Morte alla terra, lunga vita alla Nutella

febbraio 2020

 

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Nell'anno di disgrazia 2019 sono bruciati 13 milioni di ettari di foreste russe, 6 milioni dei quali nella più grande foresta del pianeta, la taiga siberiana; 12 milioni di ettari della foresta amazzonica erano già bruciati alla fine di settembre e i fuochi non erano ancora spenti ; in Australia da dicembre sono bruciati  11 milioni di ettari di foreste e boscaglie e gli incendi continuano, appaiono inestinguibili.

Tenuto conto che l'ammontare medio di deforestazione annuale, in questi ultimi decenni di miseria intellettuale e morale (e politica, non c'è bisogno di dirlo), si aggira tra i 13 e i 16 milioni di ettari di foreste rase al suolo ogni anno. L'infernale 2019 si è mangiato in pochi mesi quasi tre anni di deforestazione, che comunque è proseguita lo stesso senza interruzione. Grazie anche all'olio di palma che intride i  prodotti delle multinazionali dei detersivi, della cosmesi e degli alimenti.

Un esempio non a caso: la Ferrero.

In tempi di catastrofi climatiche, con un pianeta che boccheggia (19 gradi a dicembre in Norvegia, 50 gradi in India per tutto giugno, 38 in Alaska a luglio, ora fino a 48 gradi in Australia) e ha le convulsioni, 34 milioni di ettari di materia organica bruciata contribuiranno significativamente ad accelerare il disastro.

Per questo, finalmente, tutti i ricchi e i potenti, politici industriali dirigenti e padroni di multinazionali con i loro media e le loro istituzioni governative nazionali e sovranazionali, stanno programmando e promuovendo una grandiosa opera di rimboschimento globale, useranno i loro soldi e quelli degli stati (cioè nostri) per trasformare l'agricoltura intensiva in agricoltura biologica, ecologica, resiliente...

Non ci avete creduto? Avete fatto bene.

No, stanno affannandosi furiosamente, come al solito, per fare più soldi, sempre di più. Fino alla morte.

Alla Ferrero dobbiamo già gran parte dei 70.000 ettari (700 milioni di metri quadri) di coltivazioni intensive di noccioli nel nostro un tempo bel paese https://www.cambialaterra.it/2018/06/nocciole-boom-in-vista-ma-a-che-prezzo/, vantate ovviamente come un gran vantaggio, un'eccellenza.

Certamente i noccioleti intensivi sono un'eccellenza di utilizzo di pesticidi, glifosato, grandi quantità di petrolio per grandi macchinari. E inquinamento, erosione dei suoli. Ma cosa importa? La vera eccellenza sono i soldi. Così, dato che il mercato cresce (quasi 11 miliardi di euri nel 2018 il fatturato della Ferrero) e che l'appetito capitalista viene mangiando, ci si organizza per farlo crescere sempre di più. Altri 20.000 ettari di glifosato, pesticidi, erosione e agricoltori legati a doppio cappio alla multinazionale della Nutella.

I noccioleti intensivi hanno già dimostrato la loro capacità distruttiva, persino in un'oasi naturalistica come quella del lago di Vico, inquinato da pesticidi e concimi chimici a un punto tale che se ne teme la morte biologica. Adesso i noccioleti pestintensivi devono aumentare di 20.000 ettari. In Lazio, Toscana, Marche. I politici regionali applaudono entusiasti, come se la Ferrero facesse cadere sul territorio una pioggia d'oro, invece che di veleni. Indirettamente, per carità, non è la Ferrero che sparge i veleni. 

Oltre alle "loro eccellenze" i governatori regionali, è entusiasta l'associazione di "meccanizzazione agricola e industriale". E la cosa non ci sorprende. Pure le banche sono contente: è già previsto che gli agricoltori che aderiranno al benefico progetto si debbano indebitare.

I sindaci del viterbese non sono d'accordo ma chi se ne importa. Prevedono che il lago di Bolsena faccia la fine di quello di Vico, il progetto a loro sembra malefico perché "l'elevato consumo di acqua, fitofarmaci, antiparassitari, insetticidi, diserbanti, concimi chimici potrebbe determinare il degrado globale e irreversibile dell'intero ecosistema... con gravissime ricadute sulla salute pubblica".

Già adesso il lago di Bolsena e la salute pubblica italiana non se la passano tanto bene.

