Notiziario Patria Grande - Febbraio 2025

 

NOTIZIARIO FEBBRAIO 2025

 

 

 

TELESUR (VENEZUELA) / ESTERI / DESTABILIZZAZIONE

Guerra culturale e soft power: come l’USAID e la NED rielaborano la dominazione statunitense in America Latina

 

SPUTNIK / MONDO / BRASILE E BRICS

Il Brasile reagisce con fermezza alla minaccia di Trump contro i BRICS

 

REBELION (CUBA) / ESTERI / BOLIVIA

Bolivia: difendere e rafforzare i cambiamenti in corso

 

GRANMA (CUBA) / ESTERI / DEMOCRAZIA NEL MONDO

Nuovi presidenti nel 2025, chi cambia?

Più di 40 paesi nel mondo andranno quest’anno alle urne

 

RESUMEN LATINOAMERICANO / HONDURAS

Honduras. Vittoria popolare: confermata la condanna a 30 anni di carcere di Sergio Rodríguez Orellana, autore dell'assassinio di Berta Cáceres

 

GRANMA (CUBA) / ESTERI / DESTABILIZZAZIONE

Operazione Northwoods: il mondo al bordo dell’abisso

 

RESUMEN LATINOAMERICANO (CUBA) / ESTERI / NICARAGUA

Il Nicaragua avanza: esportazioni e importazioni record

 

GRANMA (CUBA) / CULTURA / VERTICE MONDIALE DELLA GIOVENTU’

Cuba sarà la sede del Vertice Mondiale della Gioventù della UIT 2025


 

TELESUR (VENEZUELA) / ESTERI / DESTABILIZZAZIONE

Guerra culturale e soft power: come l’USAID e la NED rielaborano la dominazione statunitense in America Latina

 

 

Con un bilancio di circa 1,7 miliardi di dollari per l'America Latina nel 2023, l’USAID opera come braccio finanziario della politica estera statunitense. (Foto: PL) 

 

Prima ancora della Guerra Fredda, gli Stati Uniti avevano avviato e affinato la loro strategia di controllo dell’emisfero a partire da un approccio multiforme. Se nei primi decenni erano ricorsi ad interventi militari aperti e supporti a dittature, nel seguito le tecniche di dominazione hanno richiesto strumenti più sofisticati come il sabotaggio economico, la manipolazione mediatica ed una guerra culturale realizzata da agenzie come l'USAID e la NED, la cui influenza si estende a settori strategici, quali ONG indigene, movimenti ambientalisti, organizzazioni sportive. Per quanto l’ambito d’azione spazi dalle comunità rurali fino alle élite urbane - tutte trasformate in campi di battaglia ideologica - il caso dell'industria musicale in Venezuela e a Cuba illustra in modo implacabile il modus operandi di tale macchinario da influenza.  

Raúl Antonio Capote, investigatore cubano specializzato in operazioni sotto copertura della CIA, smonta la trama, nascosta sotto la maschera della "promozione democratica", con cui queste agenzie cercano di erodere identità collettive, cooptare simboli popolari e riscrivere narrative storiche. Mentre in Venezuela il finanziamento a bande come Rawayana - glorificate sugli scenari internazionali - serve per normalizzare discorsi di opposizione, a Cuba progetti come l’appoggio a Los Aldeanos nel 2000 rivelano come il soft power statunitense trasforma l'arte in arma di destabilizzazione. La guerra non si combatte ormai solo sui campi di battaglia, ma anche nei festival rock, nei testi delle canzoni e negli algoritmi delle reti social. 

Con un bilancio di circa 1,7 miliardi di dollari per l'America Latina nel 2023, l'USAID opera come braccio finanziario della politica estera statunitense. La sua retorica su "diritti umani" e "assistenza umanitaria" nasconde un curriculum torbido, dal finanziamento dell'Operazione Condor fino alle "rivoluzioni colorate". Intervistato da TeleSUR, Capote ricorda che "l'Alleanza per il Progresso negli anni ‘60 fu il Grande Piano Marshall per installare dittature". Oggi l'obiettivo è simile: corrodere governi non allineati attraverso una guerra multifattoriale.   

La NED, da parte sua, ha destinato oltre 2.900 milioni di dollari a progetti nella regione, molti incentrati sulla cultura. Come segnala Capote "non è filantropia: è ingegneria sociale". Esempio paradigmatico è il Venezuela, dove entrambe le agenzie investirono in festival rock e "nuove bande", come hanno rivelato documenti ottenuti mediante la Legge di Libertà d’Informazione nel 2011. Il caso di Rawayana, gruppo premiato nei Grammy e legato a figure come María Corina Machado, evidenzia come l'arte venga strumentalizzata. 

