Notiziario Patria Grande - Maggio 2023
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NOTIZIARIO MAGGIO 2023
RESUMEN LATINOAMERICANO / CILE / ELEZIONI
Cile, la farsa elettorale consuma il tradimento del governo Boric
CUBADEBATE / ESTERI / PERU’
Il Congreso peruviano autorizza l’ingresso di truppe statunitensi nel Paese
GRANMA (CUBA) / ESTERI / UCRAINA
Ucraina, un laboratorio per la guerra
GRANMA (CUBA) / ESTERI / RELAZIONI CON LA RUSSIA
Cuba e Russia pronte a relazioni al massimo livello di impegno
GRANMA (CUBA) / ESTERI / DIALOGHI DI PACE PER LA COLOMBIA
Terzo Ciclo dei Dialoghi di Pace tra il governo colombiano e l’ELN
CUBADEBATE / INTERNI / NUOVO CODICE DELLE FAMIGLIE
Il nuovo decreto tutela le lavoratrici solidali gestanti e le altre figure riconosciute nel Codice della famiglia
CUBA/GRANMA/ESTERI/STORIA
Preludio nazista nel giorno della vittoria contro il fascismo?
GRANMA (CUBA) / INTERNI / LA DOTTRINA MONROE
Cuba, la «frutta» che non crede alle leggi di gravitazione politica
GRANMA (CUBA) / ESTERI / LA CULTURA DELLA VIOLENZA DEGLI STATI UNITI
La cultura violenta del west selvaggio è dura a morire
GRANMA (CUBA) / ESTERI / CRIMINI IMPUNITI
Posada Carriles maestro del terrorismo: le sue vittime reclamano ancora giustizia
GRANMA (CUBA) / ECONOMIA / PRONTO IL PORTO DI MARIEL
Il canale che permetterà l’accesso a Mariel delle navi di grande stazza è pronto
GRANMA (CUBA) / CULTURA / CINEMA E DISINFORMAZIONE
La Cuba di Netflix
RESUMEN LATINOAMERICANO / CILE / ELEZIONI
Cile, la farsa elettorale consuma il tradimento del governo Boric
Tutti per uno. I partiti politici cileni si uniscono a sostegno del voto per designare coloro che faranno parte del Consiglio Costituente. Nelle retrovie è rimasto il sogno di una costituzione redatta da un’Assemblea Costituente eletta, al 100%, dal popolo sovrano. La volontà generale non è stata considerata. Per corroborare questa affermazione, basti osservare la convergenza tra la deputata del Partito Comunista Karol Cariola ed il neo-pinochetista José Antonio Kast. Per Cariola, votare nullo beneficia la destra; per Kast, votare nullo equivale a votare per la sinistra. Così si passano la palla in una partita in cui il risultato è concordato. Nel frattempo, la realtà del Paese fluisce attraverso altri canali. In Cile si rende invisibile, si oscura, si nega o si scredita la critica. Assistiamo ad un governo le cui politiche stanno sbandando più a destra ed il cui presidente mostra un carattere debole e insicuro. Ripercorriamo alcuni fatti. Mentre il popolo mapuche subisce la repressione dello Stato, che accusa di terrorismo ed incarcera i suoi dirigenti, i testimoni delle aziende del legname si presentano incappucciati. In un atto che le fa onore, la giudice ha richiesto, con la garanzia del segreto istruttorio, la loro identità, affinché gli avvocati difensori potessero formulare la loro arringa. Il governo Boric, per bocca del suo ministro degli Interni, Carolina Tohá, ha considerato la suddetta richiesta eccessiva, tacciandola come un errore da correggere. Così ha preteso di bloccare la richiesta ed ammonire la giudice. Obiettivo raggiunto. Evviva l'indipendenza del Potere Giudiziario!
D'altra parte, Gabriel Boric ha presentato la creazione dell'impresa statale del litio, dimenticandosi di menzionare che il 49 % della partecipazione spetterà alle multinazionali e al capitale privato. La manovra ricorda la “cilenizzazione” del rame, realizzata dal governo di Eduardo Frei Montalva nel 1969. Salvador Allende riparò al torto nel 1971, nazionalizzando il grande settore minerario del rame. Ma non finiscono qui i tradimenti del governo progressista. A partire dal mese di aprile 2023, le forze dell'ordine pubblico, i Carabinieri, mediante l'approvazione della “legge del grilletto facile”, com’è conosciuta, saranno dotati di fucili mitragliatori Uzi per reprimere le proteste popolari. Non spareranno più proiettili di gomma, ora le loro armi da guerra hanno potenza letale. Analogamente, il governo ha approvato la settimana lavorativa di 40 ore, ma occultando le clausole scritte in piccolo: maggiore flessibilità nella contrattazione. Gli impresari si mostrano soddisfatti. Senza dimenticare che il Senato cileno lo presiede, coi voti dei progressisti, Juan Antonio Coloma, ex-presidente dell’UDI e pinochetista dichiarato. Ed in politica internazionale il nuovo ministro degli Esteri, il democristiano Alberto Van Klaveren, un paladino della NATO, palesa il suo appoggio al governo Zelensky ed al contempo fomenta leggi migratorie più affini al governo italiano di Giorgia Meloni, piuttosto che ad un governo difensore dei diritti umani. Non dobbiamo dimenticare che fu uno degli operatori dell'accordo del Ciade, la cui funzione fu negare il pagamento dell'indennità per il sequestro del quotidiano Clarìn da parte della dittatura.
