Notiziario Patria Grande - Dicembre 2024

 

NOTIZIARIO DICEMBRE 2024

 

 

 

GRANMA (CUBA) / ESTERI / SIRIA

Crolla il governo del presidente Bashar al-Assad per mano di gruppi armati

 

PRENSA ALTERNATIVA (VENEZUELA) / INTERNI / VENEZUELA COME LA SIRIA?

BOMBA! Contattano i jihadisti per entrare a Caracas

 

TELESUR (VENEZUELA) / ESTERI / ECUADOR E IMPERIALISMO USA

L’Ecuador cede le Isole Galápagos per costruire una base militare statunitense


RESUMEN LATINOAMERICANO (CUBA) / ESTERI / HONDURAS

Honduras: le basi militari concesse agli Stati Uniti saranno riconsiderate

 

TELESUR (VENEZUELA) / ESTERI / TRUMP E IL CANALE DI PANAMA

Trump minaccia di riprendere il controllo del Canale di Panama

 

GRANMA (CUBA) / INTERNI / ECONOMIA, ANDAMENTO E PREVISIONI

Per il 2025 prevista una crescita del PIL dell’1%

 

 

GRANMA (CUBA) / ESTERI / SIRIA

Crolla il governo del presidente Bashar al-Assad per mano di gruppi armati

 


Informa Prensa Latina che l’Esercito e le forze di sicurezza hanno consegnato

le armi all’arrivo dell’opposizione per evitare ulteriore spargimento di sangue

 

Scrive Prensa Latina che la mattina di domenica 8 dicembre si sono sentiti spari in alcune zone della città, ma meno di quelli sentiti nella notte. Sabato ci sono stati violenti combattimenti attorno al palazzo presidenziale, anche se poi sembrava ristabilita la calma.

C’è uno stato di grande panico e confusione nella città, ed è in atto un esodo di massa verso la costa per timore delle azioni dell’alleanza yihadista Hayat Tahrir al Shams (HTS, Organizzazione per la Liberazione del Levante in arabo), che ora controlla grandi estensioni del Paese, comprese le città di Hama, Aleppo e Homs.

Sia l’Esercito che le forze di sicurezza hanno consegnato le armi all’arrivo dell’opposizione per evitare un ulteriore spargimento di sangue, ha spiegato a Prensa Latina una fonte affidabile, la quale sostiene che miliziani armati si sono recati nella zona di Mezzeh 86, un quartiere  a maggioranza alauita, per calmare la popolazione, promettendo che non ci sarebbe stato spargimento di sangue.

Il primo ministro siriano Mohamed Ghazi al-Jalali è andato con la scorta dei miliziani di HTS all’hotel Four Season per fare consegna formale del potere a questa coalizione di milizie. L’obiettivo è una transizione pacifica, ha spiegato la fonte.

In una dichiarazione alla televisione Al Arabiya, al-Jalali ha annunciato che non conosce il luogo in cui si trova Al-Assad e ha precisato che il suo ultimo contatto con lui è stato telefonico, quando gli ha comunicato che il giorno dopo si sarebbero incontrati.

Secondo diversi reporter, i miliziani hanno aperto le prigioni del paese includendo quella di  Sednaya, ubicata a 30 chilometri a nord della capitale.

Le  televisioni nazionali hanno cominciato a trasmettere programmi con il logo dell’antica bandiera del paese con frange verdi, bianca e nera, e tre stelle invece di quella adottata nel 1980 rosso, bianca e nera con due stelle.

Nel mezzo della crisi, Arabia Saudita, Giordania, Egitto, Iraq, Qatar, Iran, Turchia e Russia hanno reclamato una soluzione politica alla guerra ed hanno avvertito che la situazione è un pericolo per il Medio Oriente e per il mondo.

 

Granma e GM per Granma Internacional, 8 dicembre 2024

 


 

PRENSA ALTERNATIVA (VENEZUELA) / INTERNI / VENEZUELA COME LA SIRIA?