 

La guerra culturale: musica, reti social e gioventù 

Capote insiste sul fatto che "un gruppo musicale con migliaia di seguaci è tanto strategico quanto un carro armato". A Cuba la CIA infiltrò il rap e la musica urbana negli anni 2000, promuovendo artisti come "Los Aldeanos" - finanziati dalla NED - per seminare narrative controrivoluzionarie. In Venezuela il manuale si ripete quando l'USAID patrocina festival, come il Festival di Nuove Bande, dove il rock alternativo serve da veicolo per messaggi antipolitici.  

L'investigatore cubano precisa che "non scelgono i più dotati, bensì i più utili. Offrono loro fama internazionale: in cambio devono farsi altoparlanti". Questo spiega perché figure sportive e musicali sono tentate mediante contratti con leghe o case discografiche straniere, a patto che critichino i propri governi. Nicolás Maduro ha denunciato tali vincoli, ma il danno è profondo: quando un idolo giovanile normalizza la narrazione della "dittatura", la destabilizzazione guadagna terreno.

 

Video in spagnolo sull’argomento: https://www.youtube.com/watch?v=OE9hg0PTbb8&t=79s

 

La decisione di Trump di subordinare l'USAID al Dipartimento di Stato - con Marco Rubio come amministratore ad interim - non è casuale. Capote avverte che "cercano di trasformarla in un apparato più efficiente ed allineato col trumpismo". L’obiettivo è riciclare un'agenzia accusata di corruzione e mancanza di trasparenza (maneggia globalmente 22.000 milioni di dollari all’anno) per intensificare la guerra ibrida.   

Rubio, artefice delle sanzioni contro il Venezuela, adesso controlla i fili degli "aiuti all’estero". Sotto il suo mandato i fondi per "promuovere democrazia" (in codice = destabilizzare) aumentarono: nel 2023, 447 milioni di dollari furono destinati a questo capitolo di spesa per l’America Latina. La logica è perversa ma ben nota: asfissiare economicamente uno Stato, colpevolizzare il suo governo per la crisi, quindi offrire "soluzioni" mediante ONG ed artisti finanziati da Washington. 

La guerra culturale portata avanti dall'USAID è un progetto documentato, con radici nei laboratori della CIA che studiarono le tecniche naziste di manipolazione di massa. Come sentenzia Capote "è una macchina per creare realtà fittizie: governi autoritari contro salvatori democratici".   

L'America Latina affronta oggi la sfida di smascherare il soft power che trasforma canzoni in propaganda ed artisti in mercenari. La battaglia non è solo economica o militare, è simbolica. E come insegnò Alí Primera, vincerà soltanto chi riuscirà a far sì che le parole - e le chitarre - non si vendano.

Daniel Ruiz, Telesur, 4 febbraio 2025

 

Fonte:  https://www.telesurtv.net/guerra-cultural-y-soft-power-como-usaid-y-la-ned-reconfiguran-la-dominacion-estadounidense-en-america-latina/

Traduzione a cura di Adelina B., Patria Grande/CIVG

 


 

SPUTNIK / MONDO / BRASILE E BRICS

Il Brasile reagisce con fermezza alla minaccia di Trump contro i BRICS

 

  

 

Il Governo brasiliano, attualmente di turno alla presidenza dei BRICS, ha divulgato il 13 febbraio un comunicato in cui afferma che continuerà a lavorare a favore dell'uso di monete locali nelle transazioni commerciali dei Paesi del blocco, a dispetto delle minacce di Washington. 

"La presidenza del Brasile darà continuità agli sforzi di cooperazione per sviluppare strumenti di pagamento locali che favoriscano il commercio e l'investimento, avvalendosi di sistemi di pagamento più accessibili, trasparenti, sicuri ed inclusivi tra i membri dei BRICS", si legge in una parte del documento.

E aggiunge: "Oltre a ciò, misure di agevolazione del commercio, tra cui la cooperazione regolatoria, potranno contribuire all'aumento degli scambi commerciali e degli investimenti". 

In ripetute occasioni il presidente statunitense Donald Trump ha minacciato gli Stati membri del gruppo di imporre dazi del 100 % se creeranno una nuova moneta per il loro commercio estero. 

Questo 13 febbraio il presidente nordamericano ha nuovamente insistito nella sua minaccia di oneri aggravati globali ai paesi BRICS se "giocano" col dollaro. 

Il 5 febbraio, da parte sua, il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula dà Silva aveva già difeso l'autonomia dei BRICS nel decidere se vogliono essere meno dipendenti dal dollaro, affermando: "Nessuno Stato, per quanto importante sia, può litigare con tutto il mondo per tutto il tempo; Trump deve ricordare quanto segue: i BRICS equivalgono praticamente alla metà della popolazione mondiale, a quasi la metà del commercio estero e hanno diritto ad esaminare una forma di commercializzazione che non dipenda solo dal dollaro". 

Per Lula, il gruppo dei BRICS non deve preoccuparsi "delle provocazioni di Trump", deve incentrarsi suoi propri interessi: "Dibattere ciò che è importante per noi e per il mondo". Inoltre, Lula ha promesso reciprocità se gli USA aumenteranno le tariffe d’importazione contro i BRICS. 