Dopo la sconfitta elettorale del 4 settembre 2022, il governo progressista non cercò di rinnovare la proposta di formare un’Assemblea Costituente, preferì il tradimento. Si unì alla pretesa della destra: lasciare l'elaborazione di una nuova Carta Magna in mano ad esperti. Il 12 dicembre 2022 si firmarono gli atti della resa. Il Patto per il Cile fu assecondato dalla quasi totalità dei partiti, dal Partito Comunista fino ai pinochetisti di Rinnovazione Nazionale e dell’UDI. Solo il partito repubblicano ed il partito della gente scesero dal carro. Ma oggi fanno appello al voto, unendo le forze per rubacchiare al popolo cileno la volontà sovrana. Il Patto per il Cile ha chiuso gli spazi democratici.
La nuova costituzione sarà redatta a porte chiuse da esperti, nominati dai partiti con rappresentanza parlamentare. Ed oggi affrontiamo l'ultimo anello che collega la catena. Affinché il tradimento sia portato a compimento, la convocazione di uno pseudo-referendum per scegliere i 50 membri del cosiddetto Consiglio Costituzionale viene presentata come fosse un’elezione di membri costituenti. Ma non c'inganniamo, quelli che si eleggono in Cile non sono dei costituenti; sono le comparse che accompagneranno la commissione di esperti. Il loro ruolo si limiterà ad approvare la Costituzione elaborata da una commissione di esperti. Essi non redigono né partecipano alla sua elaborazione. E, se non fosse abbastanza, segnala lo storiografo Sergio Grez: "per non correre il benché minimo rischio che qualcosa travalichi il loro piano di governabilità sistemica, i parlamentari hanno aggiunto un 'comitato tecnico di ammissibilità', designato anche questo da loro stessi, col compito di rivedere le norme che si presentino nella Commissione di esperti o che si discutano nel Consiglio Costituzionale, al fine di decidere se sono o no ammissibili". Questa circostanza ha fatto sì che una parte della società civile faccia appello ad annullare il voto o ad astenersi. In Cile ci sarà una nuova Costituzione, ma sarà il risultato fasullo di una proposta elaborata alle spalle del popolo. Tuttavia, se il voto nullo sarà significativo, la legittimità delle elezioni verrà messa in questione. Nuovamente la plutocrazia governante tradisce le speranze di aprire i grandi viali, quel retaggio con cui Salvador Allende concluse il suo discorso l’11 settembre 1973 e che costituisce il sogno del popolo cileno. Pare che uno striscione, a 50 anni dal colpo di Stato civico-militare copra la facciata del palazzo de La Moneda: Vietato l’ingresso alla dignità.
Marcos Roitman, Resumen Latinoamericano, 7 maggio 2023
Traduzione a cura di Adelina B., Patria Grande CIVG
Fonte: https://www.resumenlatinoamericano.org/2023/05/07/chile-la-farsa-electoral-consuma-la-traicion-del-gobierno-de-boric-2/
CUBADEBATE / ESTERI / PERU’
Il Congreso peruviano autorizza l’ingresso di truppe statunitensi nel Paese
La presidente Dina Boluarte ha chiesto al Parlamento di avallare l'arrivo di elementi truppe militari statunitensi dal 1° giugno al 31 dicembre di quest'anno. Foto: EuropaPress.
Il Congresso peruviano ha autorizzato l'arrivo nel Paese di truppe delle forze armate statunitensi per la cooperazione e l'addestramento dei militari e della polizia della nazione andina.
Con 70 voti favorevoli, 33 contrari e 4 astenuti, la sessione plenaria del Congresso ha approvato il 19 maggio il progetto di Risoluzione Legislativa 4766 che autorizza l'operatività di dette truppe tra il 1° giugno e il 31 dicembre di quest'anno.
Le attività si svolgeranno nelle regioni di Lima, Callao, Loreto, San Martín, Huánuco, Ucayali, Pasco, Junín, Huancavelica, Cusco, Ayacucho, Iquitos, Pucusana e Apurímac.
Il deputato Alfredo Azurín, segretario della Commissione per la Difesa Nazionale, dell'Ordine Interno, dello Sviluppo Alternativo e della Lotta alla Droga, ha dichiarato che la suddetta autorizzazione non ha lo scopo di implementare alcuna base militare straniera in territorio peruviano e non pregiudicherà la sovranità nazionale.
La risoluzione è stata presentata il 20 aprile su iniziativa della stessa presidente, Dina Boluarte, e del presidente del Consiglio dei ministri, Luis Alberto Otálora Peñaranda. Si tratta, ha detto, che l'esercito degli Stati Uniti fornisca "supporto e assistenza nelle operazioni speciali al comando congiunto delle forze armate e della polizia nazionale del Perù dal 1° giugno al 30 settembre e dal 1° ottobre al 30 dicembre 2023".
Boluarte è entrata in carica nel dicembre del ‘22 dopo che il presidente eletto del Perù Pedro Castillo fu arrestato dopo aver emesso un decreto che scioglieva il Congresso e imponeva lo stato di emergenza nel Paese.