BOMBA! Contattano i jihadisti per entrare a Caracas

Secondo le autorità venezuelane, l’opposizione di estrema destra è entrata in contatto

con le organizzazioni yihadiste che agiscono in Siria affinché appoggino i paramilitari

che addestrano per invadere la nazione bolivariana

 

Washington porta avanti la riconquista dei bastioni perduti dell’America Latina e dei Caraibi, e a tale scopo affina la strategia che gli permette di destabilizzare le nazioni che si oppongono alla sua egemonia continentale.
È così che la Repubblica Bolivariana del Venezuela è diventata uno dei principali obiettivi. In questo senso, l’opposizione estremista intende allearsi con le forze eversive internazionali per organizzare un’invasione che rovesci il presidente Nicolás Maduro. Per questo è entrata in contatto con gli jihadisti che operano in Siria: per addestrare i paramilitari e le bande che agiranno nella ribellione.
In conseguenza della perdita del primato internazionale, l’imperialismo statunitense ha scatenato innumerevoli conflitti in tutto il pianeta, utilizzando i meccanismi di destabilizzazione più oscuri e spregevoli. Nell’ottica di questo programma, si propone di riconquistare il terreno perduto in America Latina e nei Caraibi, suo antico cortile.
Per questo, ha concentrato tutte le sue risorse contro Cuba, Nicaragua e Venezuela, classificati dal Dipartimento di Stato come l'asse del male, ma l’obiettivo prioritario è la nazione bolivariana a causa delle enormi quantità di petrolio che giacciono nel sottosuolo del Paese, che è ormai la più grande riserva di idrocarburi. Per perseguire questo obiettivo, fornisce tutta la collaborazione possibile alla destra estremista e sovversiva guidata da María Corina Machado, Leopoldo López, Ivan Simonovic e un gruppo di sepoy(*) arricchiti a scapito dei beni saccheggiati al Paese da Washington e dai suoi scagnozzi, nonostante i loro piani di destabilizzazione siano falliti anno dopo anno. Per questo motivo intendono organizzare azioni violente che portino la nazione caraibica allo scontro armato e alla conseguente anarchia prodotta dal caos controllato che Washington diffonde nel mondo.

Pertanto, la caduta del governo di Bashar Al Assad in Siria è stata una buona notizia per l'estrema destra venezuelana. A questo proposito, il ministro degli Interni del governo bolivariano Diosdado Cabello ha sottolineato che i leader della sovversione intendono stabilire contatti con le organizzazioni jihadiste che operano in Siria affinché addestrino i paramilitari che invaderanno il paese, affinché i personaggi come María Corina Machado e Iván Simonovic portino avanti questi sforzi. È così che, visto il successo ottenuto dall'estremismo islamico nel rovesciare Al Assad, privilegiano il suo appoggio rispetto a quello fornito loro da Erik Prince, capo della Constellis, una compagnia militare privata di origine americana.

I jihadisti avranno la missione di utilizzare l'addestramento dei paramilitari installati nei campi fuori dal Paese. Per organizzare queste operazioni si sono avvalsi dell'aiuto degli ex presidenti colombiani Álvaro Uribe e Ivan Duque, nonché dei servizi segreti statunitensi, tanto che i luoghi di concentramento sono in Colombia ed Ecuador.
D'altra parte, il Comando Sud si è insediato in Guyana per avvicinare la nazione bolivariana e saccheggiare le risorse della regione. Secondo Cabello, il piano sostenuto dalle multinazionali come Exxon Mobil è impadronirsi delle ricchezze minerarie e petrolifere della zona. Il ministro venezuelano ha sottolineato che la strategia è molto simile a quella utilizzata in Siria poiché consiste nel finanziare un’incursione armata silenziosa per innescare una guerra civile che giustifichi l’intervento straniero. Allo stesso tempo, esploderanno le dispute territoriali tra Georgetown e Caracas, generando una guerra tra le due nazioni. A tal fine, il Comando Sud, braccio armato di Washington per l'America Latina e i Caraibi, ha consolidato l'installazione di diverse basi militari per un'azione immediata, compreso l'utilizzo dell'aeroporto Brigadiere Garibeton, per controllare la frontiera contesa.

La presidenza del Venezuela ha affermato che le azioni belliche promosse dalla Casa Bianca non hanno posto nella Patria Grande e violano gli accordi firmati dalla Guyana e dal Venezuela. A questo proposito, ha sottolineato che queste operazioni fanno parte dei piani volti a imporre il caos controllato da Washington.
In risposta a questi eventi, il presidente Nicolás Maduro ha mostrato una mappa ufficiale che comprende la regione in questione, affermando che sarà resa disponibile a tutte le istituzioni educative poiché con la zona in questione è stato creato lo Stato numero 24. Inoltre, il presidente governo bolivariano ha rafforzato i posti di frontiera e la zona marittima. Allo stesso modo, ha prestato giuramento l’Esercito Unito Liberatore e Popolare, che organizza la popolazione in unità militari preventive viste le minacce che incombono sul Paese. Ciò fa parte della nuova strategia di difesa nazionale, poiché si ipotizza che in Venezuela ci siano le condizioni per generare uno scenario come quello della Siria.

