Correggere tutto ciò che è in contrasto con la Risoluzione 1244 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite

*Presidente del Forum di Belgrado per un Mondo di Eguali - 22 marzo 2024

 

Živadin Jovanović: Neodržavanje sednice dokaz koliki je strah Zapada od  suočavanja sa istinom — RT Balkan

 

Relazione svolta alla Conferenza internazionale, tenutasi in occasione del 25° anniversario dell'aggressione armata della NATO contro la RFY, presso la Casa dell’Armata Serba a Belgrado, il 22 e 23 marzo 2024.

Grazie a tutti per aver risposto all'invito a partecipare alla Conferenza Internazionale il cui tema è "Dall'Aggressione a un Nuovo Ordine Mondiale più Giusto" e agli altri eventi del Programma che celebrano il 25° anniversario dell'inizio dell'aggressione armata della NATO contro la Repubblica Federale di Jugoslavia .

Siamo estremamente onorati e grati a tutti i nostri amici che, con la loro presenza qui, esprimono la loro solidarietà alla Serbia e al popolo serbo, come hanno fatto negli ultimi decenni. Ciò ci dà forza e rafforza la convinzione che siamo sulla strada giusta, sia nella difesa dei nostri interessi legittimi, che nella lotta per la pace, l’uguaglianza e un ordine europeo e mondiale più giusto. Oggi siamo qui riuniti in una sorta di assemblea popolare globale, con amici provenienti da tutte le parti del mondo. Apparteniamo a nazioni, religioni, orientamenti politici e civiltà diverse, ma siamo uniti nell'onorare le vittime umane di un potere rabbioso e nel condannare l'aggressione della NATO e il suo espansionismo. Allo stesso tempo, siamo uniti nei nostri sforzi per contribuire alla pace, alla libertà e al progresso per tutti i paesi e i popoli. Siamo qui anche perché preserviamo la verità, rafforziamo il valore dei diritti e della giustizia, nonché per ricercare un futuro più umano e sicuro per tutti.

Oggi rendiamo omaggio ai difensori di un paese indipendente e amante della libertà che è stato attaccato, anche se non rappresentava un pericolo per nessun altro paese, tanto meno per i membri della NATO. L’aggressione armata è terminata due decenni e mezzo fa, ma i suoi promotori la continuano con altri mezzi fino ad oggi. Per questo condanniamo ogni forma di aggressione e affermiamo che ci opporremo risolutamente, indipendentemente dagli "strumenti" utilizzati.

Il popolo serbo non vuole e non può dimenticare i sacrifici umani e le sofferenze di cui è responsabile l'aggressore. I crimini commessi contro il popolo serbo non devono ripetersi mai e in nessun luogo. La pace, l’eguale sicurezza, l’eguale cooperazione e il progresso sono un nostro diritto universale e non permettiamo a nessuno di calpestarlo o rubarcelo. Le nostre aspirazioni mirano a costruire un nuovo ordine mondiale incentrato sui popoli, sulla loro uguaglianza, sicurezza e progresso. Ci impegniamo per un ordine di libertà, comprensione e apertura senza imporre gli interessi, i valori e le comprensioni di altri popoli. Chiediamo che siano rispettate le specificità storiche, culturali e spirituali, che le differenze siano trattate come ricchezza e non come occasione di nuove divisioni, confronti e guerre. Stiamo lottando per un ordine nuovo e più originale basato sui principi universali di uguaglianza, convivenza e non ingerenza negli affari interni. La maggioranza globale dell’umanità non accetta un ordine basato sulla forza, sui privilegi e sulle “regole” nell’interesse della minoranza.

È passato il tempo in cui era possibile per una minoranza mascherare la propria egemonia e il neocolonialismo, con i panni della democrazia e dei diritti umani, per imporli alla maggioranza globale attraverso l’aggressione e le rivoluzioni colorate. La trappola della divisione in “democrazie” e “autocrazie” non passa. La maggioranza globale sta optando per il multipolarismo e per un ordine mondiale inclusivo in cui al centro siano gli interessi dell’umanità e non gli interessi del “miliardo d’oro”.

