Caporalato: al via a nuova task force per contrastare il fenomeno
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- Scritto da Arianna Baldi
2 Luglio 2024
Satnam Singh sarà il nuovo Jerry Maslo?
Dalla sua morte, causata il 19 giugno scorso dal sistema di sfruttamento lavorativo che vessa da decenni la popolazione italiana e straniera nelle campagne, il bracciante di origine indiana ha scosso in suo nome un’ondata di indignazione. Tanto che sul web non pochi hanno iniziato a ipotizzare che la sua storia possa portare lo stesso effetto che ha avuto quella di Jerry Maslo. Attivista sudafricano, Maslo è morto in Italia il 25 agosto del 1989, ucciso da un omicidio a sfondo razzista messo in atto da una banda criminale che ha assalito la baraccopoli in cui viveva con altri braccianti. Il caso fece clamore al punto da far entrare in vigore l’anno successivo, nel 1990, la Legge Martelli, che ha dato il via al processo di codificazione del diritto d’asilo in Italia.
Sperare che il clamore suscitato dalla vicenda di Singh porti a qualcosa di analogo in merito al diritto di lavoro può avere riscontro nella realtà?
Le contromisure della lotta al lavoro sommerso
All’indomani della sua uccisione, il governo italiano ha discusso una nuova task force anti sfruttamento che sarà guidata dal ministero del Lavoro in sinergia con i ministeri dell’Agricoltura e dell’Interno, con il coinvolgimento anche di Inps, Inail e dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro. Non è propriamente una novità dell’ultimo minuto: fa parte del Piano di lotta al lavoro sommerso previsto dal PNRR. I primi due decreti attuativi sono stati pubblicati nel 2023. L’ultimo, relativo alla task force in questione, è stato annunciato con un decreto ministeriale lo scorso marzo. Saranno istituite delle banche dati, gestite dall’Inps, per facilitare i controlli e la trasparenza, permettendo per esempio il confronto tra numeri di permessi di soggiorno rilasciati per motivi di lavoro, contratti, retribuzioni, etc. Dati che saranno condivisibili tra le diverse amministrazioni, in modo da avere il quadro più completo possibile. Una macchina che per funzionare adeguatamente, però, necessita di nuove assunzioni e soprattutto della formazione adeguata. Chi lavora nel settore, è scettico sulla presenza di un’effettiva volontà politica in questo senso.
“Anche nel 2015, quando Paola Clemente è morta di fatica nei campi, si è tanto alzata la voce. Sul momento è nata anche la Legge 199 contro lo sfruttamento lavorativo”, commenta Samba Sarr, sindacalista della Cgil a Verona. “Ma il caporalato non si è mai fermato. Queste task force ci sono già, ma spesso manca personale. Eppure, anche se i controlli sono pochissimi, ogni volta che li fanno, da quello che ho potuto osservare, trovano qualcosa che non va. Ogni volta”
E sulle prospettive future, aggiunge: “ Adesso il governo si è lanciato in questa nuova task force, vedremo, siamo qui che aspettiamo. Anche l’anno scorso hanno assunti dei nuovi ispettori, ma poi non li hanno mai formati”.
I dati Inps: lotta al caporalato senza caporali
Intanto, si viene a sapere che l’azienda per cui lavorava Singh, l’azienda Lovato, era indagata dal 2019 per caporalato. Ma nel frattempo continuava ad abusare dei lavoratori. “È ancora abbastanza raro che si arrivi a vere e proprie condanne per caporalato”, spiega Sarr. “Manca la volontà di fare diversamente. Non solo da parte della politica, anche da parte di giudici e magistrati. Nonostante denunce, a parte casi proprio eclatanti, difficilmente viene riconosciuto il fenomeno. I datori di lavoro vengono ancora denunciati molto poco. Non si usa. Finché è uno straniero a farlo anche sì, ma se sono aziende agricole, non ci si muove o comunque non si arriva quasi mai a una condanna effettiva. Negli ultimi anni è così. E molto difficilmente viene fuori il nome dell’azienda.”
Nell’ultimo report dell’Inps sul contrasto al caporalato, fa riflettere, in tal senso, l’assenza di un dato che parrebbe centrale. Nel 2023, a fronte di 9202 controlli effettuati, di cui 669 ispezioni nel settore agricolo, l’Inps ha annullato 27mila contratti ritenuti irregolari. 425 i lavoratori denunciati. Nessuna menzione sui datori di lavoro denunciati, né sulle aziende, né sui caporali.
Singh nuovo Jerry Maslo?
E d’altra parte, la narrazione italiana, da anni, sembra chiara: i peggiori nemici delle persone di origine straniera non sono gli italiani, ma gli stranieri stessi. Per cui, quando proprio non si può fare a meno di parlare di diritti umani, ci si lancia nella lotta ai trafficanti o agli “scafisti”, etichettati come il male assoluto, così come quando quando si tratta di caporalato, si alza la voce più volentieri quando lo sfruttamento avviene da parte di una persona che ha sua volta un background migratorio. Ma raramente si vogliono mettere in mezzo le aziende italiane, che sfruttano. La morte di Satnam Singh porterà davvero a un cambiamento o è solo l’ondata di indignazione del momento? Il presidente Giorgia Meloni ha definito i responsabili dell’accaduto “l’Italia peggiore”. E si spera che questo movimento che sta scuotendo il mondo del diritto del lavoro italiano possa portare un cambio di passo durevole.
“Noi saremo ancora in piazza, sempre a Latina, con un altro sciopero. Non vogliamo far calare l’attenzione. Ma che a posteriori avrà l’effetto che ha avuto Jerry Maslo, ne dubito. Lì c’erano stati pure i funerali di stato, con una sensibilità maggiore da parte di tutti. Io sono stato a Latina subito dopo la morte di Singh, ho partecipato agli scioperi dei braccianti. Del governo non c’era nessuno. C’era il prefetto e qualcuno dell’opposizione.”
Da Nigrizia