L'incarico di Boluarte, fino ad allora vicepresidente, e l'arresto di Castillo provocarono una serie di proteste in tutto il Paese che chiedevano la destituzione del presidente, lo scioglimento del Congresso e la liberazione del leader progressista.
Le manifestazioni si svolsero tra dicembre ‘22 e febbraio ‘23 e secondo i dati del difensore civico peruviano, morirono 61 persone. Di queste, 49 civili morirono in scontri con le forze dell'ordine, 11 civili persero la vita a causa di azioni indirette e un poliziotto sarebbe morto per mano dei manifestanti.
Secondo un rapporto pubblicato a maggio dalla Commissione Interamericana per i Diritti Umani, durante la repressione delle forze dell'ordine nelle manifestazioni contro il governo si registrarono esecuzioni extragiudiziali di civili.
Redazione Sputnik, tradotto da Luigi M., Patria Grande CIVG
GRANMA (CUBA) / ESTERI / UCRAINA
Ucraina, un laboratorio per la guerra
Le forze dell’Ucraina lanciano attacchi contro paesi e altre zone
lungo la frontiera con la Russia. Foto: Sputnik
Gli Stati Uniti e la NATO hanno trovato «la gallina dalle uova d’oro» in Ucraina. Hanno creato un laboratorio militare con il fine, prima di tutto, di assediare e destabilizzare la Russia e, per estensione, espandere la minaccia contro la Cina, forse un obiettivo ancora più grande anche se più lontano. È così evidente che la NATO apre già uffici in Asia e offre consigli ai vicini della Cina per far sì che riconoscano e appoggino la secessione dei territori del gigante asiatico Taiwan.
Nel laboratorio bellico ucraino si provano le formule mediatiche più sofisticate per ingannare la comunità internazionale con notizie false oppure, notizie omesse e altre edulcorate, in modo da avere una giustificazione per l’invio di armi a Kiev e, parallelamente, si appoggino le sanzioni sempre più forti contro Mosca.
A quest’ultimo caso appartiene la notizia sui tentativi delle forze dell’Ucraina di rompere la linea delle difese militari russe vicino alla città di Artiómovsk, ha riportato Sputnik. Da Mosca, il Ministero della Difesa ha informato che «Non c’è stata rottura» perchè tutti gli attacchi sono stati respinti.
Domenica 14, il presidente ucraino Vladímir Zelenski in visita a Berlino ha detto che «Kiev vuole creare una coalizione di Caccia» con aerei moderni che sta sollecitando all’Occidente, «principalmente Caccia F-16», ha detto.
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz, interrogato dalla stampa, ha evitato di dare una risposta concreta sull’argomento, ma ha detto che «li abbiamo già appoggiati molto e continueremo ad appoggiarli per tutto il tempo che sarà necessario». Zelenski ha ringraziato per l’impegno del Governo tedesco che ha consegnato all’Ucraina un nuovo lotto di aiuti militari per 2,7 miliardi di euro.
Il quotidiano The Washington Post ha pubblicato documenti già segreti del Pentagono, nei quali si constata che il presidente ucraino ha proposto di «distruggere l’oleodotto Druzhba, che distribuisce petrolio russo all’Ungheria», così come attaccare e occupare territori russi vicini alla frontiera con l’Ucraina, per «guadagnare influenze su Mosca».
La realtà è che sono passati mesi e quello che all’inizio si poteva risolvere con un negoziato è diventato, con l’ingerenza dell’Occidente, un conflitto che rischia di superare le frontiere dei contendenti e danneggiare, come sta succedendo, tutta l’umanità.
La guerra in Ucraina ha mostrato il vero volto di alcuni governi europei che hanno preferito sacrificare i loro popoli con la carenza di gas o con gli alti prezzi del combustibile per sanzionare la Russia e inviare denaro e armi a Kiev.
Dagli Stati Uniti il presidente Biden e il suo staff stanno facendo in Ucraina qualcosa di molto simile a quello che fanno in Israele: armarla e stimolarla come punta di lancia, nel caso ucraino contro la Russia, e in quello israeliano contro i palestinesi, i siriani, gli iraniani e il mondo arabo in generale.
I responsabili dell’Unione Europa fanno lo stesso e prima di tutto il suo capo diplomatico - che diplomatico! - Josep Borrell, che prima dell’invio a Kiev del maggior lotto di armi tedesche, «ha invitato tutti i paesi della UE a seguire l’esempio».
Il Governo britannico, in un’azione simile, ha fornito all’Ucraina il missile incrociatore Storm Shadow, lasciando intendere che Londra scommette su una escalation del conflitto.
Sabato 13, Kiev ha utilizzato il missile incrociatore in un bombardamento alla città di Lugansk, in cui sono state ferite molte persone e distrutte molte case.
Due aerei da combattimento dell’Ucraina che hanno raggiunto la città di Lugansk, equipaggiati con questi missili incrociatori britannici, sono stati abbattuti da caccia russi, secondo l’organo di informazione Sputnik e il Ministero della Difesa russo.
Inoltre, è stato rivelato che dall’inizio dell’Operazione Militare Speciale Russa sono stati distrutti 424 aerei ucraini, 231 elicotteri, 4117 droni, 421 sistemi di difesa antiaerea, 9119 carri armati e altri veicoli blindati da combattimento, 1100 lanciamissili multipli, 4806 pezzi d’artiglieria da campagna e mortai, e 10167 veicoli militari speciali.
