Sabato 9 novembre 2019 - ore 15,30 - ASSEMBLEA

Bollettino n. 84 ottobre 2019

Sabato 9 novembre 2019 - ore 15,30 - ASSEMBLEA

presso il CENTRO DI INIZIATIVA PROLETARIA “G. TAGARELLI”

Via Magenta 88 Sesto San Giovanni

 

O.d.G.:

1)     Bilancio e resoconto delle attività del Comitato, informazione sulle prossime iniziative e sulle causepenali

2)     Informazioni sul contenzioso legale contro il Comune di Sesto San Giovanni rispetto alla sede.

3)     Manifestazione contro morti sul lavoro e malattie professionali. Iniziativa a Torino il 7 dicembre, anniversario della morte dei 7 operai bruciati vivi allaThyssenkrupp.

4)     Varie.

 

 

MORTI PER AMIANTO AL TEATRO ALLA SCALA DI MILANO

 

Il 20 novembre 2019 ci sarà una nuova udienza del processo per i morti d’amianto

Il giudice nell’udienza del 16 ottobre ha cancellato tutte le udienze previste per dicembre motivandolo con la mancanza di aule giudiziarie e per il sovraccarico dei giudici sotto organico: il ritardo avvantaggia solo i dirigenti del Teatro imputati e accusati di omicidio per la morte di 10 lavoratori, perché la prescrizione si avvicina sempre più e non tiene conto di questi ritardi. Nelle ultime udienze sono stati ascoltati come testimoni i lavoratori del teatro. I loro racconti sono stati concordi nel riferire le condizioni concrete del lavoro, che prevedevano l’uso di attrezzature costituite da amianto (in particolare il sipario e le coperte antincendio) o che lo contenevano in modo significativo. L’amianto era diffuso anche nella struttura del teatro, e le bonifiche sono avvenute in fasi successive all’entrata in vigore della legge che proibiva l’uso dell’amianto, come la volta della platea, nel 2010. Dalle testimonianze emerge un dato sconcertante: per anni i lavoratori sono stati esposti all’amianto, senza avere le dovute informazioni sui rischi e senza i dovuti dispositivi di protezione, sia personali che ambientali. Quando nel 1991 il grande sipario ignifugo (detto “pattona”) si ruppe rovinosamente, i lavoratori furono costretti a un intervento di emergenza  a mani nude. Le testimonianze dei lavoratori saranno importanti per far emergere le responsabilità penali a carico della Direzione delTeatro.


Casella di testo: DIFENDIAMO LA NOSTRA SEDE

Da tempo abbiamo intrapreso un contenzioso legale contro il Comune di Sesto San Giovanni per

le abnormi spese che il Comune ci fa pagare (1.530 euro ogni 3 mesi). Mentre ci dissanguiamo per pagare (non vogliamo essere sfrattati per morosità), continuiamo la battaglia a tutti i livelli e abbiamo già fatto sapere che noi non abbandoneremo la sede senza lottare duramente con tutti i mezzi per difenderla, come facemmo con Cascina Novella Occupata (il fortino dei cassintegrati).

Ora la Giunta di centro destra ha messo in vendita la nostra sede e quelle di tutte le associazioni che da anni svolgono la loro attività a vantaggio degli abitanti di Sesto, nega spazi a chi dissente, impone controlli sull’operato dei volontari, decide che il tavolo delle associazioni deve essere no- minato dall’assessora, discrimina chi non condivide le sue scelte. Alcune di queste associazioni sono già state sfrattate.

Ma, come denuncia un comunicato dell’UNIONE INQUILINI di Sesto S.Giovanni (qui alcui stralci) , “gli atti discriminatori di questa giunta non si limitano a questo: L’Assessore D’Amico vuole sfratta- re le famiglie in subaffitto e nei residence invece di attivare la graduatoria dell’emergenza abitativa. Il Sindaco Di Stefano e l’Assessore D’Amico utilizzano in modo discriminatorio la normativa per escludere le famiglie di immigrati dalle graduatorie casa.Il Sindaco Di Stefano e la responsabile dell’Ufficio anagrafe cancellano la residenza a decine di persone trasformandole di fatto in clande- stini. La giunta di Sesto non garantisce le ore di sostegno ai disabili. L’Assessore Pizzocchera tra- sforma i nidi pubblici in Fondazione come primo passo verso la privatizzazione……... NON SI PUO’ AMMINISTRARE UNA CITTA’ CON LE VENDETTE, CON L’ARROGANZA, CON LE E- SCLUSIONI, CON LA REPRESSIONE DEL DISSENSO.

