Multipolarismo come rispetto dell’interesse e sovranità nazionali, per ogni stato e popolo. Fondamentale presupposto per un futuro di pace e prosperità per l’umanità.
Dal Mondo UNIPOLARE verso un Mondo MULTIPOLARE
Da alcuni annil’ordine mondiale globale è mutato e si stanno trasformando gli equilibri e le architetture geopolitiche, economiche e strategiche mondiali. Una mutazione veloce, quasi straripante, che procede tuttora ad un ritmo incalzante. I vecchi equilibri/relazioni/alleanze fra le potenze mondiali e i rispettivi campi di influenza, vengono bruscamente rimessi in discussione, sul piano militare, politico, economico, culturale e persino spirituale. Che possa piacere o meno, la storia ci presenta questa situazione. Come evolverà o si svilupperà o regredirà sarà, come sempre, la storia e i fatti a sancirlo. Ma negare ciò che sta avvenendo o sottovalutarlo equivale, oggettivamente vivere fuori dalla realtà o in dimensioni dottrinarie, nello stesso tempo si tratta di NON IDEALIZZARE o rendere semplice, un processo che è storico e materiale, QUINDI suscettibile ed esposto nei suoi passaggi, a continue modifiche, limiti, contraddizioni o reversibilità oggettive.
Dalla seconda metà del XX secolo fino al 1989 il mondo ha vissuto un’era bipolare, con due campi: da una parte l’URSS, i paesi socialisti, ma in questo campo rappresentato dall’URSS, va ricordato vi erano collocati, spesso in modo non formalizzato o organica, i ¾ dell’umanità (il Movimento Non allineati, i paesi liberatisi dal colonialismo, i movimenti o Fronti antimperialisti in lotta, o paesi come la Francia che in difesa della propria indipendenza non aderiva alla NATO. Dall’altra parte il blocco USA/NATO con i paesi subalterni atlantisti.
Questa fase storica si concluse di fatto con la distruzione e dissolvimento dell’URSS e del suo campo, a inizio anni ’90, e da quel momento, di fatto si è aperta un’era unipolare, esauritasi da poco.
Il nostro tempo è segnato dal multipolarismo: in cui molteplici attori rivendicano il diritto di operare sul palcoscenico mondiale, pretendendo rapporti più egualitari fra gli stati, indipendenza, sovranità. Il binomio dominatori/dominati viene rimesso in discussione, non in modo ideologico o di classe in senso marxista, ma come RICERCA di risposte sicuramente più sperimentali, meno delineate analiticamente, con mille contraddizioni anche profonde, ma i popoli e i paesi ne hanno una esigenza ormai di sopravvivenza per trovare vie di sviluppo, contro sfruttamento, rapina e saccheggio delle loro ricchezze, per cercare soluzioni di pace alle centinaia di micro o dispiegati conflitti interni, finanziati e sostenuti da potenze straniere per interessi imperialisti e di dominio.
I quattro fondamenti basilari su cui si regge e si qualifica una prospettiva di Mondo Multipolare, molto sinteticamente si possono identificare in:
1) La progettualità economica, dove non è messa in discussione la struttura delle classi sociali, di letture relative a plusvalore e sfruttamento della forza lavoro o del sistema capitalistico in generale
2) La cooperazione reciprocamente vantaggiosa, come motore per lo sviluppo nazionale di ciascun paese. Con un interscambio commerciale, di materie prime e infrastrutture, a condizioni non certamente “socialiste” ma sicuramente molto più favorevoli ai piccoli paesi del terzo e quarto mondo, che non gli ultimi trent’anni di mondo multipolare, fondati su rapine, saccheggi e ricatti, che hanno cancellato l’interesse nazionale di ogni paese più debole.
3) Il principio della NON ingerenza degli affari interni di ciascun paese, come principio di rispetto delle indipendenze e sovranità nazionali. Con la salvaguardia così di un rispetto reciproco delle caratteristiche intrinseche delle identità e peculiarità di ciascun popolo e paese.
