Dichiarazione del Movimento Popolare Nazionale Libico sulla Rivoluzione Popolare in Libia

Il movimento nazionale popolare libico, malgrado l'opzione per il metodo della non violenza espressa nei suoi comunicati pubblici, così come in tutti i suoi contatti con gli organismi internazionali e le ambasciate, intende denunciare la situazione tragica che vive il popolo libico dopo la tragedia di febbraio e le sue conseguenze drammatiche. Di fronte al prolungarsi della tirannia, al bombardamento di civili con missili e aerei, di fronte al sollevamento popolare sia pacifico che armato dispiegatosi in tutte le città e le regioni del paese (ignorato e deformato dai media), basandosi sul diritto dei popoli a difendere la propria libertà, diritto garantito dalle convenzioni internazionali, questo movimento, nato dalla sofferenza del nostro popolo, sostiene il diritto del popolo e della sua libera volontà per il cambiamento,per realizzare uno stato civile e democratico fondato sulla cittadinanza e la legge e lancia un grido di aiuto alla coscienza degli uomini liberi all'interno come all'esterno del paese per sostenerlo.

Il Movimento Nazionale Popolare Libico dichiara quanto segue:

 

1- Esso sostiene, con tutti i mezzi di cui dispone, la rivolta delle tribù che hanno

     imboccato il cammino della liberazione. Invita le regioni che non sono più sotto il

     controllo delle milizie a costituire organi amministrativi e ad eleggere organi esecutivi

     composti da membri dell'esercito, della sicurezza e dell'amministrazione.

     La loro funzione è quella di dirigere la rivolta, coordinare gli sforzi delle tribù, fornire

     il sostegno necessario, proteggere le prigioni da ogni atto aggressivo o sabotaggio,

     rinunciare alla violenza e alla vendetta, perdonare coloro che depongono le armi e,

     cercando un ravvedimento, rifiutano tutte le strutture odiose del Consiglio di Febbraio

     in ogni forma.

2- Nella formazione di tali consigli sociali si deve tener conto di tutte le tribù libiche e

     regioni senza eccezioni, emarginazioni o diffidenze. I soli criteri che contano sono

     il patriottismo, l'integrità e la competenza. L'obiettivo di tutti è la liberazione del paese,

     la fuoriuscita della Libia dal terreno melmoso in cui l'hanno gettata gli agenti della

     NATO così come la soppressione di tutte le fragili strutture che hanno imposto.

     Il mondo intero osserva i crimini commessi in Libia dalle milizie, le prigioni riempite

     di migliaia di uomini e donne, gli assassinii indiscriminati, il coinvolgimento della

     gioventù libica nelle battaglie che servono unicamente il nemico sionista, il saccheggio

     e la spoliazione di milioni di libici costretti a lasciare il paese. E' divenuto chiaro che

     questo mondo non ascolta la voce della ragione ma quella degli interessi materiali

     delle imprese transnazionali. Di certo numerosi Stati hanno contribuito alla realizzazione

     di questo dramma. E' per questo che si deve contare solo sulle capacità dei libici

     così come sull'appoggio dei popoli liberi e degli stati ostili alla dominazione e

     all'oscurantismo. Noi attendiamo il riconoscimento internazionale della legittimità

     della rivoluzione del popolo libico, di una rivoluzione indispensabile per uscire

     dall'attuale situazione. In tale modo il mondo può espiare l'errore causato dalla

     disinformazione e assumere le proprie responsabilità morali e giuridiche su ciò

     che si è prodotto e si produce attualmente in Libia. Noi speriamo nel riconoscimento

     delle ambasciate in cui i diplomatici libici si sono schierati con la rivoluzione in quanto

     rappresentanti del popolo libico. Noi ci rivolgiamo agli uomini dei media, giornalisti,

     intellettuali, scrittori, difensori dei diritti dell'uomo, affinchè

     assolvano il proprio compito informando sugli eventi della rivoluzione popolare in Libia e

     smascherando i metodi utilizzati dalle milizie per manipolare l'opinione pubblica locale e

     internazionale così come i metodi manipolatori di media parziali e tendenziosi.

