Notiziario Patria Grande - Febbraio 2022
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NOTIZIARIO
FEBBRAIO 2022
CIVG Patria Grande / HONDURAS
BUONE NOTIZIE DALL’HONDURAS
GRANMA (CUBA) / ESTERI / CONFLITTO IN UCRAINA
Chiediamo di preservare la pace e la sicurezza internazionale
Dichiarazione del Ministero degli Esteri della Repubblica di Cuba, 22 febbraio 2022
GRANMA (CUBA) / ESTERI / VENEZUELA E GUERRA IN EUROPA
Il Venezuela ratifica il suo appoggio alla pace e alla Russia
GRANMA (CUBA) / ESTERI / COLOMBIA
Una donazione sospetta
GRANMA (CUBA) / ESTERI / PANAMA
Panama: donne indigene denunciano sterilizzazione senza consenso
GRANMA (CUBA) / ESTERI / MESSICO
López Obrador denuncia gli Stati Uniti per la campagna contro di lui
GRANMA (CUBA) / SOCIETA' / NUOVO CODICE DELLA FAMIGLIA
Cuba e il nuovo Codice della Famiglia
GRANMA (CUBA ) / ANALISI / INGERENZE E INFORMAZIONE
Silenzio e censura in "premio" a chi difende Cuba
GRANMA (CUBA) / ESTERI / RAZZISMO IN BRASILE
Brasile: lezioni di orrore e razzismo
GRANMA (CUBA) / ESTERI / PALESTINA
Condanna dell’espulsione delle famiglie palestinesi a Gerusalemme est
GRANMA (CUBA) / INTERNI / GUERRA AL NARCOTRAFFICO
Smantellata una rete di traffico di droga
CIVG Patria Grande / HONDURAS
BUONE NOTIZIE DALL’HONDURAS
Comunicato della Segreteria di Energia,
Risorse Naturali, Ambiente e Miniere dell’Honduras
Tegucigalpa, 28 febbraio 2022. In adempimento del Programma di Governo 2022-2026 della presidentessa Xiomara Castro, in conformità coi principi di giustizia climatica, rispetto e protezione delle risorse naturali, si comunicano al popolo honduregno, alla comunità nazionale ed internazionale le seguenti disposizioni della Segreteria di Energia, Risorse Naturali, Ambiente e Miniere:
1. Si annullano le approvazioni dei permessi di sfruttamento estrattivista, per essere lesivi dello Stato dell’Honduras, che nuocciono alle risorse naturali, alla salute pubblica e che limitano l’accesso all’acqua come diritto umano.
2. Si dichiara tutto il territorio honduregno libero dalle miniere a cielo aperto.
3. Per approvazione delle disposizioni in materia di moratoria mineraria finalizzata all’esplorazione e sfruttamento metallico e non metallico, si procederà alla revisione, sospensione e revoca delle licenze ambientali, permessi e concessioni.
4. Per le aree naturali di alto valore ecologico si procederà in forma immediata, assicurando la loro conservazione ed i benefici comuni per il popolo.
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Liberati i difensori di Guapinol
Dopo 914 giorni di detenzione illegale, il 24 febbraio 2022 sono stati finalmente liberati gli 8 difensori di Guapinol e del Sector San Pedro: Jeremias Martinez, Ewer Cedillo, Arnol Alemán, Kelvin Romero, Jose Abelino Cedillo, Orbin Hernandez e Porfirio Sorto. Erano stati incarcerati con false accuse, in relazione alla loro attività in difesa dell’ambiente.
Guapinol è una comunità semi rurale nella rigogliosa regione del Bajo Aguan, ricca di minerali, situata nel dipartimento di Colon, nel nord dell’Honduras. La sussistenza degli abitanti dipende dall'ambiente naturale, in particolare dal fiume Guapinol, loro unica fonte d’acqua potabile. Lo Stato, mediante l’Istituto di Geologia e Miniere, aveva stipulato contratti che autorizzavano una miniera a cielo aperto all’interno di un parco nazionale, con danni irrimediabili all’ambiente e all’approvvigionamento idrico della popolazione.
