Legge di Bilancio: fondi insufficienti per i bisogni delle persone con disabilità

 

Lente di ingrandimento sopra a diverse banconote di euro

 

 

«La Legge di Bilancio è un’opportunità per dare risposte concrete alle persone con disabilità e alle loro famiglie. Tuttavia, i fondi attualmente stanziati risultano del tutto insufficienti a coprire i reali bisogni. Chiediamo dunque con forza un incremento del Fondo per la Non Autosufficienza, una misura essenziale per sostenere chi necessita di assistenza continua e per alleviare il peso che grava sulle famiglie»: lo ha dichiarato Vincenzo Falabella, presidente della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e consigliere del CNEL (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro), a margine dell’audizione della stessa FISH presso le Commissioni Bilancio del Parlamento, per presentare le proprie osservazioni e richieste sul Disegno di Legge di Bilancio per il 2025, occasione in cui la Federazione ha depositato una propria ampia memoria (disponibile a questo link), ove si sottolinea la necessità di «politiche mirate e di risorse adeguate per sostenere le persone con disabilità e le loro famiglie, in un contesto sociale sempre più difficile».

«Le politiche per la disabilità – aggiunge a tal proposito Falabella – devono essere al centro delle politiche pubbliche. È indispensabile investire in servizi che permettano alle persone di vivere in modo indipendente e di scegliere dove e con chi vivere, come previsto dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità».

«Servono dunque interventi mirati – conclude – per ridurre le diseguaglianze sociali ed economiche che colpiscono soprattutto le famiglie in cui è presente una persona con disabilità e che risultano ancor più gravi nelle diverse aree geografiche del Paese».

Negli ultimi quindici anni – si ricorda in una nota diffusa dalla FISH -, le famiglie in povertà assoluta sono aumentate in modo preoccupante, e in Italia le famiglie con almeno un componente con disabilità sono oggi circa 3 milioni, corrispondenti a oltre il 12% delle famiglie complessive. Di queste, ben un quinto, secondo i dati del rapporto ISTAT 2022, versa in condizioni di deprivazione, con molti nuclei che vivono in condizioni di emarginazione e, in alcuni casi, di segregazione. I costi dell’assistenza e delle cure mediche si traducono in un notevole impatto economico sulle famiglie, ostacolando il loro percorso verso condizioni di vita dignitose. Inoltre, il peso dell’assistenza quotidiana grava pesantemente sui familiari, in particolare sulle donne – madri, mogli, sorelle – limitandone le opportunità di lavoro, formazione e istruzione, con il rischio di una continua perpetuazione delle condizioni di povertà». In tal senso, la FISH, durante l’audizione, ha richiesto anche agevolazioni fiscali per le famiglie che devono farsi carico direttamente dei costi di assistenza e un ampliamento dei criteri di accesso alle prestazioni assistenziali. (S.B.)

 

da fishonlus.it e reteambientalista