Cuba su latinoamerica e mondo

Luglio, agosto e settembre 2019


Gli Stati Uniti progettano la più grande minaccia degli ultimi cinquant'anni contro la pace della regione

Il 26 luglio 2018, commemorando il 65º anniversario dell'assalto alla caserma Moncada, e il 1° gennaio di quest'anno celebrando il 60º anniversario del Trionfo della Rivoluzione, ho prefigurato lo scenario avverso che si sta formando e del risorgere dell’euforia e dell'ansia dei nostri nemici di distruggere l’esempio di Cuba. In entrambe le occasioni ho manifestato la convinzione che si stia stringendo il cerchio dell’imperialismo attorno al Venezuela, al Nicaragua e a Cuba.

I fatti hanno confermato quella valutazione. La regione che Martí chiamò Nuestra América era riuscita in tempi recenti ad assicurare l’indipendenza regionale in un clima di pace, cooperazione e armonia tra i suoi Stati membri. Con il proposito di realizzare l’unità nel rispetto delle differenze, si era progrediti in modo sensibile verso l’integrazione, la complementarità e l’accordo per dare soluzioni ai problemi economici e sociali dei nostri popoli.

Si sono dichiarate l’America Latina e i Caraibi Zone di Pace progredendo anche nel proposito di ottenere una relazione di migliore rispetto con i vicini del nord, ma oggi lo scenario è un altro.

L’attuale Governo degli Stati Uniti e la sua ambizione egemonica nei confronti della regione stanno progettando la più pericolosa minaccia degli ultimi cinque decenni contro la pace, la sicurezza e il benessere dell’America Latina e dei Caraibi. Per il loro obiettivo di dominio hanno orchestrato in diversi anni molti colpi di stato, in un caso un golpe militare, per abbattere presidenti progressisti o evitare l’ascesa di leader della sinistra impedendo loro di partecipare alle elezioni ricorrendo a campagne mediatiche o ad oscure cause giudiziarie. E' trascorso un anno dall’ingiusta reclusione del compagno Ignácio Lula da Silva, per il quale rivendichiamo la libertà.

Purtroppo, esistono governi e forze politiche che in modo irresponsabile accompagnano l’imperialismo in questa bellicosa scalata. L’assedio incessante contro  la fraterna Repubblica Bolivariana del Venezuela con il ricorso a metodi di guerra non convenzionale e l’asfissia economica sono il principale obiettivo dell'aggressione, ma senza dubbio la minaccia riguarda tutti noi.

Il Governo venezuelano e il popolo chavista stanno scrivendo pagine ammirabili di resistenza. Sul suolo bolivariano si decide oggi se è vero che le nazioni latino americane e caraibiche abbiano diritto alla autodeterminazione, se il potere sovrano è riposto nel popolo o in un governo straniero, se risulta accettabile che un paese potente stabilisca sono i governanti di uno Stato indipendente, se le norme e i principi base dell’ONU hanno un valore o sono lettera morta, se i popoli della regione resteranno passivi di fronte al furto del potere sovrano  in una nazione sorella o risponderanno condannando il crimine.

Ratifichiamo da questo Parlamento la ferma solidarietà e l’appoggio alla Rivoluzione Bolivariana e Chavista, al  presidente Nicolás Maduro e all’unione civico-militare del suo popolo.

Ai  20.000 collaboratori cubani, il 61% donne, che si trovano in missione in Venezuela, trasmetto il nostro profondo riconoscimento per il loro impegno e la dedizione al nobile e profondo compito che svolgono al servizio delle famiglie di questa fraterna nazione.

Raúl Castro Ruz, 6 agosto 2019


(GM per Granma Internacional)



Cuba e Iran rafforzano gli impegni economici e commerciali

Con il primo Forum degli Affari Cuba-Iran, le due nazioni hanno riaffermato la volontà di ampliare e rafforzare gli impegni economici e commerciali in vigore già da quattro decenni.

Con l’interesse e la volontà reciproca di aumentare le relazioni commerciali, si è svolto a Teheran il primo Forum degli Affari. La riunione, svoltasi nel quadro delle iniziative per commemorare i 40 anni dall’inizio dei rapporti diplomatici e con l’auspicio della Camera di Commercio della Repubblica Islamica dell’Iran, è stata presieduta dall’Ambasciatore di Cuba in Iran, Alexis Bandrich, e dal vicepresidente della Camera di Commercio iraniana, Hossein Selahvarzi.

I media internazionali affermano che il Forum ha suscitato grandi aspettative e si è costituto uno spazio per replicarlo nelle diverse Camere di Commercio delle province iraniane.

