Educatori scolastici: si rinnova lo sfruttamento

27/02/2024

 

Forlì. Scatta la protesta di 450 educatori scolastici

 

Per gli Educatori scolastici, solo pochi spicci nel nuovo Contratto per chi tutti i giorni si occupa di bambini/e e ragazzi/e con fragilità. La settimana scorsa è stato rinnovato il Contratto Nazionale delle Cooperative Sociali, che coinvolge tutti quei lavoratori impiegati nei servizi alla persona, che siano pubblici o privati, costretti ad operare sotto appalti esterni. Un anno di ritardo e di contrattazione “fittissima” fra CgilCislUil e i datori per firmare un accordo che prevede un aumento salariale irrisorio: si calcola che un livello C1 avrà un aumento tabellare di 120 euro in tre tranche, da riproporzionare per chi è inquadrato con livelli più bassi o è a part time.

Per giunta, malgrado l’aumento sia così irrisorio, verrà rateizzato in tre tranche per diventare effettivo solo nel 2025, così come la quattordicesima che avrà un valore pari alla metà dello stipendio percepito. Ad oggi, un simile aumento non copre neanche il rialzo dell’inflazione, calcolata sul 2023 e in continuo aumento, gli stipendi del settore rimangono al di sotto della già misera proposta di salario minimo pari a 9 euro l’ora. Nulla è stato introdotto per risolvere la questione del part time ciclico.

68 mila assistenti all’autonomia e alla comunicazione, di cui il 4.5% conoscitore della lingua dei segni (LIS) che, in tutta Italia, affiancano gli insegnanti per migliorare la qualità dell’azione formativa per i ragazzi con disabilità si ritrovano senza alcuna retribuzione per tre mesi l’anno. Studi, professionalità e titoli per permettere agli studenti di interagire e comunicare, stimolando le loro abilità singole verso la loro piena autonomia, pagate a cottimo. Lo studente non c’è? Non spetta retribuzione. La scuola chiude per maltempo o elezioni? Non spetta retribuzione. L’estate le scuole sono chiuse? Non spetta retribuzione.

Questo Contratto non è un miglioramento, né tantomeno una vittoria, l’unica vittoria è la reinternalizzazione completa del servizio. I lavoratori che operano nel Pubblico e per il Pubblico devono essere assunti dal Pubblico, con tutte le tutele previste, a partire da contratti full time per 14 mensilità complete, malattia, ferie e permessi.

 

Da Cobas Confederazione