4) Forse il punto più basilare per guardare al futuro: quello che fonda le relazioni tra paesi e stati sulla base di proposte, percorsi, sforzi indirizzati a soluzioni di PACE, negoziali, di conciliazione delle contraddizioni o conflitti. Questo dopo trent’anni di decine e decine di guerre e conflitti (in questo momento sono 37 in corso…), penso che dovrebbe farci riflettere come cittadini e attivisti impegnati contro la guerra e per la pace. Penso sia una prospettiva verso il futuro, perlomeno positiva da verificare e sperimentare.
Questo scenario apre ad un futuro indeterminato ma gravido di speranze per chi si batte affinché fra i popoli prevalga il dialogo e non lo scontro, la lotta per la pace e non la guerra. Dagli anni ’90 siamo stati abituati ad uno scenario di “guerre infinite”, prevaricazioni, ricatti, umiliazioni di interi popoli e paesi. Il mutamento attuale, pur con tutte le sue inevitabili contraddizioni, è foriero di una radicale inversione di rotta. A chi finora ha tratto vantaggio dalla vecchia configurazione dei rapporti internazionali basata sulla prevaricazione dei più deboli, si impone un nuovo modello, basato sulla pacificazione dei conflitti, sulla cooperazione, sul rispetto delle reciproche sfere di influenza, storiche, geografiche, culturali e spirituali. SI’, anche culturali e spirituali, perché in questi ultimi anni, i conflitti e le aggressioni hanno anche un aspetto, molto sottile e non evidente, di annientamento dei diritti dei popoli di mantenere e difendere proprie tradizioni, usi, identità e radici nazionali in nome di un presunta democratizzazione del mondo, che in realtà è un processo di “occidentalizzazione” del mondo, con l’uso dei “diritti umani”, ma solo quelli stabiliti o appartenenti al mondo occidentale, con l’imposizione di concezioni dei “diritti civili” ma solo di quelli funzionali al perpetrarsi dell’egemonia atlantista. Con l’uso e la fomentazione dello scontro di religioni sciiti/sunniti (Iran/Iraq, Yemen/RASaudita)), o Islam/Induismo (India/Pakistan), Cristiani/Musulmani (Sudan,Siria), Ortodossi/Ortodossi (Ucraina, Moldova, Romania), ecc., tutto in una strategia politica di divisione/frammentazione di popoli e paesi per indebolire o soggiogare pezzi di mondo e restare egemoni e dominanti.
Come ha sintetizzato recentemente il presidente dell’Eritrea, Isaias Afwerki “…Forse una delle caratteristiche più importanti dei tempi attuali è questa nuova realtà che sta sorgendo nei paesi del cosiddetto Sud del mondo: hanno capito che gli strumenti dei decenni passati per sottomettere all’egemonismo unipolare sono stati demonizzazione, isolamento, ingerenza, sabotaggio politico, incremento di provocazioni e crisi, sanzioni, flagranti violazioni del diritto internazionale, comprese palesi invasioni militari…”.
Questa strategia statunitense, concepita per confermare e rafforzare l’egemonia di Washington, è fallita ed è respinta dalla maggioranza assoluta della popolazione mondiale, ha scritto il quotidiano egiziano Al Ahram lo scorso anno.
In questi anni, prima la CINA con la proposta della Silk Road/Via della Seta, un progetto strategico epocale, poi attraverso il ruolo centrale della RUSSIA con la progettualità dei BRICS, si è rotta l’egemonia politica, economica, militare, culturale e spirituale…UNIPOLARE nel mondo.
