Uranio impoverito. Quando la storia e le sue tragedie non insegnano nulla. Il popolo ucraino dovrebbe sapere quali sono i prezzi da pagare alla NATO
- Dettagli
- Scritto da Enrico Vigna
4 aprile 2023
Quando la storia accaduta, NON insegna nulla, ogni popolo faccia i conti con le proprie scelte o accettazioni e ne risponda. Questo, dopo tutto quanto accaduto in Iraq e in Serbia, dove centinaia di tonnellate di proiettili all’uranio impoverito hanno devastato quelle terre e falcidiato la vita di milioni di persone da decenni e così sarà per altri decenni. Ora tocca all’Ucraina grazie alla decisione della Gran Bretagna di inviare armamenti di questo genere all’esercito ucraino.
Il caso della Serbia. Un paese, compreso il Kosovo, uranizzato
Sono passati 24 anni e gli effetti di questi crimini USA/NATO sono oggi visibili e tragicamente provati nella vita della popolazione.
L’uranio impoverito, questo turpe e inesorabile killer, a partire dal 1999, anno dei bombardamenti NATO della Jugoslavia, fa strage tra la popolazione serba e kosovara, anche albanese: sì, perché non bada alla nazionalità. Le munizioni sparate dagli aerei dell'Alleanza quasi 24 anni fa, continuano a seminare morte e lo faranno ancora per decenni. In questi anni l’insorgenza del cancro in Serbia è aumentata fino a otto volte. I casi più diffusi sono tumori del polmone e tumori degli organi riproduttivi. Anche i soldati della NATO sono stati colpiti, soprattutto italiani e portoghesi. In 78 giorni di aggressione le forze NATO hanno bombardato 112 volte il territorio dell’ex Repubblica Federale di Jugoslavia con l’uranio impoverito isotopo U238. Sono state contaminate 91 località, di cui 1 in Montenegro, 9 nel sud della Serbia centrale e addirittura 81 sul territorio del Kosovo e Metohija. Nel 2000 la NATO ammise l’utilizzo di armi contenenti uranio impoverito durante la missione “Angelo Misericordioso”, concepita per “portare la pace” in Kosovo e la democrazia nella ex Jugoslavia….
Secondo il fisico tedesco Siegwart-Horst Günther, la guerra con le armi all'uranio è un genocidio provocato consapevolmente e consapevolmente.
Il Pentagono non ha potuto nel tempo, nascondere la causa delle morti di cancro di molti suoi soldati in servizio nella regione. Infatti le denunce, in particolare delle associazioni dei Veterani per la Pace USA, hanno costretto la NATO, nel marzo del 2000, ad ammettere per la prima volta di aver sganciato nel corso della “guerra umanitaria” circa 31 mila proiettili all’uranio impoverito, mentre l’esercito serbo ne denuncia oltre 50.000.Ciò equivale a 10-15 tonnellate di uranio riversati sul paese.
I proiettili all'uranio hanno un elevato potere di penetrazione, dovuto all'elevata densità dell'uranio metallico (1,7 volte maggiore di quella del piombo) e sono particolarmente adatti per penetrare armature d'acciaio e bunker di cemento sotterranei. L'uranio impoverito è anche un materiale combustibile che si auto infiamma quando penetra nella corazza, bruciando a 3.000 gradi Celsius, formando così polvere di ossido di uranio e rilasciando materiale altamente tossico e radioattivo (l’ossido di uranio).
Questo aerosol di ossido di uranio con particelle di dimensioni nanometriche, entra nel corpo umano attraverso l'aria che si respira, l'acqua e anche attraverso la catena alimentare.
Nei polmoni, le particelle di polvere di UI si attaccano anche ai globuli rossi e bianchi e quindi entrano in tutti gli organi del corpo, compresi il cervello, i reni e i testicoli, provocando il cancro in molti organi e danni irreversibili al materiale genetico (DNA) . La forte cancerogenicità dell'UI è dovuta al fatto che la chemiotossicità e la radiotossicità agiscono in sinergia. L'UI può anche raggiungere un feto attraverso la placenta e causare gravi danni. Altri danni a lungo termine possono essere difetti genetici nei neonati, e oggi nella regione è esploso il numero delle nascite di neonati deformati, oltre a leucemia infantile, cancro e danni ai reni. Poiché le particelle di ossido di uranio hanno assunto le proprietà della ceramica a causa del calore della combustione, sono insolubili in acqua, si fissano in questa forma nel corpo e possono sviluppare il loro effetto radioattivo (radiazione alfa) per decenni.