D’altra parte, gruppi paramilitari vengono organizzati dalla Colombia e vengono addestrati dai mercenari della Nuova Granada provenienti dall’Ucraina per infiltrarsi tra la popolazione attraverso il confine tra le due nazioni per generare disordini durante la cerimonia di insediamento presidenziale del 10 gennaio. Queste azioni sono in cantiere da mesi.
Così il ministro Cabello ha sottolineato che nei piani sono coinvolti imprenditori, funzionari pubblici e operatori con sede nello stato di Zulia. Le operazioni eversive sono appoggiate dal governo statunitense e di esponenti dell'estrema destra venezuelana, e uno dei finanziatori più importanti è Roberto Enrique Rincón. Questo personaggio è un uomo d'affari rifugiato in Spagna a causa del recente sabotaggio del sistema elettrico nazionale. Ha sponsorizzato quanto descritto con 20 milioni di euro, favorendo l’addestramento di mercenari provenienti dalla Colombia nei terreni delle sue fattorie. Allo stesso tempo mantiene i contatti con il golpista Ivan Simonovis. A questo proposito, Cabello ha denunciato che ci sono altri fondi provenienti da organizzazioni terroristiche legate al traffico di alcaloidi che hanno l'appoggio logistico di compagnie mercenarie installate in Colombia e dei paramilitari che compongono i gruppi sovversivi, aggiungendo che recentemente è stato organizzato un deposito di armi di grosso calibro che verrebbero usate per attaccare i leader venezuelani, le reti elettriche (inclusa la centrale elettrica di Guri) e gli impianti petroliferi.

Le indagini hanno permesso di individuare i luoghi in cui si addestravano i paramilitari colombiani. Il piano prevedeva che le armi sarebbero state consegnate a gruppi di criminali con la collaborazione di giudici e funzionari di Zulia. Queste armi si muoverebbero all'interno del paese attraverso bande organizzate come il Tren del Llano che opera negli Stati di Apure e Guárico.
In risposta, l’assemblea generale ha approvato la Legge Organica Simón Bolívar contro il blocco imperialista e in difesa dell’integrità della nazione. La presente norma prevede l'applicazione di
misure penali contro attori politici che chiedono sanzioni o interventi armati contro il Venezuela, come hanno fatto María Corina Machado, Edmundo González o Juan Guaidó. Tuttavia, alcune figure di importanza nazionale esigono una maggiore determinazione da parte della magistratura e dell’esecutivo nell’esercizio delle norme legali perché il codice penale all'articolo 129 stabilisce tassativamente che chiunque, d'intesa con una Repubblica straniera, nemici esterni, gruppi terroristici paramilitari, ribelli o eversivi cospiri contro l'integrità territoriale o le istituzioni repubblicane, sia punito con pene da 20 a 30 anni di reclusione, aggiungendo che coloro che sono coinvolti in uno di questi casi non avranno diritto ai benefici procedurali che stabilisce la legge, né all’applicazione di misure alternative all’esecuzione della pena, quindi è giunto il momento di mettere ordine in casa poiché le autorità venezuelane, lungi dall’essere dittatoriali, sono state fin troppo permissive.

Rispetto all'attivista politico Freddy Bernal, ha ricordato le parole del libertador Simón Bolívar quando indicò come causa della caduta della Repubblica nel 1810 che ogni cospirazione era seguita da un perdono, e ogni perdono da una nuova cospirazione. Questo perché i governi liberali assumono quella che il padre della patria chiamava “clemenza criminale”.
Così María Corina Machado, che entra e lascia il Venezuela quando vuole, e Ivan Simonovis, di stanza nella potenza del Nord, stimano che sia giunto il momento di accelerare i piani per non essere sepolti il ​​10 gennaio. Per questo motivo devono concentrarsi nella creazione della logistica necessaria per provocare terrore e caos. A questo proposito, i media di destra cercano di generare la sensazione che l’invasione straniera stia per arrivare grazie al clima prodotto dalla caduta della Siria. Il Ministro Cabello ha aggiunto che cercano di creare falsi positivi realizzando auto-attacchi che permettano loro di incolpare il governo e giustificarli. Ce la faranno, spunterà l'alba e vedremo.

