La Corte Suprema condanna i prigionieri politici catalani a pene fino a 13 anni di carcere

14 Ottobre 2019

Le dure condanne arrivano nel bel mezzo della campagna di criminalizzazione da parte dei media spagnoli contro il movimento indipendentista catalano, e di un ampio dispiegamento di forze della Guardia Civil e della Polizia Nazionale in Catalogna

 

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Questa mattina, la Corte Suprema ha pronunciato le temute sentenze del processo indipendentista catalano, iniziato agli inizi di febbraio di quest’anno e durato cinque mesi, sotto stretto controllo e accesso limitato. Il verdetto, con pene fino a 13 anni, sarà applicato con diversi gradi per i reati di sedizione, disobbedienza e cattivo uso di fondi pubblici. La ribellione, che era il principale capo di accusa ed è un reato che richiede l’uso della violenza, non è stato dimostrato, secondo le sentenze.

I condannati sono Jordi Sánchez, ex-presidente dell’Assemblea Nazionale Catalana (9 anni); Jordi Cuixart, presidente di Òmnium Cultural (9 anni); Carme Forcadell, ex-presidentessa del Parlamento catalano (11,5 anni); Oriol Junqueras, ex-vicepresidente del governo catalano (13 anni); Raul Romeva, ex-ministro di Affari Esteri del governo catalano (12 anni); Dolors Bassa, ex-ministra di lavoro del governo catalano (12 anni); Jordi Turull, ex-ministro della presidenza e portavoce del governo catalano (12 anni); Josep Rull, ex-ministro del territorio e la sostenibilità del governo catalano (10 anni) e Joaquim Forn, ex-ministro dell’interno del governo catalano (10 anni). L’ex-ministra di rapporti istituzionali del governo catalano Meritxell Borràs; ex-ministro di giustizia del governo catalano Carles Mundó e l’ex-ministro della cultura e, posteriormente,  ministro per le imprese del governo catalano Santi Vila, sono condannati a pene di multe, per reato di disobbedienza.

Queste sentenze hanno lo scopo di punire la minoranza catalana, specialmente il movimento indipendentista catalano. Lo fanno attraverso la violazione di diversi diritti umani: il diritto alla libertà di espressione, il diritto di riunione pacifica, il diritto alla presunzione di innocenza e il diritto a giusto processo.

“Uno spettacolo giudiziario”

Diverse organizzazioni e ONG internazionali, come il Gruppo di Lavoro delle Nazioni Unite sulle detenzioni arbitrarie, Amnesty Internacional, l’Assemblea parlamentare del Consiglio di Europa, e decine di rappresentati politici si sono manifestati contro gli abusi che gli accusati hanno sofferto prima, durante e dopo il processo. I gruppi più grandi di rappresentanti sono formati da 41 senatori francesi, 40 deputati del Parlamento Europeo o 37 deputati del Parlamento britannico. Sono state presentate numerose istanze per reclamare il rilascio immediato dei prigionieri politici, basandosi sull’assenza di violenza, accuse e restrizioni sproporzionate, abuso di detenzione preventiva e incapacità della corte di garantire un giusto processo.

Inizialmente, la Corte Suprema ha negato e poi ha limitato l’ingresso degli osservatori internazionali nella sala. Circa due dozzine di osservatori, in collaborazione con l’organizzazione International Trial Watch, hanno denunciato lo “spettacolo giudiziario” da parte dell’accusa, che ha tentato di provare le accuse di violenza, presentando un lunga carrellata di testimoni della Guàrdia Civil che dichiaravano una versione preparata in anticipo.

Azioni future

Il movimento indipendentista catalano si prepara per la prossima misura: quando la decisione giudiziaria sarà resa ufficiale, l’Assemblea Nazionale Catalana, come altre organizzazioni della società civile, chiedono di fermarsi ovunque ci si trovi e di far rumore, colpendo metalli o altri mezzi, come forma di protesta.

Nel pomeriggio, saranno organizzate manifestazioni in tutta la Catalogna e anche all’estero, di fronte a luoghi conosciuti o ad ambasciate spagnole. Inoltre, durante la settimana, cinque grandi marce si dirigeranno verso Barcellona, da diversi punti della Catalogna. Queste marce avranno una durata di tre giorni e culmineranno con uno sciopero generale, con l’obiettivo di paralizzare il paese e di mostrare una condanna popolare contro la repressione spagnola.

Assemblea Nacional Catalana - Traduzione di AncItalia

 

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