INVITIAMO TUTTI COLORO CHE HANNO SUBITO TORTI E DISCRIMINA ZIONI AD UNIRSI A NOI, A SCENDERE IN PIAZZA OGNI SECONDO VENERDI’ DEL MESE, PERCHE’LA GESTIO- NE DELLA CITTA’ DEVE CAMBIARE RADICALMENTE”.

Rete cittadina contro le discriminazioni (di cui fa parte il nostro Comitato)

 

LA STRAGE DEL VAJONT

 

 

Il nostro Comitato ha partecipato sabato 5 e domenica 6 ottobre alla 16° Notte Bianca della Memoria del Vajont sulla frana ai piedi della diga, nel Comune di Erto e Casso,. per ricordare le oltre 2.000 vittime e i 487 bambini morti il 9 ottobre 1963. Insieme alle associazioni dei famigliari delle vittime di altre stragi compiute nel nome del profitto - l'Aquila, Amatrice, Rigopiano, Viareggio, San Giuliano diPuglia,

Emilia Romagna, Genova - abbiamo partecipato portando il nostro contributo al dibattito che si è svolto attorno al fuoco. La richiesta condivisa dalle associazioni da tutta Italia inviata al governo è quella di inasprire le pene in modo che non si parli più del reato di omicidio colposo, ma di DOLO EVENTUALE a carico di chi doveva e poteva evitare stragi di innocenti, ma non lo ha fatto in nome del profitto. Dal Vajont alle associazioni dell’amianto fino al Ponte Morandi le associazioni chiedono che la legge si sottometta alla giustizia e non a interessi che prevaricano la sicurezza, la vita delle persone e la tuteladell’ambiente.

La Notte bianca si è quindi conclusa con la stesura di un documento condiviso e di una strategia di lotta comune per portare avanti in modo efficace la battaglia per la giustizia per le vittime di stragi di innocenti, prevedibili, previste e che soprattutto si potevanoevitare.


CLIMA : LE ASSOCIAZIONI DELLE VITTIME DELL’AMIANTO IN PIAZZA PER LA DIFESADELL’AMBIENTE

Il 27 settembre il nostro Comitato è sceso in piazza a fianco di giovani, studenti, operai, lavoratori e pensionati che hanno manifestato con scioperi e cortei in tutto il mondo in difesa dell’ambiente, diffondendo il seguente comunicato:

“La ricerca del massimo profitto, lo sfruttamento degli esseri umani e della natura, il non rispetto della salute in fabbrica, sui luoghi di lavoro e nel territorio hanno ucciso prima i lavoratori - che nei processi di produzione lavoravano o usavano l’amianto e altre sostanze cancerogene - e poi i loro famigliari e i cittadini. Le sostanze inquinanti, uscendo dai luoghi di lavoro, hanno poi avvelenato il territorio. Il “progresso” ha provocato guerre di rapina delle nazioni ricche, imperialiste, contro i paesi più poveri rubando le loro risorse. Il modello di sviluppo capitalista - con la distruzione di foreste, montagne, laghi, mari e oceani, gli scioglimenti dei ghiacciai, la desertificazione di interi continenti dovuto all’accumulazione - sta distruggendo il pianeta e spinge milioni esseri umani, affamati dalle sue politiche economiche, all’emigrazione.

Noi vittime dell’amianto abbiamo vissuto direttamente e viviamo insieme alle nostre famiglie sulla nostra pelle le conseguenze di questo modo di produzione, che non esita a mandare a morte milioni di persone,risparmiando anche pochi centesimi sulla sicurezza per il profitto.

Il principale nemico dell’umanità responsabile dell’inquinamento, del cambiamento climatico, della fame, della miseria crescente è il capitalismo, un sistema che considera normale che - per il guadagno di pochi - miliardi di persone muoiano di stenti.

Solo in Italia questo modello di “sviluppo” causa ed è responsabile di più di mille morti sul lavoro e di decine di miglia di morti per malattie professionali (più di 4000mila persone ogni anno vengono uccise dall’amianto, 120.000 nel mondo). Un sistema economico, politico sociale e legislativo che riconosce come unico diritto quello della ricerca del massimo profitto, subordinandovi tutti gli altri diritti previsti dalla Costituzione (al lavoro, alla salute, alla scuola, giustizia ecc), che considera normale che degli esseri umani siano sfruttati e muoiano per il profitto, è un sistema barbaro e inumano.