Un accampamento di protesta pacifica installato dagli abitanti per opporsi al progetto venne assalito dalle guardie armate di sicurezza privata dell'impresa mineraria e 8 manifestanti vennero portati in prigione in attesa di giudizio.
Dopo 2 anni e mezzo trascorsi ingiustamente lontani dalle loro famiglie e dalla comunità, alla loro liberazione sono stati accolti da una folla festante e fuochi d’artificio.
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Atti del Parlamento honduregno
Il 2 febbraio è stata approvata una legge che condanna il colpo di Stato, 12 anni dopo gli eventi, che include un decreto di amnistia a favore degli attivisti in difesa della sovranità, della terra e dell’acqua,per la liberazione dei prigionieri politici, delle persone che hanno processi in corso per motivi politici e dei funzionari pubblici del Governo dell'ex presidente Manuel Zelaya Rosales.
Ha inoltre deciso di dedicare una piazza ad Isis Obed Murillo - il primo martire del golpe - e autorizzato la creazione di una Commissione Internazionale contro l'Impunità e la Corruzione.
Il 2 marzo ha abrogato la nefasta Legge per la Classificazione dei Documenti Pubblici (conosciuta come Legge dei Segreti), principale mezzo del passato regime per occultare atti di corruzione e consolidare l'impunità nel paese.
GRANMA (CUBA) / ESTERI / CONFLITTO IN UCRAINA
Chiediamo di preservare la pace e la sicurezza internazionale
Dichiarazione del Ministero degli Esteri della Repubblica di Cuba, 22 febbraio 2022
Lo sforzo degli Stati Uniti per imporre la progressiva espansione della NATO verso i confini della Russia è una minaccia alla sicurezza nazionale della Russia e alla pace regionale e internazionale.
Il governo degli Stati Uniti ha minacciato per settimane la Russia e manipolato la comunità internazionale sui pericoli di una "imminente massiccia invasione" dell'Ucraina. Ha fornito armi e tecnologia militare, schierato truppe in diversi paesi della regione, applicato sanzioni unilaterali e ingiuste, e minacciato altre misure di ritorsione. In parallelo, ha scatenato una campagna di propaganda anti-russa.
Cuba ha già avvertito dei pericoli di questa politica.
Il 22 febbraio 2014, l'allora Presidente dei Consiglio di Stato e dei Ministri, il Generale di Corpo d'Armata Raúl Castro Ruz, ha avvertì: "In questo momento, in Ucraina si stanno verificando eventi allarmanti. L'intervento delle potenze occidentali deve cessare (...). Non si deve ignorare che questi eventi potrebbero avere conseguenze molto gravi per la pace e la sicurezza internazionale".
Anni dopo, il 26 settembre 2018, davanti all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, il presidente della Repubblica, Miguel Díaz-Canel Bermúdez, ha avvertito che: "La continua espansione della NATO verso le frontiere con la Russia causa gravi pericoli, aggravati dall'imposizione di sanzioni arbitrarie che rifiutiamo".
Chiediamo agli Stati Uniti e alla NATO di affrontare seriamente e realisticamente le richieste fondate di garanzie di sicurezza della Federazione Russa, la quale ha il diritto di difendersi.
Cuba sostiene una soluzione diplomatica attraverso un dialogo costruttivo e rispettoso.
Chiediamo il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale.
GRANMA (CUBA) / ESTERI / VENEZUELA E GUERRA IN EUROPA
Il Venezuela ratifica il suo appoggio alla pace e alla Russia
«La pace della Russia è la pace del mondo, e la difenderemo». Così ha detto da Caracas il presidente venezuelano Nicolás Maduro, in appoggio al suo omologo Vladímir Putin e al popolo russo, di fronte alla belligerante NATO che, con la guida degli Stati Uniti, minaccia di nuovo, stavolta con il pretesto del conflitto in Ucraina.