Elson Concepción Pérez e GM per Granma Internacional, 14 maggio 2023
GRANMA (CUBA) / ESTERI / RELAZIONI CON LA RUSSIA
Cuba e Russia pronte a relazioni al massimo livello di impegno
Díaz-Canel ha ricevuto il 1º maggio Maksim S. Oreshkin, assessore del Presidente della Federazione della Russia, che è venuto accompagnato da rappresentanti di varie imprese e compagnie russe
I vincoli tra la Federazione Russa e la Repubblica di Cuba sono caratterizzati da relazioni politiche di lunga data e di alto livello.
L’incontro tra il Primo Segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista e Presidente della Repubblica Miguel Díaz-Canel avvenuto nel pomeriggio del 1º maggio con Maksim S. Oreshkin, Consigliere del Presidente della Federazione Russa, ha ratificato la volontà delle due nazioni di innalzare al massimo livello gli impegni economici, commerciali e finanziari.
«Per noi – ha assicurato il Capo dello Stato – è una soddisfazione riceverla in questa sua prima visita a Cuba attesa e desiderata. La presenza della sua delegazione ha un grande significato e dà continuità allo scambio di visite realizzate negli ultimi mesi. Questa visita - ha proseguito il mandatario – segna l’intenzione di proseguire tutti gli accordi che abbiamo stabilito insieme, ed è espressione di approfondimento delle relazioni bilaterali tra i nostri governi e i nostri popoli. Relazioni storiche che si caratterizzano per il dialogo politico, per l’accordo su molti punti dell’agenda internazionale, per l’appoggio congiunto nei forum internazionali su diversi temi».
Durante il disteso dialogo, il Presidente Díaz-Canel ha chiesto di trasmettere un «affettuoso saluto» al presidente russo e ha ringraziato «per l’appoggio che la Federazione Russa ci ha dato nella lotta contro il blocco. Noi sentiamo – ha detto - che esiste nel Governo russo, e in particolare nel Presidente Putin, un’enorme sensibilità verso i problemi di Cuba».
Il Capo di Stato ha ringraziato anche per l’appoggio «nei momenti più complessi attraversa durante la pandemia, quando ci sono stati offerti strumenti per la salute e in particolare il decisivo sostegno durante la crisi con il rifornimento di ossigeno. Questo è un fatto che portiamo nel cuore e per il quale saremo riconoscenti per tutta la vita», ha assicurato.
Maksim S. Oreshkin, Consigliere del Presidente della Federazione Russa, ha ringraziato per l’ospitalità ricevuta a Cuba e ha commentato gli incontri riferendosi ai tre principali temi di lavoro: energia, turismo e, come terzo ambito «il settore più importante e difficile, ma che darà risultati a lungo termine, cioè gli investimenti delle compagnie e delle imprese russe nell’economia cubana», ha puntualizzato.
Maksim S. Oreshkin ha spiegato al Presidente cubano che con lui sono venuti a Cuba «rappresentanti di varie imprese disposte ad investire in diversi settori dell’economia cubana, come le miniere, l’agricoltura, il turismo, le infrastrutture e l’energia». In ognuno di questi settori – ha assicurato – si sono ripresi negoziati iniziati anche prima della visita e che continueranno nei prossimi giorni.
Nella delegazione cubana che ha partecipato all’incontro erano presenti i vice primi ministri Ricardo Cabrisas Ruiz per il Commercio Estero e l’Investimento Straniero e Alejandro Gil Fernández, titolare di Economia e Pianificazione, più altri funzionari di Governo.
Yaima Puig Meneses e GM per Granma Internacional, 2 maggio 2023
GRANMA (CUBA) / ESTERI / DIALOGHI DI PACE PER LA COLOMBIA
Terzo Ciclo dei Dialoghi di Pace tra il governo colombiano e l’ELN
Cuba garantisce le condizioni per il Terzo Ciclo dei Dialoghi di Pace tra il Governo della Colombia e l’Esercito di Liberazione Nazionale (ELN), la cui delegazione è giunta all’Avana sabato 29 aprile.
Martínez lo ha confermato sul suo account Twitter, e ha commentato la presenza della rappresentanza dell’ELN all’inizio delle conversazioni.
Il 25 aprile scorso il membro del Burò Politico e Cancelliere cubano, Bruno Rodríguez, aveva annunciato la data in cui la nazione dei Caraibi avrebbe accolto l’incontro e ha affermato che l’Isola opera con la tradizionale disponibilità e imparzialità che la caratterizzano nella figura di garante, ha riportato Prensa Latina.
L’ Alto Commissario per la Pace aveva confermato in marzo che l’Isola grande delle Antille avrebbe accettato l’incarico anche per questo terzo ciclo e ha sottolineato che «le Delegazioni di Pace del Governo colombiano e dell’ELN ringraziano profondamente il Governo cubano e il suo popolo per la disponibilità senza condizioni».
È stato anche segnalato che l‘impegno permanente e neutrale di Cuba nella riconciliazione dei colombiani dimostra, contro qualsiasi notizia che pretende di metterlo in dubbio, che l’Isola è un faro di speranza e di pace per il resto del continente.