Siamo qui per rendere omaggio al coraggio, al patriottismo e alla forza morale delle forze di difesa del Paese che fu la prima vittima dei furiosi "vincitori della guerra fredda". Ricordiamo che la NATO è responsabile della morte di circa 4.000 cittadini di Serbia e Montenegro, tra cui bambini, donne e malati, e del ferimento di circa 10.000 cittadini. È ancora da determinare quante persone abbiano perso la vita a causa degli effetti ritardati di armi proibite come missili all’uranio impoverito, gas velenosi derivanti dai bombardamenti di raffinerie, fabbriche chimiche e impianti elettrici, bombe a grappolo e altro ancora. I danni derivanti dalle distruzioni belliche furono stimati in 100 miliardi di dollari. L'aggressione della NATO contro la RFY (Serbia e Montenegro) è un crimine contro la pace e l'umanità.

Per l’Europa e il mondo, questa Conferenza ricorda che l’aggressione della NATO 25 anni fa rappresenta un punto di svolta nelle relazioni globali. Il 24 marzo 1999, la NATO ha riportato la guerra sul suolo europeo, creando un precedente per la globalizzazione dell’interventismo armato. Fu il colpo più devastante inferto al sistema di sicurezza europeo e mondiale fondato sugli esiti della Seconda Guerra Mondiale e sull'apertura del “vaso di Pandora” dalle conseguenze incalcolabili.

Per il giubileo del cinquantesimo anniversario della sua fondazione, la NATO ha adottato nuovi principi, vale a dire:

1. La NATO viene trasformata da alleanza militare difensiva in offensiva;

2. Da regionale, la NATO si trasforma in un'alleanza militare globale;

3) La NATO è al di sopra del Consiglio di Sicurezza dell’ONU

4) I principi e gli obblighi derivanti dalla Carta delle Nazioni Unite, dal Documento finale dell'OSCE o dal diritto internazionale in generale, non si applicano alla NATO. "Laddove il diritto internazionale ostacola l'espansione della NATO, esso dovrebbe essere eliminato", dissero gli americani ai loro alleati subito dopo l'aggressione.

Siamo qui per ricordarvi che l'aggressione è stata effettuata sotto falsi pretesti. "Disastro umanitario", "massiccia violazione umana dei diritti umani" non esistevano. L’ondata di profughi è iniziata dopo e in conseguenza dell’aggressione. La NATO ha bombardato le colonne dei rifugiati di ritorno.

A Rambouillet non ci sono state trattative. L'accordo di Rambouillet non esiste. "È un documento vergognoso che non avrebbe mai dovuto vedere la luce", ha affermato l'ex segretario di Stato USA, Henry Kissinger. La delegazione statale serbo-jugoslava ha rifiutato di firmare la capitolazione e l'occupazione del paese, non una soluzione politica pacifica. Il cosiddetto "piano ferro di cavallo" per la presunta espulsione di membri della minoranza nazionale albanese, accuse di "campo di concentramento" nello stadio di Pristina e soprattutto le accuse contro il cosiddetto "massacro di civili a Racak" sono solo stati episodi in uno scenario che ha spinto l'opinione pubblica occidentale a sostenere l'uso della forza armata contro il nostro Paese.

I leader degli Stati membri della NATO e dell’UE hanno seguito disciplinatamente questo scenario. "Tutto è iniziato con delle bugie", affermano gli autori tedeschi dell'omonimo film documentario.

In realtà, tutto è iniziato, è fluito e si basa sulla menzogna, fino ad oggi.

Perché?