«Il Venezuela dichiara tutto il suo sostegno al presidente Putin nella difesa della pace, del suo popolo e della sua patria», ha ribadito Maduro prima di ricordare i vecchi colonialismi e i complessi di superiorità di un’Europa i cui propositi assomigliano a quelli che in un’altra epoca motivarono le avventure di guerra di Napoleone Bonaparte.
Il mandatario venezuelano ha condannato la trappola strategica che l'alleanza bellica insiste a tendere contro la fraterna nazione euroasiatica, circondandola militarmente: «La NATO pretende, per via militare, di far sparire la Russia e il mondo multipolare, che è già una realtà».
Poi ha aggiunto che Putin difende il diritto alla pace e alla dignità del suo popolo e ha ricordato che, come adesso contro la Russia e il suo presidente, negli anni ‘30 del secolo scorso le falsità furono il pretesto per aggredire l’Unione Sovietica.
Maduro ha aggiunto che la destra dell’Ucraina non è mai stata interessata ad un’intesa con la parte russa, ed ha esortato il mondo a non farsi sedurre dalle menzogne.
José Llamos Camejo e GM per Granma Internacional, 23 febbraio 2022
GRANMA (CUBA) / ESTERI / COLOMBIA
Una donazione sospetta
Gli USA hanno inviato otto milioni di dollari alla polizia colombiana,
contestata per la repressione contro il suo popolo. Foto da Internet
La vice segretaria di Stato per i Temi Politici degli Stati Uniti, Vittoria Nuland, ha reso noto nella sua visita ufficiale in Colombia che il suo governo ha stanziato otto milioni di dollari per rinforzare la polizia nazionale del paese sudamericano, contestata per la sanguinosa repressione scatenata per contenere le manifestazioni dopo il 28 aprile del 2021, che ha causato la morte di 46 manifestanti.
La forza militare si mostra invece inattiva di fronte agli assassinii dei leaders sociali dei firmatari degli Accordi di Pace del 2016 e ai dei massacri commessi contro le comunità povere del Paese.
Prensa Latina ha informato che sino ad oggi sono 21 i leadres e i difensori dei diritti umani assassinati in questo 2022, e 1307 dalla firma degli accordi di pace. Altri 303 firmatari di questi accordi sono stati assassinati. A tutto questo va aggiunto che nelle giornate di protesta contro il Governo del presidente Iván Duque Márquez ci sono state 359 aggressioni contro giornalisti che coprivano le manifestazioni marce, ha riportato l’agenzia Sputnik.
Questa quantità di denaro sarebbe un'autentica donazione se fosse destinata a combattere la fame in Colombia, dove oggi vivono 21 milioni di persone in povertà assoluta, che non possono comprare alimenti. Inoltre, il 10,8% dei bambini colombiani con meno di cinque anni soffre per denutrizione cronica, ha riportato l’Inchiesta Nazionale della Situazione Nutrizionale.
Alla stessa stregua, la donazione potrebbe essere destinata alla lotta contro il covid perché, come ha riferito l’Istituto Nazionale di Salute, l’89% della popolazione colombiana è stata contagiata da questa malattia e ogni ora muoiono per questo nove persone.
Nuria Barbosa León e GM per Granma Internacional, 20 febbraio 2022
GRANMA (CUBA) / ESTERI / PANAMA
Panama: donne indigene denunciano sterilizzazione senza consenso
Telesur riporta che il Governo di Panama e la Difesa del Popolo hanno informato che è stato dato inizio alle indagini sull'ipotesi di interventi di sterilizzazione praticati sulle donne indigene in un ospedale pubblico e senza consenso.
Questo, in sintesi, il comunicato: «il Ministero della Salute ha iniziato un’indagine in relazione a presunti procedimenti chirurgici di sterilizzazione senza il consenso delle pazienti», dove si aggiunge che saranno richieste informazioni alle autorità sanitarie della comunità indigena Ngäbe-Buglé e nella provincia Bocas del Toro, a nord ovest dell’istmo.
