Conferenza europea su Gerusalemme
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- Scritto da Angela Lano
Sabato 29 ottobre, è stata lanciata a Milano la prima Conferenza europea su Gerusalemme, con lo slogan “Gerusalemme è nostra”. L’evento ha visto la partecipazione di personalità politiche e religiose internazionali ed europee, di giornalisti e scrittori europei e arabi, e di migliaia di palestinesi, membri delle comunità islamiche ed attivisti della solidarietà.
La conferenza è stata organizzata dalla Conferenza dei Palestinesi in Europa, da Europeans for Jerusalem e dall’Associazione dei Palestinesi in Italia-API, tutte organizzazioni della società civile in Europa.
La Conferenza ha illustrato ai tantissimi partecipanti la realtà di Gerusalemme e la continua aggressione israeliana contro i luoghi santi islamici e cristiani.
Il presidente dell’organizzazione “Europei per Gerusalemme”, Mohammad Hannoun, ha spiegato che, a partire da quest’anno, “la conferenza si terrà ogni anno, a ottobre, in Europa, per sostenere Gerusalemme e lavorare per la sua giusta causa, per i diritti dei gerosolimitani, per denunciare la sofferenza del suo popolo e le violazioni israeliane a cui è soggetto”.
Nel suo discorso di apertura, Hannoun si è rivolto ai governi europei chiedendo loro di garantire “i diritti e le convenzioni riguardanti i diritti palestinesi, di fare pressione su Israele affinché rispetti tutte le risoluzioni e i diritti dei cittadini palestinesi nel poter raggiungere i luoghi sacri e nel poter vivere sulla loro terra in pace, di porre fine alle continue aggressioni dei coloni e di fermare i progetti coloniali che minacciano la stabilità sociale creando la falsa convinzione che Gerusalemme sia la capitale di Israele”.
“Noi continuiamo il nostro lavoro per una Gerusalemme città della pace, della convivenza e capitale della Palestina”, ha aggiunto Hannoun, denunciando le varie modalità in cui Israele viola i diritti dei Palestinesi: 1) sradicamento e pulizia etnica nei confronti dei cittadini autoctoni gerosolimitani; 2) Muro dell’Apartheid; 3) arresti, espulsioni e esecuzioni extragiudiziali.
Da parte sua, Amin Abu Rashid, presidente della Conferenza dei Palestinesi in Europa, ha affermato: “La Conferenza è per noi un’occasione per rinnovare il patto con la questione di Gerusalemme, aderendo ai diritti dei gerosolimitani e respingendo gli attacchi israeliani alle santità islamiche e cristiane”.
Abu Rashid ha sottolineato che “la Conferenza intende mobilitare le energie per sostenere al-Quds e la santa Moschea di Al-Aqsa”.
Il vicedirettore generale del Dipartimento gerosolimitano delle dotazioni islamiche Waqf, Najeh Bakirat, ha affermato: “Gerusalemme non sparirà finché ci sarà anche un solo bambino a Bab Hutta (una delle porte di Gerusalemme). Vi assicuriamo che rimarremo leali guardiani di Gerusalemme”.
Padre Abdullah Julio, rappresentante della Chiesa greco-melchita di Gerusalemme, ha affermato che “cristiani e musulmani rappresentano un’unica realtà del popolo palestinese e sono uniti dal loro amore verso la Palestina e Gerusalemme”.
“Vi trasmetto la voce della Moschea di Al-Aqsa, della Chiesa del Santo Sepolcro, e la voce del popolo palestinese in Palestina, nei campi profughi e nella diaspora”, ha aggiunto Padre Julio. Ha sottolineato che “il martirio della giornalista Sheerin Abu Aqleh è un esempio nazionale dell’unità di musulmani e cristiani in Palestina”.
Il presidente del Consiglio dei musulmani d’Europa, Abdullah Mansour, ha evidenziato lo status e l’importanza di Gerusalemme tra le comunità musulmane del continente europeo e nel mondo, elogiando “il popolo palestinese e le sue grandi energie nel difendere la sua giusta causa”.
Lo storico Ilan Pappe, direttore del Centro europeo per gli studi palestinesi (affiliato all’Università britannica di Exeter), ha condannato “tutte le violazioni commesse dalle forze di occupazione israeliane contro il popolo palestinese”, riferendosi a quanto sta accadendo nel quartiere gerosolimitano di Sheikh Jarrah. E ha sottolineato che “non tutti gli ebrei sono sionisti e non tutti i sionisti sono ebrei”.
Inoltre, ha fatto riferimento alla posizione europea sulla crisi ucraina, invitando i governi europei ad assumere una posizione simile nei confronti dei legittimi diritti del popolo palestinese, evitando il doppio standard e i due pesi-due misure.
Da parte sua, Sari Zuaiter, membro del Segretariato generale della “Conferenza popolare per i palestinesi all’estero” (organizzazione civile internazionale), ha affermato che “continuano le violazioni dell’occupazione contro il popolo palestinese in patria e nella diaspora”.
Zuaiter ha denunciato i doppi standard europei nel trattare con il popolo palestinese e i suoi diritti legittimi.
Un membro del Consiglio regionale della Lombardia, Luigi Piccirillo, ha osservato che “il popolo palestinese ha il diritto di difendersi”, sottolineando l’importanza di queste conferenze “nel trasmettere la realtà di ciò che sta accadendo in Palestina”.
L’ex parlamentare italiano, e giornalista, Alessandro Di Battista, ha rifiutato di definire “antisemitismo” la resistenza del popolo palestinese e di coloro che sono solidali con i palestinesi.
Ha sottolineato il diritto del popolo palestinese a tornare in patria, la Palestina, e che lui continuerà il suo lavoro in Italia a sostegno dei diritti dei palestinesi.
Nel pomeriggio, a margine dei lavori della Conferenza, si sono svolti 5 seminari tematici, tra i quali la presentazione di libri e un momento di analisi sulla situazione dei media internazionali – manipolazione e negazione di una corretta informazione e ruolo delle lobby finanziarie globali nell’orientare l’informazione mainstream a loro favore, doppio standard, protezione dei giornalisti.
da InfoPal