 

In questa comunità di Prensa Alternativa ci riuniamo per parlare, interagire, avere idee diverse, ma abbiamo anche un gruppo di lettura dove leggiamo frammenti di libri che riteniamo importanti per crescere intellettualmente. Inoltre, per esempio, facciamo qualcosa di simile a quello che fa un nostro amico in Bolivia. Vi racconto l'esperienza perché la trovo affascinante: lui ha un ristorante, lì in Bolivia, e in quel ristorante ha messo una televisione. Tu dirai: ehi, ma che impressione, che grande cosa che un ristorante abbia messo una televisione, lì in Bolivia. Ma è una cosa molto importante perché in televisione fa passare i video di Prensa Alternativa. Così, ogni giorno, a poco a poco, in modo molto concreto, fa sì che tutte le persone che frequentano il suo ristorante comprendano il concetto della Patria Grande. E così, passo dopo passo stiamo costruendo la Patria Grande. Sono piccoli ma concreti passi che fanno sì che il processo di costruzione della Patria Grande sia qualcosa di già iniziato, un fatto dinamico che non ha ritorno nella storia.
E vorremmo davvero che tu facessi parte di quella proposta. Cosa devi fare? Molto semplice: clicca sul pulsante “iscriviti”, infatti così facendo contribuirai anche tu con una piccola somma di denaro che permetterà a Prensa Alternativa di produrre più video e migliori.
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(*) Sepoy: indigeno dell'India arruolato nell'esercito inglese al tempo dell'amministrazione britannica.

 

Trascritto e tradotto a cura di Luigi M., Gruppo Patria Grande/CIVG

dal video: BOMBAZO: Contactan a los yihadistas para entrar en Caracas!

https://www.youtube.com/watch?v=9l0OQduTQWg

 

 


 

 

TELESUR (VENEZUELA) / ESTERI / ECUADOR E IMPERIALISMO USA

L’Ecuador cede le Isole Galápagos per costruire una base militare statunitense

 


La decisione è una strategia degli Stati Uniti per imporsi

nella regione dell’America Latina, un territorio chiave per le risorse naturali

 

Il presidente dell'Ecuador, Daniel Noboa, ha ordinato la consegna delle Isole Galapagos rendendole così disponibili per la costruzione di una base militare degli Stati Uniti in seguito all'approvazione del "Progetto di sicurezza globale nella regione insulare" e delle "Istruzioni per l'applicazione degli accordi di cooperazione tra l'Ecuador e gli Stati Uniti" del 10 dicembre.

 

Nuovo massacro commesso da sicari provoca sette morti in Ecuador
Con questa decisione, ordinata anche dal Consiglio di Governo della provincia delle Galapagos, entrano in vigore i trattati di cooperazione militare degli Stati Uniti con l’Ecuador firmati da Noboa il 15 febbraio 2024. Attraverso il decreto, Quito ha ratificato l'Accordo con Washington sullo status delle forze, firmato il 6 ottobre 2023, durante il governo di Guillermo Lasso, in cui al personale militare e civile del Dipartimento della Difesa sono stati concessi privilegi, esenzioni e immunità, equivalenti a quelle riconosciute al personale amministrativo e tecnico delle missioni diplomatiche ai sensi della Convenzione di Vienna. Quanto sopra costituisce l'istituzione di una base militare. Navi, personale militare, armi, equipaggiamenti e sottomarini potrebbero essere installati nelle Isole Galapagos, arcipelago dichiarato Patrimonio Naturale dell’Umanità dall’UNESCO nel 1978.

Secondo il documento, l'obiettivo dell'installazione militare statunitense nell'arcipelago è "rendere operativo il progetto per affrontare le sfide comuni alla sicurezza nella provincia delle Galapagos, a 600 miglia (965 chilometri) dalla costa continentale ecuadoriana".
Allo stesso modo, si propone di "combattere il traffico di droga, la pesca illegale e altre attività marittime illecite in questa regione dell'Ecuador", così come "evitare conflitti violenti e altri crimini tra gruppi narcoterroristici che si contendono le rotte per l'esportazione di stupefacenti".

 

Patrimonio dell’Umanità sotto il controllo imperialista

In un'intervista a TeleSUR, la sociologa Natalia Sierra ha spiegato che la decisione del governo di Noboa di consegnare queste isole va contro ciò che il popolo ecuadoriano ha deciso nella consultazione per l'approvazione della Costituzione del 2008 riguardo alla proibizione delle basi militari nel paese: “È una ferita alla sovranità del Paese, ma anche al bene dell’umanità, perché le Isole Galapagos sono Patrimonio dell’Umanità. È assolutamente illegittimo”, ha affermato Sierra.