Redazione Sputnik, Rio de Janeiro, 13 febbraio 2025

 

Fonte: Brasil se planta frente a la amenaza de Trump contra los BRICS

https://noticiaslatam.lat/20250213/brasil-se-planta-frente-a-la-amenaza-de-trump-contra-los-brics-1161145937.html

Traduzione a cura di Adelina B., Patria Grande/CIVG

 


 

 

REBELION (CUBA) / ESTERI / BOLIVIA

Bolivia: difendere e rafforzare i cambiamenti in corso

In epoca di globalizzazione, nessuna regione né Paese al mondo sono esenti dai suoi effetti e conseguenze d’ogni tipo: culturali, economiche, sociali o politiche. 

 

Nel nostro continente, dagli inizi di questo secolo, assistiamo in molti Paesi ad un'alternanza fra governi di partiti di sinistra e progressisti e partiti di destra neoliberale. Ciò si deve non soltanto ad un'offensiva della destra a livello internazionale, ma anche a limiti ed errori della sinistra nell'esercizio della sua gestione. 

Questo articolo non vuole analizzarne le cause, ma solo render conto dei fatti. Nei Paesi del MERCOSUR sono chiari esempi: Argentina, Brasile ed Uruguay. 

Ma allo stesso tempo, proprio nel MERCOSUR, spicca un progresso di cambiamento che continua da vent’anni. Ci riferiamo all’attuale denominato Stato Plurinazionale di Bolivia. 

Tale processo ha origine dalle mobilitazioni popolari contro le politiche neoliberiste di privatizzazione dei servizi basici per la popolazione. 

Nel febbraio del 2000 il governo di Hugo Banzer Suárez firmò con la multinazionale Bechtel, con l'avallo della Banca Mondiale, un contratto in cui si privatizzava la fornitura d’acqua alla città di Cochabamba. 

A fronte delle massicce mobilitazioni - venne chiamata "guerra dell'acqua” - nell’aprile dello stesso anno il governo dovette annullare il contratto. 

Nel 2003 si verificò un'altra massiccia esplosione sociale relativa alle modalità di sfruttamento delle enormi riserve di gas naturale - le seconde più grandi del continente - scoperte nel dipartimento di Tarija a metà degli anni ‘90. 

Il conflitto si scatenò in seguito alla decisione del governo presieduto da Gonzalo Sánchez de Losada e Carlos Mesa di esportare il gas naturale ad un prezzo molto basso attraverso il porto cileno di Mejillones. 

La decisione presidenziale di usare l'esercito per reprimere le manifestazioni, che cominciavano già ad esigere la nazionalizzazione del gas per garantire il consumo interno e a richiedere un’Assemblea Costituente che assicurasse un nuovo patto sociale, aggravò talmente la situazione (nella manifestazione a El Alto il 13 ottobre morirono 65 persone) che quattro giorni dopo Sánchez de Losada si dimise davanti al parlamento e fuggì all’estero. 

Il 18 dicembre 2005, Evo Morales vinse le elezioni nazionali con uno storico 54 % dei voti, essendo questa la prima volta che un candidato otteneva da solo la maggioranza parlamentare. 

Iniziò così un processo di cambiamenti segnato da due fatti di fondamentale importanza per la sovranità dello Stato: la nazionalizzazione degli idrocarburi, culminata nell’ottobre 2006, e l'Assemblea Costituente, che avviò le sue sessioni il 6 agosto dello stesso anno. 

Col primo, lo Stato boliviano passava a detenere l’82 % degli introiti del gas: ciò implicò la riaffermazione della propria sovranità sul piano economico. 

Col secondo, si realizzò il proposito di redigere una nuova Costituzione Politica per il Paese, entrata poi in vigore il 7 febbraio 2009. 

La vecchia struttura repubblicana con cui governava - mediante il neoliberismo - una minoranza privilegiata, entrò in crisi e le lotte sociali continuarono a conformare il mandato popolare, chiedendo l'installazione dell'Assemblea Costituente come massima espressione di democrazia. 

Le sessioni iniziarono il 6 agosto 2006 a Sucre, un nuovo testo di Costituzione Politica fu approvato il 10 dicembre 2007, sottoposto a referendum il 25 gennaio 2009 - registrando la maggiore partecipazione della storia (90,26%) - e confermato col 61,43 % dei voti.

Senza tema di smentite affermiamo che questa nuova carta magna consolida formalmente il processo di cambiamenti politici, in virtù dei quali si designa lo Stato Plurinazionale di Bolivia col riconoscimento di tutte le etnie originarie storicamente sfruttate e defraudate dei loro legittimi diritti. 

L'Art. 5 stabilisce: "Sono lingue ufficiali dello Stato lo spagnolo e tutte le lingue delle nazioni e popoli indigeni originari contadini che sono l'aymara, araona, baure, bésiro, canichana, cavineño, cayubaba, chácobo, chimán, ese ejja, guaranì, guarasu'we, guarayu, itonama, leco, machajuyaikallawaya, machineri, maropa, mojeño-trinitario, mojeño-ignaciano, moré, mosetén, movima, pacawara, puquina, quechua, sirionó, tacana, tapiete, toromona, uru-chipaya, weenhayek, yaminawa, yuki, yuracaré e zamuco". 

