Solvay a Spinetta, Capodanno con C6O4 per tutti, ma forse la festa sta per finire!

 

L’11 dicembre 2023 ARPA ha reso noti gli esiti delle campagne di monitoraggio delle acque sotterranee di settembre e dicembre 2022 e marzo 2023, mentre è in corso la quarta campagna di campionamento trimestrale del 2023 che terminerà ad inizio gennaio 2024.

In sintesi, nell’acquifero profondo all’interno dello stabilimento, a marzo 2023 ARPA ha rilevato concentrazioni di ADV-N2 e cC6O4 superiori al limite di quantificazione. È possibile affermare, pertanto, che anche nell’acquifero profondo si trovano le sostanze perfluoroalchiliche (i PFAS ADV-N2 e cC6O4) per le quali questa associazione ha impugnato l’autorizzazione alla produzione ed uso e che Solvay dichiara di dismettere entro il 2026 e che in parte dice di avere già dismesso.

Nell’acquifero profondo esclusivamente sotto lo stabilimento, certo, ma per guardare al futuro occorre ricordare che si tratta di sostanze “eterne” che non si degradano. Le abbiamo viste “migrare” dall’acquifero superficiale dentro lo stabilimento all’acquifero superficiale fuori dallo stabilimento: “…All’esterno del sito, nel livello più superficiale della falda (livello A), si conferma la presenza di contaminanti lungo la direzione del deflusso di falda oltre l’area di influenza della barriera idraulica, sia per quanto riguarda i PFAS che per gli inquinanti storici…” dice l’ARPA.

Ci è stato spiegato che quando, soprattutto all’improvviso, il livello della falda acquifera si alza, la barriera idraulica non riesce a funzionare correttamente e quindi in caso di violenti fenomeni metereologici vi è la concreta possibilità di fuoriuscita degli inquinanti. Non serve ricordare che stiamo attraversando un periodo molto siccitoso e un momento simile a quel novembre 2019 con tre eventi eccezionali potrebbe essere all’orizzonte; quindi, potremmo pregare il 2024 di portare precipitazioni piovose discrete e modeste senza fenomeni violenti.

Continuando così, però, non solo l’acqua e la pioggia saranno nostre nemiche, pure l’aria rappresenta un pericolo. Infatti, nel mese di marzo 2023 ARPA ha condotto le prime attività di monitoraggio dei PFAS in aria tramite campionamenti attivi, presso due siti in Spinetta Marengo e presso un sito in Comune di Piovera, distante circa 10 km dal polo chimico in posizione sottovento rispetto alla direzione prevalente dei venti locali.

I campioni prelevati con le diverse tecniche di campionamento hanno fornito concentrazioni in aria ambiente sia di cC6O4 sia di ADV più alte a Spinetta in via Genova ma comunque presenti anche a Piovera, il che fa pensare che Solvay lasci uscire in atmosfera decine di chili all’anno di queste sostanze. Oltre a pregare la pioggia di non essere violenta, dobbiamo pregare anche il vento di non soffiare? E gli abitanti di Spinetta, loro cosa possono chiedere al 2024?

L’unica cosa che possono chiedere è la fine della produzione ed utilizzo di queste sostanze, come peraltro Solvay ha già fatto negli Stati Uniti.

Invece le PFAS cC6O4 e ADV-N2 nel 2021 sono state ufficialmente autorizzate e normate (con vincoli che noi consideriamo insufficienti) e a fine 2023 la situazione è quella riportata da ARPA.

Nel 2024 il nostro impegno proseguirà con la discussione il 10 gennaio del nostro ricorso al TAR contro questa autorizzazione alla produzione ed uso di cC6O4 e ADV, con l’impegno all’informazione dei cittadini per l’avvio del biomonitoraggio finalmente finanziato dalla Regione Piemonte, e con la nostra presenza in Tribunale per sostenere le ragioni  dell’esposto presentato nel 2020 contro il disastro ambientale provocato dallo stabilimento Solvay di Spinetta, esposto che ha dato il via all’indagine della Procura della Repubblica con la conseguente richiesta di rinvio a giudizio dei vertici di Solvay e della Solvay stessa.

 

Per Legambiente Ovadese legambientedellovadese@gmail.com

Michela Sericano 349.5363809

 

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