Prensa Latina ha aggiunto che i negoziati tra il Governo e la guerriglia si sono interrotti per quattro anni, ma si sono riannodati nel novembre del 2022 a Caracas, capitale del Venezuela, e si sono successivamente sviluppati in Messico.
Redazione Granma e GM per Granma Internacional, 29 aprile 2023
CUBADEBATE / INTERNI / NUOVO CODICE DELLE FAMIGLIE
Il nuovo decreto tutela le lavoratrici solidali gestanti e le altre figure riconosciute nel Codice della famiglia
Questo mercoledì, in una conferenza stampa, il Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale ha relazionato sul Decreto Legge 71, che modifica il Decreto Legge 56, relativo alla maternità del lavoratore e la responsabilità delle famiglie.
Il nuovo decreto, pubblicato questo 10 maggio sulla Gazzetta Ufficiale 41 (ordinaria), estende la tutela ed i benefici per la cura della figlia o del figlio ai nuovi soggetti riconosciuti dal Codice della Famiglia:
- Adottanti, compresa l'adozione per integrazione;
- Persone responsabili del minore (che si prendono cura del minore dopo il parto della gestante solidale), nei casi di plurigenitorialità attraverso l'utilizzo di qualsiasi tecnica di riproduzione assistita che, oltre alla coppia, assumano maternità o paternità, come previsto dal Codice;
- Persone che, sulla base di un comune progetto di vita, intendono concepire un figlio da una terza persona, come un altro dei presupposti della plurigenitorialità;
- La gestante solidale e gli utenti coinvolti nel processo di procreazione mediante tecniche di riproduzione assistita;
- La madre o il padre, giudizialmente riconosciuti dalla relazione socio-affettiva;
- Altri parenti o persone affettivamente vicine al minore, quando i genitori delegano volontariamente e temporaneamente la potestà genitoriale, per motivi sufficientemente giustificati;
- I parenti madre o padre quando ad essi è delegata la potestà genitoriale, nei casi di formazione di famiglie ricostituite;
- I tutor.
Il decreto legge 71 mantiene i diritti dei soggetti che la normativa modificata già riconosceva. Inoltre, è inserito il Capo VI, Gestazione solidale, che sancisce il diritto alla fruizione delle licenze prenatali e postnatali per la gestante solidale, nonché la reintegrazione al lavoro.
Questo capitolo approva anche il congedo retribuito di sei giorni interi o 12 mezze giornate per i comittenti. Dopo il parto, il principale responsabile del minore ha diritto a un congedo postnatale di 12 settimane.
Virginia García Reyes, direttrice generale dell'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale (INASS), ha fatto riferimento alla storia della tutela della maternità a Cuba dopo il 1959.
Ha citato normative come la prima legge sulla previdenza sociale, la legge 1100, del 1963; Legge 1263 (1974), Sulla maternità del lavoratore, e Decreto legge 234 (2003).
Il direttore dell'Inasse ha spiegato che l'entrata in vigore del Codice della famiglia ha comportato l'adeguamento della normativa relativa alla maternità, poichè vengono inserite nuove figure.
Precisa che il decreto tutela la maternità sia nel settore statale che in quello privato.
Darío A. Extremera Peregrín, Cubadebate, 10 maggio 2023
CUBA/GRANMA/ESTERI/STORIA
Preludio nazista nel giorno della vittoria contro il fascismo?
I paesi europei devono all'URSS l’eliminazione della barbarie del fascismo negli anni 40 del XX secolo. Foto: RT
Il 9 maggio del 1945 la Germania nazista capitolò senza condizioni di fronte l’alto comando sovietico e degli alleati, assicurando la sconfitta delle potenze dell’asse fascista nel teatro europeo.
Dopo sei anni di conflagrazione mondiale nella quale intervennero 61 Stati, che colpì quasi tutte le regioni del mondo e costò la vita di milioni di persone, sembrava che la serpe fascista non avrebbe mai più sollevato la testa.
Dolore, sofferenza e morte furono il legato dell’esperienza. Milioni di persone morirono nei campi di concentramento del Terzo Reich concepiti per uccidere, per spezzare gli animi e trasformare il mondo in una grande proprietà dominata dagli ariani, dove quelli detti di razza inferiore, avrebbero lavorato come schiavi. Prigionieri di guerra sovietici, comunisti, membri dei gruppi nazionali di resistenza, civili polacchi e sovietici ebrei, rumeni, testimoni di Geova e omosessuali furono il bersaglio prediletto della barbarie.
In Auschwitz-Birkenau, Belzec, Chelmno (Kulmhof), Majdanek, Sobibor, Treblinka, etc., le camere a gas non si fermavano mai; il fumo dei forni crematori annunciava il destino fatale delle vittime della disumanizzazione e la pazzia.
La macchina nazista, con presunzione di macabra efficienza, produceva concime con le ceneri dei morti e, anche se raccapricciante e inconcepibile, produceva sapone con il loro grasso e utilizzavano la pelle, i capelli, le ossa, le protesi d’oro e d' argento.
Non è un racconto dell’orrore: è il fascismo fiorito con la protezione dell’ambizione, dell’anti comunismo, dell’odio e degli appetiti sempre più incontrollabili del capitalismo, nato dall’ignoranza e dalla disumanizzazione di un' ampia coalizione di nazioni «colte», mobilitate dalla xenofobia, dalla paura e dalla propaganda «saggiamente» amministrata.