Pensiamo a quanta ricchezza intesa come materie prime, tradizioni storiche, produzioni industriali o artigianali, ambientali, saperi millenari, valori spirituali, entra in campo e diventa patrimonio di popoli, al di là di ideologie, letture politiche o di fede, o laiche o differenti, ma che si mettono in gioco in una prospettiva paritaria, di interessi diversi ma comuni, di non ingerenze, di rispetto delle differenze…PUR RESTANDO OGNUNO CON LE PROPRIE, ma stando allo stesso tavolo di costruzione, di confronto, con obiettivi, proficui, negoziali, di pacificazione, non di aggressione, sottomissione o di dominio, ma di scambio. Non è idillico o idealista, questa lettura è materialismo storico concreto. Perché la proposta strategica di un Mondo Multipolare, non è fondato su letture ideologiche o di alleanze politiche teoriche, MA FONDATE su necessità e proposte di sviluppo ECONOMICHE e PACIFICHE, dove però anche le forze che hanno una visione alternativa, socialista, progressista, di cambiamenti più profondi, hanno un terreno fertile di impegno e proposte più avanzate, a difesa delle classi popolari e lavoratrici, ma solo se sono interni a questa lettura (e ci sono…come in Russia).Quei paesi a cui non interessa ne restano fuori e continuano la propria strada nel solco atlantista egemonizzato dal dollaro e dagli USA.
Per i popoli e paesi NON servili si è riaccesa una speranza, una ipotesi di vie per uno sviluppo non più da soggiogati e sottomessi, ma da attori alla pari, e non ricattati o costretti. Questa è una prospettiva che, come dicevo prima, è tutta da verificare nei suoi sviluppi, per ora nelle sue contraddizioni o arretramenti. Ma per ogni uomo o popolo liberi e dignitosi, o che aspirano a questo, la speranza rappresenta un moto, una spinta positiva o in avanti. Questo è un fatto reale non un’idea.
Quanto sta avvenendo impone un profondo ripensamento di giudizi e prospettive, anche nel campo di chi cerca una alternativa all’attuale sistema. Sorgono nuovi paradigmi, nuove chiavi interpretative. Pur restando fermo l’orientamento principale, a difesa dei popoli e delle classi subalterne, è necessario ampliare la propria visione del mondo.
Lo sviluppo dirompente dei BRICS, della Silk Road, sono un DATO di Fatto della realtà e del mondo che stanno cambiando e, comunque la si pensi, chi non si confronterà con tutto ciò, resterà fuori dalla storia, in primis, quelle forze che hanno come obiettivo di cambiare il mondo.
Gli imperi sorgono e gli imperi cadono, spesso attraverso il rifrangersi delle loro stesse contraddizioni internamente distruttive o loro imposte dal mondo esterno.
Le più massicce tendenze nell’ordine mondiale moderno, si stanno manifestando nel rivolgersi da parte di decine di paesi in via di sviluppo, a richieste di adesione ai BRICS o di definire con questa associazione azioni congiunte. Allo stesso tempo, il progetto più rilevante e strategica è l’obiettivo della de-dollarizzazione del mondo moderno, cioè il passaggio a normative commerciali internazionali in valute nazionali. Anche il piano di creare una nuova moneta comune, viene discussa sempre più attivamente tra i membri dei BRICS.
Quasi ogni giorno ora porta nuove prove di politiche più indipendenti dei paesi in via di sviluppo. Nel 42° Summit dell’ASEAN, tenutosi in Indonesia, è stato deciso di resistere alle pressioni di Washington volte a limitare la Cina nella regione indo-pacifica, questa è una ulteriore dimostrazione che anche l’ASEAN non intende essere una mera pedina nella geopolitica statunitense.
Per analizzare una prospettiva di Mondo Multipolare occorre sinteticamente vedere la situazione di chi guida, orienta e assoggetta il blocco Unipolare: gli Stati Uniti.
Tra le cause primarie del crollo dell’Impero Romano, furono tra le altre, il debito sempre più insostenibile guidato dalla moneta imperiale, dalle mire insaziabili di guerra e di conquista, la disintegrazione del tessuto morale e sociale, dalla degenerazione corrotta della sua élite.
L’Impero Statunitense Globale, vettore e guida assoluta del Mondo Unipolare, a volte indicato come Impero del Caos, sembra identificarsi pienamente in questo scenario e potrebbe incontrare una fine simile, se continuerà con le sue attuali strategie aggressive e non disposte a trovare soluzioni negoziali o di cooperazione col resto del mondo. Per ora il partito unipolare e di guerra negli USA, su entrambi i fronti politici nazionali, si caratterizza perché uniformato da leader del fervore sciovinistico nazionalistico, quasi xenofobo contro tutto ciò che non è Stati Uniti o Atlantista.