Hanno partecipato all’incontro circa 60 imprese iraniane interessate allo sviluppo delle relazioni commerciali bilaterali, alle quali sono state offerte vaste informazioni in merito al ventaglio di opportunità, alla quadro legale che regola gli investimenti a Cuba, ai dettagli sulla Zona Speciale di Sviluppo di Mariel e offerto l'invito alla prossima edizione della Fiera Internazionale de L’Avana che si svolgerà il prossimo  novembre. Le informazioni e le iniziative del forum hanno suscitato un forte interesse tra tutti i presenti.

L’ambasciatore Bandrich ha esposto una sintesi della storia dei legami economici che sviluppati dai due paesi ed ha rinnovato la volontà di ampliarli e approfondirli in linea con le strette relazioni politiche e l’affetto reciproco tra i due popoli e governi.

Nello spazio è stato denunciato l’inasprimento del blocco genocida imposto a Cuba dagli Stati Uniti e la recente riapplicazione del Capitolo III della legge Helms-Burton.

I partecipanti hanno concordato di segnalare le sanzioni imposte dagli Stati Uniti contro le due nazioni come un’opportunità per l’identificazione degli interessi comuni nell’ambito del commercio e la cooperazione.

Minrex, HispanTV, GM per Granma Internacional, 11 agosto 2019



 

Chi è il nuovo presidente del Guatemala?

Alejandro Giammattei, di 63 anni, candidato per il conservatore partito Vamos, ha vinto le elezioni tenutesi nel paese centroamericano imponendosi alla seconda tornata con circa il 59% dei voti su a Sandra Torres, candidata della formazione La Unidad Nacional de la Esperanza (UNE) e first lady durante il governo di Álvaro Colom, ha informato la BBC.

Con lo slogan «mano dura contro la corruzione», il candidato presidenziale Alejandro Giammattei ha ottenuto l'incarico dopo un decennio di tentativi.

Il nuovo Presidente presenta un progetto politico di destra con il quale si è opposto apertamente al matrimonio ugualitario e all’aborto, e ha assicurato che farà rispettare le leggi «cosi come sono».

Durante la sua carriera politica, Giammattei si era proposto per sei incarichi alle elezioni popolari e quattro alla presidenza senza mai avere successo. Nella sua carriera è stato direttore del Sistema Penitenziario dal  2005 al 2007 durante la presidenza di Óscar Berger. Nel settembre del 2006, 3000 poliziotti e militari hanno cercato di recuperare il controllo del carcere di Pavón, e nell’azione sono morti sette reclusi.

Il Ministero Pubblico e la Commissione Internazionale Contro l’Impunità (CICIG)  denunciarono Giammattei nel 2010. Fu condannato a dieci mesi di prigione e poi ottenne la libertà senza accuse contro di lui.

Il Presidente eletto, che è medico chirurgo, tratterà come «terroristi» tutti coloro che realizzeranno attacchi contro i servizi pubblici.

GM per Granma Internacional, 12 agosto 2019


 

 

 


 


La Cina appoggia il  Venezuela in difesa della sua sovranità e denuncia l'ingerenza degli Stati Uniti

L’ambasciatore cinese in Venezuela, Li Baorong, ha sottolineato che Pechino condanna tutte le ingerenze esterne nei temi interni del Venezuela ed ha ripetuto che il problema si deve risolvere attraverso la politica e il dialogo nella cornice della Costituzione.

In una dichiarazione offerta ai media in occasione della commemorazione dei 70 anni della Repubblica Popolare della Cina, il diplomatico ha ripetuto che Cina e Venezuela sono amici con fiducia reciproca e mantengono cooperazioni strategiche.

Ha denunciato inoltre la campagna mediatica occidentale che travisa i fatti con fini politici e ha citato il caso delle manifestazioni di Hong Kong sottolineando che questo fatto è assolutamente interno della Cina, per cui gli Stati Uniti e i paesi occidentali non devono intervenire.

HispanTV e GM per Granma Internacional, 13 settembre 2019


 


 


Nuova iniziativa per la pace in Colombia

#MeSumoALaPaz è la campagna alla quale oggi si uniscono in molti, in Colombia, insistendo sulla necessità di applicare integralmente l’Accordo di Pace firmato nel 2016 tra lo Stato e gli ex-guerriglieri FARC-EP.

"Yo #MeSumoALaPaz, perchè in Europa conosciamo il dolore delle guerre, ma anche l'opportunità della pace e della riconciliazione", ha scritto su Twitter Patricia Llombart, ambasciatrice dell’Unione Europea in Colombia e promotrice dell’iniziativa.