Parallelamente, la Difesa del Popolo ha informato sulla creazione di una commissione sui diritti umani per approfondire il tema, ha aggiunto Telesur. Inoltre, la vicepresidente del Parlamento, Kayra Harding, ha presentato una denuncia al Pubblico Ministero.
L’apertura delle indagini è avvenuta dopo che, durante una sessione della Commissione Parlamentare della Donna, l’Infanzia, la Gioventù e la Famiglia, la deputata Walkiria Chandler aveva riferito su una visita realizzata con altri legislatori nell’ottobre del 2021 nella comunità indigena di Charco La Pava, in Bocas del Toro. Durante quella visita avevano raccolto le denunce di una dozzina di donne che, dopo il parto in un lontano ospedale chiamato Silenzio, si erano svegliate e avevano preso atto dell'avvenuta sterilizzazione senza il loro consenso.
Secondo i media, dopo aver raccolto le denunce, i deputati hanno scritto una relazione e sollecitato il ministro della Salute, Luis Francisco Sucre (attualmente fuori dal Paese) di apparire davanti alla Commissione, ma questi non si è presentato nonostante il suo pieno coinvolgimento nei fatti.
Il ministro della Salute ad interim Ivette Berríos ha partecipato a sua volta alla Commissione e, invece di attendere l'esito, ha riferito che la Chandler non disponeva di prove e che obbediva a una cospirazione politica.
Redazione Granma e GM per Granma Internacional, 20 febbraio 2022
GRANMA (CUBA) / ESTERI / MESSICO
López Obrador denuncia gli Stati Uniti per la campagna contro di lui
Il presidente del Messico, Andrés Manuel López Obrador.
Foto: Agencia Anadolu
"Tutta la campagna contro il governo del Messico proviene dagli Stati Uniti", ha denunciato il presidente Andrés Manuel López Obrador nella sua conferenza stampa del 17 febbraio tenuta a Tijuana, nella Bassa California. Lo ha riportato l’agenzia Prensa Latina.
In un dibattito sul tema dell’ondata di omicidi di giornalisti, il presidente ha condannato l’aggressiva campagna contro di lui messa in atto da giornalisti reazionari come Carlo Loret de Mola, Ciro Gómez, Claudio X e altri professionisti molto ben pagati, quando in generale i reporter guadagnano molto poco, si legge nel comunicato di Prensa Latina.
"La campagna proviene dalle imprese che facevano affari con il Messico, dai grandi media e anche direttamente dal governo diWashington, che paga lauti stipendi a giornalisti mercenari attraverso istituzioni come la Usaid, e per questo presenterò la denuncia al presidente Joe Biden", ha aggiunto il mandatario messicano, e ha continuato: «Io rappresento un’autorità legale e democraticamente eletta, istituzionale, e continueremo a parlare di questo perchè sono temi molto importanti. È necessario dimostrare che nel mondo il potere mediatico è usato per imporre la corruzione affinché le imprese possano rubare impunemente».
Poi ha accusato le imprese non solo di dominare i media, ma di influenzare anche le politiche i governanti. Non è il popolo che li sceglie – ha detto – ma sono le grandi corporazioni attraverso i mezzi di comunicazione che favoriscono i partiti e scelgono governanti senza capacità di direzione. Dobbiamo svelare e investigare su cosa c’è dietro a questo e come funziona il finanziamento dei media e dei giornalisti mercenari che guadagnano milioni di dollari.