Ma le nocciole Ferrero sono sostenibili. Dicono. Cosa vuol dire ormai "sostenibile"? Nulla. En passant, dicono anche di aderire a un progetto in Turchia per eliminare le peggiori forme di lavoro minorile. Si vede che c'è un lavoro minorile sostenibile. Ma noi torniamo ai noccioleti monocoltura intensiva. Che vengono trattati con:

-          calciocianamide, fertilizzante chimico con alto contenuto di azoto ma anche di acido cianamidico, che uccide tutti gli insetti e i microrganismi presenti nel suolo, cioè uccide il terreno, cioè è un veleno; tiofanato di metile, un fungicida "nocivo per inalazione, può provocare effetti irreversibili, altamente tossico per gli organismi acquatici... evitare il contatto diretto col prodotto... gli strati di terreno contaminati devono essere decorticati fino a terreno pulito... in caso di contatto con la pelle, lavare subito con sapone e acqua abbondante.." ; 

-          deltametrina, insetticida sintetico: uno degli insetticidi che sterminano le api ma non solo loro. "... effetti di esposizioni acute per gli uomini comprendono atassia... convulsione e paralisi, diarrea, dispnea, irritabilità, tremori, vomito e morte... Molti studi hanno dimostrato casi di avvelenamento cutaneo da deltametrina dovuti a inadeguate precauzioni durante la pratica agricola... Con dosi di 100-250 mg/kg viene indotto il coma in 15-20 minuti"; Lambda-cialotrina. Insetticida. Evitare il contatto cutaneo, evitare il contatto con gli occhi, se inalato "possibile danno al surfactante polmonare o polmonite chimica", "gas di acido cianidrico può essere rilasciato durante l'apertura e il dosaggio... Non mangiare, né bere, né fumare durante l'impiego... Prodotti di decomposizione pericolosi: cianuro di idrogeno".

E' altamente tossico per gli organismi acquatici e, ovviamente, per le api, trattandosi di un insetticida.

E l'elenco non sarebbe finito ma, se volete, gli altri veleni "sostenibili" usati nei noccioleti intensivi cercateveli da voi.

Naturalmente c'è anche il glifosato, vera panacea dell'agricoltura italiana, grazie alla quale il terreno dei noccioleti in primavera assume quel colore aranciato che ben hanno conosciuto i vietnamiti durante la guerra USA, e a cui devono le malformazioni di centinaia di migliaia di bambini. "Il glifosato è tra i pesticidi più segnalati come causa di avvelenamento accidentale... danneggia il DNA di reni, fegato, ossa... provoca il deperimento di arbusti e alberi, è neurotossico, interferente endocrino, immunosoppressivo".

"...irritante per la cute e le mucose fino all'ulcerazione della mucosa oro-faringea ed esofagea, irritante oculare, miosi... Nausea, vomito, ipertermia... Danni al sistema nervoso centrale, atassia, parestesia, paralisi, alterazioni ECG... gli spasmi muscolari in genere precedono di poco la morte... Non sono conosciuti antidoti specifici... Tossico per gli organismi acquatici con effetti di lunga durata"

I noccioleti, come tutte le monocolture intensive, sono deboli, e tanto più deboli quanto più estesi (la Ferrero chiede agli agricoltori che aderiscono al progetto di mettere a noccioleto un minimo di 100 ettari, cioè 1.000.000 un milione di metri quadri), perché innaturali, impoveriscono l'ecosistema, squilibrano l'ambiente, sono una manna per i parassiti; poi ci pensano le pratiche dell'agricoltura industriale a completare il danno, distruggendo la vita dei terreni. I poveri noccioli, a quel punto, non hanno più difese e, dato che il terreno è morto o moribondo, soffrono anche la fame. E allora giù coi concimi chimici e con gli antiparassitari. Così come agli animali di allevamento intensivo vengono propinati ogni giorno antibiotici a palate.   

Le nocciole della Ferrero non sono biologiche, come tutte le coltivazioni intensive sono prodotti di quell'agricoltura criminale inventata a suo tempo dalle multinazionali USA e diffusasi in tutto il mondo, grazie alla complicità dei governi e al rintronamento collettivo. E, se bio-logico significa che parla il linguaggio della vita, l'agricoltura industriale dovremmo definirla tanato-logica, cioè che parla il linguaggio della morte.