La Giurisdizione Speciale per la Pace, una delle componenti del Sistema Integrale di Verità, Giustizia, Riparazione e Non Ripetizione, ha reiterato "il suo impegno con le vittime, lavorando nei territori".

Migliaia di ex guerriglieri e comunità dicono #MeSumoALaPaz attraverso progetti  produttivi che permettono l’integrazione. Molti di loro, nonostante le mancanze dello Stato, hanno acclamato da subito le FARC come parte dell’iniziativa alla quale si uniscono i gli utenti del cuberspazio attraverso Twitter.

Emilio Archila, consigliere  presidenziale per la Stabilizzazione e il Consolidamento, ha detto: "In questi quattro anni costruiremo robuste fondamenta perchè questa pace giunga in tutti gli angoli del paese".

Il senatore Iván Cepeda, del Polo Democratico Alternativo, ha detto che il modo migliore di contribuire all’interruzione definitiva di tutte le forme di violenza è implementare l’Accordo Definitivo e lavorare per una pace totale, che includa i negoziati con la Guerriglia dell’Esercito di Liberazione Nazionale e la smobilitazione di tutti  i gruppi residui.

Nel  contesto del Giorno Internazionale della Pace, il senatore Roy Barreras, che è stato membro della delegazione del Governo dell’ex presidente Juan Manuel Santos al tavolo dei negoziati con le FARC-EP in Cuba, ha invitato a una giornata senza aggressioni e senza violenza verbale.

Noi ci aggiungiamo alla costruzione della pace in Colombia con piena partecipazione delle donne, per formare una società più inclusiva e ugualitaria, perchè si possa terminare con la discriminazione di genere, ha sostenuto l’Agenzia della ONU per l’uguaglianza di genere e il potere alle donne.

Differenti voci concordano sul fatto che centinaia di leaders sociali, indigeni ed ex guerriglieri sono stati assassinati in Colombia dopo la firma dell’Accordo. Per questo aumentano i richiami per la sua applicazione integrale, per concretizzare una pace con giustizia sociale, stabile e duratura.

GM per Granma Internacional, 21 settembre 2019


 


 


«Non siamo soli», ha detto il ministro Malmierca ringraziando la Cina del suo regalo a Cuba

La concessione della donazione è stata ufficializzata con l’Accordo di Cooperazione Economica e Tecnica che Malmierca ha firmato con il vice presidente dell’Agenzia di Cooperazione Internazionale per lo Sviluppo della Cina, Zhou Liujun.

"Dopo l’incontro di lavoro con  Zhou Liujun, vicepresidente dell’Agenzia di Cooperazione Internazionale per lo Sviluppo, abbiamo firmato vari documenti per nuovi progetti, soprattutto l’Accordo di Donazione di 800 milioni di renminbi. Non siamo soli», ha scritto Malmierca su Twitter.

Secondo il portale Cubadebate, le parti hanno firmato anche i documenti relativi alle due donazioni che contribuiranno al lavoro dell’Istituto Nazionale delle Risorse Idrauliche per affrontare la siccità e perseguire il risanamento, così come per l’acquisizione di un sistema di telepresenza  per BioCubaFarma.

La terza donazione permetterà a Cuba d’acquistare nuove trasmittenti e altri strumenti per offrire una maggior copertura del segnale televisivo digitale in tutto il territorio nazionale.

Durante la cerimonia, il ministro Malmierca ha ringraziato per il gesto di fraternità e amicizia del Governo cinese e ha sottolineato l’importanza della cooperazione bilaterale che copre diversi settori con impatto positivo sui piani di sviluppo economico e sociale di Cuba.

Sputnik e GM per Granma Internacional, 24 settembre 2019

 


 


Il nostro non è un semplice cambio di governo

Nove mesi dopo la sua elezione alla presidenza del Messico, Andrés Manuel López Obrador (AMLO), ha presentato il 1º settembre scorso la sua prima Relazione di Governo al Palazzo Nazionale. A differenza dei suoi predecessori, non ha colmato di cifre il suo discorso, ma trattato l’agenda politica della sua amministrazione.

“Niente ha danneggiato il Messico più della disonestà dei governanti e questa è la causa principale della disuguaglianza economica, dell’insicurezza e della violenza di cui soffriamo. Per questo, se mi chiedono di dire con una sola frase qual è il piano del nuovo governo, rispondo: eliminare la corruzione e l’impunità”, ha detto il Presidente.

Nel suo intervento, come informa il sito della presidenza messicana, AMLO si è riferito all’impegno di intraprendere la Quarta Trasformazione della Vita Pubblica del Messico, come aveva dichiarato alla sua elezione il 1º dicembre del 2018.