Le stragi, i morti sul lavoro e di lavoro, i crimini ambientali, i morti del profitto sono crimini contro l’umanità e come tale andrebbero perseguiti senza prescrizioni o impunità.

Il capitalismo, le multinazionali e le grandi potenze imperialiste, sostenuti dagli stati, con il suo sistema di accumulazione che fa del profitto lo scopo della sua produzione, il motore della sua esistenza a discapito degli esseri umani e della natura, sono i responsabili della lenta morte del pianeta e dei suoi abitanti, allo stesso modo dei morti d’amianto e dello sfruttamento. La lotta per difendere il clima è prima di tutto lotta contro il capitalismo, per il rischio zero nei luoghi di lavoro, di vita e nel territorio, per cambiare questo modo di produzione. Tocca ai lavoratori in prima persona, alle associazioni delle vittime, mobilitarsi nei luoghi di lavoro per migliorare le condizioni di vita. Se davvero vogliamo salvare il pianeta, e gli esseri viventi che ci vivono, dobbiamo lottare contro questo sistema di distruzione e di morte. Non esiste, né mai esisterà, un capitalismo “buono o verde”.

 

MORTI SUL LAVORO: UNA STRAGE INARRESTABILE

Al lavoro peggio che in guerra

 

 

Venerdì 25 ottobre 2019 il nostro Comitato è sceso in piazza a Milano CONTRO I MORTI SUL LAVORO e di MALATTIE PROFESSIONALI, CONTRO LA PRECARIETA’ E LO SFRUTTAMENTO, per il SALARIO ELA

DEMOCRAZIA. Dietro lo striscione storico con cartelli contro i morti sul lavoro, abbiamo  sfilato in uno spezzone del corteo con altri lavoratori per porre all’attenzione pubblicail

problema della sicurezza sul lavoro, la continua strage di operai e lavoratori. Perché I MORTI SUL LAVORO SONO ORMAI DIVENTATI UNA STRAGE INARRESTABILE.

 



Dal nord al sud il bollettino di guerra riporta il numero dei morti e dei feriti operai massacrati per il profitto, fra l’indignazione, la rabbia di alcuni e l’indifferenza di molti. Nell’ultim

o decennio sono stati registrati più di 17.000 lavoratori morti sul luogo di lavoro. Numeri impressionanti, drammatici; più morti sul lavoro c

he in una guerra.

Nella crisi sono diminuiti i lavoratori occupati, ma i morti sul lavoro aumentano.

I dati INAIL (sottostimati perché non tengono conto dei lavoratori senza

contratto, in nero) nel 2018 registrano 1.133 vittime, 104 morti in più del 2017. Una strage di lavoratori di quasi 100 persone al mese, e sono in aumento anche le patologie di origine professionale denunciate, che sono state 59.585 (+2,5%). Solo per amianto in Italia ogni anno perdono la vita più di 4000persone.

Dall’inizio dell’anno a oggi 21 ottobre 2019 sono già 1.178 i lavoratori morti .

Noi siamo convinti che l’unità delle lotte dei lavoratori, dei disoccupati, dei pensionati e di tut- ti gli sfruttati si rafforza anche tramite queste importanti mobilitazioni che ROMPONO IL SI- LENZIO SUL DRAMMA DEI MORTI SUL LAVORO, CONSAPEVOLI CHE NELL’UNITA’ STA LA NOSTRA FORZA.

 

 

 
  Casella di testo: SABATO 7 DICEMBRE 2019 A TORINO IL NOSTRO COMITATO, INSIEME ALLE ASSOCIAZIONI DELLE VITTIME DELLE STRAGI DEL PROFITTO E A DELEGATI E LAVORATORI DI VARIE CITTA’, ORGANIZZA UNA MANI- FESTAZIONE NAZIONALE OPERAIA E POPOLARE alla ThyssenKrupp.
Durante l’assemblea daremo i dettagli organizzativi per parteciparvi.

 

 

SOLIDARIETA’

Come abbiamo sempre sostenuto, la solidarietà è una cosa concreta e un’arma potente. Questa volta ringraziamo A. Moro, A. Schiavone e C. Figini per le generose sottoscrizioni che hanno voluto fare alComitato..

 

 
 

 

 

 

mail:cip.mi@tiscali.it

 

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