Sembrava che la bestia fosse stata sterminata per sempre.
Senza dubbio le uova del serpente sono state incubate nel grembo della rivalsa e della dimenticanza.
Rinasce il fascismo della matrice generatrice, alza la testa di fronte alla complicità degli stessi d’allora, quelli che di nuovo praticano la politica dello struzzo per connivenza e per convenienza.
Sfilano con i loro stendardi e intonano i loro vecchi inni di odio, distruggono i monumenti della lotta contro il fascismo, riscrivono la storia trasformando in eroi macellai senz’anima e minacciano il resto dell’umanità in nome d’una «superiorità etnica» della quale credono d’essere rappresentanti.
La mancanza di memoria giunge a tanto che alcune vittime addirittura oggi rendono omaggio ai loro antichi boia.
Raúl Antonio Capote e GN per Granma Internacional, 10 maggio 2023
GRANMA (CUBA) / INTERNI / LA DOTTRINA MONROE
Cuba, la «frutta» che non crede alle leggi di gravitazione politica
John Quincy Adams, diplomatico e politico statunitense che fu il sesto presidente degli Stati Uniti (1825-1829), ha nel suo curriculum, oltre ad altre avventure imperialiste, un fallito contributo alla scienza: il 28 aprile del 1823, 200 anni fa, formulò la teoria della «frutta matura» secondo la quale Cuba, per la sua vicinanza geografica e per una certa legge fisica d’attrazione gravitazionale, doveva cadere nelle mani degli Stati Uniti.
«Ma ci sono leggi di gravitazione politica leggi di gravitazione fisica, così, come la frutta separata dal suo albero per la forza del vento non può, anche se vuole, non cadere al suolo, così Cuba una volta separata dalla Spagna e rotta la connessione artificiale che a lei la lega, non potrà sostenersi da sola e dovrà necessariamente gravitare verso l’Unione Nordamericana», affermò Adams.
Mesi dopo, definita la politica verso Cuba, il Governo statunitense estese con la Dottrina Monroe la sua strategia a tutto il continente. Avere nella tasca dello Zio Sam la chiave delle Americhe avrebbe aperto le porte dei Caraibi e del resto dell’America al nascente impero. Da allora la politica dei presidenti degli USA è stata disegnata per rispondere a questo obiettivo geostrategico.
Così si opposero nel 1826 alla proposta del libertador Simón Bolívar, portata al Congresso di Panamá, per rendere indipendente Cuba dalla Spagna, e tentarono di comprarla nel 1848, 1853 e nel 1857. Quando scoppiò la Guerra dei Dieci Anni, mentre Messico, Colombia, Bolivia, Cile, Venezuela e altre repubbliche latinoamericane riconoscevano la belligeranza dei cubani, gli Stati Uniti mantennero non solo un atteggiamento passivo, ma anche ostile all’insurrezione.
Durante la Guerra del ‘95 impedirono ai patrioti cubani residenti negli Stati Uniti di aiutare i combattenti nell’Isola con uomini, armi e munizioni.
Quando considerarono che la frutta fosse matura, intervennero nella guerra cubana d’indipendenza: l’aiuto «fraterno» del nord terminò con l’occupazione militare e rubarono la vittoria al popolo cubano che per ottenerla aveva combattuto per 30 lunghi anni.
Il «punto di non ritorno» nel sentimento antimperialista del popolo di Cuba può essere fatto risalire alla fine di febbraio del 1901, quando il governatore militare Leonard Wood comunicò al presidente dell’Assemblea Costituente che, per istruzione del Segretario di Guerra Elihu Root, il popolo di Cuba «doveva desiderare» che nella sua Legge Fondamentale s’includessero certe prescrizioni che ne mutilavano la sovranità.
Il governator Leonard Wood, nella sua lettera al presidente Theodore Roosevelt del 28 ottobre del 1901, riassumeva la situazione con queste parole: «A Cuba resta poca o nessuna indipendenza, ovviamente sotto l’Emendamento Platt, ed ora l’una cosa è cercare l’annessione».
Washington, per più di 50 anni ha controllato l’economia e la politica cubane e ha tentato di farci pensare in inglese per soggiogarci. Ma Cuba aveva lottato per la sua indipendenza «con il braccio e il cuore dei suoi figli».
Nel popolo cubano, forgiato con il sangue, il valore e il sacrificio, era nato un profondo sentimento che non potrà cambiare mai.
Nonostante gli sforzi, non hanno potuto americanizzarci e, nel 1959, una Rivoluzione ha trionfato cancellando l’ignominia dal Paese e ha aperto le ali dell’Isola che ha ripreso il volo verso il suo destino come paese libero e sovrano.
Raúl Antonio Capote e GM per Granma Internacional, 2 maggio 2023
GRANMA (CUBA) / ESTERI / LA CULTURA DELLA VIOLENZA DEGLI STATI UNITI
La cultura violenta del west selvaggio è dura a morire
Negli Usa cresce il clima di barbarie armata: i casi si sommano e diventano fatti quasi quotidiani. Photo: Reuters
Alla tragedia degli innumerevoli casi di violenza armata, tra i quali spiccano le sparatorie in luoghi pubblici, con conseguenze di omicidi di migliaia di persone ogni anno, negli USA va sommata adesso un’altra tendenza nefasta.