Il mandatario ha ripetuto, parlando della sicurezza dei giornalisti onesti, che non si permette l'impunità a nessuno, e che questa è la differenza del suo Governo con i precedenti: non stabilirà relazioni di complicità con nessuno e chi commette un reato sarà indagato e sanzionato, chiunque sia. E poi ha aggiunto: «Abbiamo posto molta attenzione per far sì che non si presenti quello che succedeva nei precedenti governi neoliberali che si associavano alla delinquenza con il potere politico e economico. Considero anche molto rilevante che lo Stato non sia più il principale violatore dei diritti umani come avveniva prima. Non ci sono crimini di Stato nè massacri, non si ordina di far scomparire nessuno e non esiste quel livello di letalità che era presente con il governo di Felipe Calderón».
La segretaria della Sicurezza, Rosa Icela Rodríguez, ha assicurato che l’indagine sugli assassinii dei giornalisti procede speditamente e ci sono già numerosi detenuti sotto processo giudiziario. Il suo subordinato, Ricardo Mejía, ha precisato: «Già sono stati fermati e indagati i tre autori materiali dell’omicidio di Lourdes Maldonado, e questo deve portare ai mandanti dell’esecrabile crimine degli altri giornalisti assassinati, cinquanta, dal 2018».
Redazione Granma e GM per Granma Internacional, 18 febbraio 2022
GRANMA (CUBA) / SOCIETA' / NUOVO CODICE DELLA FAMIGLIA
Cuba e il nuovo Codice della Famiglia
Le date non sono casuali: febbraio è il mese segnato dal giorno 24 nel 1895, quando Cuba si sollevò nuovamente in armi perchè il sangue versato venisse onorato con la piena libertà; mentre aprile è quando la terra cantò e pianse e nel 1961 portò l’impensabile: la sconfitta dell’imperialismo.
Non è per caso che questi mesi coincidono con lo sviluppo, con l'inizio o con la fine di processi essenziali per la vita politica del paese, e non solo per scopi commemorativi: hanno a che vedere anche con l’esigenza della Rivoluzione d’avanzare continuamente nella completa conquista della giustizia e di tutti i diritti, ispirata nell’eroismo con cui sono stati costruiti i suoi pilastri.
Dal 1º febbraio al 30 aprile, si svolgerà il processo di consultazione popolare del Codice delle Famiglie, evento che corrisponde alla volontà trasformatrice del progetto rivoluzionario cubano, coerente con i principi costituzionali come l’inclusione, l’uguaglianza e la non discriminazione.
Il Codice, basato sugli affetti e sulla conoscenza delle realtà con le quali conviviamo ogni giorno, non è frutto di un capriccio, ma della necessità di attualizzare la legge al contesto e soprattutto proteggere ogni persona.
Nessuno è estraneo ai vasti temi che questo documento riflette, perchè in esso si riflettono una società plurale e la diversità familiare che la costituisce. Dal principio delle bambine e dei bambini come soggetti di diritto, alla protezione delle persone anziane e degli invalidi; le responsabilità di madri e padri nei confronti della prole; il matrimonio; la procreazione assistita; l’ambiente digitale libero da discriminazioni e violenza come diritto dell’infanzia e degli adolescenti. Il progetto del Codice riflette la nazione che siamo e quella che vogliamo e dobbiamo essere.
È impossibile costruire il consenso dalla mancanza di conoscenza e per questo è essenziale approfittare della consultazione popolare come di un autentico spazio di dibattito e costruzione collettiva. Per questo s’impone uno studio che precede la proposta. La diffusione del testo in formato digitale e la sua vendita in formato stampato contribuiscono a questo proposito.
Coloro che pretendono di sabotare l’approvazione del Codice scommettono sul trionfo dei pregiudizi sull’intelligenza. Le menti chiuse prima della sensibilità. L’informazione è il miglior antidoto di fronte alle manipolazioni. Per questo la consultazione è un’opportunità per crescere come esseri umani e sollevarci per le cause giuste.
Ricordiamo anche l'avviso martiano: «La giustizia, l’uguaglianza del merito, il trattamento rispettoso dell’uomo, l’uguaglianza piena del diritto: questa è la Rivoluzione».