 

Problemi economici attuali 

Attualmente il Paese sta affrontando alcune difficoltà, in particolare: scarsità di dollari e di combustibile dovuta principalmente alla diminuzione delle vendite di gas. 

È aumentata l'inflazione per cause naturali interne, quali gelate e siccità che hanno colpito l'agricoltura, unite alla speculazione di alcuni soggetti senza scrupoli coi prodotti basici della canasta familiare. 

Ciò nonostante, al di là del comprensibile malessere sociale, oggi parrebbe comunque azzardato parlare di crisi economica generalizzata, quando la crescita globale dell'economia nel 2024 è stata del 2,58 %. 

 

Differenze politiche interne 

In tutti gli anni in cui Evo Morales ricoprì la presidenza dello Stato Plurinazionale (da gennaio 2006 a novembre 2019) Luis Arce fu il suo Ministro dell’Economia, responsabile principale delle politiche di ripresa economica basate sull'aumento del potere d'acquisto della popolazione, con la conseguente espansione del mercato interno. 

Tuttavia dal 2021 Morales, presidente del partito di governo Movimento al Socialismo (MAS), è diventato il principale critico della gestione di Arce, utilizzando tutti i mezzi di comunicazione alla sua portata. 

È ovvio che Morales vuole essere un'altra volta il candidato del MAS alla presidenza, pertanto mira a liquidare la possibilità di una rielezione di Arce a quella carica. 

Senza entrare nel merito delle argomentazioni di una e dell’altra parte, ciò che mi sembra molto criticabile è l'atteggiamento politico di Morales, che invece di utilizzare il suo innegabile peso per rafforzare il MAS, farlo diventare uno strumento politico d’azione permanente, riservare la discussione sulle sue divergenze con Arce negli ambiti organici interni corrispondenti, lo faccia attraverso i mezzi di comunicazione, fornendo così elementi alla destra. 

 

L'esperienza uruguaiana  

Le forze di sinistra e progressiste uruguaiane hanno molto chiara l'importanza strategica dell'unità. 

Lo scorso 5 febbraio il Fronte Ampio celebrò i suoi 54 anni di fondazione. 

Non solamente è il conglomerato unitario più antico, ma è l'unico al mondo che enuclea, tra gli altri, democratici cristiani insieme a socialisti e comunisti. 

Ha inoltre la doppia condizione di coalizione di partiti e di movimenti, rappresentati nella totalità dei suoi organismi. 

È l'unico caso in cui, dalla sua fondazione, esistono in ogni quartiere in tutto il Paese locali del Fronte Ampio in quanto tale: i Comitati di Base, dove si riuniscono settimanalmente sia militanti indipendenti sia militanti con affiliazione e attività partitica, uniti nella loro condizione comune di militanti fronteampisti che vivono nello stesso quartiere. 

È nell’ambito di tutta la struttura interna del FA che svolgiamo le discussioni su tutti i temi, e una volta adottata una risoluzione, usciamo pubblicamente a presentarla e difenderla. 

Forse è questo uno degli elementi più importanti che spiegano la longevità e forza unitaria del Fronte Ampio. 

 

Che appoggio si può dare a Bolivia col prossimo governo del FA 

Uno dei compiti in materia di relazioni internazionali del prossimo governo sarà quello di rafforzare per quanto possibile l’integrazione e coordinazione regionale. Ogni progresso in tal senso sarà indirettamente un sostegno ai cambiamenti in corso in Bolivia. 

Non sarà per nulla semplice, visto che ad eccezione del periodo dal 2003 al 2015, non vi cono stati concomitanti governi progressisti in Argentina e Brasile, i due soci principali del MERCOSUR. 

L'ambito bilaterale sarà senza dubbio lo scenario in cui potrà progredire il mutuo consolidamento di entrambi i governi. 

 

Si dovrà non solo passare in rassegna il commercio tra i nostri Paesi per riattivarlo e possibilmente incrementarlo, ma anche prestare speciale attenzione ai temi della cooperazione bilaterale. E quando parliamo di cooperazione, non ci riferiamo ad aiuti economici, bensì al contrario, rimarchiamo il concetto di cooperazione Sud - Sud. Essa passa attraverso lo scambio di buone pratiche e conoscenze in tutti gli ambiti possibili. E non c’è da partir da zero: già si è fatto nel decennio scorso. C’è solo da riattivare gli accordi già firmati, dettagliarli, senza pregiudicare eventuali altre partecipazioni se ritenute utili ad entrambi i Paesi.