Zbigniew Brzezinski, uno degli architetti storici della politica globalista statunitense, aveva avvertito già molti anni fa che la Russia e la Cina avrebbero gradualmente superato gli USA come superpotenze mondiali, inaugurando una nuova era di multipolarità.
L’insostenibile debito nazionale, l’esternalizzazione economico produttiva e un sistema finanziario controllato dalla Federal Reserve Bank privata, che ha controlla saldamente i destini del popolo statunitense creando una sempre più crescente disparità di reddito con una classe media impoverita e sempre più larghe parti di popolazione in stato di miseria, sono indicatori di prospettive pessimistiche per il futuro degli USA, che trascinerà nel baratro anche i paesi atlantisti fedeli o ricattati. Questo potrebbe far capire perché decine di paesi in via di sviluppo o non soggiogati, africani, asiatici, sudamericani stanno volgendo i propri destini verso BRICS e Silk Road, cioè verso un Mondo Multipolare, in primis per sganciarsi dai cappi e ricatti che li hanno immiseriti e per trattare a condizioni meno capestri le loro ricchezze e perché il bisogno primario che hanno è quello di infrastrutture, mentre il blocco unipolare è più propenso e abituato a prendere e imporre anche militarmente, che a trattare. Oltre che avere negli armamenti l’investimento più importante e proficuo.
Per mantenere un ordine mondiale unipolare, l’Occidente atlantista ha bisogno del dominio imperialista. Deve avere la grande maggioranza dei paesi del mondo come stati vassalli, di fatto in un sistema internazionale neocoloniale. L'élite dirigente imperialista utilizza la maschera ideologica pseudo-progressista della “globalizzazione democratica”, della difesa dei diritti umani e civili, MAI di quelli sociali e collettivi, del superamento degli stati nazionali come pretesto per il proprio dominio. Usano istituzioni come l’UE, la Banca Mondiale, il FMI e il WEF per imporre il dominio economico e la NATO per imporre il dominio militare.
In contrasto a tutto questo c’è ora una proposta strategica che sta realizzando il più grande progetto di sviluppo economico e di costruzione strutturale mai intrapreso al mondo: la Nuova Via della Seta. Il progetto se si realizzerà determinerà un cambiamento sovvertitore della mappa economica ( e non solo) del mondo…L’epocale obiettivo è quella di far risorgere l’antica Via della Seta come un moderno corridoio di transito, commercio ed economico che va da Shanghai al mare del Nord, creando una zona economica e di cooperazione, che si estenderà per oltre un terzo della circonferenza della terra, con la costruzione di ferrovie, strade e autostrade moderne, reti di trasferimento e distribuzione di energia e reti in fibra ottica, gasdotti, oleodotti, ecc. Oltre ad un'altraparte altrettanto straordinaria che è la componente marittima la “Via della seta marittima” (MSR), grandiosa quanto il progetto terrestre, che collegherà la Cina con il Golfo Persico e il Mar Mediterraneo attraverso l’Asia centrale e l’Oceano Indiano. Una volta completata, collegherà quattro continenti: Asia, Europa e Africa e l’America Latina. La catena di progetti infrastrutturali creerà il più grande corridoio economico del mondo, coprendo una popolazione di 4,3 miliardi di abitanti e una produzione economica di oltre 20 trilioni di dollari…Questo significherà una nuova rinascita nel commercio, nell’industria, nelle scoperte, nelle ideazioni e nella cultura e decine di milioni di posti di lavoro e possibilità di prosperità e sviluppo per le classi popolari.