Secondo i rappresentanti delle organizzazioni sociali e ambientaliste delle Galapagos, la norma viola palesemente la risoluzione 258 della Costituzione ecuadoriana, che stabilisce che è tassativamente vietato svolgere attività che potrebbero mettere a rischio il fragile ecosistema delle Galapagos.
L'ex vice cancelliere Fernando Yépez ha affermato a questo proposito: “L'Assemblea Nazionale deve richiedere informazioni e vigilare sugli accordi di cooperazione in materia di sicurezza sottoscritti con gli Stati Uniti con protocolli di esecuzione, che rispondono agli interessi strategici della potenza e riflettono la vergognosa sottomissione della nostra politica estera. Svegliua Ecuador!”

Redazione Telesur, 16 dicembre 2024

 

Articolo originale: Ecuador entrega Islas Galápagos para construir base militar estadounidense

https://www.telesurtv.net/ecuador-entrega-islas-galapagos-para-construir-base-militar-estadounidense/

 

Traduzione a cura di Luigi M., Gruppo Patria Grande/CIVG

 


 

 

RESUMEN LATINOAMERICANO (CUBA) / ESTERI / HONDURAS

Honduras: le basi militari concesse agli Stati Uniti saranno riconsiderate

 


Nel suo messaggio di Capodanno, la presidente Xiomara Castro ha sottolineato i progressi compiuti dal suo governo, ha denunciato gli atti di ingerenza degli Stati Uniti e ha salutato tutti coloro che sono impegnati nella lotta "contro il fascismo nel continente"


Mercoledì 1° gennaio, in un programma radiofonico e televisivo nazionale, la presidente dell'Honduras Xiomara Castro ha affrontato vari argomenti, tra cui i risultati ottenuti dal suo governo fino all'inizio del suo ultimo anno al potere.

Uno dei messaggi più significativi è stato rivolto dal presidente al governo degli Stati Uniti, che ha annunciato che nel 2025 la presenza della base militare statunitense a Palmerola sarà riconsiderata se la nuova amministrazione adotterà politiche ostili nei confronti dei migranti honduregni.
Riferendosi alle politiche di Washington nella regione, il capo dello Stato ha affermato: "Per decenni hanno mantenuto basi militari nel nostro territorio senza pagare un centesimo, ma perderebbero ogni ragione di esistere se adottassero misure ostili contro i nostri cittadini".
La base aerea di Soto Cano, situata a Palmerola, Comayagua, è stata un punto strategico per le operazioni del Comando meridionale degli Stati Uniti sin dalla sua creazione nel 1982. Attualmente, ospita più di 500 militari americani e 500 civili, e funge da hub centrale nella regione.

Castro ha sottolineato di sperare in un dialogo “costruttivo e amichevole” con il nuovo governo di Donald Trump, ma ha avvertito che una deportazione di massa di migranti honduregni, come promesso dal presidente eletto durante la sua campagna, sarebbe considerata un’azione ostile.

La lista Engel
Il presidente ha inoltre messo in discussione l'inclusione della giudice Sonia Marlina Dubón nella Lista Engel e la sospensione del suo visto da parte degli Stati Uniti, definendola un atto "interventista". A questo proposito, Castro ha annunciato che l'Honduras presenterà protesta formale al governo degli Stati Uniti, affermando che tali misure compromettono la sovranità del Paese.

Nel suo discorso, Castro ha ribadito il suo rifiuto del progetto delle Zone di Sviluppo Economico e di Occupazione (ZEDE), che ha descritto come un “tradimento del Paese” e un esempio di politiche neoliberiste che violano l’interesse nazionale.


Solidarietà con Haiti e Cuba
In qualità di presidente pro tempore della Comunità degli Stati Latinoamericani e Caraibici (CELAC), Xiomara Castro ha inoltre sottolineato il suo impegno per la cooperazione regionale e ha annunciato che, insieme alla presidente del Messico Claudia Sheinbaum, convocherà una riunione dei ministri degli Esteri per affrontare la crisi migratoria e rafforzare la solidarietà con paesi come Haiti e Cuba.

In questo contesto, ha invitato il governo degli Stati Uniti a investire nel progetto del treno interoceanico, un'iniziativa che collegherebbe i porti più importanti dei Caraibi e del Pacifico.
Secondo Castro, questo progetto rappresenta un'opportunità per promuovere lo sviluppo economico della regione e rafforzare la cooperazione bilaterale.
La Presidente ha colto l'occasione per esprimere il suo sostegno alla popolazione di Haiti, uno dei Paesi più colpiti dall'instabilità e dalla povertà estrema della regione. Pur non avendo specificato azioni concrete, Castro ha ribadito il suo impegno ad affrontare la situazione haitiana nel quadro della CELAC, sottolineando la necessità di un approccio multilaterale e di sostegno solidale.


