Honduras - Appelli urgenti

6 maggio 2024

 

Allerta Internazionale.

Giustizia per Berta Cáceres: impunità in agguato.

 

 

  

 

La nuova Corte Suprema di Giustizia dell’Honduras ancora non conferma le sentenze per l'assassinio di Berta Cáceres 

I responsabili dell'assassinio della nostra compagna Berta Cáceres tentano di far rilasciare illegalmente gli autori materiali e coautori del crimine, che già sono stati condannati. 

È dimostrato che le persone incarcerate sono responsabili dell'assassinio di Berta Cáceres, pertanto qualsiasi decisione che li lasci liberi è illegale ed arbitraria, e fa incorrere lo Stato Honduregno in violazione delle sue responsabilità internazionali. 

Sono passati 8 anni e 2 mesi dal crimine contro Berta e la giustizia in Honduras non ha ancora confermato le sentenze di condanna delle persone implicate e non ha processato gli autori intellettuali.

Recentemente in Honduras è stata lanciata sul caso una campagna di menzogne e falsità, volta a confondere la popolazione e far sì che l'opinione pubblica accetti più facilmente una sentenza che prosciolga gli assassini già condannati per il delitto di Berta Cáceres. 

A novembre del 2018 furono condannati per il crimine 7 uomini, inclusi 2 impiegati dell'impresa della famiglia Atala Zablah, alla quale si erano opposti Berta e il COPINH, e 3 membri dell'esercito honduregno. Analogamente a luglio del 2021 fu condannato David Castillo, direttore generale dell'impresa e principale dipendente della Famiglia Atala.  

La Corte Suprema di Giustizia dell’Honduras deve confermare le sentenze condannatorie degli 8 responsabili, affinché tali fatti non restino impuniti e la giustizia sia garantita. 

Rivolgiamo un appello alla comunità nazionale ed internazionale, affinché alzi la voce contro questi tentativi di perpetuare l'impunità in Honduras. 

Fonte:  https://copinh.org/2024/05/alerta-urgente-justicia-para-berta-caceres-en-peligro/

 

 

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Appello del Comitato Berta Vive – Milano      14-5-2024

 

La notte del 2 marzo 2016 l’ambientalista e attivista sociale honduregna Berta Cáceres veniva assassinata da due killer. La sua “colpa”: essersi opposta al progetto idroelettrico Agua Zarca sopra il fiume Gualcarque, che minacciava il territorio e le risorse idriche della comunità indigena di quella zona. Ma quello che non immaginavano i sicari è che questo omicidio avrebbe avuto eco in tutto il mondo e che, come è stato detto, “Berta non è morta, si è moltiplicata”.

 

Cofondatrice del Copinh (Consejo Cívico de Organizaciones Populares e Indígenas de Honduras), Berta era un personaggio scomodo per la sua lunga lotta in difesa dei diritti non solo delle popolazioni indigene, ma degli strati più svantaggiati. Per questo era stata bersaglio di innumerevoli atti di ostilità, attacchi e persecuzioni, in particolare da parte della potente famiglia Atala Zablah, maggiore azionista della Desa, la società legata al progetto Agua Zarca. La richiesta di giustizia per la sua morte è diventata una parola d’ordine in tanti paesi. Ma la giustizia segue a rilento: finora sono state ritenute colpevoli solo otto persone, gli esecutori materiali e il presidente esecutivo della Desa, David Castillo, come coautore. I veri mandanti, cioè i membri della famiglia Atala, sono ancora protetti dall’impunità e anche per gli otto condannati la Corte Suprema di Giustizia non ha ancora confermato le sentenze.

 

Intanto i difensori di Castillo hanno chiesto l’annullamento del processo, denunciando per falsificazione di documenti pubblici e falsa testimonianza i procuratori che hanno seguito il caso e la tecnica che ha effettuato la perizia sulle comunicazioni tra Castillo e i killer per pianificare l’assassinio. La denuncia è arrivata, guarda caso, dopo la nomina a nuovo dirigente della Procura di Juan Carlos Sánchez Villalobos, noto per aver partecipato nel collegio di difesa di imputati per corruzione, tra cui proprio il caso riguardante la fraudolenta concessione alla Desa per il suo progetto idroelettrico. Evidentemente da questo personaggio i responsabili della morte di Berta sperano in un occhio di riguardo. Si sta preparando il terreno per una cancellazione di tutto il procedimento accusando i magistrati che hanno tentato di fare giustizia?

 

Il Comitato Berta Vive di Milano si unisce alle preoccupazioni di tutti i democratici honduregni per questo tentativo di cancellare la verità. Facciamo nostro l’appello del Copinh alla comunità internazionale affinché alzi la voce contro chi cerca di perpetuare l’impunità in Honduras.

 

Per adesioni scrivere a: bertavivemilano@gmail.com

 

Fonte: http://www.latinoamerica-online.it/

 

 

A cura di Adelina Bottero, PatriaGrande/CIVG