LA MANOVRA DI BILANCIO 2025: Soldi – tanti – alla guerra
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- Scritto da CIP Tagarelli
7.11.2024
Cominciamo con qualche numero. Nel 2025 la spesa militare toccherà i 32 miliardi di euro, la cifra più alta mai raggiunta (con un aumento del 60% dal 2016), e andrà a rappresentare l’1,46% del PIL italiano.
La parte preponderante del “bilancio proprio” della Difesa che rimane nel perimetro delle spese militari riguarda costi diretti, soprattutto per il personale, delle tre Forze Armate: 5,95 miliardi di euro per l’Esercito; 2,3 miliardi di euro per la Marina; 2,87 miliardi di euro per l’Aeronautica. A queste cifre va aggiunta la spesa per le missioni militari all’estero di 11,7 miliardi di euro.
Di questo fiume di denaro che serve a distruggere la vita di centinaia di migliaia di persone (vedi Ucraina e soprattutto Gaza, la Palestina intera, il Libano ...) - che non è nato solo dal governo Meloni (valga ad es. il recentissimo acquisto di un terzo sottomarino U212 NFN da 674 milioni in base a un programma della Marina sviluppato durante i governi Renzi e Gentiloni) , mentre a lavoratori, pensionati ecc. toccano vergognose briciole, quando ci sono - hanno beneficiato e continueranno a farlo i soliti noti.
Secondo GreenPeace dal 2021 al 2023 le più importanti società italiane produttrici di armi (le prime sono Leonardo S.p.A.; Iveco Defence Vehicles; M.E.S. Spa; Rheinmetal Italia Spa e RWM Italia Spa) hanno visto aumentare in 2 anni i loro profitti del 45%.
Nota : Leonardo Spa, principale produttore europeo di armi, proprietà 30,2% Ministero dell’Economia e 50% a investitori come Blackrock e Goldman Sachs; Iveco Defence Vehicles, proprietà per il 27% di Exor, gruppo Fiat; Rheinmetal Italia e RWM Italia, proprietà dei fondi di investimento statunitensi Wellington Management Group LLP e BlackRock. Non per niente qualche settimana fa il governo Meloni ha dato l’assenso all’acquisto di un ulteriore 3% delle azioni di Leonardo Spa, il cui ex advisor è l’attuale ministro della Difesa Guido Crosetto.
E mentre le multinazionali di morte fanno profitti giganteschi, il governo italiano insieme ad altri spinge perché le spese militari non vengano più conteggiate nel Patto di Stabilità europeo.
Per le spese riguardanti una sanità pubblica decente non si può fare.... ma per le armi sì.
Ci stanno spingendo a rotta di collo verso la guerra - strumento privilegiato dei capitalisti per uscire dalle loro crisi - dove la carne da macello proletaria del tempo di pace dovrà diventare carne da cannone (come sta già succedendo in Ucraina).
Contro i venti di guerra che stanno travolgendo il nostro mondo, è necessaria una battaglia per “liberare l’umanità dagli orrori, dalle calamità, dalla barbarie che oggi regnano” come scriveva Lenin nel lontano 1915.
NO alle guerre imperialiste, NO alla NATO, NO al profitto dei mercanti d’armi; uniamoci e organizziamoci perché il nemico è prima di tutto in casa nostra, i capitalisti e i loro servi di ogni colore. Il capitalismo è morte: socialismo o barbarie.
Centro di Iniziativa Proletaria “G.Tagarelli” Sesto S.Giovanni,