Carceri: nel 2025 facciamo respirare i diritti
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- Scritto da Patrizio Gonnella
16 Gennaio 2025
Questa prima newsletter dell’anno è anche un invito, un invito a iscrivervi ad Antigone. La fase che sta attraversando il sistema penitenziario italiano è quanto mai grave, le prospettive politiche non lasciano spazio a grande ottimismo. Per questo abbiamo bisogno di essere sempre di più a portare avanti un’idea di pena che guardi al valore della Costituzione e ai diritti, diritti che devono poter respirare anche nelle carceri. Il 2024 si è chiuso con il record di suicidi, sono stati 89, e il 2025 si è aperto con la stessa drammatica continuità, sono già 8 in due settimane.
La popolazione detenuta conta ormai più di 62.000 unità, a fronte di circa 47.000 posti disponibili. Nella conferenza stampa di fine anno la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha chiuso ad ipotesi di interventi di riduzione del numero di persone in carcere, sostenendo come il suo governo preferisca lavorare sul numero di posti per rispondere alle “necessità”. Necessità che l’approcciò penal-populistico dell’attuale maggioranza, continua a spingere sempre più avanti. Da inizio legislatura sono stati introdotti ben 48 nuovi reati. Il ddl sicurezza ancora in discussione al Senato, se approvato, potrebbe portare ad un ulteriore impulso all’incarcerazione di massa. Abbiamo calcolato sino a 16 mila anni di carcere.
Anche di questo parleremo a febbraio, nelle giornate del 13 e 14, a Roma per ricordare i 50 anni della legge penitenziaria.
Nelle settimane scorse, alcuni organi di stampa, hanno rilanciato la possibilità che i centri per migranti in Albania vengano trasformati in carceri. Una scelta pericolosa e inaccettabile. Insomma, le sfide in campo sono tante e vogliamo farci trovare, tutti insieme, pronti anche quest’anno. Buona lettura,
Patrizio Gonnella, presidente di Antigone - da antigone