Discriminazione nei confronti dell’editore Kappa Vu da parte Regione Friuli Venezia Giulia

15 ottobre 2021

 

Chi siamo  La Regione Fvg vuole mettere la mordacchia alla storia. "Sponsorizza"  l'esclusione della casa editrice friulana Kappa Vu dal salone del libro di  Torino... politicamente non gradita – Friulisera

 

L’accaduto.

Da un paio d’anni da prima del Covid, avevamo costituito un’Associazione di editori del Friuli-Venezia Giulia.

Dopo una serie di traversie e difficoltà legate anche al periodo della restrizioni per la pandemia, eravamo riusciti ad approdare come Associazione (tutti piccoli o piccolissimi editori) al Salone del libro di Torino, “ospitati” nello stand della Regione FVG, che ci consentiva di mandare per ognuno una ventina di titoli, e di fare ognuno la presentazione di un libro (il tutto organizzato da Promoturismo FVG).

L’Associazione degli editori lo riteneva un momento utile di visibilità per tanti motivi. Senonché una settimana fa è successo che una telefonata al presidente dell’Associazione da Promoturismo per conto dell’assessore regionale alla cultura, imponeva un diktat: se partecipa anche Kappa Vu non partecipa nessuno dell’Associazione. Il motivo? Una mozione approvata nel marzo 2019 dal consiglio regionale che impegnava la Regione a non dare nessun appoggio, promozione o contributo a case editrici “negazioniste” (l’unica possibile, la Kappa Vu, non nominata esplicitamente nella mozione).

Dato che quando è arrivata la notizia dell’arbitraria nostra esclusione mancavano pochi giorni all’apertura del Salone, non essendoci il tempo per una proficua discussione, abbiamo deciso, per non metter in difficoltà l’Associazione, di ritirarci come casa editrice. Abbiamo chiesto soltanto che l’Associazione patrocini la presentazione del libro che avevamo proposto prima che ci fosse la nostra “esclusione”, per non danneggiare l’autrice, che ci teneva moltissimo, per la quale, come si può immaginare, è importante esesere al Salone di Torino. Si tratta di un romanzo “giallo” ambientato a Venzone ( e parzialmente a Torino), niente di politico, ma molto ben scritto, interessante, con il sottofondo del dopo-terremoto e delle paure conseguenti. 

Ieri comunque la cosa è scoppiata anche “massmediaticamente” perché c’è stata un’interrogazione regionale del consigliere Furio Honsell (ex sindaco di Udine) sulla nostra esclusione e quindi qui da noi se ne sta parlando, e stiamo ricevendo molti attestati solidarietà..

Ti scrivo oltre che per raccontarti questa ulteriore discriminazione subita da chi cerca di continuare a pubblicare la verità sulle vicende del confine orientale e della Jugoslavia.

 

 

Alessandra Kersevan storica e responsabile della Casa Editrice Kappa Vu

 

La Regione Friuli Venezia Giulia vuole mettere la mordacchia alla storia. “Sponsorizza” l’esclusione della casa editrice friulana Kappa Vu dal salone del libro di Torino… politicamente non gradita          di Fabio Folisi    12 Ottobre 2021