 

Accordo Quadro di Cooperazione Tecnica e Scientifica - 06.09.2012 

Accordo di Cooperazione in materia di Difesa - 20.06.2013 

Memorandum d’Intesa fra il Min. di Governo di Bolivia ed il Min. degli Interni dell'Uruguay - 25.09.2013 

Memorandum d’Intesa fra il Min. della Cultura dell'Uruguay e Min. Della Cultura e Turismo di Bolivia - 30.07.2014 

Memorandum d’Intesa fra OSE e Min. dell’Ambiente e dell’Acqua di Bolivia - 26.02.2015 

Memorandum d’Intesa per Facilitare l'uso d’installazioni nel porto d’acque profonde dell'Uruguay. - 26.02.2015

 

Carlos Flanagan, 3 febbraio 2025

Carlos Flanagan è ex ambasciatore dell'Uruguay presso lo Stato Plurinazionale di Bolivia. Collaboratore del CLAE.

 

Fonte: Bolivia: un proceso de cambios a defender y profundizar

https://rebelion.org/bolivia-un-proceso-de-cambios-a-defender-y-profundizar/

 

Traduzione a cura di Adelina B., Patria Grande/CIVG

 


 

GRANMA (CUBA) / ESTERI / DEMOCRAZIA NEL MONDO

Nuovi presidenti nel 2025, chi cambia?

Più di 40 paesi nel mondo andranno quest’anno alle urne

 

 

Il 2025 sarà segnato da cambiamenti al potere in 40 Stati del mondo. Dopo il super anno elettorale che è stato il 2024 - circa 70 nazioni con più di  4000 milioni di abitanti hanno definito il loro prossimo programma di governo - ora tocca a questi.

Le nuove elezioni presidenziali o parlamentari previste segneranno la rotta politica delle nazioni sviluppate e in via di sviluppo, tra le quali spiccano per il loro ruolo nell’arena politica alcune come Germania e Bielorussia in Eurasia; Ecuador, Bolivia, Cile e Honduras in America.

Altri paesi con cambiamenti della presidenza saranno Croazia, Romania, Polonia, Malaui, Seychelles, Camerún, Costa d’Avorio, Guinea Bissau, Guyana, Haiti, Irlanda, Repubblica Centroafricana, Tanzania e Togo.

Di fronte al voto di questi milioni di cittadini, oggi si considera, oltre alle proposte governative per la vita quotidiana di ogni nazione, la possibile interrelazione dei candidati con il resto del mondo, soprattutto gli Stati Uniti, dove Donald Trump ha assunto la presidenza per la seconda volta generando incertezze nella comunità internazionale per via del ruolo predominante di questa nazione nel corso di non pochi conflitti internazionali.

 

La sfida latinoamericana

L’America Latina è segnata da una frequente instabilità politica ed economica, con conseguenze per tutti i settori sociali. La destra rinforza le sue posizioni, incentivata ora dal ritorno alla Casa Bianca del trumpismo, mentre la sinistra lotta per mantenere quanto ha conquistato e crescere, nonostante il contesto marcato da aggressioni imperialiste e golpe giudiziali.

Un’occhiata più da vicino rivela che le elezioni non saranno facili per gli ecuadoriani, i boliviani, i cileni e gli honduregni.

In Ecuador, la prima votazione si effettuerà il 9 febbraio e la seconda è prevista per il 13 aprile, se sarà necessaria. Il mandatario eletto per il periodo 2025-2029 affronterà le sfide su sicurezza, corruzione, crisi energetica e urgenza della ripartenza dell’economia.

In quanto alle candidature, 16 sono gli iscritti per competere per la presidenza. Tra loro si trovano come principali candidati l’attuale presidente Daniel Noboa e figure di spicco del movimento progressista e di sinistra, come Luisa González, del partito Revolución Ciudadana.

Le elezioni generali della Bolivia, sono previste per il 17 agosto, con un possibile secondo turno il 19 ottobre. Dodici milioni di boliviani eleggeranno il presidente in elezioni in cui i prinicipali candidati non sono ancora definiti. L’attuale mandatario Luis Arce non ha ancora confermato se si presenterà per la rielezione, anche se ha esortato a dimenticare le differenze politiche per consolidare «un grande patto sociale» e celebrare il Bicentenario della Bolivia con unità, inclusione e pace, informa Prensa Latina.

In Cile le elezioni presidenziali sono programmate per il 16 novembre e, se sarà necessario, il secondo turno è previsto il 14 dicembre. Gabriel Boric, attuale Capo di Stato, copre l’incarico dal  2021 ed è stato inabilitato costituzionalmente per la sua  rielazione, ma la coalizione di sinistra  nella quale milita, Frente Amplio, può presentare proposte per la direzione della nazione. Non ci sono candidati definiti, di nessuna posizione politica anche se tra i nomi che circolano ci sono quello della ex sindaco, di destra, Evelyn Matthei, la ex presidente socialista Michelle Bachelet, e l’ex candidato della destra radicale José Antonio Kast.