Secondo le statistiche internazionali la Serbia è al primo posto in Europa per il tasso di mortalità e malformazioni per cancro, con una crescita media annua del 4 %. I dati sono stati confermati dall’oncologo serbo S. Čikarić, presidente della Lega serba per la lotta contro il cancro, ha dichiarato che il motivo del crescente numero di casi e di decessi da tumori maligni è una conseguenza dei bombardamento della NATO del 1999. Ha inoltre aggiunto che secondo il rapporto sull’evoluzione dei tumori maligni del Registro Tumori dell’Istituto per la salute pubblica “Dr Milan Jovanovic Batut”, la media annua di nuovi casi è intorno a 41.000, mentre i decessi si aggirano intorno ai 26.000: "…Le proiezioni sono terribili ed anche la frequenza dei cosiddetti tumori solidi comincia a crescere su base annua, e visto che il materiale radioattivo è penetrato sul nostro territorio, possiamo solo attenderci un costante aumento dei tumori maligni…In Serbia il numero di tumori di nuova manifestazione su un milione di abitanti sarà 2,8 volte più alto rispetto alla media mondiale, il che raffigura una “catastrofe serba”. L’uranio impoverito è in Serbia, e la sua emivita è di circa quattro miliardi e mezzo di anni. La prevenzione primaria e secondaria oncologica, nonché le cure palliative dei pazienti si trovano a livelli inesistenti e una delle principali modalità terapeutiche, la radioterapia, sta al livello più basso rispetto agli standard europei. Sono drammaticamente aumentati i casi di linfomi e leucemie, che rappresentano il 5 per cento di tutte le neoplasie, in nove anni la loro frequenza e' salita del 110 per cento e quella della mortalità del 118, questo significa che per questo genere di malattie la frequenza dei decessi e' salita dall'11 al 12 per cento". La malattia ha cominciato a far registrare questa espansione sette anni e mezzo dopo la campagna di bombardamenti, ossia nel 2006, e questi non sono i risultati di una ricerca improvvisata ma di un'indagine approfondita che ha coinvolto i dati medici di 5 milioni e mezzo di cittadini.
Nella figura: carro armato colpito da proiettili all’uranio
Sui media locali si riporta che, negli ultimi anni, solo nella regione meridionale serba di Leskovac, non lontana dal Kosovo, sono morti centinaia di veterani delle guerre degli anni novanta nella ex Jugoslavia, in massima parte ex combattenti del conflitto armato in Kosovo. Le vittime sono uomini di età fra i 37 e i 50 anni, morti al 95% di cancro. "Non passa giorno che la nostra organizzazione non perda uno dei suoi componenti", ha detto in una intervista il presidente dell'Associazione dei veterani di guerra. Ai primi posti fra le cause di morte, ha precisato, figurano il cancro all'intestino, all'esofago, ai polmoni, pochi i casi di infarto.
Il presidente di un organizzazione umanitaria serbo kosovara “Angelo Misericordioso”, e medico nel centro sanitario di Kosovska Mitrovica, N. Srbljak, ha sempre dichiarato che non ci sono dubbi: la NATO ha causato alla Serbia una drammatica crescita del numero di tumori maligni e di morti. Il numero degli ammalati di cancro in Kosovo è cresciuto negli ultimi 12 anni di 300 volte, e la percentuale annua di crescita degli ammalati di cancro è del 4,4%. Questo solo relativo alle enclavi, nella parte sotto le autorità separatiste albanesi, c’è un veto, degli autori occidentali di questo crimine, a riportare dati o informazioni sulla situazione. Per quanto riguarda il collegamento dell’uranio con l’aumento del numero degli ammalati di patologie maligne, secondo il medico serbo c’è un dato inequivocabile: prima dei bombardamenti il numero degli ammalati di cancro sul territorio di Kosovska Mitrovica era di 1:10.000, nel 2002 il rapporto si era già ridotto a 1:1.000…in un solo anno.