Progressi e sfide interne

Nel bilancio dei suoi tre anni di governo, Xiomara Castro ha evidenziato i risultati ottenuti in settori quali l’energia, l’economia e i programmi sociali, nonostante quella che ha definito una “feroce lotta” contro l’opposizione politica praticata dai media che, secondo lei, cercano di sabotare le iniziative della sua amministrazione. Ha denunciato il blocco legislativo della legge sulla giustizia fiscale da parte dell'opposizione bipartisan, un fatto che ha descritto come un attacco diretto alla popolazione honduregna: “Non c’è nostra iniziativa che loro non cerchino di bloccare con tutti i mezzi a loro disposizione”, ha dichiarato Castro, sottolineando il suo impegno per la “rifondazione” dell’Honduras e il suo rifiuto del ritorno delle politiche neoliberiste che, secondo lei, hanno costretto alla migrazione di massa degli honduregni.
La presidente honduregna ha fatto riferimento anche alla "narco-dittatura di 12 anni e sette mesi" per garantire che, nonostante le conseguenze delle passate amministrazioni, il suo mandato ha ottenuto grandi successi: "Con il mio governo economico, guidato dalle Finanze, ho implementato misure politiche efficaci e tempestive per ridurre l'impatto della devastazione in cui ho trovato lo Stato honduregno", ha affermato, e ha inoltre sottolineato che, entro la fine del 2024, la sua amministrazione aveva ottenuto "significativi miglioramenti economici".
Infine, Xiomara Castro ha previsto per il 2025 una maggiore crescita e ha sottolineato che ci si aspetta che "l'economia continuerà a mostrare un'evoluzione favorevole del 3,5%-4%".

TeleSUR, Resumen Latinoamericano, 1° gennaio 2025

 

Traduzione a cura di Luigi M., Patria Grande/CIVG

Articolo originale: Honduras. Reconsiderarán presencia de bases militares de EE.UU. en el país

https://www.resumenlatinoamericano.org/2025/01/01/honduras-reconsideraran-presencia-de-bases-militares-de-ee-uu-en-el-pais/

 

 


 

TELESUR (VENEZUELA) / ESTERI / TRUMP E IL CANALE DI PANAMA

Trump minaccia di riprendere il controllo del Canale di Panama

 


Trump ha sottolineato che il Canale di Panama

è considerato una risorsa nazionale vitale per gli Stati Uniti.

 

Il prossimo presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha dichiarato che Washington potrebbe pretendere il ripristino del controllo sul Canale di Panama. Sarebbe l’ennesimo atto di ingerenza da parte della prossima amministrazione statunitense: “Gli Stati Uniti hanno un interesse speciale nel funzionamento sicuro, efficiente e affidabile del Canale di Panama. (…) Non fu concesso a beneficio di altri, ma semplicemente come dimostrazione di cooperazione tra noi e Panama. Se i principi, morali e giuridici, di questo gesto di generosità non saranno rispettati, chiederemo che il Canale di Panama ci venga restituito nella sua interezza e senza questioni. Ai funzionari di Panama chiedo di comportarsi di conseguenza!”, ha dichiarato il prossimo presidente.

Trump ha sottolineato che "il Canale di Panama è considerato una risorsa nazionale, vitale per gli Stati Uniti per il suo ruolo fondamentale per l'economia e la sicurezza nazionale" e si è lamentato per le tariffe “esorbitanti” del Canale. Ha quindi aggiunto che “un Canale di Panama sicuro è fondamentale per il commercio statunitense e il rapido dispiegamento della Marina, dall’Atlantico al Pacifico, e riduce drasticamente i tempi di spedizione verso i porti statunitensi. Gli Stati Uniti sono l’utente numero uno del canale, con oltre il 70% di tutti i transiti diretti o provenienti dai porti statunitensi”.