In Honduras, l’appuntamento popolare per le elezioni generali è previsto per il 30 novembre. Saranno eletti il presidente, i rappresentanti della popolazione come sindaci e i deputati. Il ministro della Difesa, Rixi Moncada, è favorita tra i candidati del Partito Libre, organizzazione alla quale appartiene anche l’attuale mandataria Xiomara Castro. Le altre due principali forze politiche nelle elezioni sono i tradizionali partiti Nazionale e Liberale, che hanno presentato come candidati Ana García Carías, moglie dell’ex presidente Juan Orlando Hernández, detenuto negli Stati Uniti per accuse di narcotraffico; Salvador Nasralla, ex alleato di Libre nelle elezioni del 2021, e la deputata Maribel Espinoza, informa Telesur.

Il 26 ottobre si rinnoverà la metà della Camera dei Deputati e un terzo del Senato in Argentina. La  BBC segnala che queste elezioni saranno una specie di referendum sulla gestione del presidente ultra liberale Javier Milei a fronte alla grave crisi economica dopo la sua elezione nel dicembre del 2023. Anche se non ci saranno elezioni generali, il paese che quest’anno si accaparrerà gli sguardi del mondo è l’Argentina. Durante le prossime elezioni legislative, in ottobre, si rinnoveranno 127 delle 257 scranni della Camera dei Deputati per il periodo legislativo 2025-2029, e 24 dei 72 del Senato della Nazione per il periodo 2025-2031. Il Governo di Javier Milei, seguace delle politiche  di destra statunitensi e del disprezzo verso il resto dell’umanità, ha molte aspettative di crescita e di dare quello che chiama «una mazzata elettorale», accaparrando posti a suo favore nel nuovo contesto elettorale.

Kevin M. Navia e GM per Granma Internacional, 7 febbraio 2025

 


 

RESUMEN LATINOAMERICANO / HONDURAS

Honduras. Vittoria popolare: confermata la condanna a 30 anni di carcere di Sergio Rodríguez Orellana, autore dell'assassinio di Berta Cáceres

 

 

Condividiamo il comunicato del COPINH, Consiglio Civico di Organizzazioni Popolari e Indigene dell’Honduras - Resumen Latinoamericano, 9 febbraio 202

 

La Corte Suprema di Giustizia conferma la sentenza nei confronti di Sergio Rodríguez Orellana, dipendente della famiglia Atala, come autore dell'assassinio di Berta Cáceres e lo condanna a 30 anni di carcere. 

Dopo oltre 6 anni d’attesa, la Sala plenaria della Corte Suprema di Giustizia dell’Honduras ha confermato la condanna di Sergio Ramón Rodríguez Orellana, ratificando che è colpevole di assassinio aggravato nel crimine contro nostra sorella Berta Cáceres e lo condanna a 30 anni di prigione. La plenaria ha riconvertito la sua responsabilità quale autore per istigazione a delinquere. 

Il 29 novembre 2018, la Sala I del Tribunale Giudiziario dichiarò colpevole Sergio Rodríguez come coautore dell'assassinio di Berta Cáceres. Durante il processo si presentarono prove indiscutibili delle sue comunicazioni, estratte dal suo telefono, e registri di chiamate che evidenziavano il suo controllo dell’evento delittuoso attraverso l'identificazione, vigilanza e persecuzione contro Berta Cáceres, azioni indispensabili per la realizzazione del crimine. 

Nel novembre 2024, il suo caso fu portato alla plenaria della Corte Suprema di Giustizia, a fronte della mancata unanimità sulla ratifica della sentenza, giacché i magistrati Nelson Mairena e Walter Miranda emisero un verdetto contenente benefici a favore dell'assassino. Oggi, la sua colpevolezza è stata pienamente confermata. 

Sergio Rodríguez fa parte della struttura criminale che terrorizzò la comunità lenca di Rio Blanco dal 2013, con l'intento d’imporre l'illegale progetto idroelettrico Agua Zarca, a vantaggio economico della famiglia Atala Zablah. Il suo ruolo, mascherato da direttore ambientale e sociale, era quello di infiltrare, seminare zizzania, aggredire la comunità Lenca e di vigilare e identificare le leadership come obiettivi da attaccare da parte dell'impresa criminale degli Atala. 

Da parte nostra, come COPINH, confermiamo il nostro impegno per la giustizia in Honduras e per la rivendicazione dei diritti dei popoli indigeni, per cui lottò Berta Cáceres. Non abbasseremo la guardia finché tutti i responsabili del suo assassinio, compresa la famiglia Atala, non abbiano affrontato le conseguenze dei loro crimini. 

Il COPINH esige che lo Stato dell’Honduras adempia ai suoi obblighi, processi e punisca tutti i responsabili del delitto di Berta Cáceres e dei reati connessi, e rispetti i diritti del popolo Lenca. 

Berta vive, la lotta continua! 

La Esperanza, Intibucá, 7 febbraio 2025. 