La Silk Road alla fine includerà più di 150 paesi e migliaia di organismi internazionali. Il più grande progetto infrastrutturale e di investimento della storia, che comprenderà il 65% della popolazione mondiale e inizialmente il 40% del PIL globale e sostituiràl’attuale fatiscente ordine “basato su regole funzionali all’egemonismo unipolare, con un impianto che rispetti l’indipendenza e la sovranità delle nazioni, rifiuti l’unilateralismo e basato su principi fondati sul mercato, MA per favorire una ripartizione più equa della produzione e della ricchezza.
Esempi che possono far capire che questo processo mondiale di cambiamento è per ora dilagante, nonostante le dure contromisure e contro proposizioni da parte di Washington, che in questi ultimi anni ha attuato enormi pressioni e minacce, per esempio sugli Stati arabi, chiedendo che non permettessero il ritorno della Siria nella Lega degli Stati arabi, operazione fallita, vista la normalizzazione delle relazioni con Damasco di quasi tutti i paesi arabi e musulmani. Fatto che nel concreto della realtà siriana, significa da un lato la ripresa di aiuti umanitari per la popolazione e dall’altro un ulteriore passo verso la pace per il martoriato paese.
Gli stati arabi, come altri paesi del sud, capiscono che devono difendere da soli la loro sicurezza e i loro interessi nazionali senza sottomissioni agli USA, questo ha prodotto dopo decenni, la riconciliazione dell’Iran e dell’Arabia Saudita e l’inizio delle discussioni su sistemi di sicurezza nel Golfo senza gli Stati Uniti.
Un'altra dimostrazione forte e rischiosa, che evidenzia un ruolo più indipendente degli stati del Sud del mondo, è il loro rifiuto di aderire alle sanzioni anti-russe imposte dall’Occidente. È interessante notare che nessun Paese a maggioranza musulmana, nonostante le dure pressioni di Washington, ha accettato di sostenere le misure restrittive delle potenze occidentali contro Mosca. Al contrario dall’inizio del conflitto russo-ucraino, il commercio della Russia con Cina, India, Brasile, Iran e molti altri paesi in via di sviluppo è cresciuto notevolmente.
In un sondaggio condotto lo scorso anno dall’Arab Research Center di Doha, il 78% degli intervistati in 14 paesi arabi, ha affermato che gli Stati Uniti sono la principale fonte di minacce e instabilità nella regione e allo stesso tempo, la maggioranza definisce gli Stati Uniti “una potenza imperialista ipocrita che rispetta solo a parole i diritti umani e la democrazia…”.
Come scrisse già nel 2019, il giornalista e analista finanziario statunitense Robert Berke, su Oil Price: “…La nuova via della seta potrebbe cambiare per sempre l’economia del globo…”. Tutto questo, mentre la nostra epoca è ormai costellata di conflitti geopolitici e guerre che stanno portando ad un baratro devastante per l’umanità.
QUESTA è la proposta di un Mondo Multipolare, l’alternativa è oggi sotto gli occhi di tutti: guerre, conflitti, odio e soggiogamenti dispiegati.
Nei sistemi occidentali di “DEMOCRATURE” (democrazia nella forma, dittatura/egemonica nella sostanza), la guerra è una necessità economica, un completo intreccio tra supporto pubblico e profitto privato: socialismo per i ricchi, capitalismo per i poveri. Il giorno dopo l’11 settembre i prezzi delle azioni dell’industria bellica salirono alle stelle. Si preparavano nuovi spargimenti di sangue, fu definita la “guerra infinita”, il che è positivo per gli affari delle multinazionali delle armi.
E questo è rimasto da allora un marchio di business: “guerra infinita”, garantiscono produzione, profitti, affari e assoggettamenti. Dall’Afghanistan, all’Iraq, Palestina, Siria, Sudan, Somalia, Libia, Yemen, Ucraina, Haiti.
Nel mondo Unipolare ci raccontano quantosiano malvagi i Talebani: non che il furto di 7 miliardi di dollari delle riserve bancarie del paese da parte degli USA, stia causando decine di migliaia di morti per fame, e sofferenze ad altri milioni di civili.
