Cadere dal peskov

8 settembre  2022

 

Peskov: "Non escluso" un incontro Putin-Zelensky, ma "solo per firmare un  certo documento"

Cecilia, durante la mia assenza dovrai studiarti l'Economia Politica; puoi però saltare il capitolo sulla Caduta della Rupia. E' una cosa un po' troppo eccitante per una fanciulla.  (Oscar Wilde, “L'importanza di chiamarsi Ernesto”)

 

Il limerik confeziona risate anatomiche

in uno spazio che è abbastanza economico     (Anonimo)

 

1. I nostri media e i nostri politici sono scandalizzati perché il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, ha dichiarato che sta iniziando una «grande tempesta globale, ma la Russia è in grado di preservare la macro-stabilità».

Io invece sono scandalizzato perché questi minus habentes non si sono sorpresi per un allarme simile che in Italia e nel mondo una manciata di osservatori indipendenti (io ero fra questi) aveva cercato di lanciare a partire almeno dalle Torri Gemelle, quando dichiararono che era scoppiata la III guerra mondiale e che il pericolo per la pace non si trovava tra le montagne afgane ma in un sistema fuori controllo che si stava metastatizzando nel mondo.

Ci si ubriacava con la Milano da bere, i giochi del casinò finanziario erano alla portata di ampi strati sociali e la globalizzazione, ohibò, era “naturale” e “irreversibile”. Una grande sbronza di idiozie, furbizie, analisi ideologiche spesso basate su superficialissime considerazioni. Ve la  ricordate, ad esempio, “La globalizzazione è dovuta a Internet”? Quante volte abbiamo dovuto sentirla? Che manica di imbecilli, di ignoranti (scusate se mi lascio andare ma quando ci vuole ci vuole e quando si è sull'orlo dell'abisso ci vuole proprio!). Che idiozie che riuscivano a dire  proprio mentre Henry Kissinger ammetteva invece senza peli sulla lingua: “Globalizzazione è solo un altro termine per predominio degli Stati Uniti” (“The basic challenge is that what is called globalization is really another name for the dominant role of the United States.” Conferenza tenuta al Trinity College di Dublino, 12 Ottobre 1999) .

Si andava dalla scemenza (socialmente) congenita a opportunistici rifiuti di vedere la realtà quando non è come quella che si desidera o quando fa a pugni con le descrizioni e i desideri del Potere. E quando si è sbronzi si sragiona, si diventa incauti e aggressivi.

Così per decenni abbiamo seguito i pifferai magici. E ora eccoci qui, sull'orlo del baratro.
Non dico che la storia sarebbe cambiata se ci avessero prestato un po' di attenzione, ma per lo meno oggi i nostri commentatori non cadrebbero dal peskov (scusate l'orrendo gioco di parole, ma questi idioti non si meritano di meglio).

 

2. “È una minaccia”, urlano in coro. No, stupidi, è una constatazione, addirittura banale.
Chi studia le cose sapeva che gli anni Venti del III millennio sarebbero stati anni di conflitti armati tra potenze. I neocons li stavano pianificando dall'anno Duemila e pubblicavano documenti dove illustravano le loro strategie guerrafondaie. Erano accessibili, si potevano leggere. Ma se qualcuno li leggeva e li citava veniva sbeffeggiato o addirittura assalito come “complottista”.

Immagino quindi che con questa logica sarebbe stato considerato complottista anche chi denunciava che Hitler stava preparando una guerra in Europa e la persecuzione degli Ebrei. L'aveva scritto, lo dichiarava nei suoi discorsi e aveva il potere. Che altro mancava? Lo stesso coi neocons: teorizzavano i conflitti per fare degli USA l'unica superpotenza di un mondo monocentrico, li descrivevano e li preannunciavano. Bill Clinton li aveva fatti entrare nella stanza dei bottoni, Bush Jr ce li aveva asserragliati dentro e Obama non li aveva cacciati via. Ancora oggi imperversano e formano quello che viene chiamato deep state”, che non è una setta esoterica (come crede qualche sempliciotto antisistema), ma la diffusa concrezione politico-ideologica che nel tempo si è incrostata sugli organi statali e amministrativi statunitensi  (noi Italiani dovremmo conoscere bene questi fenomeni, non sono affatto misteriosi). Che altro mancava per capire che quei conflitti sarebbero scoppiati veramente?