Come nel vecchio West, cresce il numero dei casi che coinvolgono persone che prima sparano e dopo chiedono. Possiamo citare i casi recenti di un adolescente di Misuri che era andato a prendere i suoi fratellini a casa di amici, ha sbagliato l’indirizzo e quando ha suonato il campanello ha ricevuto due colpi d’arma da fuoco.
In Texas, alcune ragazze che tornavano da un evento sportivo hanno cercato di salire su una macchina uguale alla loro in un parcheggio e sono state prese a revolverate.
A New York una giovane si è avvicinata all’entrata di una casa cercando il domicilio di un’amica e su di lei è stato aperto il fuoco.
Gli esperti affermano che, secondo un’indagine realizzata dal The New York Times, questa situazione è dovuta «all’enorme diffusione del possesso di armi, al clima di sfiducia sociale, al sensazionalismo di certa stampa e all’aumento della delinquenza dopo anni di relativa calma pandemica».
Recentemente, nel Northside Medical Hospital Midtown, nel West Peachtree Street, ad Atlanta, un uomo vestito di nero e armato è entrato nelle installazioni e ha aperto il fuoco. In Texas è avvenuta una cosa simile nel centro commerciale Allen Premium Outlets, con un bilancio di nove morti tra i quali diversi bambini, ha riferito La Opinión.
Nei primi giorni di maggio, le autorità di polizia hanno informato che una sparatoria registrata all’alba di domenica 7 all’interno di una discoteca a Miami Beach, in Florida, ha provocato la morte di un uomo e ferito due donne.
I funzionari di Miami Beach hanno dovuto imporre nel mese di marzo un coprifuoco notturno nel periodo delle vacanze primaverili per via dei molteplici incidente mortali causati da armi da fuoco.
Sembrano aggirarsi gli spettri dei famosi pistoleri del selvaggio West: «Sfodera e spara!», dicevano sfidando in quegli anni lontani gli autori dei duelli che oggi hanno troppi seguaci.
Uno storiografo ha detto che «nessuno descrive meglio quei tempi, quando prendere un orologio in garanzia di un debito di poker era considerato una provocazione sufficiente per generare un duello armato». Adesso ci chiediamo: è cambiato qualcosa?
La cultura della violenza continua a costare vittime in un paese dove nelle strade ci sono più armi che persone.
Raúl Antonio Capote e GM per Granma Internacional, 9 maggio 2023
GRANMA (CUBA) / ESTERI / CRIMINI IMPUNITI
Posada Carriles maestro del terrorismo: le sue vittime reclamano ancora giustizia
Il 23 maggio del 2018, all’alba, cessò di esistere presso il Memorial Regional Hospital, a Hollywood, colui che è considerato uno dei maestri del terrorismo contro il proprio paese d’origine, Cuba: l’agente della CIA, assassino confesso e convinto controrivoluzionario: Luis Clemente Faustino Posada Carriles.
Posada Carriles terminò i suoi giorni tranquillo, a Miami, senza che le autorità nordamericane gli arrecassero alcun fastidio, senza essere processato o sanzionato per i suoi numerosi crimini e per le atrocità commesse con assoluta impunità, tra cui l’esplosione di un aereo civile in volo, che costò la vita alle 73 persone che erano a bordo, una delle azioni più brutali commesse nell’emisfero occidentale.
La politica degli Stati Uniti per tentare di far crollare la Rivoluzione si è basata sempre sulla strategia per provocare una crisi di prim’ordine o uno stato di shock tra la popolazione con l’uso del terrore. Negli Stati Uniti si formò una delle reti terroriste più grandi e pericolose del mondo. Non sono quantificabili i danni materiali conseguenza di questa guerra che ha provocato in sei decenni 3478 vittime e 2099 invalidi.
Addestrato nella Scuola de las Américas, a Fort Benning, in Georgia, Posada Carriles era stato addestrato negli anni ‘60 all’uso degli esplosivi, alle pratiche degli interrogatori e negli attentati, e aveva militato nelle più violente organizzazioni controrivoluzionarie create negli Stati Uniti.
Con gli pseudonimi di Ramón Medina, Ignacio Medina, Juan José Rivas, Julio César Dumas, Bambi e Franco Rodríguez Mena, percorse buona parte del continente sempre come attivo agente operativo della CIA.
Come funzionario di polizia in Venezuela, in quella che fu la Direzione dei Servizi d’Intelligenza e Prevenzione, ordinò ed eseguì torture e assassinii.
Quando si rivelò lo scandalo Iran-Contras, si fece visibile la presenza di Posada in El Salvador.
Agli ordini del suo amico Félix Rodríguez, collega della CIA, si dedicò al rifornimento di armi alla controrivoluzione nicaraguense.
Nel suo esteso curriculum criminale spicca la sua partecipazione all’assassinio di Orlando Letelier, cancelliere cileno durante il governo di Salvador Allende.
Il 16 novembre del 2000, durante una manifestazione di solidarietà per Cuba, un gruppo di terroristi diretti da Posada Carriles tentò di far saltare il Paraninfo dell’Università di Panama con l’obiettivo d’uccidere Fidel Castro, durante il Vertice Ispano-americano.
È stato anche responsabile dell’organizzazione di una serie di attentati con bombe in alberghi dell’Avana nel 1997.
