Montecchio Maggiore (VI)- Sciopero dei lavoratori della coop. Libera

Dalle 5 di mattina di lunedì 27 gennaio le lavoratrici e i lavoratori, anzi,
“soci lavoratori” della cooperativa Libera di Occhiobello (Ro), impiegati
presso la Xylem, multinazionale americana che produce macchinari per il
trattamento delle acque, sono in sciopero e permangono davanti ai cancelli
della fabbrica.   
Lo stato di agitazione è stato proclamato dall’assemblea dei lavoratori in
seguito al trasferimento a Monselice (Pd) del loro delegato sindacale. Un atto
gravissimo, una ritorsione contro chi si è esposto in prima persona per
organizzare i compagni di lavoro, aderendo massicciamente ad Adl Cobas e
costituendo la RSA, per tutelare i lavoratori/lavoratrici che operano in regime
di subappalto per conto della Arcese Trasporti di Arco (Tn), che ha in appalto
la logistica della Xylem.

La rappresaglia della cooperativa Libera si è scatenata il giorno dopo il
primo incontro tra O.S., RSA e il vicepresidente della cooperativa Giuseppe
Sinopoli, avvenuto venerdì 25 gennaio. Un incontro, chiesto da Adl Cobas, per
cominciare ad affrontare i problemi sollevati dai lavoratori impiegati nell’
appalto.

Dalle questioni dello slittamento delle retribuzioni (per fare un esempio, la
paga di questo mese di gennaio i lavoratori la riceveranno in aprile!!!), alla
trattenuta in busta paga della quota sociale fino al raggiungimento di 5.000 €
(ad alcuni lavoratori vengono trattenuti ogni mese per questa voce 125 € !!!),
passando per un misterioso “incentivo negativo” che, raggiunta una certa
soglia, può prevedere il licenziamento del lavoratore, senza che sia mai stato
spiegato in base a che parametri venga calcolato questo incentivo negativo,
usato quindi come arma di ricatto nei confronti dei lavoratori e delle
lavoratrici.
In sede di incontro con il vicepresidente della cooperativa è stato inoltre
denunciato l’atteggiamento antisindacale di alcuni responsabili all’interno del
cantiere nei confronti di coloro che avevano liberamente scelto di aderire al
sindacato. Una situazione generale intollerabile, che i lavoratori e le
lavoratrici, con l’appoggio di Adl Cobas, hanno tentato di affrontare
attraverso una normale dialettica sindacale, chiusa unilateralmente dalla
cooperativa con un semplice sms giunto sabato 26 gennaio al delegato sindacale
che la sera prima aveva partecipato all’incontro, che si era chiuso con l’
impegno del vicepresidente a fissare un  nuovo incontro, stavolta con la
presenza del presidente della cooperativa, per entrare nel merito della
questione. “Ti comunico che non sei stato inserito nel programma di lavoro a
Montecchio, lunedì vai a lavorare a Monselice alla NEK”, a 80 km di distanza,
recitava il messaggio, che ovviamente non rispetta la procedura prevista dal
CCNL in questi casi, con il trasferimento in un cantiere in crisi da anni, con
decine di lavoratori licenziati solo pochi mesi fa e che ha appena ricominciato
a lavorare su un solo turno. Nel frattempo, la cooperativa ha cominciato a far
confluire tutte le mattine due squadre di facchini provenienti da Rovigo per
sostituire i lavoratori in sciopero, cercando inoltre di spaventarli con la
richiesta continua di intervento alle forze dell’ordine, che proprio ieri hanno
voluto procedere con l’identificazione di tutti i partecipanti allo sciopero, e
con la minaccia di chiedere loro i danni causati dal rallentamento dei mezzi in
arrivo e in uscita dallo stabilimento.
Provocazioni gravissime che però non hanno ottenuto l’effetto sperato. Al
contrario, la determinazione e la consapevolezza della durezza dello scontro
hanno fortificato i lavoratori e le lavoratrici, che anziché smobilitare per
tornare al lavoro a testa bassa, hanno deciso di proseguire nella mobilitazione
con forme e tempi che verranno stabiliti in assemblea.

Ieri i lavoratori hanno inoltrato direttamente alla Xylem e al Prefetto di
Vicenza una richiesta di incontro urgente al fine di garantire il rispetto dei
diritti dei lavoratori impiegati in regime di subappalto all’interno dell’
azienda, decidendo di raffreddare le forme di lotta in attesa della
convocazione dell’incontro. Ovviamente, se non dovessero esserci segnali
positivi, l’assemblea dei lavoratori deciderà come proseguire la mobilitazione,
visto che nessuno di loro ha intenzione di arretrare di un millimetro in una
battaglia che parla di diritti e dignità, che si inserisce nella lunga lotta
che Adl Cobas sta conducendo aspramente, ottenendo straordinari risultati che
migliorano sostanzialmente le condizioni di vita e di lavoro dei tanti
sfruttati che lavorano nel comparto della logistica.

ADL Cobas Vicenza