Pensano di ridurre ancora le pensioni di reversibilità. E’ IL “NUOVO” CHE AVANZA

E’ una pensione di reversibilità che spetta ai familiari superstiti del pensionato o del lavoratore in caso di morte. 

L’importo spettante ai superstiti (L. 335/95) è una percentuale della pensione dovuta al lavoratore deceduto ovvero della pensione in pagamento al pensionato deceduto.
•    60%, solo coniuge;
•    70%, solo un figlio;
•    80%, coniuge e un figlio ovvero due figli senza coniuge;
•    100% coniuge e due o più figli ovvero tre o più figli;
•    15% per ogni altro familiare, avente diritto, diverso dal coniuge, figli e nipoti.

Limiti di reddito

Se il titolare possiede altri redditi, la pensione  di reversibilità si riduce del:
•    25% se dispone di un reddito superiore a 3 volte il trattamento minimo annuo (19.553,82)
•    40% se dispone di un reddito superiore a 4 volte il trattamento minimo annuo (26.071,76)
•    50% se dispone di un reddito superiore a 5 volte il trattamento minimo annuo (32.589,70)
Il diritto alla pensione ai superstiti cessa nei seguenti casi: qualora il coniuge contragga nuovo matrimonio; al compimento del 18° anno di età per i figli minori;  al compimento del 21 per i figli studenti di scuola media o professionale; al compimento del 26° anno di età se figli studenti universitari; qualora venga meno lo stato di inabilità se figli inabili; qualora conseguano altra pensione se genitori.

Per risparmiare sul Welfare qualcuno pensa di ridurre le pensioni di reversibilità, perché le considerate sorpassate e perché si prestano ad abusi, ergo il diritto va drasticamente ridotto.
Una proposta fatta da chi non conosce o fa finta di non conoscere la storia sociale ed economica del nostro paese.
La pensione ai superstiti è stata istituita quando l’Italia era un paese prevalentemente manifatturiero, e solo  l’ uomo lavorava, sia perché il lavoro richiedeva una forza fisica, sia perché pochi erano i posti di lavoro disponibili per le donne.
Le analisi elaborate in contesti esteri o in paesi dove da tempo i tassi di occupazione sono più elevati sia per gli uomini che per le donne e in cui la pensione di reversibilità può essere ridiscussa, poco si adattano in Italia; qui ancora fino a pochi anni fa prevaleva un modello di famiglia monoreddito, con la cura dei figli e degli anziani interamente scaricata sulla donna, e i tassi di occupazione e di reddito segnano ancora oggi una drastica differenziazione a sfavore delle donne.

Milano 11 febbraio 2014


CUB  – Confederazione Unitaria di Base