Yeilén Delgado Calvo e GM per Granma Internacional, 1 febbraio 2022
GRANMA (CUBA ) / ANALISI / INGERENZE E INFORMAZIONE
Silenzio e censura in "premio" a chi difende Cuba
Il 27 gennaio scorso, mentre i corrispondenti di Resumen Latinoamericano-Cuba svolgevano all'Avana il loro lavoro quotidiano per l'edizione web, la pagina del sito si è oscurata. Pochi minuti dopo, la redazione ha cominciato a ricevere messaggi via WhatsApp da amici che non riuscivano ad accedervi.
«Ci siamo immediatamente messi in contatto con i gestori del server, ospitato in Canada, chiedendo loro cosa succedeva dato che neanche noi avevamo accesso ai dati», ha informato in un comunicato la redazione di Cuba en Resumen. La risposta è stata la seguente: «hola: ci siamo accorti che questo account è utilizzato in un paese soggetto alle leggi dell’embargo USA. Questa è una violazione dei Termini di Servizio e, come tale, dobbiamo chiedere l'interruzione del cpntratto», e hanno aggiunto: «Grazie per la comprensione. Ha 24 ore a partire da questo momento per fare una copia di sicurezza dei suoi dati e spostare il suo account su un altro fornitore di servizi prima che sia cancellato».
I corrispondenti a Cuba del media argentino non avevano commesso nessuna infrazione, non avevano violato nessuno degli accordi del contratto stabiliti con il fornitore, e i pagamenti erano puntuali. La grande colpa della testata, con una carriera di più di trent'anni e corrispondenti in Brasile, Stati Uniti, Perù e Venezuela, è la difesa dell’Isola ribelle: «Noi che lavoriamo a Cuba siamo testimoni della crudeltà della guerra economica degli Stati Uniti contro l’Isola, lo viviamo ogni giorno nella nostra vita quotidiana, nelle nostre case e nel nostro lavoro», ha detto Graciela Ramírez, capo della redazione di corrispondenza all’Avana.
Non è la prima volta che tentano di silenziare Cuba in Resumen. Nel marzo del 2020, all’inizio della pandemia, quando pubblicarono la notizia dell’arrivo della nave da crociera Ms Braemar, che navigava nelle acque dei Caraibi senza riuscire ad attraccare in nessun porto perchè aveva a bordo numerosi casi di covid, avevano sofferto un’aggressione simile. La compagnia che aveva messo in atto la vile azione in quel caso fu SiteGround, che ancora oggi non permette l’accesso da Cuba a nessuno dei siti web che ospita. Questa azione di censura è l'ennesimo esempio del peso del blocco economico, commerciale, finanziario e informativo che il Governo degli USA esercita contro Cuba. È una dimostrazione dell'impegno dei nemici della Rivoluzione cubana per dominare l’informazione ed esercitare una marcata influenza su ciò che si legge, si ascolta e si vede dentro e fuori dall’arcipelago. Le reti sociali Twitter, Instagram e Facebook procedono quasi d’ufficio a rendere invisibili le pubblicazioni che mostrano appoggio al popolo cubano e alla sua resistenza. Le pagine ufficiali e gli account dei media d’informazione dell’Isola nelle reti sociali sono state oggetto di attacchi con il fine di tacitarli.
Da quando l’ex presidente Donald Trump ha eliminato la cosiddetta «direzione presidenziale 20», un documento confidenziale firmato da Obama, una normativa che obbliga il Pentagono e le agenzie d’intelligence a ottenere il permesso di altri dipartimenti del Governo prima di lanciare attacchi cibernetici, la porta è rimasta aperta a qualsiasi oltraggio. Tra i bersagli preferiti c’è Cuba: far tacere la voce del suo popolo e quella dei suoi amici per poter diffamare e mentire impunemente, senza controffensiva, per costruire una falsa realtà che la lasci disarmata di fronte a suoi nemici.
Tutto quello che si pone contro questo disegno degli eserciti mediatici dell’impero, riceve come «premio» della propria ribellione la censura e il silenzio.
