La guerra in deroga verso il caos sistemico

 Giugno 2022

 

Ucraina: Usa e alleati lavorano a sanzioni contro la Russia - Pars Today

 

 

Nel febbraio del 2013 pubblicai online (tramite il sito “Megachip”) due volumi intitolati “Al cuore della Terra e ritorno”.
Il secondo volume era intitolato “La crisi che verrà. Definanziarizzazione e deglobalizzazione”.

In realtà tre anni prima avevo pubblicato per Mimesis un romanzo (“Il punto fisso”) che aveva come sfondo proprio la rottura dei mercati tra Est e Ovest.

Sono contento che quasi dieci (o tredici) anni dopo, il premio Nobel per l'Economia Joseph Stiglitz confermi le mie previsioni :-)
Lo fa nell'articolo “Getting Deglobalization Right” che inizia così: «It was clear at this year's gathering of business and political elites in Davos that
the longstanding vision of a world without borders is no longer credible
».

Il fatto che, diciamo così, io ci sia arrivato dieci (o tredici) anni prima di Stiglitz dipende da una circostanza precisa: lui è un super tecnico accademico e io no, non sono né un tecnico dell'economia né un accademico. In quanto tale ero più libero di lui di arrischiare un paradosso invece che essere costretto a ripetere dei pregiudizi.

In realtà ho anche avuto maestri migliori, come Giovanni Arrighi, accademico anche lui ma di altro stampo, che dove si stava andando a parare  lo aveva capito già agli inizi degli anni Novanta, cioè venti anni prima dei miei due volumi (e del romanzo), che senza Arrighi sarebbero infatti stati
impossibili.

Nel lavoro che allego (che sembra lungo ma in realtà ci sono molte immagini), cerco di fare un punto, complessivo anche se velocissimo,
in vista del prossimo collasso dell'esercito ucraino sul fronte del Donbass.

Collasso? Ma Zelensky non era sul punto di sfondare le frontiere russe e andare ad assediare il Cremlino? No.

Anche se non lo sapete, la retorica Usa-Nato-UE “L'Ucraina deve vincere” (e non deve cedere nemmeno un palmo di territorio), si è  rimodulata in “L'Ucraina deve vincere, ma a decidere cosa per lei sia ‘vittoria’ deve essere essa, non gli USA.”. E questa nuova versione è firmata
dall'Incaricata d'Affari all'ambasciata statunitense a Kiev, Kristina A. Kvien (che spero abbia avvertito la von der Leyen, altrimenti rimane  all'oscuro di tutto e continua imperterrita a suonare i tamburi di guerra – dopotutto la bionda signora era ministro tedesco della Difesa).

Il lavoro ha anche un breve excursus metodologico che credo sia necessario, dato che un intelligente amico scienziato e mi ha accusato di fare discorsi ideologici. Accusa che francamente non ho capito. L'ideologia acceca, dipinge la realtà come la si vorrebbe e non come è,
e quindi ha scarsissime possibilità di azzeccare una previsione. A me sembra che da diversi anni ne sto azzeccando fin troppe.
Fin troppe perché sono una più brutta dell'altra.

Non ho usato sfere di cristallo, ma una certa abilità come arrampicatore. In questo caso mi sono  arrampicato sulle spalle dei giganti che  mi hanno preceduto. E' così che anche chi è basso di statura può sperare di vedere lontano.


Il testo rimanda anche a delle brevissime clip, che ho montato e allego, e che vi invito caldamente a vedere e sentire, perché alcune cose  occorre toccarle per crederci.

Piotr, giugno 2022

 

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