La disinformazione e la formazione del consenso attraverso i media

E' uscito il primo volume della trilogia sulla Disinformazione di Paolo Borgognone con la prefazione di Giulietto Chiesa.

 

 

Dalla Prefazione di G. Chiesa

Il mainstream peggiora a vista d’occhio. E, tanto più peggiora, tanto meglio si vede in filigrana quando mente (anche se non è facile, di primo acchito, vedere quanto mente). Peggiora ma non pare destinato, per il momento, a passare a miglior vita. Infatti viene sostenuto da possenti iniezioni di morfina, che lo rendono , se non più sano, quanto meno abbastanza arzillo. Io, da modesto cronista, l’ho seguito con grande attenzione nelle sue circonvoluzioni: dalla narrazione che imbastì a proposito della fine dell’Unione Sovietica, all’esaltazione della figura di Boris Eltsin, dipinto a tinte pastello  come il primo presidente democratico della nuova Russia, mentre era soltanto un Quisling ubriacone che la Russia la svendette, privatizzandola, tutta intera, con la modica spesa di 10 miliardi di dollari (sottolineo,  dieci miliardi di dollari).

L’ho seguito, il mainstream  durante gli eventi dell’11 settembre 2001, a volte perfino ammirato della sua spettacolare potenza. Non si poteva non restare affascinati dalla capacità planetaria con cui riuscì prima a raccontare che il colpevole era stato Osama bin Laden, insieme a 19 terroristi semi-analfabeti, naturalmente islamici, poi a chiudere bruscamente e per sempre (forse) la pagina, dimenticandola insieme ai prigionieri di Guantanamo. Che infatti sono ancora là a prendere il sole di Cuba senza essere stati gratificati nemmeno da un qualche modesto capo d’accusa,  in compenso  definiti sbrigativamente “nemici combattenti”, che solo Bush sapeva cosa volesse dire…. …La guerra si prepara. Chi vuole saperne di più guardi dove va il mainstream:  sono le sue “portaerei” a indicare dove bombarderanno i missili e i caccia dell’Impero morente.

Del libro La Stampa ha scritto:

“Provocatorio e documentato. “La disinformazione e la formazione del consenso attraverso i media” (Zambon Verlag, 288 p., 12 euro) è un saggio che analizza l’utilizzo dei media da parte dei poteri forti scritto da un trentenne storico astigiano: Paolo Borgognone. Non a caso la prefazione è di uno dei giornalisti più battaglieri e polemisti del panorama italiano, l’ex-corrispondente da Mosca de La Stampa Giulietto Chiesa. Secondo le intenzioni dell’autore questa inchiesta è la prima parte di una trilogia avente per tema la disinformazione: i prossimi riguarderanno la propaganda di guerra e il caso italiano. Questo primo libro prende in esame alcuni modelli che a suo dire mettono in risalto il problema. Come giornale usato per la «disinformazione strategica» cita il The Economist perché controllato dalla classi dirigenti come strumento per formare l’opinione pubblica e poi affronta quello che Borgognone definisce «l’anticomunismo quale filtro del modello della propaganda e meccanismo di controllo sociale», che viene identificato «nella santificazione mediatica della dissidenza cubana e la demonizzazione del regime castrista». Tesi estreme, che faranno sicuramente discutere ma che per avvalorarle Borgognone attinge a piene mani da un’ampia documentazione. E’ un libro sicuramente anti-occidentale”

Enzo Armando, La stampa

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