Tutto questo per la Ferrero è "agricoltura sostenibile". D'altra parte, se il cosiddetto "sviluppo economico" è l'obiettivo principale di una società folle, tutti i veleni denominati "prodotti fitosanitari" vi contribuiscono in pieno. Rimpinguano le tasche delle multinazionali di tali veleni, poi rimpinguano le tasche delle multinazionali del farmaco che spesso, e non per caso, sono le stesse.

Viva il PIL!

Se avete mai fatto una passeggiata nelle valli prealpine o nelle foreste dell'Appennino, avrete visto dove crescono spontaneamente i noccioli: lungo le rive di torrenti, fiumi, ruscelli. E' facile dedurre che hanno bisogno di terreno sempre umido, temperature estive moderate, sole ma mitigato dalle ombre di alti alberi.

Nessuna di queste condizioni può esserci in una monocoltura intensiva.

Si rimedia con tanta acqua. Irrigazioni quotidiane che, come è già successo al lago di Vico, abbassano la falda freatica. E l'acqua di irrigazione, intanto che consuma la falda evaporando nel sole, nella quantità che riesce a ritornare in falda ci porta anche tutti i residui di pesticidi presenti nel suolo, quei sostenibili concimi chimici, erbicidi, insetticidi, fungicidi irrorati allegramente nei sostenibili noccioleti.

Viva il PIL!

E la Nutella?

Sua Eccellenza la Nutella è composta per il 56% di zucchero raffinato, per il 23% di olio di palma raffinato, per il 13% di nocciole da gricoltura intensiva, più un po' di latte scremato in polvere, un pochino di cacao (anche lui magro, i grassi li hanno riservati all'olio di palma) e un aroma artificiale, la vanillina.

Naturalmente anche l'olio di palma è "sostenibile". Lo sostengono le popolazioni del Borneo scacciate dalle loro foreste, gli oranghi privati dei loro habitat e che, quando sopravvivono alla distruzione, a volte muoiono di crepacuore. Avendo un cuore. Lo sostengono gli elefanti pigmei, i rinoceronti di Sumatra, il leopardo nebuloso e tanti altri. Ma è così pesante, quel "sostenibile" olio di palma, che li sta schiacciando. L'ultimo rinoceronte di Sumatra in Malesia è morto la primavera scorsa.

Anche il nostro organismo ha qualche difficoltà a sostenere alimenti come lo zucchero raffinato e l'olio di palma raffinato ( e che non vi dicano che è "naturale", perché allo stato naturale si presenta solido e rossastro). Gli alimenti raffinati sono alimenti morti, perdono vitamine, proteine, sali minerali. Lo zucchero diventa solo saccarosio, l'olio di palma puro grasso. Si trasformano in qualcosa di artificiale che il nostro organismo non riconosce e non è in grado di digerire e metabolizzare in maniera efficiente. Questo a lungo andare crea notevoli danni.

Vale per qualsiasi alimento industriale pieno di ingredienti raffinati e/o sintetici? Esatto. Vale per tutto quello che gli americani chiamano "cibo spazzatura".

Dunque, altri 20.000 ettari di agricoltura intensiva per il bene di chi?

Se le associazioni degli agricoltori si ricordassero che il motivo della loro esistenza è difendere i piccoli e medi agricoltori e consigliarli per il loro bene, forse riuscirebbero anche a ricordare che i peggiori nemici dei suddetti sono proprio le grandi industrie alimentare e petrolchimica, che li tengono per il collo e a volte tirano fino a strangolarli; che li ingannano e li rendono dipendenti dai loro prodotti chimici e dal loro "mercato", facendo le leggi e decidendo i prezzi. Allora, forse, invece di strillare contro i lupi e i sindaci che vietano il glifosato, ricorderebbero ai suddetti agricoltori la prima legge del mercato, che capisce facilmente anche un bambino: più aumenta la disponibilità di una merce, più si abbassa il suo prezzo. Questo basterebbe a capire perché la Ferrero si impegni tanto a far aumentare la merce "nocciole".

Noi però, che amiamo la terra e le sue creature, e non abbiamo invece una passione per i profitti, il PIL e la distruzione del pianeta già in corso, possiamo fare del nostro meglio per far diminuire la richiesta di prodotti così perniciosi. Mangiando sì, le nocciole, che fanno bene, ma biologiche e senza aggiunte nocive e, prima che sia troppo tardi, invertendo i termini enunciati nel titolo di questo articolo.