"Con la forza ancestrale di Berta, Lempira, Mota, Iselaca ed Etempica si alzano le nostre voci piene di vita, giustizia, libertà, dignità e pace”

 

Fonte: https://www.resumenlatinoamericano.org/2025/02/09/honduras-victoria-popular-confirman-sentencia-de-sergio-rodriguez-orellana-como-autor-del-asesinato-de-berta-caceres-y-condena-a-30-anos-de-prision/

Traduzione a cura di Adelina B., Patria Grande/CIVG

 


 

GRANMA (CUBA) / ESTERI / DESTABILIZZAZIONE

Operazione Northwoods: il mondo al bordo dell’abisso

 

 


L’Operazione Northwoods fece parte di Mangusta, il più vasto programma contro una nazione straniera intrapreso dal Governo degli Stati Uniti negli anni Sessanta

 

Alcuni documenti CIA declassificati hanno rivelato i dettagli del macabro piano noto come Operazione Northwoods che fece parte di Mangusta, il più vasto programma contro una nazione straniera intrapreso dal Governo degli Stati Uniti nel decennio dei ‘60.

RT riporta che la notizia è diventata virale nelle reti sociali quando il presidente statunitense Donald Trump, lo scorso 15 gennaio, ha ordinato l’apertura degli archivi relativi all’omicidio di John F. Kennedy, l’assassinio di suo fratello Robert e quello di Martin Luther King.

Nel 1964, l’editrice Random House pubblicò il libro Invisibile Government scritto da David Wise e Thomas Ross, un eccellente testo che espone il ruolo svolto dalla CIA nella politica estera degli Stati Uniti in quegli anni, ma che è tuttora in atto.

Tra i piani dell’Agenzia erano comprese le operazioni in Guatemala (Operación Pbsuccess) e Iran (Operación Ajax), oltre a quelle dell’invasione di Playa Girón o Bahía de Cochinos (nota negli USA come Operazione Pluto, e altre azioni segrete contro Cuba, che comprendevano azioni di false flag.

Anni dopo, James Bamford, considerato il biografo ufficiale della CIA, rivelò nel 2001 i dettagli su un complotto denominato Operazione Northwoods risalente al 1962.

Secondo Bamford, si trattava di «attacchi contro gli Stati Uniti» progettati per far sì che la popolazione statunitense avesse motivi – artificialmente costruiti – per appoggiare una guerra.

I piani comprendevano la realizzazione di bombardamenti in città statunitensi, affondare navi, collocare bombe in luoghi pubblici e abbattere aerei civili in volo, tra le altre «iniziative».

Si progettava di sviluppare una campagna di terrore attribuita a presunti agenti comunisti cubani

nell’area di Miami, in diverse città della Florida e perfino a Washington, evidenziando la natura

terrorista del disegno.

L’Operazione Sinsonte, controllata dalla CIA, doveva far sì che i media di comunicazione incolpassero di queste azioni Cuba e l’Unione Sovietica.

Alla guida di questo progetto terrorista c’era il generale Lyman Lemnitzer, capo di Stato Maggiore Congiunto. È importante segnalare che tutti i membri dello Stato Maggiore firmarono la proposta.

Senza dubbio, dopo un solo mese dalla sua implementazione, il presidente John F. Kennedy e il segretario della Difesa, Robert McNamara, decisero di bloccarla.

Secondo Peter Janney nel suo libro Il mosaico di María, l’ Operazione Northwoods non aveva Cuba come obiettivo principale. Il suo proposito più profondo era scatenare un attacco nucleare preventivo degli USA contro l’Unione Sovietica, provocando la morte di decine di milioni di sovietici e statunitensi.

 

Fonte: La guerra que se nos hace. Editrice Capitán San Luis.

Raúl Antonio Capote e GM per Granma Internacional, 7 febbraio 2025

 


 

 

RESUMEN LATINOAMERICANO (CUBA) / ESTERI / NICARAGUA

Il Nicaragua avanza: esportazioni e importazioni record

L'economia del Nicaragua cresce, registrando cifre record d’import/export. La Banca Centrale e il FMI prevedono sostenibilità per quest’anno.

 

 

 

 

Esportazioni e importazioni sono aumentate in modo significativo, secondo la Banca Centrale del Nicaragua. Fino a novembre 2024, il Paese centroamericano ha venduto per 7.500 milioni di dollari, una cifra record, importando beni strumentali, beni intermedi e di consumo, per 8.429 milioni di dollari, con un incremento interannuale del 10 %. 

Esportati oro per quasi 1.200 milioni di dollari, carne bovina per 700 milioni e caffè per 502 milioni; sono tre dei principali prodotti esportabili della nazione. Acquistati da Stati Uniti, Europa, Centroamerica e Cina. 

Le condizioni macroeconomiche del Nicaragua con un'inflazione controllata del 2.8 %, stabilità dei tassi di cambio, aumento delle riserve internazionali ed una matrice energetica diversificata, sono i fattori che permettono tale aumento delle esportazioni e importazioni. 