Il repubblicano ha aggiunto che "il Canale di Panama è considerato una delle meraviglie del mondo moderno, è stato inaugurato 110 anni fa ed è stato costruito con un costo enorme per gli Stati Uniti in vite umane e in risorse: 38.000 americani sono morti a causa delle zanzare nella giungla durante la costruzione”. Ha poi anche ricordato che “Teddy Roosevelt era presidente degli Stati Uniti al momento della sua costruzione e comprese le potenzialità della potenza militare navale e del commercio. Quando il presidente Jimmy Carter, scioccamente, lo cedette per un dollaro durante il suo mandato, fu solo Panama ad amministrarne le sorti, non la Cina o altri. A Panama non fu permesso di imporre agli Stati Uniti, alla sua Marina e alle aziende le tariffe esorbitanti per il passaggio, ma la nostra marina e il nostro commercio sono stati trattati in modo ingiusto e sconsiderato", ha affermato il presidente, sottolineando che "le tariffe praticate da Panama sono ridicole, soprattutto considerando la 'straordinaria generosità' concessa a Panama dal paese nordamericano. Questa completa 'truffa' del nostro Paese finirà immediatamente".

 

Il PRD esige il rispetto della sovranità di Panama
Il Partito Rivoluzionario Democratico (PRD), fondato da Omar Torrijos, il leader panamense che concordò con l'ex presidente degli Stati Uniti Jimmy Carter il trasferimento della proprietà e dei diritti del canale interoceanico a Panama, ha respinto la minaccia del presidente eletto degli Stati Uniti di chiedere la “restituzione” della via interoceanica per i costi “esorbitanti” dei pedaggi.
Il Canale di Panama fu recuperato da Omar Torrijos per cessare lo sfruttamento delle potenze straniere. A Panama non è stato “concesso” il Canale, ma lo abbiamo recuperato e ampliato per il nostro sviluppo economico. Chiediamo che l'Esecutivo e la Cancelleria facciano rispettare la nostra sovranità a fronte delle inaccettabili dichiarazioni di Donald Trump. Se lo farà, potrà contare su tutto il nostro appoggio.

Il Canale di Panama fu costruito dagli Stati Uniti che lo inaugurarono nel 1914 e lo amministrarono fino al suo trasferimento allo Stato panamense il 31 dicembre 1999 da parte degli allora presidenti di Panama Omar Torrijos (1929-1981) e dell'americano Jimmy Carter (1977-1981).

Redazione TeleSur, 21 dicembre 2024

 

Traduzione a cura di Luigi M., Patria Grande/CIVG

Articolo originale: Trump amenaza con retomar el control del canal de Panamá

https://www.telesurtv.net/trump-amenaza-con-retomar-el-control-del-canal-de-panama-si-no-se-respetan-sus-principios/?utm_source=planisys&utm_medium=NewsletterEspa%C3%B1ol&utm_campaign=NewsletterEspa%C3%B1ol&utm_content=7

 

 


 

 

GRANMA (CUBA) / INTERNI / ECONOMIA, ANDAMENTO E PREVISIONI

Per il 2025 prevista una crescita del PIL dell’1%

 

 

Presentando l’andamento del PIL nel 2024 e gli obiettivi programmati per il 2025, il ministro d’Economia e Pianificazione Joaquín Alonso Vázquez ha detto che l’articolata crisi globale e le serie complessità nell’ambiente domestico come l’insufficiente raccolta di valuta, le restrizioni finanziarie esterne e i danni al Sistema Elettrico Nazionale, tra le altre, hanno inciso sulla notevole riduzione della produzione e delle esportazioni di beni e servizi.

Per quanto riguarda i beni, ha precisato il Ministro, è stato raggiunto solo il 92,5%, con le principali carenze concentrate nel settore del nichel, del rum, dello zucchero e delle aragoste.

I servizi, anche se hanno raggiunto il 101,6% (con maggior incidenza dei servizi medici), non hanno dato i risultati sperati, considerando che il turismo (al 76%) e le comunicazioni (84%) non hanno raggiunto i loro obiettivi. Per questo, le entrate in valuta mostrano un andamento sfavorevole, con danni sulla disponibilità di liquidità di 900 milioni.

Alonso Vázquez  ha rimarcato che anche le produzioni agricole non hanno raggiunto gli obiettivi, con le maggiori carenze registrate nel settore dei tuberi, della carne e degli ortaggi.

A proposito del bilancio energetico, ha informato che si è verificata una riduzione della generazione elettrica per l’insufficiente disponibilità di combustibile, colpendo negativamente l’andamento dell’economia.

Il Ministro ha poi spiegato che la produzione d’acciaio è stata praticamente azzerata, il cemento è giunto appena al 43,2% e il legname ha raggiunto il 17,6%: «L’ insufficiente disponibilità di valuta, sommata al costo del combustibile e dei materiali, ha danneggiato l’esecuzione del processo di investimenti e della manutenzione», ha sottolineato.