3- Dopo aver sparso la menzogna secondo cui Kadhafi [Gheddafi, NdT] uccideva il

   suo popolo e inviava mercenari e militari per violentare le donne, il mondo è accorso

   con le sue flotte e i suoi media per invadere la Libia. In seguito il bombardamento

   del nostro paese è proseguito per 193 giorni, nei quali è stato coinvolto l'intero paese

   con 24.040 raid, 8975 attacchi aerei e la partecipazione di 15000 soldati.

   Il mondo è rimasto indifferente davanti al bombardamento dei civili con missili e

   aerei e alla aggressione dei mercenari venuti daTurchia, Qatar, Sudan e altri paesi

   limitrofi alla Libia

4- La scintilla del sollevamento del popolo libico è partita da Sebha nel sud, dove la

    popolazione è in maggioranza nera, come reazione all'ingiustizia, alla schiavitù e al

    feudalesimo. Numerose famiglie hanno rivissuto l'epoca della dominazione delle tribù,

    un'epoca finita con l'avvento della rivoluzione del 1 settembre. E' una sollevazione

    contro il tradimento, la perfidia, l'oppressione e l'ingiustizia che ricorda nella storia del

    paese gli anni '50 e di cui alcuni sognano il ritorno...

  dimenticando che il popolo libico, grazie alla sua presa di coscienza e alla sua rivoluzione

    ha fatto sì che tale periodo si chiudesse per cui il ritorno al feudalesimo sfruttatore, al

    tribalismo autoritario e all'individualismo dittatoriale è escluso.

5- L'esperienza ha dimostrato che la rivoluzione popolare è una rivoluzione del futuro,

    destinata a prevalere malgrado il tempo e i sacrifici necessari per trionfare.

    Anche se noi auspichiamo che la lotta sia breve, il nostro popolo è pronto a sopportare

    le conseguenze di una lotta che può durare, poiché crede fermamente nella vittoria ed

    è deciso a restituire la Libia ai suoi veri e reali cittadini. La rivolta investe tutto il

    territorio del paese. In talune regioni si caratterizza per la non-violenza. Nelle regioni

    liberate le persone si sono sottratte all'oppressione del regime delle milizie.

6- Il nostro popolo ha preso coscienza del complotto ordito per trasformare la Libia in

    un santuario per terroristi, oscurantisti e di quanti usano la religione per finalità di lucro.

    Colpendo la Libia certi Stati hanno cercato di rendere vulnerabile l'Egitto, di rendere

    fragile la Tunisia e altri paesi del grande Sahara. Tutto ciò è stato appoggiato da quegli

   Stati che hanno adottato e sostenuto il terrorismo, come Qatar, Turchia e altri, che fingono

    di osteggiare il terrorismo mentre gli assicurano un sostegno reale. Sono tutti implicati

    nella instabilità della regione per aver gettato benzina sul fuoco.

7- Dichiariamo al mondo che le tribù libiche esasperate dall'ingerenza negli affari del

    paese e dei suoi cittadini sono più che mai determinate a proseguire la lotta sino alla

    liberazione. In tale prospettiva affermano l'impegno etico di non commettere atti odiosi

    o di vendicarsi con stranieri residenti in Libia conformemente con i precetti dell'Islam.

    Siamo determinati a liberare la Libia dalla giunta corrotta, dagli oscurantisti che

    impongono l'espiazione, siamo pronti a sacrificare la vita e a pagare con il sangue

    la dignità e la sovranità del paese. Se necessario siamo pronti ad affrontare a mani

    nude proiettili e bombe lanciate dagli aerei dei nemici e dei loro agenti, fiduciosi

    che la vittoria è vicina e certa.

 

Annunciamo ai popoli della terra che la cospirazione comincia a sgretolarsi e che gli agenti del nemico e i traditori stanno per perdere la battaglia. Oggi è saggio colui che ha imparato la lezione della storia e che si schiera al fianco dei diritti del popolo libico garantiti dal diritto internazionale, al fianco di un popolo invaso ed occupato da bande di banditi sostenuti da Paesi che appoggiano il terrorismo internazionale.

 

 

Viva la Libia libera, indipendente, unita 

                 

Viva il grande popolo libico   

 

Viva la resistenza popolare

 

Vittoria per i combattenti della libertà!!!

 

Traduzione di Fabrizio G. per civg.it