Dichiarazione dell’Unione dei Giornalisti di Cuba: nè la NED, nè Soros, nè la OSA

12 – 10 - 2019

 

http://www.cubainformazione.it/wp-content/uploads/2016/10/logo_upec.jpg

L’Unione dei Giornalisti  di Cuba denuncia energicamente questa manipolazione e riafferma che per la nostra organizzazione l’importante è persistere con il nostro progetto di trasformare il sistema dei media pubblici per più socialismo e per più Rivoluzione e se di sigle si tratta, si sappia che la UPEC continuerà a difendere i suoi postulati della fondazione, senza il denaro e le falsità della OSA, la NED, la OSF, la IPYS e altre sussidiarie del governo degli Stati Uniti.

 

La Presidenza dell’Unione dei Giornalisti  di Cuba ha emesso una dichiarazione per denunciare che i giornalisti dei media pubblici cubani hanno ricevuto la scorsa settimana messaggi e telefonate dall’Istituto di Stampa  e Società (IPYS), una ONG vincolata alle campagne politiche contro i governi e le organizzazioni progressiste in America Latina, particolarmente ossessionata  con le linee d’attacco con la Rivoluzione  bolivariana.

Nel  testo si dettaglia che,  sorprendentemente, un funzionario della IPYS

ha informato  i nostri compagni che alcuni dei loro lavori erano stati selezionati per un concorso di cronaca sui temi cubani, concorso al quale non avevano partecipato, auspicato da questo istituto.

Poco dopo il  IPYS ha annunciata alla grande una lista “ecumenica” di finalisti con testi  pubblicati originalmente in media pubblici  e privati, tra questi ultimi alcuni con una linea apertamente anti socialista e allineata alle politiche di Washington contro il governo cubano.

La UPEC precisa che la IPYS è l’organizzazione più importante del gruppo

GALI (Gruppo Andino delle Libertà d’Informazione ), che canalizza i fondi

per l’ingerenza e la sovversione delle agenzie statunitensi al fronte delle “violazioni alla libertà d’espressione”.

Basta una ricerca in Internet e s’incontrerà questa organizzazione in prima linea contro la legge dei media fomentata dal governo di Rafael Correa in Ecuador,  nelle campagne di /fake news/ contro Evo Morales (il caso TIPNIS, di un presunto figlio del mandatario mai esistito e che ha avvelenato un referendum in Bolivia, e l’artiglieria mediatica sostentata dall’auto proclamato Juan Guaidó, in Venezuela, per citare alcuni esempi.

Nella denuncia si sostiene che chi paga e chi comanda nel IPYS sono

“donanti” come la OSA, la National Endowment for Democracy (NED) e la

Open Society Foundations (OSF), di George Soros, finanziatori, come si  proclamano orgogliosamente nella pagina web di questo istituto.

Dobbiamo ricordare chi sono queste organizzazioni caritative?

La OSA,  organismo indifendibile, che agisce  in nome della democrazia

solo quando conviene agli interessi  statunitensi e alle oligarchie locali  latinoamericane, non ha mai fatto nulla per fermare le dittature latinoamericane “nell’epoca dorata” del Piano Condor e degli attentati terroristici della CIA contro i civili cubani.

In anni recenti l’organismo panamericano non solo si è prestato per satanizzare  Venezuela, Cuba e Nicaragua, agli ordini di John Bolton, ma è stato incapace di fare qualcosa per impedire un colpo di Stato in Honduras, per denunciare le cospirazioni nei parlamenti che provocarono la deposizione dei mandatari  Fernando Lugo, del Paraguay (2012) e Dilma Rousseff, del Brasile (2016).

E che dire della NED, “schermo della CIA” , nome che non si deve al quotidiano Granma, ma al The New York Times?

https://www.nytimes.com/1984/05/29/us/project-democracy-takes-wing.html ?

Chi guarda la pagina ufficiale incontrerà la lista dei succosi bilanci federali destinati nel 2018 al cambio di regime in Cuba. Dobbiamo aspettare gennaio per conoscere quelli consegnati nel 2019.

Invariabilmente, i destinatari dei fondi della NED, come del IPYS, militano nella nuova o vecchia  controrivoluzione  che ha abitualmente più risorse e media per esprimersi del cubani, perché è un’appendice della politica nordamericana e dispone di tutta la stampa di destra per le sue sparate.

A questo si sommano le azioni che violano in maniera flagrante la libertà d’espressione dei rivoluzionari cubani nelle piattaforme statunitensi, come il recente blocco di Twitter di 200 account di giornalisti e media pubblici nazionali in questa rete, molti dei quali non sono stati restituiti ai titolari.

«George Soros, il multimilionario dietro la Open Society, è un noto promotore del caso globale dall’Ucraina ai Balcani, stando ai documento filtratati in   https://fdik.org/soros.dcleaks.com/>/DC Leaks .

Recentemente la  sua mano pelosa, con la NED, è apparsa dondolando la culla delle manifestazioni a Hong Kong.

Wayne Madsen, ex investigatore della celebre Agenzia della Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti nel suo libro “Soros: il quantum del caos”, ha documentato come segnali la partecipazione della OSF nella destabilizzazione dei Balcani, il suo doppio gioco nel Caucaso, la sua collaborazione nel colpo in Honduras, la  sua infiltrazione in Cina, le sue reti d’appoggio alle  “rivoluzioni colorate” e alle “rivoluzioni arabe”, e la sua ingerenza in America Latina.

L’Unione dei Giornalisti  di Cuba ha basi politiche ed etiche molto  chiare; al suo interno ci sono molte opinioni ma non siamo in comunicazione né con

la NED, nè con la OSA, nè con la Open  Society de Soros, funzionali alle

strategie del Governo degli Stati Uniti per asfissiare il nostro paese .

Le loro operazioni sono immorali e illegali e ignorano i principi civici e le norme giuridiche cubane. Rinforzano ulteriormente il blocco economico, promuovono la destabilizzazione, corteggiano i media privati e portano avanti una gigantesca campagna che nega il sale e l’acqua al governo di Miguel Díaz-Canel, omettono quello che non conviene loro, tergiversano la realtà e calunniamo volgarmente coloro che difendono il socialismo e la Rivoluzione  cubana.

La IPYS ha manipolato i nostri compagni per auspicare una nuova campagna contro il sistema pubblico cubano. Porta impresso il sigillo politico contro rivoluzionario con una vergognosa eco nelle reti, che giungono all’estremo di suggerire che la UPEC accetti del denaro da organizzazioni che hanno le mani macchiate di sangue e usano la retorica della libertà d’espressione con fini ideologici e come  ariete politico.

 

L’Unione dei Giornalisti  di Cuba denuncia energicamente questa manipolazione e riafferma che per la nostra organizzazione l’importante è persistere con il nostro progetto di trasformare il sistema dei media pubbici per più socialismo e per più Rivoluzione e se di sigle si tratta,  si sappia che la UPEC continuerà a difendere i suoi postulati della fondazione, senza il denaro e le falsità della OSA, la NED, la OSF, la IPYS e altre sussidiarie del governo degli Stati Uniti.

 

Gioia Minuti - Granma Italiano