Iran. Ahmadinejad a Correa: "Se gli USA si preoccupano per la pace mondiale, che distruggano in primo luogo le loro bombe atomiche"

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Resumen Latinoamericano, 15 settembre 2019

In questa nuova edizione di 'Conversando con Correa', l'ex-presidente dell'Ecuador ha intervistato l'ex-presidente dell'Iran Mahmud Ahmadinejad, a capo della repubblica islamica tra il 2005 e il 2013, per parlare della tensione in Medio Oriente, ponendo l'accento sul conflitto israelo-palestinese, oltre che della situazione in America Latina e del programma nucleare di Teheran, che tante controversie sta suscitando.

Secondo l'ospite, l'Iran è "un paese, stando a quanto affermano le Nazioni Unite, con un elevato indice di sviluppo umano". È "la quarta riserva di petrolio più grande del pianeta e la prima di gas naturale. Da qui la sua importanza geopolitica". 

"In seguito all'occupazione della Palestina il conflitto in Medio Oriente si è acuito. La ragione è che questa zona è nota per le sue riserve di energia, perciò USA, Inghilterra ed altri paesi le riservano un’attenzione speciale". Questo afferma Mahmud Ahmadinejad, ex-presidente della Repubblica Islamica dell'Iran.  

Proseguendo nella conversazione, interpellato sull'attuale situazione economica, politica e sociale del suo paese, Ahmadinejad così risponde: "Dopo la nostra Rivoluzione [nel 1979], i cui obiettivi erano l'indipendenza e la libertà, ci venne imposta una guerra di otto anni. Ed ora vogliono ostacolare il nostro progresso con svariate forme di boicottaggio, che sono efficaci giacché non riusciamo a trarre vantaggio dalle nostre possibilità. Se noi facciamo buon uso delle possibilità nazionali, gli embarghi non possono risultare così efficaci".

Conflitto israelo-palestinese

Durante il programma, Correa ha ricordato al suo invitato che "in talune occasioni aveva affermato che bisognava distruggere Israele", dichiarazioni che avevano scatenato ogni tipo di polemica nel mondo. "Israele è una realtà e credo che nessun paese al mondo debba essere distrutto e che dobbiamo tentare di raggiungere una qualche soluzione attraverso il dialogo, la pace. Pace in cui lei crede, pace nella quale crede l'Iran, pace in cui crede l'Islam", ha affermato il conduttore.  

Da parte sua, al momento di dare la sua opinione, l'invitato ha commentato: "Certamente è così, ma è anche vero che buona parte della prima guerra si è svolta nella nostra regione. Dopo l'occupazione della Palestina, si è intensificato il processo di creazione di crisi all’interno della nostra regione. Causa di ciò è che questa zona è nota per le sue immense riserve di energia. Pertanto USA, Inghilterra ed altri mantengono un’attenzione speciale puntata sul Medio Oriente". Ha aggiunto inoltre: "Il problema è che alcuni Governi si credono al di sopra di altri e vogliono imporsi agli altri." 

Programma nucleare 

"Il problema nucleare dell'Iran è una scusa per scontrarsi con l'Iran o è realmente un vero problema?” si chiede l'intervistato, continuando: "Tutti i popoli hanno bisogno dell'energia nucleare, è la locomotiva del progresso scientifico". Secondo le sue argomentazioni, si tratta di uno strumento fondamentale per "l'industria, l'agricoltura e la medicina." 

"La logica che gli USA dicano 'io devo avere le bombe, ma gli altri no', ha per caso un altro proposito se non quello di mantenere l'egemonia?" Così Mahmud Ahmadineyad, ex-presidente della Repubblica Islamica dell'Iran.  

E proseguendo su questa linea, ha aggiunto: "Perché le grandi potenze non permettono che i popoli ne dispongano? Preoccupa loro realmente la questione della bomba? In realtà, gli USA dispongono di 5.500 bombe di ultima generazione, e sono l'unico paese che ha utilizzato la bomba atomica. Nella nostra regione ce l'hanno Israele, il Pakistan e pure l'India."   

Correa ha insistito tuttavia sul fatto che non è sicuro che paesi instabili abbiano armi nucleari. Ha inoltre proposto di proibirle in tutto il mondo e di consentire l’uso dell'energia nucleare esclusivamente a scopi pacifici. "Davvero si può credere che gli americani [statunitensi] si preoccupino per l'umanità e la pace mondiale? Se realmente se ne preoccupano, che distruggano in primo luogo le loro stesse bombe atomiche. La logica che gli USA dicano 'io devo averle, ma gli altri no', ha forse un proposito diverso da quello di mantenere l'egemonia"? Questa la riflessione dell’iraniano.  

"Il modello dell'imperialismo è cambiato" 

Ahmadinejad ha anche fatto riferimenti e considerazioni sul modello economico dell'America Latina, la cui ricchezza viene controllata da imprese straniere: "Il Brasile ha 200 milioni di abitanti. È un paese piuttosto ricco. Dispone di un vasto territorio con giacimenti, terre fertili e diverse migliaia di chilometri di costa atlantica, il che presuppone una grande ricchezza. Ma i suoi introiti principali, vanno nelle tasche della gente o delle imprese multinazionali? "  

E ha continuato con altri esempi in quella regione: "La stessa cosa succede in Argentina, Venezuela, Nicaragua e in tutti i paesi latinoamericani, uno per uno". Sulla nazione bolivariana ha posto un’enfasi speciale: "Tutto questo è il prodotto del 'neocolonialismo'. Perché gli USA adesso fanno pressione sul Governo Venezuelano? Per caso si preoccupano per il popolo del Venezuela? Per oltre 100 anni i vari Governi del Venezuela sono stati subordinati a Washington". Secondo la sua opinione, il Governo di Donald Trump è solo interessato alle riserve di petrolio. Un altro punto importante del problema è l’informazione, perché "l'impero mediatico ce l'hanno loro", ha affermato. 

“Bisogna modificare il sistema di gestione internazionale. Nessuno deve attribuirsi un ruolo superiore o più importante degli altri. Che tutti partecipino allo stesso modo". Così Mahmud Ahmadinejad, ex-presidente della Repubblica Islamica dell'Iran.  

Da parte sua, Correa ha aggiunto che la cosa peggiore che ha l'America Latina sono le sue "elite", perché "si sono solo preoccupate di mantenere la verticalità, l'esclusione e la disparità, estromettendo le grandi maggioranze dai frutti del progresso". A tale proposito, ha aggiunto: "I principali responsabili della nostra situazione siamo noi stessi.” 

“Proponiamo una gestione congiunta del mondo” 

In conclusione, il dirigente persiano ha espresso: "È chiaro che siamo contro questo tipo di gestione mondiale. Crediamo che il sistema internazionale debba essere radicalmente modificato". In altre parole, ha sostenuto che "nessuno deve attribuirsi un ruolo maggiore o più importante degli altri". Aggiungendo al riguardo: "Quella che proponiamo è una gestione congiunta del mondo, che tutti vi partecipino allo stesso modo, e che i diritti di ogni popolo siano per il popolo stesso." 

Infine ha consigliato ai leader "che si uniscano a questa corrente umana ed universale", perché "i popoli si stanno avvicinando tra loro sempre più rapidamente e le frontiere si stanno innalzando".

 

 

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Da RT    Traduzione di Adelina B. per CIVG