Posada è morto tranquillo nel suo letto così come il suo complice nel crimine Orlando Bosh, dedicato «alla pittura» e «alla vendita dei suoi quadri», carico di odio e di frustrazioni, in attesa del bramato giorno della vendetta, quando spasimava di «far pagare i suoi conti» alla Rivoluzione.
Ha sempre trovato rifugio con i suoi correligionari sotto il manto del governo che, ipocritamente, include l’Isola grande delle Antille nella sua lista dei paesi patrocinatori del terrorismo.
Le sue vittime reclamano ancora giustizia.
Raúl Antonio Capote e GM per Granma Internacional, 22 maggio 2023
GRANMA (CUBA) / ECONOMIA / PRONTO IL PORTO DI MARIEL
Il canale che permetterà l’accesso a Mariel delle navi di grande stazza è pronto
Il canale d’accesso al Terminal dei Container di Mariel è è pronto ad accogliere navi Neopanamax con 366 metri di lunghezza, 52 di larghezza e 15 di pescaggio, rispondendo alle condizioni di dragaggio richieste.
Il giornale El Artemiseño scrive che il direttore generale del Terminal, la principale installazione di questo tipo a Cuba, Martín José Spini, ha spiegato che grazie all’infrastruttura e l’ubicazione geografica privilegiata sulle rotte Nord-Sud e Est-Ovest, sarà un impianto affidabile con alti livelli di sicurezza: «Il Terminal dei Container di Mariel è ben posizionato per continuare a crescere e la maggior profondità del canale è una sfida per il porto», ha detto.
Nel sito web del Terminal si assicura che permetterà l’arrivo a Cuba di navi Postpanamax con scali diretti, facendo diminuire il costo del trasporto e ponendo le basi per diventare un punto di trasporto quando ci saranno le condizioni.
Situato a 45 chilometri dall’Avana, con acque profonde naturali e la capacità di gestione delle navi più grandi che visitano la regione dei Caraibi, il Terminal ha un traffico annuale di circa 300 mila teus (unità di misura equivalente a un contenitore di 20 piedi).
Tra i suoi vantaggi spicca il fatto che si trova nel nucleo della Zona Speciale di Sviluppo, progetto che promuove, mediante gli investimenti stranieri, innovazione tecnologica, concentrazione industriale, sviluppo economico sostenibile e, nello stesso tempo, assicura la protezione dell’ambiente. Una rete di soluzioni ferroviarie costiere e interne permette ai trasportatori e ai fornitori logistici del mondo una rotta affidabile al mercato.
Per svolgere il suo compito, il terminal conta su infrastrutture ed equipaggiamenti che comprendono 702 metri di lunghezza d’attracco con 17,5 metri di profondità, quattro gru da molo Superpostpanamax; un’area di stazionamento dei contenitori di 27,7 ettari con capacità per 800 mila teus annuali; 12 gru portali su pneumatici e due gru portali su rotaie.
Redazione Granma e GM per Granma Internacional, 22 maggio 2023
GRANMA (CUBA) / CULTURA / CINEMA E DISINFORMAZIONE
La Cuba di Netflix
Il bazar dell’intrattenimento statunitense Netflix ha presentato “La madre”, thriller d’azione della regista neozelandese Niki Caro al servizio di Jennifer López, ambientato in parte in una Cuba inesistente. L’attrice di origine portoricana interpreta una ex militare statunitense che, per recuperare sua figlia fatta rapire da un potente trafficante d’armi, viaggia all’Avana in compagnia di un agente del Burò Federale d’Investigazione. Nel film, la capitale cubana è la tana in cui si rifugiano i cartelli della droga e delle armi, un luogo in cui si può uccidere impunemente e dove tutti i più feroci assassini latinoamericani hanno campo libero.
Curiosamente, le critiche al film in tutto il mondo non riservano una sola riga a questo aspetto, mentre qualche media si limita a precisare che le scene ambientate all’Avana sono state girate sull’isola Grande delle Canarie. In sostanza, viene trascurato in assoluta “scioltezza” l’aspetto più importante, e cioè la totale mistificazione della realtà di un Paese che vanta un livello di sicurezza tra i più alti del continente, dove non esiste commercio di armi e non c’è rifugio per i trafficanti.
Questa visione di Hollywood, tanto inventata quanto meschina, corrisponde all’inveterata politica delle amministrazioni nordamericane e alla loro deprecabile abitudine di costruire un immaginario secondo cui Cuba è uno Stato terrorista, un angolo oscuro dell’asse del male nelle cui strade prevale il caos e la barbarie. Tutto in perfetta sintonia con tante precedenti produzioni delle squadriglie culturali anglosassoni che ritraggono Cuba come il paradiso per il traffico di droga, un territorio senza legge dove i criminali fanno e disfano.
La Cuba di “La madre” è l’Isola dell’inguaribile immaginazione hollywoodiana che, per fortuna, corrisponde però alla Cuba di prima della Rivoluzione e non a quella di chi la vorrebbe così ancora oggi. Per nostra fortuna, per noi che viviamo qui, Cuba è lontana milioni di anni luce da quella che raccontano i film. Ma per nostra disgrazia, questa è l’immagine che i film continuano a esportare nel pianeta.
Julio Martínez Molina e GM per Granma Internacional, 21 maggio 2023