Al vertice di Madrid, la Nato, controllata dagli Stati Uniti, ha adottato un documento strategico che militarizza il continente europeo e prevede la prospettiva di una guerra con Russia e Cina. Proponendo una “guerra a più parti” contro rivali che sono alla pari e dotati di armi nucleari”. In altre parole, una guerra nucleare.
CONCLUDENDO:
penso che proprio oggi, qui in questo giornata che ricorda l’aggressione e distruzione della Repubblica Federale Jugoslava di 25 anni fa, un evento che, grazie al lavoro instancabile e prezioso del Forum di Belgrado per un Mondo di Eguali, dell’Associazione dei Generali, Ammiragli della Serbia e le altre Assocaizioni serbe, raccoglie personalità politiche, studiosi, accademici, Padri serbi della Fede ortodossa del Patriarcato di Mosca e attivisti che hanno nella lotta per la pace, contro le guerre un impegno concreto, Oggi sia importante concordare che: per le guerre in Palestina, Yemen, Donbass, Libano, Siria, Libia, Sudan, Kosovo, Saharawi, Somalia, Eritrea, Haiti, (sono 37 in questo momento…), per la crisi in Ucraina, per le crisi esplosive vicine ad esplodere come in Transnistria, Moldova, Bielorussia, Taiwan, Coree, ecc., i venti di guerra sempre più forti proprio qui nei Balcani, in Kosovo, Serbia, Repubbica SRPSKA. Per i popoli coinvolti, anche solo prospettive di fermare la guerra e i relativi massacri, che concretamente significa impedire che altre centinaia di migliaia di vite, bambini, donne, civili, creare tavoli di negoziazione, come è nella prospettiva di un Mondo Multipolare, io penso che E’ TANTO, ma proprio TANTO. Qualcuno dirà che è troppo poco, ma per i popoli aggrediti che resistono E’ TANTO.
Per essi è una necessità di sopravvivenza.
Nel mondo oggi è ormai chiara una frattura destinata ad allargarsi: da una parte i tre quarti dell’umanità, dall’altra un gruppo elitario/egemonico che pretende di continuare a stabilire le regole del gioco a suo uso e consumo, per mantenere i suoi privilegi e interessi. I popoli e paesi del mondo liberi e indipendenti non paiono più disponibili ad accettarlo e a continuare a sottomettersi.
Nel dicembre 2021la Russia propose pubblicamente un tavolo di confronto e tra tutte le parti per varare un piano di sicurezza di vasta portata, che tenesse conto delle esigenze di tutti. Fu respinto, deriso o liquidato dai media occidentali. Chi ha letto quelle proposte punto per punto? Era una proposta di negoziazione e conciliazione. Era una proposta di PACE. Respinta, rifiutata. Perché? PERCHE’ in un Mondo Unipolare, essi hanno bisogno di guerre, di imposizioni, di conflitti tra i popoli…per continuare a dominare il mondo. Ma i tempi stanno cambiando e anche velocemente.
Penso che sia necessario e utile per tutti, in ogni paese creare momenti di riflessione, approfondimento, conoscenza, come questo, cercando l’interazione con studiosi di vari indirizzi ed esperti internazionali interni e direttamente coinvolti in questo mutamento epocale. Noi, nel nostro piccolo ma con forti relazioni e collaborazioni internazionali, come Forum Belgrado Italia, che da Belgrado con il nostro Presidente Zivadin Jovanovic, mi ha onorato di esserne esponente in Italia, come Sezione italiana dell’Osservatorio Internazionale della Silk Road e come Iniziativa Mondo Multipolare/Centro Iniziative per la Verità e Giustizia, cerchiamo e cercheremo di organizzare momenti di approfondimento, confronto, con seminari, incontri pubblici e anche progetti internazionali, finalizzati a creare tavoli di analisi e discussione aperta, laica e non dogmatica sul tema del Mondo Multipolare.