Raúl Antonio Capote e GM per Granma Internacional, 9 febbraio 2022
GRANMA (CUBA) / ESTERI / BRASILE
Brasile: lezioni di orrore e razzismo
Il Brasile affronta tremendi problemi, come la tragedia ambientale, il caos sociale e l’attiva campagna anti vaccinazione. A tutto questo si è sommato il razzismo strutturale che riflette il grado di violenza e di odio diffusi nella società del gigantesco paese sudamericano.
Il quotidiano Página 12 ha pubblicato un articolo nel quale riferisce che, la notte del 24 gennaio, il giovane congolese Moïse Kabagambe si era recato sul luogo del suo lavoro, un bowling sulla spiaggia Barra da Tijuca, per ritirare 40 dollari, la paga di due giornate di lavoro, È stato aggredito da due dipendenti del locale - uno era il gestore - e da un terzo uomo che lavorava nel bowling vicino, ed è stato letteralmente massacrato con una mazza da baseball e pesanti bastoni. È rimasto sul pavimento con varie fratture, con i piedi e le mani legate.
Una donna di passaggio ha chiesto aiuto a due guardie municipali, le quali però non si sono mosse perchè sapevano che sia il bowling dove Moise è stato massacrato che quello vicino appartengono alla polizia militare.
Página 12 scrive che «non è assolutamente un caso isolato di violenza contro i negri in Brasile. Al contrario, è parte di una barbara routine».
La forte reazione registrata questa volta è stata provocata dalla diffusione delle immagini delle telecamere di sicurezza che mostrano l’aggressione brutale, e perchè si trattava di un rifugiato la cui famiglia ha abbandonato il suo paese proprio per sfuggire dalla violenza.
«Il brutale assassinio di Moïse ha messo in luce la precarietà che affrontano i rifugiati africani in Brasile. Oltre al razzismo, soffrono il disprezzo per la loro origine. Molti immigrati africani hanno studi superiori e titoli di laurea, sono poliglotti ma non trovano lavoro e finiscono per accettare qualsiasi posizione, anche scaricare pietre, per poter mantenere le loro famiglie, dice l'articolo.
Il 73% dei morti assassinati dalla polizia in Brasile sono negri. Ogni 23 minuti un negro muore in maniera violenta, ucciso dalle forze di sicurezza.
Il noto intellettuale cubano Victor Fowler ha scritto nel suo account Facebook di questi fatti che, oltre che a diffonderla, porta la notizia in uno spazio pubblico per pensare e dibatterne, per fare qualcosa di utile che apra gli occhi su questo orrore, per non abituarci a queste notizie spaventose.
Milagros Pichardo e GM per Granma Internacional, 9 febbraio 2022
GRANMA (CUBA) / ESTERI / PALESTINA
Condanna dell’espulsione delle famiglie palestinesi a Gerusalemme est
Un palestinese raccoglie fotografie personali tra le macerie della sua casa
demolita il 16 febbraio a Gerusalemme est. Foto: AP
In nome di Cuba, il ministro delle Relazioni Estere di Cuba, Bruno Rodríguez Parrilla, ha condannato l’espulsione delle famiglie palestinesi dalle loro case a Gerusalemme Est ad opera del Governo israeliano. Sul suo account Twitter, il Cancelliere cubano ha scritto che con questa azione sono state violate la Carta dell'ONU e il diritto del popolo palestinese a uno Stato sovrano e indipendente secondo le frontiere precedenti al 1967, con Gerusalemme Orientale come capitale.
Un gruppo di rappresentanti delle agenzie delle Nazioni Unite e di organizzazioni non governative si è riunito venerdì 18 con una famiglia palestinese nel quartiere di Sheij Jarrá, a Gerusalemme Est, a fronte della minaccia di demolizione della loro casa da parte del autorità israeliane e in seguito alla recrudescenza degli ultimi anni delle tensioni nella zona, ha informato l’agenzia Europa Press.