Tra i primi aspetti espressi dal presidente, si segnalano la separazione tra il potere economico e il potere politico e la determinazione di transitare verso verso la democrazia.

Ha precisato che chi usa risorse pubbliche o private per comprare voti o favorire candidati o partiti, andrà in carcere senza condizionale.

Ha esortato il Congresso ad approvare la sua proposta di riforma costituzionale per la revoca del mandato, un meccanismo di controllo degli elettori sugli eletti.

In materia di politica estera ha riaffermato la cooperazione, l’amicizia e il rispetto per tutti i paesi del mondo e particolarmente per le nazioni sorelle dell’America Latina e dei Caraibi.

Le relazioni bilaterali con gli Stati Uniti, che a suo giudizio si devono basare sul rispetto reciproco, la cooperazione per lo sviluppo e la soluzione negoziata dei problemi comuni tra cui primeggia sicuramente il fenomeno migratorio, sono un tema che ha suscitato speciale attenzione.

Il suo sguardo profondo alle cause della migrazione e non alle conseguenze come hanno fatto gli altri politici messicani, è essenziale in questo problema tanto complesso: “Cercheremo di coinvolgere i governi degli Stati Uniti e del cosiddetto triangolo del nord centro americano - Guatemala, Honduras e El Salvador - nella costruzione di meccanismi economici, del benessere e dello sviluppo con il fine d’interrompere il fenomeno migratorio. Emigrino unicamente coloro che desiderano farlo per volontà e non per necessità”.

La sua proposta economica difende l’onestà e l’austerità nella vita e nel governo, con l’obiettivo superiore del benessere “materiale e dello spirito” dei cittadini.

AMLO ha rinnovato la sua convinzione di lavorare prima di tutto per i poveri: “Il paese non sarà accettabile se resteranno la povertà e la disuguaglianza. Lasciamo da parte l’ipocrisia neoliberista e riconosciamo che è compito dello Stato ridurre le disuguaglianze sociali”.

In questo senso, sarà promossa una nuova politica produttiva oltre a un programma di misure a beneficio della popolazione. L’insicurezza, la violenza e la delinquenza costituiscono la sfida principale per l’esecutivo di  López Obrador.

Il Presidente ha criticato il risultato della strategia applicata dai suoi predecessori e ha difeso una politica integrata di giustizia, pace e sicurezza cittadina con migliori condizioni di vita e di lavoro, con l’esistenza di un Gabinetto di sicurezza guidato dal Presidente della Repubblica e uffici regionali, tolleranza zero alla tortura e alle violazioni dei diritti umani.

AMLO ha insistito che non ci sarà riposo fino a quando non si scoprirà dove sono finiti i giovani di Ayotzinapa e né l’Esercito nè la Marina saranno usati per reprimere il popolo com’è avvenuto in passato.

Alcuni analisti internazionali dicono che nove mesi sono un periodo breve per valutare la gestione di un governo. Senza dubbio la condizione di López Obrador alla guida dell’esecutivo messicano mostra già importanti risultati.

Non ci sono dubbi che le trasformazione profonda della vita pubblica del Messico sarà un cammino complesso e una grande sfida, più forte anche delle stesse parole di AMLO: “Non stiamo vivendo un mero cambio di governo ma una svolta epocale”.

Nonostante tutto, la solidità del suo progetto dipenderà, al di là della ferma volontà politica della sua amministrazione, dall’appoggio popolare della maggioranza per la trasformazione, dall'impegno continuativo dei settori sociali della base, senza mai sottovalutare gli avversari interni e esterni, specialmente le ambizioni imperialiste. Intanto, il Governo del Messico si propone di dimostrare che è possibile un’alternativa in un’epoca di restaurazione neoconservatrice nella regione.

 

I PASSI AVANTI DEL GOVERNO DI AMLO IN CIFRE

- 54 miliardi di dollari di aumento delle riserve internazionali da dicembre del 2018 a luglio del 2019;

- 300.000 nuovi posti di lavoro creati nei primi sette mesi di quest’anno;

- il 16 % dei lavoratori ha ricevuto un aumento del salario minimo;

- più di 10 milioni di borse di studio a tutti i livelli sono stati destinati agli studenti, con un investimento di  60 miliardi di pesos, cosa mai vista nella storia del Messico;

- 930.000 giovani lavorano come apprendisti nell'ambito del progetto Costruendo il Futuro;

- 100 università pubbliche e gratuite aperte nelle regioni povere ed emarginate del paese.

Fonte: Presidenza del Messico

Enrique Moreno Gimeranez, GM per Granma Internacional, 26 settembre 2019