 

Quali programmi per il 2025?

Considerando che le richieste dei settori superano le capacità materiali dell’economia, per il prossimo anno si prevedono interventi indirizzati a ridurre la carenza di valuta. Il programma economico, in questo senso, “deve essere coerente, deve gestire la crisi e mitigare gli impatti della guerra economica per compiere passi in avanti in questa direzione”, ha detto il Ministro.

Per questo si stabiliscono diverse priorità, tra le quali figurano la generazione di nuovi prodotti esportabili e l’aggiunta di valore agli attuali, oltre a promuovere esportazioni basate sulla conoscenza e l’alta tecnologia, così come il recupero dei servizi turistici attraverso gli investimenti stranieri diretti. Quindi ha precistao che è necessaria cercare di captare meglio le rimesse e le altre fonti di finanziamento intervenendo sulla struttura delle importazioni a favore delle materie prime e degli strumenti di produzione, e riducendo le importazioni di prodotti finiti per il commercio diretto.

Inoltre, è necessario recuperare schemi di autofinanziamento in valuta che permettano il minimo indispensabile di risorse, ha ancora puntualizzato il Ministro.

In merito ai prodotti alimentari, si avverte la tendenza degli anni precedenti all’incremento dei prezzi, e questo coincide con l’aumento dell’importazione dei prodotti in quantità, anche quando

si pianificano incrementi nelle principali produzioni agricole del paese, evidentemente insufficienti per soddisfare la domanda.

Questo non significa che esistono municipi che possono auto sostentarsi con determinati prodotti «perché è un processo evolutivo nella misura in cui si generano nuove risorse e nuove capacità».

Parlando dell’industria dello zucchero, il Ministro ha puntualizzato che, anche se si pianificano produzioni superiori a quelle della produzione precedente, saranno comunque insufficienti per coprire tutta la domanda, compreso il paniere familiare a prezzo statale. Ha infine aggiunto che la produzione dello zucchero crudo prevede quasi 300 mila tonnellate, lo zucchero raffinato 22 mila tonnellate – il doppio della produzione dell’anno scorso – e che si destineranno 30 mila tonnellate all’esportazione, che permetteranno di concludere impegni già scaduti.

 

Recupero del SEN e altre prospettive economiche

Per il suo impatto diretto sull’economia nazionale e sulla qualità della vita dei cittadini, sostenere il Sistema Elettrico Nazionale è sempre una priorità per lo sviluppo del paese, allineato con il Programma del Governo approvato per il suo recupero che nel 2025 deve contribuire a migliorare la situazione. Per questo, si stima di generare 18,606 gigawatts/ora, che rappresenta 158,73 gwh in più rispetto al 2024; di questi, 1734,6 si devono generare partendo dalle fonti rinnovabili d’energia per ottenere il 9,3% dell’energia totale. Un’altra priorità, ha affermato Alonso Vázquez, è incrementare le capacità produttive per rifornire il mercato nazionale per il quale si progetta un totale di  273 miliardi di pesos per la circolazione al minuto.

Per il 2025 si prevede una crescita del Prodotto Interno Lordo di circa l’1%. Secondo il Ministro, questo programma si sostiene principalmente con il recupero della redditività dei principali prodotti esportabili, la riattivazione delle attività produttive e industriali così come dei servizi sociali alla popolazione.

In quanto all’inflazione, Alonso Vázquez ha detto che il programma lavora per il suo rallentamento, con una stima del 25-30%. Per il  trasporto, ha spiegato, si progetta un graduale recupero «dato che il carico da trasportare sale a quasi 37 mila tonnellate e i passaggi previsti sono più di un miliardo».

Si prevede anche un miglior utilizzo delle capacità industriali se la disponibilità tecnologica sarà supportata dai finanziamenti per materie prime e pezzi di ricambio.

Per una migliore efficacia sotto questo aspetto si deve puntare alla sinergia tra il settore statale e quello privato che vincoli a produzioni coordinate a prezzi più accessibili per la popolazione, ha sottolineato ancora il Ministro. Rispetto al piano degli investimenti, ha aggiunto che si prevede un bilancio totale di più di 148 miliardi di pesos, che deriveranno dalla produzione di alimenti, dal programma idrico, dalla produzione di bio pesticidi e dalle telecomunicazioni, tra i tanti settori dell’economia nazionale.

 

Mailenys Oliva Ferrales e Carmen Maturell Senon

GM per Granma Internacional, 18 dicembre 2024