Come disse con straordinaria lungimiranza politica Slobodan Milosevic, partendo dalla situazione del proprio paese, ma come tragica prospettiva del mondo, nel suo ultimo discorso del 2 ottobre 2000 alla TV jugoslava, prima di essere sequestrato e poi rapito dai “QUISLING” della NATO locali:
“…Vi ho presentato il destino della Jugoslavia nel caso in cui venisse accettata l'opzione NATO per avvertirvi che, oltre alla perdita delle terre e all'umiliazione della popolazione, tutti vivrebbero sotto un regime di violenza incessante…l’autodeterminazione rende possibile la pace. E c'è di più. Tutti i paesi che si trovano con una sovranità limitata e con governi controllati da potenze straniere, si impoveriscono rapidamente in un modo che distrugge ogni speranza di relazioni sociali più giuste e umane….Uno dei compiti essenziali di un governo fantoccio in qualsiasi paese, incluso il nostro, se dovessimo avere un governo del genere, è la perdita di identità….I popoli sotto comando straniero dimenticano rapidamente la loro storia, il loro passato, le loro tradizioni, i loro simboli nazionali, il loro modo di vivere, spesso la propria lingua letteraria….La nostra identità nazionale verrebbe controllata attentamente, all’inizio in modo invisibile, ma in modo molto efficiente e spietato, e alcuni aspetti dell’identità nazionale verrebbero isolati, riducendoli a pochi piatti locali, alcune canzoni e danze popolari, con i nomi degli eroi nazionali usati come marchi di prodotti alimentari o cosmetici.
Una delle conseguenze più evidenti della presa di potere dei paesi da parte delle grandi potenze nel XX secolo è l'annientamento dell'identità nazionale dei popoli… La perdita dell’identità nazionale è la più grande sconfitta che una nazione possa conoscere, ed è inevitabile nella forma contemporanea di colonizzazione.
Inoltre, per la sua stessa natura, questa nuova forma di colonizzazione esclude ogni possibilità di libertà di parola o di libero arbitrio, e soprattutto esclude qualsiasi tipo di iniziativa…
Vorrei sottolineare in particolare ai giovani, agli intellettuali, agli scienziati, che i paesi privati della sovranità sono, di regola, privati del diritto al lavoro creativo, e in particolare al lavoro creativo nel campo della scienza.
…I cittadini dovrebbero sapere che se alcuni partecipano a questa cospirazione, il cui obiettivo è il dominio straniero e l’occupazione del loro paese, allora si assumeranno la responsabilità storica non solo di negare al loro paese il diritto di esistere, ma anche di perdere il controllo sul proprio paese…Consegnando il proprio Paese ad altri, a una volontà straniera, cederanno a una volontà straniera anche la propria vita, quella dei propri figli e di tante altre persone….
…Russi! Questo mio appello è per tutti i russi, agli abitanti di Ucraina e Bielorussia, che nei Balcani sono anche considerati russi. Guardate noi e ricordate: con voi faranno la stessa cosa quando sarete divisi e deboli. L’occidente è un cane pazzo che vi afferrerà per la gola. Fratelli, ricordate il destino della Jugoslavia! Non consentite di fare lo stesso con voi! A cosa vi serve l’Europa, russi? E difficile trovare un altro popolo autosufficiente come voi. E’ l’Europa che ha bisogno di voi, non viceversa….Avete tutto nei vostri paesi: terra, risorse energetiche, carburanti, acqua, scienza, industria, cultura. Quando noi avevamo la Jugoslavia ed eravamo uniti, ci sentivamo una potenza enorme, capace di smuovere montagne. Adesso per colpa della nostra stessa stupidità, dei nazionalismi, della riluttanza ad ascoltarsi a vicenda, la Jugoslavia non esiste più, e noi siamo solo dei brufoli sulla mappa politica dell’Europa, nuovi mercati per le loro cianfrusaglie costose e per la “democrazia americana”…
Onore al presidente Slobodan Milosevic per la sua lucidità politica e storica, e onore a tutti i popoli del mondo che acquisendo questa coscienza, non accettano più egemonie e domini unipolari e stanno andando verso un Mondo Multipolare.
Enrico Vigna, Forum Belgrado italia, Iniziativa Mondo Multipolare/ Centro iniziative per Verità e Giustizia Italia - Belgrado 24 marzo 2024