In realtà mancava solo un nuovo termine da usare per comodità di riferimento, che fu trovato dall'ex sottosegretario al Tesoro di Reagan, Paul Craig Roberts: “neo-liberal-cons” o “crazy freaks in Washington”, la truppa della guerra in Serbia, in Afghanistan, in Iraq, in Libia, in Siria, nello Yemen e adesso in Ucraina, di cui Hillary Clinton, così amata dalla nostra “sinistra”, è una dei comandanti in capo (ad essere precisi, la Clinton fu l'unica neo-liberal-con cacciata da Obama, nel secondo mandato).

 

3. I sinceri liberal statunitensi, come Amy Goodman, la mitica conduttrice di “Democracy now!” e Jeffrey Sachs, economista della Columbia University e membro della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, sono anch'essi molto preoccupati:

«Tentai di contattare la Casa Bianca alla fine del 2021 - ha dichiarato Sachs alla Goodman – In verità sono effettivamente riuscito a contattare la Casa Bianca e ho detto che ci sarebbe stata la guerra a meno che gli USA non avessero iniziato dei colloqui diplomatici col presidente Putin per discutere questa questione dell'allargamento della Nato. Mi è stato risposto che gli USA non lo avrebbero mai fatto. Che questo era fuori discussione. Ed era veramente fuori discussione. Ora abbiamo una guerra che è straordinariamente pericolosa».

Cercare di evitare la guerra con un'azione diplomatica non era quindi un'opzione per Washington. La guerra con la Russia, a spese dell'Ucraina, era l'unica strada che i crazy freaks avevano deciso di percorrere. Questa è la realtà dei fatti, la realtà storica. Poi ognuno si può baloccare come vuole col “Putin pazzo”, “Putin criminale”, “Putin col cancro”, “Putin con le amanti”, “Putin con la figlia segreta”, “Putin zar” e via sproloquiando.

E ancora:

«Una buona parte del mondo è sull'orlo di una catastrofe nucleare a causa dell'incapacità dei leader politici occidentali di essere franchi sulle cause della crescita dei conflitti globali. L'incessante narrativa occidentale dell'Occidente nobile e della Russia e la Cina malvagie è puerile e straordinariamente pericolosa».

Poi potete pure continuare a farvi imbambolare dai nonsense e dalle gesticolazioni di Letta, Renzi, Calenda, Di Maio, Draghi e della compagnia di giro dei saltimbanchi della nostra politica (la destra si sta infilando nel mucchio; un poco di pazienza e la ratatuia italica sarà pronta).

Se invece volete elementi per ragionare con la vostra testa, l'intervista della Goodman a Sachs la trovate qui: https://www.other-news.info/the-wests-false-narrative-about-russia-and-china-2/

 

4. Oh, la Russia ci minaccia, urlano all'unisono gli organi del Minculpop! Non ci vuole più dare il gas e il petrolio, su cui noi, uomini giusti, per altro sputiamo tutti i giorni.
Noi riforniamo di armi i fascistoidi di Kiev per ammazzare i soldati russi e più che altro i civili russofili o solamente russofoni (nella sola DNR, che ha meno abitanti di Roma, in 200 giorni sono stati uccisi dai bombardamenti ucraini 369 civili di cui 19 bambini), e Putin ci taglia il gas. Cattivo, cattivo, cattivo.

In realtà il Cremlino sa che le forniture di armi della Nato all'Ucraina da un lato impoveriscono l'Occidente e dall'altro non possono spostare di una virgola l'esito della guerra: Donbass conquistato/liberato assieme a Odessa. Punto. Quel che rimarrà dell'Ucraina non avrà più sbocchi sul Mar Nero e sul mare di Azov e non avrà più risorse industriali e minerarie. Sarà un paese dimezzato, quasi solo agricolo e per giunta con le terre arabili in mano alle multinazionali americane ed europee. Un paese fallito.

Eppure c'era un modo per Kiev di evitare questa catastrofe. Bastava rinunciare ad entrare nella Nato e mettere in galera i caporioni nazisti. Ma questo era proprio quanto Washington gli impediva di fare, usando, per l'appunto, i nazisti come pretoriani.

Poi, ovviamente, siete liberi di pensare che Azov, Settore Destro, la Legione Bianca eccetera, non sono affatto nazisti ma combattenti per la libertà, che non leggono Hitler ma Kant (come riferisce la Repubblica) e che la svastica è solo un simbolo solare (come riferisce il Corriere della Sera).

Prima ancora, la UE avrebbe potuto evitare di esigere dall'Ucraina, per l'associazione, lacrime e sangue, i sempiterni e odiosi “aggiustamenti strutturali” che arricchiscono le élite finanziarie e impoveriscono la società tutta. Il presidente Janukovich avrebbe così potuto accettare di entrare nella UE e il pretesto per la Maidan non ci sarebbe stato. Ma tutto si tiene, volontà di potenza economica e volontà di potenza politica. I loro meccanismi si intrecciano, le cose vanno come vanno e i grandi commentatori, i grandi economisti, i grandi politologi, i grandi giornalisti fanno la figura dei cioccolatai quando non dei propagandisti e basta.

