I luoghi rossi di Torino - 24 marzo 2024

 

 

 

 

 

Casella di testo: Introduzione

 

Torino è una città molto antica, addirittura fondata dai Romani. Della Julia Augusta Taurinorum restano poche ma splendide tracce, invece pochissime della città medievale, poche di quella rinascimentale, moltissime di quella barocca. A ben vedere si tratta di scenari urbani disposti come le quinte di un teatro dove si sono avvicendate infinite storie, un labirinto di fatti, aneddoti e curiosità che confondono e rendono incomprensibile il “volto“ di Torino. Dove cercarlo? Fra i ritratti di sovrani baffuti o fra quelli di dignitari imparruccati? Nel viso rubicondo della maschera di Gianduja o in quello serio e ispirato dell’eroe Pietro Micca? Forse il vero volto va cercato nelle masse umane che Torino l’hanno vissuta: contadini inurbati, servette e ricamatrici, operai, soldati. Ma le masse non hanno volto, sono energia, azione convulsa, magari spirito. Quel volto va cercato sapendo di non poterlo riconoscere, ma solo intuire, capire col sentimento più che col puro raziocinio. Servono curiosità e voglia di andare oltre le didascalie. Allora si può percorrere un itinerario per scoprire i luoghi che custodiscono storie che non racconta nessuno perché dimenticate o scomode, tragiche o scabrose, ma che fanno riflettere e finalmente scorgere i tratti di quel misterioso “volto” torinese che sfugge alle superficialità del turismo commerciale. Prende vita così una passeggiata attraverso i luoghi incuisisono svolte vicende significative per i subalterni torinesi nei secoli: plebe, popolo, proletariato. Luoghi che sono testimoni muti ma conservano la memoria, come le pietre di inciampo, ”luoghi rossi” per la carica simbolica di quel colore, rosso come il sangue, il sacrificio, ma anche come la passione, la vitalità e, in senso più ampio, la sacralità della difficile esistenza umana. Alla ricerca dei “luoghi rossi” si fa un viaggio nel centro storico di Torino capace di togliere dalla banalità siti ignorati o arcinoti ma prigionieri delle cartoline, colmandoli di fatti reali e concreti eppure inimmaginabili; perciò, un viaggio in grado di cambiare la nostra personale percezione di quegli spazi urbani, riconsegnandoceli vivi e palpitanti. Ne risulta una Torino  che sorprende e commuove, che spinge  ad uno sguardo di amore e odio in una miscela speciale, estraneo a scontate letture i deologiche.

Buon “Viaggio”!