Cose da "ventennio" in Fvg e non solo contro i giornalisti ma anche contro gli editori, ma ovviamente nascondendone la matrice che deve rimanere eterea. La notizia dell'esclusione della casa editrice friulana Kappa Vu dal salone del libro di Torino perché politicamente non gradita, circolava da qualche giorno, oggi la conferma "istituzionale" viene da una interrogazione del consigliere di Open Fvg Furio Honsell (che potete leggere in calce) che chiede lumi alla Regione. Giustamente cauto il consigliere di Open Fvg che nel suo ruolo istituzionale chiede se è tutto vero. Noi invece possiamo permetterci di essere meno delicati e di raccontare che l'intervento della Regione c'è stato, ma ovviamente non con atto scritto e diretto, ma con una telefonata ad interposta persona, da parte di chi era incaricato di gestire l'organizzazione e la promo dello stand Fvg al salone del libro di Torino. Una triangolazione paramafiosa con la quale si è "consigliato" agli altri editori di “scaricare” la Kappa Vu. Detto fatto, in perfetto stile “sotans” e con imbarazzato battito di tacchi. Come definire questa operazione se non di censura, anzi di più, perchè non si tratta della messa all'indice di singolo un libro, fatto già grave, ma addirittura di una intera casa editrice. Una deriva censoria pericolosa, come risibili sono le motivazioni e soprattutto l'utilizzo come clava di una “mozione” più ridicola che vergognosa, approvata dal centrodestra nel marzo nel 2019, non senza suscitare già allora polemiche. Ma nulla avrebbe fatto pensare che si passasse ai “fatti”. Mozione fra l'altro presentata dall'allora consigliere forzista Piero Camber che pochi mesi dopo sarà cacciato dal consiglio regionale dopo la condanna definitiva nell'inchiesta giudiziaria “spese pazze” per l'utilizzo “disinvolto” di soldi pubblici. Ebbene questo è il personaggio da cui scaturisce la mozione censoria, mozione approvata a maggioranza dal centro destra, sostenuta da alcuni altri consiglieri che si sono associati alla crociata. E a proposito di crociate ed affini, vale la pena ricordare, a mero titolo di disquisizione, che la storia della censura e in particolare della messa all'indice di libri è stata pratica in uso fin dal 1515, dal IV Concilio Lateranense e che solo nel 1966 venne abolito in seguito alle riforme del Concilio Vaticano II sotto papa Paolo VI. Ma invece il consiglio regionale Fvg è indietro di oltre 50 anni e non solo riesuma la pratica ma, visti i personaggi promotori ed il tema proposto, lo fanno riferendosi, in spirito, probabilmente non all'indice vaticano ma alle Bücherverbrennungen, i roghi dei libri iniziati il 10 maggio 1933, a Berlino per ordine di Adolf Hitler. Ma in realtà Hitler, che in più ci mise il fuoco, aveva plagiato le decisioni già prese dal suo camerata Benito Mussolini che già nel 1930 aveva fatto proibire la distribuzione di libri che contenevano ideologia marxista o simili. In realtà però il divieto italico, almeno in una prima fase, era soft, questi libri potevano essere raccolti nelle biblioteche pubbliche in sezioni speciali non aperte al pubblico. Ma la censura libraria del regime fascista, forse anche influenzata dalle scelte teutoniche, fu attuata in maniera più decisa nel 1934. In quell’anno si ebbe una svolta decisiva, con la creazione di un sofisticato sistema di censura preventiva di cui diventava protagonista l’Ufficio stampa e propaganda, che attuò l’intervento di epurazione libraria per bonificare le biblioteche popolari da quel materiale “che potesse esercitare sui lettori dannose influenze per i buoni costumi o che in ogni modo contraddicesse al Regime e ai suoi fini educativi.” Ecco, la mozione Mozione 50 del consiglio regionale del Fvg si ispira evidentemente a quei principi, altro che negazionismo. L'idea è quella di mettere la mordacchia addirittura alla storia. Del resto in questi tempi, come possiamo vedere dalle cronache quotidiane, sono ben altri i negazionismi in campo. Basti pensare alla negazione dell'ovvio rispetto alla matrice squadristica e fascista dei fatti di Roma di qualche giorno fa, per non parlare delle incredibili performance televisive in onda su tutte le reti televisivi che vedono esponenti della destra italiana arrampicarsi sugli specchi, pur di non ammettere i loro collegamenti con gli ambienti neofascisti di Forza Nuova e di altre associazioni delinquenziali perfino peggiori. Inchieste giornalistiche con filmati che parlano da soli, così come parlano le immagini dell'irruzione nella sede della Cgil nazionale. Fatti palesi che vengono ripetutamente negati con patetici tentativi di bilanciamento attraverso la favoletta del “siamo contro tutti i totalitarismi”, nella speranza che gli italiani siano tutti acefali. Dal canto nostro ricordando il film "la vita e bella" quando Benigni con un colpo di genio imponeva il divieto d'ingresso nella sua libreria a “ragni e visigoti”, noi suggeriamo una soluzione a Meloni, Salvini &c, potrebbero raccontarci che il “ratto delle Sabine” fu un azione squadristica e che i “fascisti” di Forza Nuova tali non sono, ma la loro vera “matrice” e quella romana, quella antico romana. Quella narrata da Plutarco. Occhio Plutarco lo storico, non Pluto il cane della Disney.

Il testo dell'interrogazione di Furio Honsell

“La partecipazione della Regione al Salone del Libro con uno stand ben più grande rispetto al passato è un’ottima vetrina per le case editrici del nostro territorio,” afferma  Furio Honsell nell’interrogazione depositata in data odierna in cui chiede  appunto alla Giunta le motivazioni dell’esclusione della Casa Editrice Kappa Vu Edizioni dal Salone del Libro. “Considerando che la Regione si pone come obiettivo principale proprio quello di dare spazio in questa occasione alla cultura regionale non posso non chiedermi come proprio la Kappa Vu sia stata esclusa da questa opportunità.” Si spiega meglio il Consigliere di Open Sinistra FVG: “La Kappa Vu Edizioni infatti è conosciuta per l’accurata ed approfondita documentazione con cui tratta temi riguardanti la storia del confine orientale, della Resistenza, delle foibe e dei campi di concentramento fascisti. Inoltre da sempre pone attenzione alla poesia e alla narrativa soprattutto di autori della nostra regione, e da sempre profondo è il suo impegno nella tutela della lingua e della cultura friulane.” “Sembra che l’esclusione dipenda dall’approvazione della mozione in cui si sospendeva qualsiasi contributo finanziario o concessione a beneficio di soggetti che concorrano a negare o ridurre il dramma delle Foibe e dell’Esodo.”  “Se così fosse – sottolinea Honsell – ci troveremmo davanti ad grave atto discriminatorio basato sul nulla in quanto la casa editrice non risulta concorrere in alcun modo a negare o ridurre il dramma delle Foibe e dell’Esodo. Anzi! Da sempre la Kappa Vu sottopone questi importanti argomenti storici alla ricerca e al vaglio documentale e testimoniale con metodo storiografico nel contesto della «più complessa vicenda del confine orientale» come previsto dall'art. 1 della legge istitutiva del Giorno del Ricordo.” “Mi auguro quindi che le motivazioni dell’esclusione siano altre ma soprattutto che siano sufficientemente valide a spiegare tale decisione che comporta un evidente danno economico per la casa editrice.” 

Da   FRIULISERA  

Il CIVG (Centro Iniziative per Verità e Giustizia) Italia, esprime la massima solidarietà alla casa editrice Kappa Vu, colpita da questa miserabile discriminazione e si mette a disposizioni per eventuali campagne di informazione e solidarietà contro questa ingiustizia e attacco al diritto di fare storia, anche controcorrente. Una battaglia, in cui ci riconosciamo pienamente ed è parte del nostro impegno.