 

5. L'Europa che la mia generazione ha conosciuto nel bene e nel male, cesserà di esistere. È questione di mesi. E sarà traumatico.

Leggete solo questo articolo di pochi giorni fa: https://oilprice.com/Latest-Energy-News/World-News/US-Strategic-Petroleum-Reserve-Falls-To-35-Year-Low.html
Provate a immaginare cosa questo significa per le industrie strategiche (anche quella delle armi). Pensate alla catastrofe, ad esempio, per la produzione di alluminio, di acciaio, di cemento. Altro che “tempesta globale”.

E stiamo parlando degli Stati Uniti, che per risorse e controllo politico-militare sono messi mille volte meglio dell'Europa. Un'Europa che gli Usa prima di soccombere azzanneranno alla giugulare succhiandoci fino all'ultima goccia di sangue.

L'altro giorno Maria Zacharova, la portavoce del ministero degli Esteri russo, ha dichiarato che gli Usa stanno spingendo l'Italia al suicidio economico: E' una cosa che tutti sanno perché si vede a occhio nudo, ma la compagnia di giro di politici e media ha dichiarato che è “una provocazione”. Anzi, qualcuno si è spinto ad affermare che l'unica possibilità per il “disperato Putin” è spaventare l'Europa.

Perché “disperato”? Perché il Rublo è ai massimi storici? Perché il saldo commerciale è ai massimi storici? Perché la stragrande maggioranza delle nazioni del mondo, tra cui le due più grandi e in ascesa, non applica le sanzioni e ha rapporti amichevoli con Mosca? Perché ha le armi più potenti del mondo? Perché col 10% delle sue forze armate sta sconfiggendo un esercito tre volte più numeroso e sostenuto da tutta la Nato?

Sono dati di fatto, sia che Putin piaccia o non piaccia. Io penso che se fossi russo non voterei per Putin. Ma per questo devo mettermi le fette di salame sugli occhi?

Perché “disperato”? Può essere, ma vorrei vedere le motivazioni e i dati che sostengono le motivazioni. Non le urla tribali.

Ma no, non c'è niente da fare: Maria Zacharova è solo una provocatrice! Stiamo andando a gonfie vele con solo qualche difficoltà (come dice Draghi). E avremo ancor più il vento in poppa.

Come no? Già dall'autunno si vedranno sequenze drammatiche (e si capirà che tutte le rassicurazioni del governo in scadenza sono fandonie).

Il futuro governo di centrodestra se la vedrà molto brutta. La Meloni, che è la più sveglia - e anche la più seria - dei tre leader della coalizione, è preoccupata fin da adesso. Sa che avrà grossi problemi, anche interni, perché dovrà gestire un'enorme e devastante crisi e non lo potrà fare nei termini che la sua ideologia - e quella dei suoi - vorrebbe (sovranità, tradizione, ordine sociale), ma nei termini che vorranno i signori della guerra e della finanza anglosassoni e nelle circostanze sociali che si produrranno. Che saranno circostanze di duri conflitti.

Si badi bene che a causa dell'abbandono della sinistra della conflittualità sociale per sposare gli interessi dei più forti, questi conflitti avranno delle caratterizzazioni politiche inedite, non ben definite, così come inedite e non ben definite saranno le loro cause: si sta andando verso la crisi di un sistema che è stato da una parte mitizzato da cialtroni e dall'altro scarsamente analizzato in modo serio nelle sue implicazioni economiche, sociali e ideologiche.

Potremo vedere nella stessa piazza chi è incazzato perché è stato licenziato dalla fabbrica o la sta  perdendo a maggior gloria della concentrazione e centralizzazione del capitale e chi è incazzato perché non può più farsi l'happy hour quotidiano. Lo si è già visto durante la pandemia. Si mischieranno ideologie e persino etiche, con quella del lavoro che rischia di essere marginalizzata.

Grande confusione, quindi, in cui si spera che qualcuno a sinistra cerchi di capire prima di proferire anatemi.

Posso anche ipotizzare che l'incarico a Giorgia Meloni sia come la briscola chiamata. Si faranno alcuni giri di prova, magari una mano, ma alla fine salterà fuori una sorta di ammucchiata Draghi allargata. Che ovviamente peggiorerà ancor di più la situazione. Ma cosa importa? A quel punto saremo bene allenati a cascare dal peskov.