Slavjansk continuano gli attacchi dell’artiglieria. In città sono stati arrestati quasi tutti i poliziotti, vengono fermati gli uomini. I soldati di Kiev hanno fatto esplodere la sede del Servizio di sicurezza ucraino, poichè ritenevano fosse minata.

http://el-murid.livejournal.com/1909478.html

“Da ieri, dall’arrivo dei miliziani a Donec’k, ci occupiamo della loro sistemazione. Sono in molti, perciò sono tante le cose da preparare. Gli abitanti di Donec’k ci danno quello che possono. Gli aiuti umanitari che riceviamo tornano utili. I nostri miliziani non si sono arresi, ma soltanto allontanati. Non e’ la stessa cosa. E’ stato difficile uscire dall’accerchiamento nemico. Ma loro si sono ritirati, altrimenti Slavjansk e Kramators’k sarebbero state ridotte in polvere. Adesso i cittadini aiutano questi uomini in ogni modo possibile. Sono dei bravi ragazzi! Decisi nella lotta e con un forte spirito di Vittoria”.

 


                       

http://rusvesna.su/news/1404665295

A Donec’k si e’ svolto un meeting a sostegno della Repubblica Popolare

Pavel Gubarev ha pronunciato un discorso di fronte ai partecipanti, durante il quale ha affermato che il ritiro delle truppe da Slavjansk non rappresenta una sconfitta, ma e’ semplicemente una manovra tattica. “…Mentre stavano lasciando Slavjansk, le famiglie dei miliziani sono state attaccate, le perdite subite sono in corso di verifica. Tuttavia le milizie sono riuscite a evacuare tutto il capitale umano e quasi tutte le armi, ed e’ questo che conta adesso. Il ritiro ha suscitato la perplessità dell’esercito ucraino, i soldati hanno iniziato ad accusare i propri generali di cospirazione. Tutto ciò ha creato confusione all’interno delle loro truppe. Ogni giorno di guerra costa all’esercito ucraino tre milioni di dollari. C’e’ il rischio che circondino la nostra Donec’k, dove vivono milioni di persone. Ma le forze della milizia la difenderanno seriamente”, ha dichiarato Gubarev.

Il governatore popolare del Donbass ha definito un genocidio l’operato delle autorità ucraine. “…Le risorse dell’esercito ucraino sono dieci volte maggiori delle nostre, ma il nostro morale e’ dieci volte più alto del loro. Ciò significa che se riusciamo a prendere tempo possiamo distruggerli. Con il ritiro da Slavjansk abbiamo guadagnato del tempo”, ha affermato Gubarev.

http://rusvesna.su/news/1404679568

E per finire alcuni screenshot della copia cache del blog “Poltora Bobra” (che chissà perchè e’ stato bloccato...), in cui viene smascherata la propaganda dei media ucraini, i quali affermano che gli abitanti di Slavjansk e di Kramatorsk abbiano accolto con gioia i soldati dell’esercito di Kiev, in seguito al dislocamento dei miliziani.



“Gli abitanti di Kramators’k si sono riuniti vicino alla sede del comitato esecutivo del Consiglio comunale, sulla quale i membri dell’operazione antiterrorismo hanno issato la bandiera ucraina. I cittadini guardavano la bandiera senza trattenere la propria emozione. Hanno persino iniziato ad applaudire i militari ucraini che hanno liberato la città dai terroristi e a urlare “Grazie!”.

A comprova di tutto ciò, il sito TSN ha pubblicato un video, nel quale l’operatore sposta continuamente la telecamera e non mostra mai i cittadini tutti insieme. Tuttavia, avvicinando le singole inquadrature l’una all’altra, e’ possibile contare quanti sono gli abitanti di Kramators’k che gioiscono per l’arrivo delle truppe ucraine.



Si afferma, inoltre, che gli abitanti di Slavjansk abbiano accolto i soldati di Kiev sventolando la bandiera ucraina. A dimostrarlo un’immagine trovata in rete e pubblicata sul sito TSN. Nei commenti leggiamo che in realtà si tratta di una foto scattata a Charkiv. Infatti nel video della durata di tre minuti non vediamo niente di tutto ciò. Ci sono una presentatrice, la premiazione degli “eroi” ucraini, foto dell’esercito ucraino, immagini di case distrutte, persino un’intervista con Avakov che si mette le dita nel naso, ma nessun abitante di Slavjansk in festa, ne’ bandiere sui balconi.

 

In conclusione, 7 persone a Kramators’k e una foto scattata a Charkiv sono la prova dei mass media ucraini per confermare che i cittadini di Slavjansk e di Kramators’k accolgono con gioia i liberatori.

da latanadellorso