Sulla base di documenti la cui elaborazione non è adatta all’occasione, si può affermare che: l'aggressione della NATO contro la RFY nel 1999 non è stata una "piccola guerra del Kosovo", un "intervento" o una "campagna", cosiddetta "umanitaria". È stata una guerra con obiettivi globali che può essere intesa solo come un passo più importante nella realizzazione della strategia di espansione USA/NATO verso est.

"La guerra contro la Jugoslavia fu intrapresa per correggere uno degli errori di Dwight Eisenhower della Seconda Guerra Mondiale. Ecco perché, per ragioni strategiche, i soldati americani dovranno successivamente stazionarvi". Questa è la spiegazione che i rappresentanti americani hanno dato ai loro alleati e candidati all'adesione alla NATO alla conferenza tenutasi a Bratislava il 28 aprile 2000, e che è stata riportata da Willy Wimmer nel suo rapporto al cancelliere Gerhard Schroeder del 2 maggio 2000.

Dove sono i “diritti umani degli albanesi in pericolo” in questo?

Quanto alla "strategia di espansione della NATO verso est", ricordiamo che nel 1999 la NATO contava 19 membri, oggi sono 32. Oggi l'Europa è connessa in rete con basi militari straniere, che sono molto più numerose che nell'era della Guerra Fredda.

In questa strategia di espansione verso est, la provincia serba del Kosovo e Metohija dovrà svolgere il ruolo di portaerei delle forze militari USA/NATO e di trampolino di lancio.La Serbia non ha rinunciato, né rinuncerà mai alla sua sovranità e alla sua autorità sul Kosovo e Metohija come parte integrante dello Stato di Serbia. Provincia, in base alla risoluzione dell’ONU 1244, che rimane temporaneamente sotto il mandato del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

Una tale strategia, ovviamente, non può basarsi sulla verità e sul Diritto internazionale, e men che meno poteva contare sull’approvazione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Ecco perché l’aggressione del 1999 è stata effettuata violando la Carta delle Nazioni Unite, i principi fondamentali del Diritto internazionale e ignorando il ruolo del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Poiché l’espansione è una strategia globale e scaturisce dall’esistenza del sistema corporativo neoliberista, poiché, vista ad esempio dal Pacifico appare come un’espansione verso Occidente, l’aggressione del 1999 viene dichiarata, nella citata conferenza di Bratislava, come precedente “da utilizzare ogni volta che serve”.

Tenendo presente questo, potrebbe essere almeno un po’ più chiaro dov’è il parallelismo tra manifestazioni sempre più massicce di potenza militare nella regione baltica, come “Difensori dell’Europa” e nell’Estremo Oriente come “Difensori del Pacifico”.

Vorrei concludere chiedendo che tutti i conflitti esistenti debbano essere risolti riconoscendone le cause, e i problemi futuri democratizzando le relazioni internazionali. La multipolarizzazione delle relazioni globali apre prospettive affinché tutti i paesi possano proteggere in modo più completo ed efficace i loro legittimi interessi nazionali e statali, compresa la Serbia. La questione del Kosovo e Metohija può essere discussa e risolta solo sulla base e nel quadro della Risoluzione 1244 del Consiglio di sicurezza dell’ONU, dei principi fondamentali delle relazioni internazionali e della Costituzione della Serbia come vecchio Stato europeo, fondatore e membro della Lega delle Nazioni, le Nazioni Unite, l’OSCE.

La provincia serba del Kosovo e Metohija non è sotto il mandato né della NATO né dell'UE, soprattutto non sotto il mandato di alcun gruppo di stati o singole potenze.

Il Kosovo e Metohija è parte integrante dello stato della Serbia sotto il mandato del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. La Serbia non ha capitolato né a Rambouillet, né durante l'aggressione armata, né a Kumanovo. La Serbia non sa di capitolazioni.

Tutto ciò che è stato fatto contrariamente alla Risoluzione 1244 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e al mandato del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite dovrà essere corretto.

 

Traduzione a cura di Enrico Vigna, portavoce del Forum Belgrado Italia