L’annuncio dello sfratto nel mese di marzo della famiglia Salem, composta da dodici persone tra cui sei bambini, ha provocato tensioni e scontri tra i residenti palestinesi e i coloni israeliani, oltre agli arresti di vari palestinesi da parte delle forze israeliane.
Il gruppo umanitario dell’organizzazione internazionale in Palestina costituito da agenzie dell'ONU e da ONG, ha sottolineato con un comunicato che «la famiglia Salem è una delle 218 famiglie palestinesi, per un totale di 970 persone, compresi 424 bambini, che risiedono a Gerusalemme Est, in gran parte dei quartieri di Sheij Jarrá e Siluan, che affrontano la minaccia dell’espulsione forzata.
«Le Nazioni Unite hanno chiesto ripetutamente di fermare le espulsioni e le demolizioni nella Cisgiordania occupata, inclusa Gerusalemme Est: secondo il diritto umanitario i trasferimenti forzati di persone protette da parte della potenza occupante sono proibiti, indipendentemente dalle motivazioni», ha ribadito.
Più di trecentomila palestinesi e 210 mila coloni israeliani vivono attualmente a Gerusalmme Est.
Redazione Granma e GM per Granma Internacional, 19 febbraio 2022
GRANMA (CUBA) / INTERNI / GUERRA AL NARCOTRAFFICO
Smantellata una rete di traffico di droga
Cuba ha smantellato una rete di traffico di droga e ha responsabilizzato il governo degli Stati Uniti per l’impunità con cui agiscono dal loro territorio i criminali che lo muovono, causando un flagello che si sviluppa e cresce in tutto il mondo per l'altissima redditività.
Come risultato di varie operazioni realizzate dalla polizia, le autorità hanno dimostrato che un emigrato negli Stati Uniti insisteva nell’organizzazione di una spedizione in territorio cubano di un cannabinoide sintetico da commerciare nella capitale. Il capitano Arnal Ramos Maqueira, istruttore della Direzione Generale d’Investigazione Criminale, ha detto alla televisione cubana che il soggetto introduceva la droga nell’Isola usando il doppio fondo dei bagagli.
L'indagine ha rotto la protezione e l'impunità di cui godeva l’emigrante cubano negli Stati Uniti, il quale non ha risposto alle accuse.
«Come prassi, ogni volta che scopriamo un caso in cui è coinvolto un emigrante cubano e ne abbiamo le prove, informiamo le autorità nordamericane. In precedenza avevamo scoperto un’operazione in cui il soggetto era lo stesso organizzatore della spedizione, e avevamo inviato alle autorità statunitensi tutte le informazioni senza però ottenere risposte di azioni contro questo soggetto», ha segnalato il tenente colonnello, capo della Sezione dell’Organo Specializzato nello Scontro Antidroga della Direzione Tecnica delle investigazioni (DTI).
Durante l’operazione abbiamo sequestrato 605 grammi di cannabinoide sintetico e 656 470 pesos, più alcuni strumenti dell’attività illecita come apparati per sigillare sotto vuoto, moto elettriche, cellulari, bilance digitali, una pistola calibro 22 con sette proiettili e vari oggetti d’oro. L'operazione conferma la volontà politica del Governo cubano di voler praticare tolleranza zero su questo flagello e di rinforzare continuamente la guerra contro l'illecito e l’uso delle droghe. La crescita delle nuove sostanze psicoattive delle droghe sintetiche invade ogni angolo del pianeta, e anche negli Stati Uniti è stato registrato il maggior numero di morti della loro storia per overdose dovute a questo tipo di sostanza.
Il colonnello Héctor González Hernández, secondo capo dell’organo Anti Droga specializzato ha commentato il 18 febbraio durante il programma Mesa Redonda della televisione cubana che «tra aprile del 2020 e lo stesso mese del 2021 sono stati registrati più di centomila morti per la pandemia degli oppiacei».
Ortelio González Martínez e GM per Granma Internacional, 23 febbraio 2022