“In un primo momento abbiamo avuto per lo più ammalati di cancro dei polmoni, dell’età tra i 35 e i 45 anni, mentre prima della guerra le persone colpite erano in genere anziani sopra i 70 anni. Con un’analisi più profonda abbiamo accertato che la maggior parte degli ammalati erano uomini ingaggiati nella difesa del paese sulla direttrice Djakovioca-Pec in Kosovo e Methojia. Che non si tratta di una coincidenza lo conferma il fatto che gli ammalati sono di diversa età, origine sociale, e la maggior parte non aveva in famiglia altri casi simili. Significativo il caso accaduto a un intero reparto di una decina di soldati, che durante i bombardamenti si erano nascosti nel buco di una bomba dal quale usciva un fumo viola. Tutti si sono ammalati entro breve tempo, di cancro ai polmoni, e tutti sono deceduti cinque anni dopo. La forma più terrificante di questa patologia tra la popolazione è la comparsa del raro carcinoma giovanile delle ossa, con la morte certa come esito, che viene scoperto in bambini di 11 anni. Siamo quotidianamente testimoni del sempre più alto numero di varie deformità nei neonati, gli aborti spontanei sono sempre più presenti ed è allarmante l’aumentata sterilità”, ha denunciato il dottor Srbljak, in un intervista.
Secondo il Ministero della Salute serbo, ogni giorno un bambino si ammala di cancro. L'intero paese è contaminato. A causa del danno al materiale genetico (DNA), nasceranno generazioni e generazioni di bambini deformi. Consapevolmente e criminalmente, è stato commesso un genocidio.
Anche Miodrag Milkovic, veterinario nel sud della Serbia, una delle regioni più bombardate, afferma che vi è la prova di ciò che sta accadendo: “Negli ultimi 20 anni ho visto molti vitelli a due teste, agnelli a sei e otto zampe ed altre malformazioni fra gli animali. Le mutazioni sono una cosa normale, ma quando si verificano così tanti casi è un sintomo. La nostra natura è malata e certamente a causa della radioattività del nostro territorio”.
Il sito Gazetaexpress aveva rivelato che le Nazioni Unite avevano nascosto la relazione del capo della missione per il programma spaziale dell’Onu, Bakari Kante, nella quale era stato indicato che la NATO aveva lanciato nei bombardamenti del 1999, nel solo Kosovo, 10 tonnellate di uranio impoverito. La relazione di Bakari Kante sulle conseguenze terribili dei bombardamenti della NATO contro la Serbia, non è stata mai resa di pubblico dominio. Alcune parti della relazione sono apparse grazie al giornalista statunitense Robert Parsons, il quale ha svelato che le relazioni sull’uso di uranio impoverito sono state censurate e modificate negli uffici delle Nazioni Unite, come riportato anche dall’agenzia Kosovapress. PERCHE’ ?
L’uranio impoverito è uno scarto della produzione di uranio. Solo gli USA ne producono 30 mila tonnellate l’anno. Costruire armi è il modo più facile per smaltirlo, proprio perchè ha ottimi effetti militari. Contro queste applicazioni vi sono a livello internazionale numerose campagne, che hanno lo scopo di formalizzare in un trattato internazionale, la pericolosità di questa sostanza, garantendo così, almeno formalmente un minimo di strumenti giuridici dissuasori in più.
Sempre più medici coraggiosi e responsabili, ex militari, ex politici e scienziati sono riusciti in questi anni a rompere questo muro di silenzio, a favore dei popoli serbo e iracheno, e dei tanti altri popoli aggrediti di questo mondo, che condividono questo destino.
Le armi all'uranio sono armi di distruzione di massa, questo è un dato di fatto.
Che la popolazione ucraina trovi la strada e il modo per rivoltarsi contro il proprio governo golpista e criminale, che per perseguire suoi obiettivi ideologici e politici, asserviti all’interesse straniero, consegna la propria gente a un calvario che durerà per generazioni intere.
Che i veri patrioti ucraini si pongano alla testa degli interessi della gente semplice e laboriosa, per un processo di arresto della guerra e una ricerca vera di un processo di pace, abbattendo la giunta nazifascista e asservita allo straniero, prima che sia troppo tardi e la situazione diventi irreparabile e irreversibile. Serbia e Iraq siano un monito e una ultima chiamata per fermare la discesa verso il baratro.
Enrico Vigna portavoce del Forum Belgrado Italia e presidente di SOS Yugoslavia- SOS KosovoMetohija