Redazione Resumen Latinoamericano, 14 febbraio 2025

da un articolo di Carlos Daniel Jarquín, HispanTV

 

Fonte: Nicaragua. Cifras récord en exportaciones e importaciones

https://www.resumenlatinoamericano.org/2025/02/14/nicaragua-cifras-record-en-exportaciones-e-importaciones/

 

Sovranità alimentare raggiunta ed esportazioni a gonfie vele

Il Nicaragua ha raggiunto la sicurezza e sovranità alimentare attraverso programmi che sradicano la fame e diversificano la produzione, realizzando l'autosufficienza e incrementando l’esportazione. 

Il 90 % degli alimenti che consumano i nicaraguensi sono prodotti in Nicaragua; ottenendo così una sicurezza e sovranità alimentare mai vista prima, in un Paese dove le principali attività economiche sono l’agricoltura e l’allevamento. 

Vengono utilizzate non meno di 20 nuove tecnologie e varietà di semi migliorati all’anno, oltre a gestire 2.100 banche comunitarie con 48.000 quintali di semi di alta qualità genetica e resistenti al cambio climatico, che vengono forniti ai piccoli e medi produttori, nelle cui mani risiede la maggior parte della produzione nazionale. 

Si stima che l'attività produttiva ed agricola del Nicaragua per il periodo 2024-2025 cresca complessivamente almeno del 4.6 %.

Carlos Daniel Jarquín, Managua, 15 febbraio 2025

 

Fonte: Nicaragua logra soberanía alimentaria y fortalece sus exportaciones | HISPANTV

https://www.hispantv.com/noticias/nicaragua/610129/nicaragua-logra-soberania-alimentaria

 

Traduzione a cura di Adelina B., Patria Grande/CIVG

 


 

GRANMA (CUBA) / CULTURA / VERTICE MONDIALE DELLA GIOVENTU’

Cuba sarà la sede del Vertice Mondiale della Gioventù della UIT 2025

 

 

L’Avana. L’emancipazione digitale delle nuove generazioni sarà il tema centrale del Vertice Mondiale della Gioventù dell’Unione Internazionale delle Telecomunicazioni (UIT) che si svolgerà in Cuba nel mese di marzo. Con lo slogan “Amplificare le voci dei giovani nelle Tecnologie dell’Informazione e delle Comunicazioni per un futuro connesso”, l’incontro che si terrà a Varadero dall’11 al 13 marzo prevede scambi e dibattiti tra giovani per far sì che facciano parte delle future decisioni nel settore.

Cosmas Luckyson Zavazava, direttore dell’Ufficio Sviluppo delle Telecomunicazioni (BDT), lanciando la convocazione ha detto che il Vertice ha come proposito fondamentale “creare uno spazio per i giovani in modo che scambino e generino proposte concrete su come definire il futuro nel contesto dell’era digitale».

Organizzato dall’Unione Internazionale delle Telecomunicazioni (UIT) con il Ministero delle Comunicazioni della Repubblica di Cuba, il vertice (CMJ-25) si celebrerà in formato presenziale e accoglierà membri della UIT, inviati della Gioventù di Generation Connect e giovani invitati delle

Nazioni Unite e altre organizzazioni connesse.

«Confido che questo evento costituisca una piattaforma mondiale unica affinché i giovani condividano idee e prospettive nell’ottica di prefigurare un futuro digitale più inclusivo e connesso per i giovani di tutto il mondo», ha affermato Luckyson.

Il Vertice ha come fine l’esplorazione del potenziale delle menti giovani nell’era digitale e la facilitazione di un confronto globale, intersettoriale e intergenerazionale che coinvolga attivamente i giovani. Offrirà ai Membri della UIT (inclusi governi, privati e istituzioni accademiche), degli organismi delle Nazioni Unite e di altri responsabili politici, una visione completa e attuale delle necessità relative alle TLC, fondamentali per emancipare i giovani in tutte le regioni del mondo e in tutti i settori.

«La CMJ-25 sarà una piattaforma dinamica per il dialogo tra i giovani, parti interessate e responsabili decisionali centrata sulla soddisfazione delle necessità, delle aspirazioni in materia di TLC per appoggiare lo sviluppo educativo e socio economico mentre si studiano forme per garantire la partecipazione effettiva nell’economia, nella società e nell’ambiente digitale» ha puntualizzato il direttore della BDT.

Al termine dell’incontro verrà prodotta una relazione che raccoglierà le prospettive, le idee innovatrici e gli impegni che affrontano le differenti regioni. Il documento costituirà una guida per i responsabili politici, per i Membri della UIT e delle parti interessate che desiderano armonizzare le loro agende digitali nazionali, regionali e mondiali, includendo l’attualizzazione della relazione come apporto alle Riunioni Preparatorie Regionali (RPR) e alla Conferenza Mondiale di Sviluppo delle Telecomunicazioni del 2025 (CMDT-25), hanno sottolineato gli organizzatori.

 

Redazione Granma e GM per Granma Internacional, 10 febbraio 2025